Negli ultimi post ho voluto parlarvi sia dei miei recenti problemi di salute, di cui peraltro non sono ancora riuscita a venire a capo (qui), sia della nuova copertina per il primo volume del ciclo La Colomba e i Leoni (qui). Ora affido di nuovo con molto piacere la parola a Clementina che ci illustrerà un altro aspetto nell’affascinante mondo dei Tarocchi. Vi ricordo che potete rintracciare le precedenti puntate nella pagina dedicata a Clementina (“L’angolo di Cle”). Ci parlerà dei Fanti, sfatando alcuni luoghi comuni! Non siete curiosi?

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In mezzo a un fitto bosco, un castello dava rifugio a quanti la notte aveva sorpreso in viaggio: cavalieri e dame, cortei reali e semplici viandanti. Passai per un ponte levatoio sconnesso…

Questo è l’incipit de Il castello dei destini incrociati, di Italo Calvino, pubblicato per la prima volta dall’editore Franco Maria Ricci nel 1969 all’interno del volume Tarocchi, il mazzo visconteo di Bergamo a New York, una colta dissertazione sulle splendide miniature di Bonifacio Bembo (risalenti al XV secolo). Il libro, nel quale l’autore incastra con un riuscito espediente letterario tante storie differenti legate le une alle altre da un insolito filo rosso, è formato da due parti: la prima che porta il titolo del libro e la seconda, La taverna dei destini incrociati, scritta precedentemente. La seconda parte è scritta usando lo stesso espediente, ma prendendo come punto di partenza un differente mazzo di carte, quello degli Antichi tarocchi di Marsiglia.

“Ho cominciato con i tarocchi di Marsiglia – afferma Calvino nella presentazione – cercando di disporli in modo che si presentassero come scene successive d’un racconto pittografico. Quando le carte affiancate a caso mi davano una storia in cui riconoscevo un senso, mi mettevo a scriverla”.

Stupendo, non sembra anche a voi?

Bentornati, cari amici, a questo punto direi che possiamo introdurre il tema del nostro quinto appuntamento dedicato ai Tarocchi. In quest’occasione, infatti, inizieremo ad approfondire il secondo gruppo degli Arcani minori nel quale sono rappresentate le Figure. Quindi, dopo aver analizzato la simbologia dei numeri per comprendere come vengono accostati i vari elementi, ci focalizzeremo sul ruolo svolto dalle persone nei Tarocchi per affrontare l’aspetto più sociale.

 

Giocatori di carte, affresco in casa Borromeo, Milano, 1440,
attribuito a Michelino da Besozzo.

Nei Tarocchi di Marsiglia, come vedrete, ci troviamo di fronte ad una struttura 4 x 4, perché in ogni seme troviamo quattro personaggi, ma in altri mazzi la configurazione risulta differente, cioè 3 x 4. Vale dunque la pena di inquadrare la situazione dal punto di vista storico.

 

L’indovina e il Matto, Lucas van Leyden, 1510 c.a.,
Museo del Louvre, Parigi.

 

La particolarità delle cosiddette Figure di Corte all’interno degli Arcani minori è quella di non essere numerale e tale condizione, trasversale a tutti i mazzi di Tarocchi a partire da quelli più antichi, ha creato parecchi problemi agli esoterici.

Infatti, da Eliphas Lévi a Papus e i suoi seguaci, gli esoterici si sono trovati di fronte ad un dubbio enorme: sebbene riuscissero a collocare facilmente, seguendo una logica gerarchica, il Fante, la Regina e il Re, non erano in grado di trovare un accordo sulla corretta collocazione del quarto personaggio: il Cavaliere.

Va detto che questa loro défaillance trova spiegazione nell’approccio distorto, e per alcuni studiosi anche eccessivamente superficiale, ai Tarocchi.

Secondo il punto di vista di Alejandro Jodorowsky (e personalmente approvo in pieno la sua tesi), il loro errore ha origine nell’aver voluto attribuire un significato preciso a ciascun trionfo ispirandosi alle teorie cabalistiche e omettendo in questo modo di osservare scrupolosamente la ricorsività dei simboli in più lame. Al contrario, ciò che aiuta ad avere una visione più chiara e complessiva di queste carte è tenere presente che in un Arcano il tutto è la somma dei suoi particolari. Diversamente, partendo da un’analisi ben poco oggettiva, secondo cui la chiave di lettura doveva necessariamente coincidere con il nome di Jahve, Lévi, Papus e gli altri seguaci hanno deciso di risolvere la questione attraverso un compromesso che li ha portati a disporre le figure nel seguente ordine: Fante, Cavaliere, Regina, Re.

 

Altri studiosi inglesi, invece, non sapendo come gestire la figura del Cavaliere, l’hanno addirittura eliminata. Nei mazzi di carte inglesi, infatti, sono state mantenute solo 3 figure: Jack (Fante), Queen (Regina), King (Re).

Altri ancora, come ad esempio Aleister Crowley, hanno trasformato a propria discrezione le figure inventando principi e principesse, mai apparsi nei Tarocchi.

Senza entrare nel vivo della polemica, che richiederebbe uno spazio ben diverso da quello offerto da un post, secondo le teorie più recenti, l’ordine più corretto di collocazione delle figure parte da un criterio interpretativo secondo il quale i Tarocchi non illustrano la Cabala, ma sono il ritratto dell’universo. Pertanto, tenendo sempre come benchmark l’Arcano de Il Mondo (così come abbiamo fatto per l’analisi del simbolismo numerico degli altri arcani minori), la corretta successione è la seguente: Fante, Regina, Re, Cavaliere.

 

Il senso di questa disposizione spiega una gerarchia di personaggi nella quale ritroviamo per ciascun Seme un dinamismo parallelo a quello della numerologia.

In questo modo, il Fante si colloca tra dubbio e azione; la Regina concentra lo sguardo sul proprio elemento e rimane vincolata tra gli agi della stabilità e la tentazione di spingersi oltre (si noti che una consultante donna può benissimo estrarre un Re o un Fante per descrivere la propria situazione); il Re è cosciente del mondo esterno nel quale si svolgerà la sua azione, ma non agisce; il Cavaliere rappresenta la perfezione, quindi non è la perfezione, ma procede e agisce per portare il proprio messaggio nel mondo in nome del Re.

Iniziamo, quindi, ad analizzare la figura dei Fanti.

 

Il Fante, come già accennato, si colloca tra il grado 2 e il grado 3, vale a dire tra il potenziale accumulato e l’azione. Ne consegue che il Fante è una figura esitante, rappresenta l’energia giovane, ancora inesperta, che dev’essere ancora lavorata, conosciuta, messa a punto e organizzata. La sua posizione è quella di un executive, un esecutore obbediente che non possiede l’esperienza necessaria per prendere una iniziativa personale. Il lato rischioso del Fante consiste, infatti, nel venire preso da un eccesso di dubbio o dal lasciarsi possedere dall’impulso, agendo in modo imprudente.

Ora caliamo ciascun Fante all’interno del proprio Seme e “ascoltiamo” cosa ci racconta.

 

Il Fante di Spade

Osservate l’immagine – io mi limiterò a evidenziare alcuni aspetti lasciandovi il piacere di scoprirne altri che, se vorrete, potrete segnalarmi in seguito – e noterete che il Fante mostra tratti delicati ed eleganti. Questo aspetto non è necessariamente rincuorante, perché tanta delicatezza potrebbe tranquillamente trasformarsi in ipocrisia, proprio sulla base del posizionamento nei gradi 2 e 3. Egli impugna la spada, che simboleggia il Verbo e l’intelletto, quindi ha accumulato apprendimenti, ma non conosce ancora l’utilità pratica della sua erudizione. Infatti, noterete che la spada è rivolta verso il cappello: esita, forse pensa di rinfoderarla per dubbi intellettuali, non è ancora pronto ad agire, i suoi pensieri sono sempre contraddittori (e infatti anche i suoi piedi appaiono separati e guardano in direzioni opposte). Questo giovane insicuro sta ancora cercando la propria strada, il proprio ruolo e per questo gli sono familiari ruoli terziari, non certo di azione e comando. Trattandosi comunque di un giovane curioso e intelligente, attento e vigile, rende al meglio nei panni del controllore, di colui che sorveglia una situazione. È una persona abile e pignola, ma non aggressiva: tutte le caratteristiche del Seme in lui vengono a mancare, per cui non è battagliero, non è foriero di difficoltà, non è incline alle dispute.

Talvolta si riferisce a una persona all’inizio del suo percorso, o a un figlio, o a un parente, a un amico di cui non ci si deve fidare ciecamente. È una carta che parla di prudenza, di attesa, di curiosità e di indiscrezione. Ci parla anche di esami, di studio, di analisi, di un’assenza temporanea di conflitti che precede l’arrivo di notizie e sorprese.

Quando la carta appare capovolta, l’imprevisto e la sorpresa saranno ancora più impattanti. Potrebbe trattarsi di un cambiamento radicale, magari violento, di un capovolgimento di una situazione che veniva considerata, a torto, stabile. Il significato assumerà differenti colorazioni a seconda delle carte vicine. In ogni caso, il Fante rovesciato fa riferimento ad una persona aggressiva, vendicativa; può trattarsi di un ladro, di una spia, un impostore, un avventuriero, un vagabondo, un ipocrita, un invidioso. È una carta che segnala inimicizie e antipatie che il consultante dovrà affrontare e, quando le carte vicine sono molto negative, può riferirsi anche a squilibri (di vario ordine), ricatti, furti, minacce, calunnie.

 

Il Fante di Coppe

Osservatelo con attenzione. Noterete anche voi che si tratta di un personaggio piuttosto ambiguo: potrebbe essere giovane, ma anche vecchio; potrebbe essere un uomo, ma anche una donna. Entrambi i piedi sono rivolti nella medesima direzione, cammina verso sinistra, il lato del cuore del lettore, perché il suo maestro è appunto il cuore e questo significa che tutto ciò che questo personaggio riceve lo prodiga con amore. Tuttavia, se il cuore spinge ad idealizzare l’altro, può anche originare rancore nei suoi confronti. Una coroncina gli cinge la testa ed essa è decorata da un’ellisse rossa (il rosso è il colore della passione) che finisce esattamente al centro della fronte. In pratica, anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un Fante che esita, non a caso i suoi sono piccoli passi. Noterete anche che questo Fante ricopre il suo simbolo, una coppa, con un timido velo azzurro (colore della spiritualità) e non sa nemmeno se tenerlo aperto, abbandonandosi alle sue emozioni, oppure richiuderlo nel timore di essere ferito nella sua sensibilità (il coperchio viene tenuto nell’altra mano rivolto verso il basso, come a dire: “mi devo fidare o è meglio chiudere?”). Insomma, questo Fante oscilla tra la generosità e l’egoismo. Ma entriamo più nel dettaglio.

Generalmente il Fante di Coppe viene associato una persona che risponde ad un fenotipo chiaro, magari non sarà bionda e non avrà gli occhi azzurri o verdi, ma avrà l’incarnato delicato, pallido. Si tratta di un giovane (tutti i Fanti corrispondono ad una età che oscilla da quella più tenera del bambino, fino ad un massimo di venti-ventidue anni) riflessivo, timido, tranquillo. Può trattarsi di uno studente, di un artista sensibile, di un sognatore. Se a consultare le carte è una giovane, questo è il suo corteggiatore, o un amico leale che incontra sempre molto volentieri. Diversamente viene associato a un collaboratore, un figlio, un nipote da seguire e aiutare (anche un bambino). La carta preannuncia l’arrivo di notizie relative ad un’unione o a una nascita, ci parla di una situazione ancora allo stato embrionale che è destinata a evolversi positivamente grazie ad un intervento esterno.

Anche quando la lama esce capovolta rimane moderatamente favorevole. Questo arcano è sempre di stampo affettivo, foriero di attrazione, affetto, passione, ammirazione, seduzione e facile conquista. Solo in presenza di carte negative l’arcano capovolto fa riferimento a delusioni derivate da eccessivo romanticismo e a complicazioni sentimentali. In questo caso, segnala invidia, gelosia, egoismo, slealtà, permalosità. Può anche significare dispute e intrighi a causa di una donna, inganni scoperti, pettegolezzi.

 

Il Fante di Denari

Come sempre, ci accostiamo osservando l’arcano: il Fante di Denari indossa un cappello a tesa larga, un accessorio senza dubbio adulto, senza orpelli svolazzanti e che già di per sé segnala in questo personaggio una tensione alla concretezza del tutto assente nel precedente. I piedi appaiono separati e orientati in due direzioni opposte (come nel caso del Fante di Spade), come a dire: “mi dirigo verso l’azione e al contempo verso la ricezione”. Un ulteriore elemento degno di grande attenzione è la rappresentazione del suo simbolo, che inevitabilmente rimanda all’idea di ambiguità. Infatti, come potrete notare, questo Fante viene sempre raffigurato con due denari d’oro: uno lasciato a terra, l’altro tenuto nella mano destra (quella generalmente considerata attiva) e rivolto verso il cielo. L’oro è sinonimo di qualcosa di prezioso, ma anche di qualcosa di sacro e dunque il nostro personaggio ci indica due cose: da una parte, custodisce nella Terra un segreto (potrebbe essere l’esperienza ancora inutilizzata) e, dall’altra, innalza verso la Coscienza le ricchezze che racchiudono la promessa della trasformazione della materia in spirito. Con il Fante di Denari si può dire che ha inizio un procedimento alchemico: la materializzazione dello spirito e la spiritualizzazione della materia. Tutto questo, però, indica un inizio: siamo solo all’alba.

Veniamo, dunque, all’interpretazione. Il Fante di Denari ci parla di ricerca e di affermazione attraverso un personaggio un po’ ambiguo che si porge come disponibile, ma che non nasconde una punta di interesse personale. Dal punto di vista fisico viene associato sia a giovani biondi, che a giovani bruni. Ciò che più di ogni altro aspetto contraddistingue questo Fante è l’ambizione, la determinazione, la volontà di iniziare un’impresa. La carta ci parla di un giovane con ottime possibilità di affermazione, nello studio o nel lavoro, ottenuta attraverso l’impegno, l’intelligenza, una mente vivace e uno spirito critico, desideroso di apprendere e il senso pratico. Quasi sempre ci troviamo di fronte ad una persona concreta, impegnata, aperta alle novità e interessata al denaro, cui dà il giusto valore. Può trattarsi anche di un amico che contribuirà al successo del consultante, di un assistente, un collaboratore, o di un concorrente con il quale è possibile raggiungere un buon accordo. Quando l’arcano viene declinato al femminile, si riferisce ad una giovane che cerca di guardare oltre le apparenze, è molto acuta, penetrante, talvolta ipercritica.

Quando la lama esce rovesciata allude a perdite economiche, a stravaganze pericolose che si ritorcono contro. Il consultante potrebbe essersi dimostrato a torto generoso con qualcuno e ora si accorge di aver sperperato il proprio denaro. Oppure, potrebbe far molto, ma si perde in quisquilie, accontentandosi di una posizione subalterna invidiando chi fa carriera al posto suo. Oppure può segnalare disinteresse per lo studio, disonestà, cattive notizie sull’impiego del denaro, furti.

 

Il Fante di Bastoni

Eccolo qui, guardatelo: si offre al lettore con il volto di profilo; indossa un copricapo di foggia assai diversa rispetto agli altri due, una sorta di cuffia rossa e gialla; i piedi sono rivolti in un’unica direzione, verso destra (è guidato dall’istinto); il verde è il colore del suo simbolo, ma anche della calzamaglia che indossa; le sue mani si incrociano intorno al bastone. Procediamo: il verde è anzitutto il colore della natura. Il Fante di Bastoni è il più istintivo tra tutti i Fanti, volendo, lo potremmo definire animalesco. Egli punta deciso verso la sua meta (non si cura di noi, ma procede concentrato guardando nella direzione cui si rivolge). Sta appoggiando il bastone (verde, come l’istinto, ma anche come la gelosia e la rabbia) a terra, o è pronto a fenderlo in aria per assestare un colpo? Qui sta il senso dell’arcano: questo giovane sta prendendo una decisione e anche le sue mani incrociate sembrano parlarci di due tendenze opposte, come se pensasse: “Continuo ad accumulare energia, nel cui caso appoggerò il bastone a terra, oppure lo sollevo e assesto un formidabile colpo verso l’ignoto?”. Ecco, dunque che esita: è consapevole che un simile colpo lo cambierà per sempre, non sa ancora bene cosa fare, tuttavia, il suo sguardo è rivolto alla destra del lettore, per cui è intenzionato ad andare avanti… e potrebbe rivelarsi una bomba pronta ad esplodere!

Andiamo all’interpretazione. Il Fante di Bastoni è sempre considerato un arcano di movimento e si connette a qualcosa che arriva da lontano. Ha a che vedere con i viaggi, con gli stranieri e, soprattutto, con notizie in arrivo, il cui verso (favorevole o contrario) verrà deciso dalle carte vicine e dalla sua posizione nel gioco. In genere migliora il senso delle carte vicine. Fa riferimento ad un giovane, in questo caso si tende ad associarlo con una persona bruna, leale e messaggero di notizie. Il seme di Bastoni allude allo studio, alla ricerca, quindi si tratta di un giovane studente, un intellettuale che potrà essere d’aiuto al consultane. Dal punto di vista delle relazioni sentimentali, viene associato ad un figlio scuro di capelli, ad un fidanzato o corteggiatore sincero, ad un bambino gentile e molto vivace, ad un parente molto affezionato al consultante. Essendo una carta incentrata sul movimento, segnala importanti notizie in arrivo, spesso lungamente attese, soprattutto dopo un periodo di stagnazione, che andranno a sconvolgere il coso degli eventi (per l’effetto del gran colpo sferrato con il bastone). Allude alla necessità di riflettere con cura su idee, progetti, situazioni insolite.

Quando esce capovolta la carta ribalta il senso del contenuto delle notizie attese, che si trasformano in avvertimenti, notizie spiacevoli, impedimenti ad un viaggio o ad un trasloco. Sul piano delle persone fa riferimento ad un collaboratore superficiale, uno studente svogliato, un individuo inconcludente. Per ultimo, ci parla di discordia, rotture, malattie legate ad un parente.

Vi è piaciuto il post?

Cosa vi ha colpito di più, in positivo o in negativo?

Quali altri elementi/aspetti avreste messo in luce partendo dall’osservazione di questi arcani? Come mai?

Augurandomi che la puntata sia stata di vostro gradimento, mi fermo qui. Prima di congedarmi, ringraziandovi e salutandovi con affetto, vi annuncio che nel prossimo post sui Tarocchi analizzeremo le figure delle Regine.

Alla prossima 😉

Clementina Daniela Sanguanini

 

ICONOGRAFIA:

Bonifacio Bembo, Fante di Coppe del mazzo Tarocchi Visconti di Modrone, detti anche Cary-Yale, secolo XV, Beinecke Rare Book & Manuscript Library, Yale University– pubblico dominio, via Wikimedia Commons

Bonifacio Bembo, Regina di Denari del mazzo Tarocchi Visconti di Modrone, detti anche Cary-Yale, secolo XV, Beinecke Rare Book & Manuscript Library, Yale University– pubblico dominio, via Wikimedia Commons.

Bonifacio Bembo, Re di spade del mazzo Tarocchi Visconti di Modrone, detti anche Cary-Yale, secolo XV, Beinecke Rare Book & Manuscript Library, Yale University– pubblico dominio, via Wikimedia Commons

Bonifacio Bembo, Cavaliere di coppe del mazzo Tarocchi Visconti di Modrone, detti anche Cary-Yale, secolo XV, Beinecke Rare Book & Manuscript Library, Yale University– pubblico dominio, via Wikimedia Commons

Giocatori di carte, affresco in casa Borromeo, Milano, 1440, attribuito a Michelino da Besozzo – pubblico dominio, via Wikimedia Commons

L’indovina e il Matto, Lucas van Leyden, 1510 c.a., Museo del Louvre, Parigi – pubblico dominio, via Wikimedia Commons

Tutte le altre immagini, relative alle Figure degli Arcani minori dei Tarocchi di Marsiglia, sono a mia cura.

BIBLIOGRAFIA:

  • La via dei Tarocchi, Alejandro Jodorowsky, Marianne Costa, Feltrinelli
  • Il linguaggio segreto dei Tarocchi, Laura Tuan, De Vecchi Editore
  • Tarocchi i poteri magici, Omar e Zaira, Res Nova Libri
  • Il castello dei destini incrociati, Italo Calvino, Mondadori