Sono alla disperata ricerca di un bel romanzo storico che mi trasporti in un’altra epoca e che mi faccia sognare e divertire, distogliendomi dalle mie fatiche universitarie. All’inizio dell’anno ero partita benissimo con due libri favolosi: “Il re e il suo giullare” di Margaret George, un poderoso romanzo su Enrico VIII narrato in prima persona del re medesimo, e “Cigni selvatici. Tre figlie della Cina” di Jung Chang, una commovente narrazione autobiografica su tre generazioni di donne che si sviluppa nel contesto della Cina dal 1920 al 1980. Se non li avete letti, li consiglio entrambi perché non vi deluderanno pur descrivendo epoche e contesti diversi e con forme narrative diverse.
Di recente non faccio incontri molto fortunati, però. Senza addentrarmi in particolari, si tratta dei soliti nomi e cognomi che svettano in testa alle classifiche e che vengono salutati come i novelli Walter Scott del romanzo storico. Per quanto mi riguarda, avrei scaraventato volentieri fuori dalla finestra i prodotti di tali penne celeberrime. Dopo una quarantina di pagine di prosa compiaciuta e autoreferenziale (del genere “Ma quanto sono brava, questo non te lo spiego perché lo devi sapere a priori, arrangiati!”) e badilate di personaggi che continuavano ad arrivare pagina dopo pagina, ho gettato la spugna e sono ritornata a suonare alla porta dei miei vecchi amori.
“Le relazioni pericolose” di Stephen Frears (1988) |
Oltre a essere considerato uno dei capolavori della letteratura francese, il romanzo ha fornito lo spunto a più di un film. Avevo visto “Le relazioni pericolose” diretto nel 1988 da Stephen Frears, di cui potete vedere qui un fotogramma. Il film si avvale di Glenn Close nel ruolo della perfida Madame de Merteuil, John Malkovich che interpreta Valmont, Michelle Pfeiffer come Madame de Tourvel, una giovanissima Uma Thurman e un altrettanto giovane Keanu Reeves. Pur apprezzandolo molto, lo avevo trovato un po’ cerebrale e con alcuni attori, pur bravi, non completamente adatti al ruolo come Malkovich, che ha una fisionomia piuttosto inquietante. Avevo visto anche un’interpretazione in chiave moderna e statunitense: “Cruel Intentions”, film del 1999 diretto da Roger Kumble, un adattamento che mi era piaciuto immensamente.
Mi mancava però “Valmont” di Milos Forman, con Colin Firth, Annette Bening, Meg Tilly, Fairuza Balk. Il film, del 1989, ha ricevuto una nomination all’Oscar e ha vinto nel 1990 il premio César per i migliori costumi. Finalmente ho avuto occasione di godermelo su amazon prime, e ne sono rimasta entusiasta: è uno dei più bei film sul Settecento che abbia visto! Ecco alcune fotografie che ho tratto dal sito della imdb (qui il link diretto), dove potrete trovare moltissime altre immagini nonché il trailer in inglese del film.
Annette Bening nel ruolo della marchesa di Merteuil e…. nella vasca da bagno. |
Colazione sull’erba per la dolce signora di Tourvel e l’intrigante marchesa. |
Il gioco delle parti dove tutti fanno finta di essere quello che non sono. |
Il marchese di Valmont in piena azione, anche se il seduttore sarà conquistato. |
La carrozza personale era il vero “must” dell’aristocrazia. |
Nonostante la fedeltà alle crudeli vicende narrate nel romanzo, “Valmont” è un film gioioso e sorridente a partire dai protagonisti, tutti giovani e perfettamente adatti al ruolo. Non è un caso che il titolo non sia “Le relazioni pericolose”, ma “Valmont” ovvero che porti alla ribalta l’elegante e seduttivo marchese, qui interpretato da un affascinante Colin Firth. I colori, gli abiti e le ambientazioni sono solari, ricchi ed eleganti, e molte scene mi hanno ricordato “Amadeus”. Ogni scena è un vero gioiello e andrebbe studiata con attenzione per quanto è curata, sia negli interni (mobili, tendaggi, vasellame, orologi…) che negli esterni (colazioni sul prato, giardini, gare di tiro con l’arco, cavalcate, passeggiate in campagna, stradine mefitiche di Parigi…).
Se non temi storie un po' tragiche, posso consigliare "L'uomo che ride", ambientato in Inghilterra nel periodo Post-Cromwell, o "Novantatré", ambientato durante la Rivoluzione Francese. Entrambi di Victor Hugo. Ciao.
Buongiorno Filippo, come prima cosa benvenuto nel blog. "L'uomo che ride" lo avevo letto tantissimi anni fa, e l'ho ancora in casa. Mentre mi è sfuggito "Novantatré" che voglio leggere assolutamente visto che è il mio periodo prediletto! Ti ringrazio quindi del prezioso consiglio. 🙂 A presto e buona giornata.
Ho visto entrambi, sia quello di Frears che quello di Forman. Entrambi, sia pure con una diversa "tonalità narrativa", sono perfettamente riusciti.
Riguardo il consiglio, come sai sono in pieno blocco del lettore da qualche mese, faccio fatica persino con romanzi da cento pagine scarse e contenuti scorrevoli…
Visto il tuo amore profondo per il settecento posso consigliarti un film (che probabilmente avrai pure già visto) ovvero "Barry Lindon" di Stanley Kubrick. É interminabile e un po' lento, ma non noioso, e racconta il settecento in Inghilterra tramite le vicende del protagonista e ha – come tutti i film di Kubrick – una cura maniacale per i costumi e le ambientazioni sceniche.
Parlando di letture, posso consigliarti "Stella mattutina" di Ada Negri. Non è propriamente un romanzo storico però riesce a rendere bene come era la vita per una famiglia di ceto basso nella Lombardia di fine ottocento, visto che ovviamente la narratrice la viveva in presa diretta. Ha un stile narrativo molto emozionale, lirico (d'altronde era una poetessa) e sottolinea anche in modo involontario certe barriere tra classi sociali, con una madre operaia in fabbrica e un fratello "scapigliato".
Peraltro, se non hai problemi a leggere con l'ereader o il tablet, lo puoi scaricare gratuitamente da liberliber.it
Ti capisco benissimo quando mi parli del blocco del lettore. A me non era mai capitato, tuttavia, come avevo già detto in altra sede, la pandemia ha sconvolto i miei equilibri anche come lettrice. A quest'ora avrei già letto una trentina di libri, mentre mi sono accorta che sono arrivata a quota tredici e sono quasi tutti saggi universitari. D'accordo che le letture non si basano sulla quantità, ma sulla qualità di quello che si legge e di come si legge, ma per me sono pochini. Vabbeh, verranno tempi migliori.
"Barry Lindon" lo avevo visto molti anni fa, ricordo che era, come dici, lunghissimo e anche lento. Non avevo amato particolarmente la storia, avevo trovato il tutto parecchio algido, ma è una questione di gusti. Avevo adorato, invece, "Master and Commander" (tutt'altro genere), lo avrò visto quattro o cinque volte, e anche in lingua originale. Anche quel film è di una precisione maniacale, peraltro.
Ti ringrazio moltissimo del consiglio, in effetti conosco Ada Negri come poetessa, non in veste di scrittrice. So che la ami in modo particolare. 🙂
Ho visto il film Le relazioni pericolose e mi era sembrato davvero una trama crudele, invece Valmont con Colin Flirt non l’ho visto (direi che rispetto a John Malcovich è tutto un altro vedere), se mi capita lo guardo volentieri. Per il romanzo non saprei consigliarti visto che non sono molto…pratica di romanzi storici, in pratica ho letto solo i tuoi anche se ne ho comprato uno di Riccardo Bruni Il leone e La Rosa, era un eBook in offerta e l’ho preso ma devo ancora cominciare, non so come è…
Ho terminato di rileggere il libro proprio ieri, e confermo che la storia è tremenda. La lettera con cui il visconte di Valmont lascia la signora di Tourvel è un capolavoro di malvagità, e peraltro lui – da vero allocco – in pratica se la fa dettare alla Merteuil che è l'eminenza grigia che sta dietro a tutta la storia.
Colin Firth secondo me è più adatto come fisionomia a intrepretare il visconte, sono comunque due film molto diversi come ha bene evidenziato Luana nel suo commento. 🙂
I romanzi storici, questi sconosciuti, potrei dire. Niente consigli da me, purtroppo! Gli unici romanzi storici che ho letto e leggo sono molto particolari, scritti da un'autrice che conosco personalmente… 😉
E chi sarà mai costei che scrive romanzi così particolari? 😉 Mi sa che la conosco perché sta cestinando un suo romanzo in forma manoscritta e riscrivendolo ex-novo!
Pensa che invece a me "Valmont" non piacque affatto perché avevo letteralmente adorato l'altro film del 1988. Credo si tratti proprio dell'atmosfera che hai citato tu, quella gioiosa vitalità del secondo film, oltretutto diretta da chi aveva saputo raccontare tanto bene Mozart, non ricalca il dramma della storia, anzi la tradisce. Direi che è del tutto una rilettura. Capisco però che tu la possa apprezzare, perché oggettivamente anche quello è un bel film. Gli interpreti di "Le relazioni pericolose" erano però a mio avviso perfetti, giganti della drammatizzazione. Sì, Malkovich sicuramente un volto che non ha le fattezze dolci di un Firth, ma un attore che ritengo perfetto in ogni suo ruolo. Lì quei lineamenti duri si accordavano con l'accanimento instancabile verso la vittoria della scommessa, il suo cercare disperatamente di dare conferma a una capacità seduttiva che doveva abbattere l'abnegazione della fragile Tourvel (una Pfeiffer magistrale, dolente), ma poi anche il dramma personale dell'innamoramento. Dove sono finiti questi film meravigliosi? Perché il cinema è morto???
Suggerimenti riguardo a romanzi storici… Dipende da quale periodo ti emoziona di più, ma conoscendoti direi dal medioevo fino al Settecento. Avrai letto i grandi classici, come I miserabili, grande romanzo storico sulla piccola rivoluzione parigini del 1832, io voglio rileggerlo, spero di farlo questo autunno. Ho da poco acquistato Alabama di Alessandro Barbero, che essendo uno storico avrà costruito un romanzo perfetto, poi Amatissima di Toni Morrison, che le valse il Nobel (questo pure lo leggerò a breve, dopo l'estate). Mi vengono in mente questi.
Rettifico, Amatissima le valse il Pulitzer. Il Nobel più propriamente per un insieme di romanzi compreso questo.
Come scrivevo a Giulia nel mio commento, ho terminato ieri di rileggere il romanzo e confermo che è una storia di una crudeltà assoluta. Ho riletto anche la biografia dell'autore che in pratica scrisse solo quest'opera, la quale suscitò scandalo e parecchia riprovazione al tempo, e poi il commento del critico contemporaneo. Questi personaggi sono dei veri automi da guerra, tutti tesi a distruggere e rovinare la vita e la felicità degli altri, e il bello è che non estraggono armi (se non alla fine, per via del duello) ma parole… eppure ci riescono benissimo. L'altro scopo cui sono tesi è la ricerca del piacere, e la soddisfazione della propria vanità. Penso che la marchesa di Merteuil sia uno dei personaggi più malvagi della letteratura, un vero concentrato di cattiveria, e il visconte alla fine risulta quasi un burattino nelle sue mani, come fosse una sorta di agente. Il vero deus ex-machina è lei!
Per quanto riguarda i romanzi, ho scoperto il piacere che può dare la rilettura di un classico, ma anche scovare altri romanzi di autori classici che non si ha avuto il tempo di leggere. Mi viene in mente, per esempio, che non ho mai letto "Il circolo Pickwick" o "Casa Desolata" di Dickens. "Amatissima" la lessi anni fa e si tratta di un capolavoro. Questi sono i romanzi che aiutano i neri a combattere le ingiustizie di cui sono ancora vittime, a rivendicare i propri diritti, basandosi sulla storia, e non le stupidaggini all'insegna del politically correct. Ho ripreso un elenco che mi ero fatta di romanzi da leggere, e ho trovato "La bambinaia francese" di Pitzorno, mi ricordo che ne avevi parlato nel blog.