Vi presento la seconda e ultima parte della mia cavalcata di letture dell’anno passato. Potete trovare qui la prima parte, se vi interessa recuperarla. Anche in questo caso riporterò il genere dell’opera, il testo della quarta di copertina e una breve opinione da parte mia.

Introduce questa parte il dipinto “Donna che legge” di Tullia Socin, un olio su tela del 1933.

 

20. Dialoghi con l’angelo trascritti da Gitta Mallasz – TESTO SPIRITUALE

Nel 1943, alla vigilia del coinvolgimento dell’Ungheria nella guerra, quattro giovani amici – Hanna, Lili, Joseph e Gitta – decidono di trasferirsi da Budapest al piccolo villaggio di Budaliget per vivere una vita più semplice e più attenta all’essenziale. Un giorno, decidono di mettere per iscritto i propri problemi personali, e Gitta si rifugia dietro a delle banalità. Hanna dapprima se ne irrita, poi ha appena il tempo di dire: “Attenzione, non sono più io che parlo!”, e pronuncia in piena coscienza parole che non possono venire da lei. Da quel giorno, per diciassette mesi, attraverso Hanna si manifesteranno energie di Luce, che i quattro amici chiameranno “Angeli” o “Maestri”. Attraverso le loro parole si rivelerà, poco per volta, il senso di una nuova vita, una vita di integrazione e unione di tutti gli aspetti dell’Essere, una vita in cui il compito dell’uomo è superare la spaccatura tra spirito e materia e unire cielo e terra. Diciassette mesi che diventeranno sempre più drammatici: i tre fra loro che sono ebrei (Hanna, Joseph e Lili) finiranno la loro vita nei lager: l’incontro con gli Angeli li ha resi capaci di affrontare con coraggio il loro tragico destino. Gitta, che è cattolica, sopravviverà dopo aver tentato invano di salvare i suoi amici. Sedici anni più tardi riuscirà finalmente a emigrare in Francia portando con sé i piccoli quaderni dove, parola per parola, erano stati trascritti i dialoghi.

ABISSALE. Non riesco a trovare aggettivi degni di questo libro, che per la verità è stata una rilettura a seguito di un impulso dello spirito molto forte. Ne leggevo qualche pagina prima di dormire nel periodo autunnale, quando soffrivo più che mai d’insonnia e tentavo anche di liberarmi dalla dipendenza da psicofarmaci (cosa che sono per fortuna riuscita a ottenere a fatica, e di cui sono molto felice). La storia di questa esperienza indescrivibile è delineata nella quarta, per cui non mi ripeterò. Vi dico soltanto che i messaggi di questi Maestri sono molto semplici e intelligibili, e nello stesso tempo aprono una serie di altre comunicazioni multidirezionali come se vi fosse un significato immediato, e altri sempre più profondi e stratificati fino a generare una sorta di vertigine. Da leggere assolutamente.

 

 

21. In nome del popolo sovrano. Alle origini della rivoluzione francese di Timothy Tackett – SAGGIO PER L’UNIVERSITÀ

Il libro è dedicato alla prima stagione di vita dell’Assemblea costituente nella Francia del ‘700. Intrecciando le vicende biografiche dei costituenti in un quadro ricco di motivi politici, ideologici e sociali, ma anche psicologici ed emotivi, il volume ci fa assistere al prendere forma della prospettiva rivoluzionaria. Seguendo una strada per larga parte non battuta, Tackett ci mostra non solo che nulla era fatalisticamente determinato, ma come, in concreto, giunga a maturazione una specifica coscienza rivoluzionaria. Un’identità, quella dei rivoluzionari, che si plasma e si scopre in itinere, secondo tempi e modi che l’autore sa ripercorrere giungendo a mettere in discussione idee consolidate dalla storiografia.

IMPERDIBILE. Immaginate che il re indica una sorta di grande riunione dei rappresentanti di tutta la nazione, che è sull’orlo della bancarotta, e si dibatte tra un sistema giudiziario obsoleto, una burocrazia farraginosa, e una fiscalità ingiusta che premia i ricchi e tartassa i poveri. Decidete di candidarvi per le elezioni nella vostra città di provincia e di compilare dei “quaderni di lagnanze” su tutte le cose che non funzionano. Venite eletti come rappresentante del Terzo Stato – ovvero il popolo – e vi recate a Parigi insieme a dei vostri amici e colleghi, e partecipate, emozionati e carichi di aspettative, ai cosiddetti Stati Generali. Immaginate che, nel giro di breve tempo, le procedure di voto si blocchino per i veti incrociati dei due ceti privilegiati, che tutto quello che conoscete collassi – istituzioni, amministrazione, fiscalità – e vi ritroviate, voi modesti rappresentanti di provincia, investiti di qualcosa di più grande di voi: la ricostruzione ex-novo di un mondo quasi dalle fondamenta. Che cosa ci sarebbe di più esaltate e spaventoso di questo? Attraverso la disamina delle lettere, dei diari, delle memorie, queste stesse persone ci raccontano con vivacità come tutto cambi in modo rapidissimo sotto l’incalzare degli eventi, e come siano consapevoli di fare parte di un periodo storico straordinario e irripetibile. (A proposito, la descrizione della Francia del Settecento mi ha ricordato qualcosa… mumble mumble.)

 

 

22. Rivoluzione e controrivoluzione – La Francia dal 1789 al 1815 di Donald M.G. Sutherland – SAGGIO PER L’UNIVERSITÀ

Questo testo di sintesi sulla storia francese dalla rivoluzione alla fine dell’impero napoleonico si giova di un profondo rinnovamento che gli studi sulla Francia rivoluzionaria hanno subito negli ultimi anni, grazie particolarmente a una serie di indagini sulla rivoluzione in provincia e nelle campagne. Sutherland mette a frutto le nuove acquisizioni storiografiche sistematizzandole in una interpretazione della rivoluzione francese decisamente innovativa. La chiave della lettura di Sutherland è espressa nel titolo. La rivoluzione francese è stata per lungo tempo interpretata come una lotta della borghesia contro l’aristocrazia; Sutherland mette viceversa al centro di quei tempestosi decenni di storia francese il conflitto tra rivoluzione e controrivoluzione. L’andamento della rivoluzione – la violenza, l’eroismo, il terrore, la repressione – fu in larga parte determinato dalla presenza di una diffusissima resistenza alle riforme rivoluzionarie. La rivoluzione ebbe effetti assai diversi a seconda delle regioni e delle rispettive caratteristiche economiche, sociali e religiose; così se le classi popolari urbane ne beneficiarono, non si può dire lo stesso per i poveri delle aree rurali. Insomma la controrivoluzione non fu affare di quattro aristocratici in esilio, ma fu un movimento vigoroso e diffuso che indirizzò la storia portando al fallimento del governo costituzionale e aprendo la via alla dittatura di Napoleone, che riuscì a riportare l’ordine nel paese ma sacrificando gran parte di quei valori di libertà e uguaglianza che avevano ispirato la rivoluzione.

MINUZIOSO. Questo saggio si concentra in modo particolare sul concetto di rivoluzione e controrivoluzione che attraversa tutto il periodo dal 1789 fino all’avvento di Napoleone Bonaparte. Grazie a questo saggio dettagliato, per la prima volta ho toccato con mano il grandissimo caos che travagliò la Francia, che non durò soltanto gli anni canonici della rivoluzione (1789-1794), ma continuò fino al colpo di stato del brumaio del 1799. La Francia fu devastata da una vera e propria guerra civile interna – continuamente rinfocolata da rivolte e massacri nel Midi e nell’ovest, dal federalismo come movimento di opposizione alla dittatura giacobina e centralizzata di Parigi, da colpi di stato ininterrotti, da congiure antirivoluzionarie, da politici corrotti e faccendieri – e dalla guerra contro tutte le nazioni coalizzate e all’assalto da ogni parte. Nessuna meraviglia che la Francia fosse talmente esausta da accogliere la figura forte di Napoleone come l’unico in grado di assicurare stabilità anche al prezzo di una limitazione della libertà.

 

23. Manuale per uso pratico – esercizi spirituali di Sant’Ignazio di Loyola – TESTO SPIRITUALE

Gli esercizi spirituali scritti da Sant’Ignazio di Loyola costituiscono un’esperienza spirituale atta a “preparare e disporre l’anima a togliere da se stessi gli attaccamenti disordinati e dopo averli rimossi cercare e trovare la volontà divina nella disposizione della propria vita per la salvezza dell’anima”. Questo manuale vuole essere un aiuto pratico per chi desidera dedicarsi individualmente a tali esercizi, secondo i propri tempi e le proprie possibilità. “Il libro di Luciana Pecoraio e Robert Faricy è una guida profonda e di grande utilità per coloro che cercano di imparare dagli Esercizi Spirituali di S. Ignazio. Il libro, ben strutturato, basato sull’esperienza pluriennale di studio e di conduzione degli esercizi spirituali di Padre Robert e Luciana, è una perla di chiarezza e di saggezza ignaziana.” (John Navone)

INTERESSANTE. Devo dire la verità: ho letto questo testo più con occhi da storico che per una reale predisposizione a voler intraprendere gli esercizi proposti nel volume. Secondo me tali esercizi non possono essere svolti in solitaria a causa dell’impegno e della continuità richiesti nella preghiera e nella meditazione, bensì nell’ambito di un gruppo. Mi ricordo infatti che mio padre aveva fatto un ritiro spirituale a Triuggio della durata di una settimana con dei padri gesuiti.

 

 

24. Via col vento di Margaret Mitchell – ROMANZO STORICO

“Via col vento” è un capolavoro senza tempo, un esempio lampante dell’altissima capacità creativa e

narrativa di Margaret Mitchell, uno spaccato di storia di una nazione ancora in via di sviluppo, un estratto pungente e dettagliato di una società isolata e retrograda, una lunga e sofferta storia d’amore. Leggendo questo romanzo e guardando il film del 1939 di Victor Fleming si viene catapultati in un mondo antico ma non così tanto, un mondo che ha il sapore della terra rossa e del cuoio, del sudore e delle lacrime, del sangue e della polvere da sparo. È un viaggio incredibile che oggi, a quasi un secolo dalla stesura dell’originale, ancora affascina persone di qualunque età e di qualunque estrazione culturale. È un viaggio nella vita di Rossella O’Hara, Rhett Butler, Ashley Wilkes, Melania Hamilton; di decine di personaggi entrati ormai nell’immaginario collettivo.
È un viaggio senza tempo.

EPICO. Anche di questo romanzo ho parlato qui nel post “Avvincenti scoperte… tra classici e riletture”. La lettura di questo romanzo è arrivata tardi, ma meglio tardi che mai, ed è stato uno dei poderosi tomi che mi ha fatto maggiormente compagnia lo scorso anno. Come dice la quarta, si viene trasportati in un viaggio nel tempo, e che pure ha tanta rassomiglianza con una società in travaglio dove le persone si trovano a vivere un momento storico irripetibile, e ad assistere alla fine del mondo così come lo hanno conosciuto.

 

 

25. Rivoluzionari – Antropologia politica della Rivoluzione francese di Haim Burstin – SAGGIO PER L’UNIVERSITÀ

Dal 14 luglio 1789 fino alla caduta di Robespierre, la Francia vive cinque anni di sconvolgimenti che rifondano lo Stato e la società, fissano nuovi valori di riferimento, suscitano una straordinaria adesione. Se molto è stato scritto su questo evento fondatore, meno si è indagato sugli uomini che ne sono stati gli artefici: i rivoluzionari. Chi erano questi uomini comuni che si impegnarono in un percorso spesso senza ritorno? Quando si manifestò in loro la prima presa di coscienza di rivoluzionari? Quando ruppero i ponti psicologici con il passato e si proiettarono verso un futuro tutto da immaginare? Quali furono le modalità di adesione, i meccanismi di attrazione o di repulsione attivati dalla rivoluzione? E una volta entrati in questa dinamica, fu possibile uscirne? Analizzando gli elementi che contribuiscono a formare la complessa personalità del rivoluzionario, Haim Burstin offre una sequenza delle emozioni e delle aspettative suscitate da una rivoluzione in cammino e mostra come tali tensioni entrino in un particolare sistema di creazione del consenso e di affermazione di un’egemonia politica. Un approccio di tipo antropologico che consente di far nuova luce su una tempesta che ha trasformato il mondo.

ORIGINALE. Sembra di leggere uno studio scientifico e psicologico e che ben si sposa al testo “Nel nome del popolo sovrano” di cui ho parlato sopra. La cosa interessante è che non vengono quasi nominati i grandi protagonisti della rivoluzione, ma vengono indagate le dinamiche di individui comuni – artigiani, operai, mercanti, pescivendole – nell’ambito del proprio quartiere e della propria comunità, e soprattutto della folla in movimento durante le insurrezioni, in un crescendo di partecipazione politica che ne modella la mentalità e l’agire, e di cui non si poteva più fare a meno. Un po’ ripetitivo in alcuni punti, è comunque un testo molto valido.

 

 

26. Scritti corsari di Pier Paolo Pasolini – RACCOLTA ARTICOLI

“L’invisibile rivoluzione conformistica di cui Pasolini parlava con tanto accanimento e sofferenza dal 1973 al 1975, non era affatto un fenomeno invisibile. Cbi ricorda anche vagamente le polemiche giornalistiche di allora, a rileggere questi ‘Scritti corsari’ può restare sbalordito. Il fatto è che per Pasolini i concetti sociologici e politici diventavano evidenze fisiche, miti e storie della fine del mondo. Finalmente, così, Pasolini trovava il modo di esprimere, di rappresentare e drammatizzare teoricamente e politicamente le sue angosce… di parlare in pubblico del destino presente e futuro della società italiana, della sua classe dirigente, della fine irreversibile e violenta di una storia secolare.” (Dalla Prefazione di Alfonso Berardinelli)

PROFETICO.
Ho voluto leggere questo testo, che avevo in casa, sulla scorta del mio lavoro. Mi ero infatti imbattuta in “Scritti corsari” in un link interdisciplinare di raccordo col tema dell’avvento del consumismo nel dopoguerra. Si tratta di una raccolta di articoli giornalistici dove l’autore affronta con voce lucida, corrosiva e angosciata argomenti quali l’omologazione sociale, il consumismo come nuova forma di controllo calato dall’alto, della distruzione del mondo contadino, del trasformismo politico, dell’alleanza clerico-democristiana. È impressionante constatare come molte delle paure di Pasolini si siano realizzate ai giorni nostri.

 

 

27. Avventura a Parigi di Antonella Mecenero – GIALLO

Una giovane nobildonna riceve minacce di morte. Per Sherlock Holmes inizia un’indagine che si dipana tra le feste del bel mondo parigino e le pieghe dell’animo femminile. Una donna abituata ad avere tutti gli uomini ai propri piedi giunge al 221b di Baker Street dopo aver ricevuto minacce di morte. Sherlock Holmes dovrà proteggerla a Parigi, dove, tra balli, poeti falliti e pittori impressionisti cercherà di stanare un assassino determinato a portare a termine la sua missione, ma anche scavare tra segreti non detti. I misteri più grandi, infatti, sono proprio quelli che si nascondono dietro il sorriso affascinante di lady J., i cui occhi possono essere più pericolosi della pistola di un sicario.

INTRIGANTE.
È stato bello prendersi una pausa dai grossi tomi universitari e leggere una nuova avventura dell’investigatore più famoso di tutti i tempi, e soprattutto quando Sherlock Holmes si confronta con il mondo femminile con cui non ha molta familiarità, e che spesso lo mette in imbarazzo. A maggior ragione in quanto per la nuova investigazione dobbiamo trasferirci nella capitale francese… La scrittura di Antonella Mecenero è sempre una garanzia di qualità, e di un perfetto incastro nella trama.

 

 

28. Il giornalino di Gian Burrasca di Vamba – ROMANZO

Il giornalino di Gian Burrasca è un romanzo scritto da Vamba (pseudonimo di Luigi Bertelli) nel 1907 e pubblicato prima a puntate sul Giornalino della Domenica tra il 1907 e il 1908, e poi in volume nel 1911. È ambientato in Toscana (e in parte anche a Roma). Il libro è scritto in forma di diario: il diario di Giannino Stoppani, detto Gian Burrasca. Questo soprannome, che la famiglia gli dà a causa del suo comportamento molto irrequieto (più per esuberanza che per cattiveria), è divenuto proverbiale per indicare un ragazzino indisciplinato. Fonte (non dichiarata) dell’opera è A Bad Boy’s Diary (1880) dell’americana Metta Victoria Fuller (1831-1885).

ESILARANTE. Chi appartiene alla mia generazione ricorda senza dubbio lo sceneggiato Rai “Il giornalino di Gian Burrasca” con una giovanissima Rita Pavone nel ruolo del marmocchio combinaguai che una ne fa e cento ne pensa. Anche questo libro si è salvato dall’esodo dei 300, come ho soprannominato la donazione dei libri alla Biblioteca, perché mi incuriosiva ed è un classico della letteratura per ragazzi e meno. Perché i classici diventano tali, come in questo caso? La risposta è che non offrono soltanto un sollazzo superficiale, ma propongono una lettura ulteriore. Qui si tratta di uno spaccato sociale, con un clash continuo tra la limpidezza di Giannino, che compie le sue monellerie non per cattiveria ma per “aiutare”, e l’ipocrisia degli adulti, obbedienti ai rituali mondani e indossanti maschere sociali. C’è anche la violenza educativa praticata sui bambini (si parla di botte e bastonate con grande disinvoltura) – non bisogna dimenticare che siamo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Un libro piuttosto lontano da “Pinocchio” nell’esito finale, dove il protagonista non si piega a diventare un bravo bambino con conseguente inserimento nella società regolata e regolamentata. Bellissime le illustrazioni dello stesso Vamba.


29. La magia nel Medioevo di Ilaria Parri – SAGGIO

I trattati sui talismani attribuiti a Ermete Trismegisto, i libri di magia falsamente ascritti al saggio re Salomone, opere “nefande” e “malefiche” come il “Liber vaccae” e il “Picatrix”, testi di ispirazione teorica quali il “De radiis” e, per un certo aspetto, l'”Asclepius ermetico”, insieme alle critiche di dotti avversari, come le requisitorie di Guglielmo d’Alvernia, le classificazioni dello “Speculum astronomiche”, le obiezioni filosofiche di Tommaso d’Aquino costituiscono alcune delle voci che il volume mette a confronto per mostrare la diversità degli statuti epistemologici della magia medievale: paradigmi magici differenti ai quali corrispondono differenti figure di mago.

NECESSARIO (PER IL MIO ROMANZO). L’algoritmo di Amazon sembra che legga nel pensiero, o quantomeno che sappia tutto di me, e infatti ho comprato questo saggio in abbinamento a “Medioevo simbolico” di Pastoureau, che era previsto per l’esame di Storia dell’Arte Medievale come non frequentante e che ho acquistato comunque. Ho pensato che sarebbe stata un ottimo rincalzo per la revisione del mio romanzo “Il Tempio di Salomone” che vira molto sull’esoterico, e infatti mi ha offerto molti spunti interessanti.

 

 

30. Tra l’ombra e l’anima di Maria Teresa Steri – ROMANZO

Da due anni la vita di Alessandra non è più la stessa. Visioni e memorie di eventi mai vissuti la costringono a rintanarsi in casa e l’ossessione per un uomo sconosciuto – da lei battezzato “il Visitatore” – minaccia il suo matrimonio. Né il marito né il terapista al quale si è rivolta, sono disposti a crederle. Solo Alba, una donna incontrata su Internet, sembra in grado di darle delle risposte. Ha convinto Alessandra che i suoi strani ricordi appartengono a una vita precedente e che il Visitatore è un uomo in carne e ossa. Alba però è morta, forse assassinata da una misteriosa associazione, e Alessandra è rimasta da sola a cercare l’uomo delle sue visioni. Ma la rete di segreti che circondava Alba si sta stringendo pericolosamente intorno ad Alessandra. E affrontare il passato che ha dimenticato è come gettare uno sguardo in un pozzo oscuro e senza fondo.

COINVOLGENTE. Avevo già letto la prima versione di questo romanzo, che portava il titolo de “I custodi del destino” di Maria Teresi Steri e l’avevo anche recensito sul blog. Pur non ricordando tutti gli snodi della trama, devo dire che questa nuova versione, tutta in prima persona, ha guadagnato in profondità è qualità. Come sempre sono stata attirata dall’argomento portante della vicenda – la memoria delle vite passate – e dalla figura del Visitatore, e come al solito, incredibilmente, la lettura di questo romanzo che giaceva da almeno due anni nel mio kindle ha coinciso con l’apertura di una nuova fase della mia vita… di cui mi piacerebbe parlare con l’autrice alla prima occasione.

 

31. Lineamenti di Storia dell’arte medievale (manuale online) – SAGGIO PER L’UNIVERSITÀ

MUTANTE. Del manuale proteiforme e cangiante che ho dovuto studiare, e ricostruire in maniera archeologica, per l’ultimo esame di Storia dell’Arte Medievale ne avevo parlato in questo post qui, e quindi non mi ripeterò.

 

32. Il mago di Edgar Wallace – GIALLO

Il Mago è un eccentrico personaggio che vive ai margini della legge. La polizia gli dà la caccia, specialmente quando rimette piede in Inghilterra, dove ha un dovere da compiere, un dovere la cui ragione si nasconde nel passato. Ma non è solo la polizia a volere la sua pelle…
Edgar Wallace nacque nel 1875 a Greenwich (Londra). Cominciò a lavorare giovanissimo, a diciott’anni si arruolò nell’esercito ma nel 1899 riuscì a farsi congedare. Fu corrispondente di guerra per diversi giornali. Ottenne il suo primo successo come scrittore con I quattro giusti, nel 1905. Da allora scrisse, in ventisette anni, circa 150 opere narrative e teatrali di successo. Tradotto in moltissime lingue, ha influenzato la letteratura gialla mondiale ed è considerato il maestro del romanzo poliziesco. È morto nel 1932.

CURIOSO. Edgar Wallace è un autore che i giallisti di professione conosceranno senz’altro. Io non l’avevo mai letto, e quindi mi sono goduta questo giallo dal taglio classico ambientato nella Londra di inizio Novecento. L’intreccio mi è piaciuto molto, e come al solito si parteggia per il fuorilegge della situazione, ovvero il leggendario Mago che è anche una specie di trasformista, ed è ammantato di un’aura romantica a causa della sua storia d’amore con la moglie. Lo stile di questa storia è molto veloce, pure troppo per i miei gusti, al punto da assomigliare a un film di Ridolini. Ignoro, però, i tempi tecnici di scrittura di questo romanzo, cioè se per contratto l’autore dovesse sfornare libri come se piovesse.

 

33. Conversazioni notturne a Gerusalemme – Sul rischio della fede di Carlo Maria Martini e Georg Sporschill (Collana Maestri dello Spirito a cura di Vito Mancuso) – TESTO SPIRITUALE

– Se vengono meno la libertà e la sua consapevolezza, sfiorisce il senso stesso dell’esperienza spirituale e rimane solo una religione impoverita. >> Vito Mancuso 

Nell’autunno del 2007 Carlo Maria Martini ha incontrato a Gerusalemme Georg Sporschill, gesuita austriaco che vive insieme ai bambini di strada in Romania e in Moldavia. Il loro dialogo ha dato vita a questo libro straordinario in cui due uomini di fede cercano di rispondere concretamente alla crisi etica della società contemporanea ponendosi domande chiare e dirette, espressione di un bisogno di capire, di una sofferta ricerca di senso, di un desiderio di conoscere e incontrare Dio nella propria vita. I temi toccati sono vivi e brucianti: perché credere in Dio? Da dove viene il male? Cosa vuole Dio da noi? E, ancora, domande sulla sessualità, sull’amicizia, sul rapporto fra la Chiesa e il mondo moderno. Con uno stile pacato e coinvolgente, Carlo Maria Martini invita ad alzare lo sguardo con fiducia e stimola alla scoperta del grande tesoro della Parola di Dio; incoraggia a sentirsi protagonisti della Chiesa per contribuire a farle prendere il largo nel mare agitato del mondo, ma soprattutto impegna a non tirarsi mai indietro nella sfida per la giustizia e per la pace.

AVVERTENZA. Una delle poche figure che seguo sui social è quella di Vito Mancuso. Quindi ho deciso di acquistare la serie, con uscite in edicola, di questa Collana Maestri dello Spirito da lui curata, e contravvenendo al mio proposito di non comprare libri che poi rimangono sullo scaffale in paziente attesa. Ci sono figure che mi interessano molto, come quella di Simone Weil per esempio. Di queste opere non darò recensioni perché la quarta di copertina è più che sufficiente.

 

34. Pregare “forse il discorso più urgente” di David Maria Turoldo (Collana Maestri dello Spirito a cura di Vito Mancuso) – TESTO SPIRITUALE

Con sensibilità umana fino alla tenerezza, l’incisività del linguaggio poetico, con l’energia del piglio profetico, padre David si fa voce di ogni uomo, specie di chi cerca un dialogo salvifico, uno spazio salutare, e di ogni sofferente che non può tacere i suoi “perché”, pure se essi non hanno risposta: divenuti perciò, forse, la “più vera preghiera”. “Ci sono perfino bestemmie che sono preghiere, come ci sono preghiere che possono invece essere bestemmie.”

 

35. L’odore del vento di Salvatore Dominello – RACCOLTA POESIE

Il racconto del viaggio quotidiano di uccelli che seguono l’odore del vento, anche nel buio, emettendo grida come pianti e lamenti, a voler vivere la vita e transitare nell’oltre delle anime inquiete, quasi a farci comprendere, in simbiosi con la natura, che le figure sbagliate siamo noi uomini, alieni alle vicissitudini e al divenire divino e materiale dell’universo. Molte altre poesie ricalcano questa scena, riportando note di malinconia e saggezza, amore e perdizione, ricordi belli e sdruciti e l’immancabile, vissuta infanzia.

LA POESIA DI UN MEDICO. Sono particolarmente orgogliosa di proporvi questa raccolta di poesia sia perché è stato scritto da una persona che conosco – il mio medico di famiglia – sia perché ne sono stata la editor, l’impaginatrice, e la ricercatrice iconografica per la foto in copertina. Salvatore è un amico e un uomo di rara umanità, cosa che si esprime appieno nella sua professione di medico, fattasi particolarmente drammatica in questi anni di pandemia. Le altre sue raccolte poetiche sono “Tra respiro e palpito” e “La dimora del tempo sospeso”, e sono acquistabili su www.lulu.com. Potete trovare qui il link per l’ultima raccolta.

 

36. Ciò che credo di Hans Küng (Collana Maestri dello Spirito a cura di Vito Mancuso) – TESTO SPIRITUALE

Non ho mai detto, scritto, annunciato nulla di diverso da quello che credo”: queste parole di Hans Küng gettano luce sulla sua onestà intellettuale e la sua profondità spirituale. Lontano tanto dall’assolutismo dottrinale quanto dal nichilismo filosofico, il più critico dei teologi cattolici racconta il suo instancabile impegno per una teologia e una spiritualità che, di fronte alle questioni fondamentali dell’oggi, aspiri alla piena realizzazione dell’uomo e si liberi dai vincoli del dogma.

 

37. Perché pregare, come pregare di Enzo Bianchi (Collana Maestri dello Spirito a cura di Vito Mancuso) – TESTO SPIRITUALE

Di fronte alla stanchezza e all’ambiguità spirituale del mondo contemporaneo, le parole di Enzo Bianchi invitano a riprendere il cammino della preghiera, via privilegiata per un’esperienza autentica e penetrante della conoscenza di Dio. Preghiera come dono, cioè risposta all’iniziativa dello Spirito, ma anche come “arte” da apprendere ed esercitare non per riprodurre vuoti formulari o liturgie, ma per plasmare la propria quotidianità sulla Parola del Maestro.

 

 

38. Càscara di Elena Ferro – ROMANZO

In un caldo mattino di primavera, mentre osserva dalla finestra i tetti grigi di una Torino bagnata dalla pioggia, Michele, operaio in una grande fabbrica, tiene tra le mani una lettera appena arrivata dall’Argentina. A scriverla è Alice, un tempo maestra a Càscara, il borgo di pescatori in cui è nato, per annunciargli la morte di Justicio, suo buon amico, che per lungo tempo si è guadagnato da vivere a bordo di una splendida barca a vela, Matilda, ormeggiata nel porto di Càscara. Ghermito da un passato che torna a tormentarlo, Michele compie un viaggio della memoria attraverso il quale riannoderà i fili di una storia che si intreccia con quella degli altri protagonisti del romanzo. Pescatori, meretrici, levatrici, ricchi armatori e politici locali, bambini in attesa del proprio destino, emigranti dall’altro lato del mondo come Justicio e donne coraggiose e fragili come Alice. Sono loro a tessere le trame del nostro recente passato italiano, in un Sud Italia sempre meno agganciato allo sviluppo e sempre più legato ai destini di coloro che amando la propria vita ne fanno un esempio e una testimonianza per tutti.

ETICO. Si tratta del terzo libro di amici blogger che ho letto quest’anno, dopo Antonella Mecenero e Maria Teresa Steri. Ho letto con particolare piacere quest’opera di Elena Ferro ambientata nel paese immaginario di Càscara, ma che rispecchia uno dei molti paesi del nostro meridione d’Italia. Elena ha una scrittura che denota grande sensibilità, e ha una particolare attenzione agli ultimi, e in special modo ai destini dei suoi personaggi al femminile, dove la comunità ha un valore importantissimo, ma spesso stigmatizzante. Per combinazione, anche questo è un romanzo di trasformazione sociale che ci riguarda molto da vicino.

E, per finire, ecco il premio per i quattro migliori romanzi e per i quattro migliori saggi del 2021. Quest’anno non assegno i premi delle copertine perché avrei premiato quasi le copertine degli stessi e romanzi e dei saggi che salgono sul podio e francamente non sono riuscita a trovare altro di mio gusto. Per cui ho deciso di aggiungere una quarta posizione al mio podio, in quanto non potevo lasciare a terra “Via col vento”! Come potete constatare da voi stessi, i romanzi che salgono sul podio classici oppure libri che hanno più di venti anni, e questo la dice lunga.

Spero di avervi dato qualche spunto interessante per nuove letture, e vi auguro un 2022 godurioso nelle letture almeno quasi quanto l’anno scorso. 

PREMIO MIGLIORI ROMANZI

1. Novantatré di Victor Hugo

2. Il re e il suo giullare di Margaret George

3. Cigni selvatici – Tre figlie della Cina di Jung Chang

4. Via col vento di Margaret Mitchell

PREMIO MIGLIORI SAGGI

1. In nome del popolo sovrano. Alle origini della rivoluzione francese di Timothy Tackett

2. La libertà degli uguali di Michail Bakunin

3. Saggio sulla libertà di John Stuart Mill

4. Rivoluzionari – Antropologia politica della Rivoluzione francese di Haim Burstin

 

 

Cristina M. Cavaliere