Il titolo
Innanzitutto, ho voluto dare un nuovo nome a questo lavoro, pubblicato nel lontano 1990 dalla casa editrice Firenze Libri in seguito alla vincita di un concorso. Il vecchio titolo non mi aveva mai convinto, ma ho voluto mantenerne traccia nella scritta “Una storia d’amore nella Firenze dei Medici” in calce alla copertina perché definisce bene il luogo di ambientazione e il periodo e perché, tutto sommato, vi sono affezionata. Il nuovo titolo contiene in sé l’elemento del fuoco e la presenza del fiore, che spadroneggiano nel mio romanzo sotto vari aspetti. Sono anche un riferimento ai due protagonisti, Bianca e Guido. Per decidere il nuovo titolo mi sono avvalsa dei suggerimenti di un’amica, che aveva anche proposto “La dama dell’affresco”.
La copertina
Ho voluto rinnovare la copertina che in origine riproduceva “La dama con l’ermellino” di Leonardo da
Vinci, e ho trovato il dettaglio di un bellissimo affresco di Natività della Vergine di Domenico Ghirlandaio (1486-1490 circa) che si trova nella cappella Tornabuoni, Basilica di Santa Maria Novella a Firenze. Quello che mi ha colpito di questo dipinto è la donna sulla sinistra che si gira verso lo spettatore e sembra essere sul punto di dirci qualcosa. Gli abiti sono splendidamente ricamati e l’ambientazione è ricca e altolocata, proprio come i luoghi dove è ambientata la storia.
Il contenuto
Il romanzo è un’opera della mia giovinezza e, al di là di qualche precisazione e di un finale più in linea con uno dei temi che dominano i miei romanzi, lo si può leggere nella sua forma originaria. Ho inserito dei dipinti d’epoca, selezionandone sette da un grandissimo numero, e inserendo le didascalie sotto le opere. I dipinti sono in bianco e nero, perché non volevo influire sul costo di stampa del cartaceo e perché la lettura sul kindle è comunque in bianco e nero.
All’epoca per me fu una grandissima emozione apprendere di aver vinto: avevo ventisette anni ed ero inesperta in tutto, a cominciare dalla scrittura, e non parliamo poi della scrittura storica. Ricordo che ci lavorai a lungo, controllando ogni singolo dettaglio e leggendo dei saggi sull’epoca dei Medici, e conservo ancora l’agenda dove avevo annotato tutte le fasi, gli appunti e i miei molti dubbi. Insomma, non per continuare a criticare certe serie televisive, o certe elaborazioni di scrittori anche blasonati, ma il mio intento è sempre quello di offrire un prodotto di qualità – che può piacere o non piacere, beninteso.
Il romanzo può apparire modesto in rapporto alla lunghezza e, se l’avessi scritto oggi, sicuramente sarebbe stato diverso; avrei sviluppato alcune parti, inserito altri personaggi o impresso alla trama un altro ritmo. Alcune volte ho pensato di riprenderlo in mano e di farlo, in un certo senso, lievitare; o, anche, di riscriverlo da cima a fondo. Mi ha trattenuto l’abitudine inveterata di lasciar andare per la loro strada i miei lavori una volta licenziati, con tutti i loro pregi e i loro difetti. E in definitiva, pur essendo un romanzo breve, ai miei occhi è come un cristallo lucente e fragile, su cui non si può intervenire con il rischio di infrangerlo.
Nella quarta di copertina e nel frontespizio c’è la vera novità: il mio monogramma. Come al solito ho coinvolto Fabio Gialain nella costruzione di questa sorta di marchio, che non riguarda soltanto il romanzo ma che comparirà anche in questo blog. Lo potete vedere nella quarta di copertina, e più sotto.
Si tratta di due caratteri intrecciati: M + C, che richiamano sia Il Manoscritto del Cavaliere sia Cristina M. Cavaliere. Il motivo del piccolo sole in realtà deriva dal fatto che durante l’ideazione mi disturbava che non ci fosse il pallino della I, ma non si sapeva dove metterlo.
Allora ho pensato di farlo inserire in centro, sia per colmare il vuoto tra le due lettere, sia facendolo diventare un piccolo sole. Mi piaceva anche l’effetto del sole che si irradia sulle due lettere, e sembra che faccia crescere la verzura. 🙂
Il mio progetto di riordino
Siccome sto recuperando i diritti sulle versioni cartacee dei primi due romanzi del ciclo crociato, a partire dall’anno prossimo ho deciso di inserire questo marchio sui miei romanzi in quarta di copertina. Si tratta di un vero progetto di riordino per collegare tra loro i romanzi, in modo che quello che ho scritto sia un insieme organico, almeno dal punto di vista visivo, e che com’è ovvio abbia attinenza con questo blog che per me è importantissimo.
In questo periodo ho fatto delle riflessioni, e ho pensato di tirare un po’ i remi in barca… Bene, concludo questo post avvisandovi che probabilmente nel mese di giugno i miei post saranno diradati in quanto sto preparando due grossi esami universitari (Letteratura Italiana e Storia Romana), ma molto probabilmente sarò più assidua nel visitare i vostri blog. Ecco però una domanda per voi:
Avete mai pensato di riprendere in mano alcuni dei vostri vecchi lavori e di riscriverli da cima a fondo?
Cristina M. Cavaliere
***
Link acquisto copia Amazon (cartaceo: euro 4,99) – (ebook: euro 1,99)
Vai tranquilla e pensa agli esami, tanto noi siamo sempre qui a aspettarti 😉
Rispondendo alla tua domanda, sì, mi è capitato più volte. In effetti è verissima l'espressione secondo lo quale "scrivere è riscrivere". Un paio di manoscritti li ho rielaborati addirittura tre volte ma non li più ripubblicati perché mi sembra sempre che manchi qualcosa rispetto quando li rileggo. Altri – come il tuo nuovo/vecchio romanzo che presenti – alla fine mi hanno soddisfatto e li ho inseriti su amazon.
In questo momento però non ne sarei capace, sono in una fase in cui la scrittura (e anche la lettura, ahimè) non riescono a coinvolgermi come in passato. Spero sia solo conseguenza postuma dello stress da lockdown e che pian piano sparisca…
Alle volte mi sento in colpa se non aggiorno il blog ogni settimana, tu pensa! 🙂
"Scrivere è riscrivere", sì, e lo si nota anche in fase di revisione. Attualmente sto correggendo il seguito del ciclo crociato e in pratica ne sto buttando via un terzo e riscrivendo intere scene. Anche solo ambientare di nuovo una scena mi porta via ore e ore. Per quello non me la sono sentita di mettere mano al romanzo "Una Storia Fiorentina": troppo poco tempo e troppa fatica. Poi comunque a una certa età si scrive in un modo, quando si ha qualche primavera alle spalle si scrive in modo ancora diverso, con stimoli differenti.
Per quanto riguarda le letture, dopo una partenza brillante ora mi sono di nuovo arenata. 🙁 Ho iniziato a leggere un romanzo storico, "L'Apprendista delle Fiandre", e non ho avuto voglia di andare avanti dopo appena venti pagine…
Sì, ho ripensato di riscrivere le mie vecchie storie. Forse un giorno lo farò, più avanti.
Quando andrò in pensione lo farò anch'io… 😉
Non posso rispondere alla tua domanda non essendo autore, però-se mi ricordo, oramai ho una certa età- conto di segnalare quanto prima il tuo romanzo sul blog.
Ti ringrazio, Nick, sei gentilissimo. 🙂 Sto avendo dei ritardi con l'ebook, ma spero che amazon me lo sblocchi quanto prima.
Ok, fammi sapere quando Amazon lo sblocca così parto con la segnalazione. 🙂
Grazie, Nick, è tutto a posto! 🙂
Ok, allora nella prossima puntata ci sei anche tu.
Ti ringrazio tantissimo!
Ciao, appena pubblicato il post, spero di averti fatto una bella sorpresa.
https://wwwwelcometonocturnia.blogspot.com/2021/07/accade-in-italia-74-le-segnalazioni.html
Grazie di cuore, Nick, ricevere una segnalazione sul tuo blog è un vero onore! Un abbraccio.
Riscriverli da cima a fondo no, bisognerebbe che ci fossero proprio cose che non hanno funzionato o da sistemare. Una revisione ulteriore dovuta alla necessità del tempo mi sembra più congeniale. Fermo restando che l'autore non riuscirà mai a essere soddisfatto al 100%.
Eh sì, qualcuno diceva che l'insoddisfazione è la maledizione degli autori. 😉 Per non parlare della strana sensazione che spesso ti coglie quando rileggi a distanza di molto tempo…
Che bello il tuo monogramma Cristina, complimenti, molto bella anche l’idea del progetto di riordino. Non sapevo di questa tua storia pubblicata nel 1990, ripubblicarla è un modo per darle nuova vita, pur non cambiandola (che poi è la vincitrice di un concorso importante), ottima l’idea del nuovo titolo e della nuova cover.
Riscrivere una propria storia l’ho fatto, in un certo senso, con il mio romanzo Fine dell’estate, nato dalla revisione totale e riscrittura di una storia scritta a sedici anni. Tutto é partito dal fatto che volevo riportarlo in word e poi l’ho riscritto salvando una prima parte e poi integrandolo e facendolo diventare un romanzo ben più lungo e completo. È l’unico romanzo di cui non ho fatto il cartaceo, cosa che ogni tanto mi riprometto di fare…
Grazie di cuore, Giulia! Per quanto riguarda il monogramma, l'ho concepito come una specie di marchio editoriale che mi rappresenti.
Questo romanzo invece ha parecchi anni, come hai visto, e la vincita del concorso mi aveva in qualche modo illuso che da quel momento sarebbe stato un percorso di gloria. 😀
Mi sembra comunque un'opera ancora valida, da leggere piacevolmente e in modo piuttosto rapido, sono soltanto una novantina di pagine… e per immergersi in un'atmosfera fiabesca anche se drammatica alla fine.
Bravissima, Cristina, hai fatto più che bene a riproporre in una veste nuova questo romanzo che a me piacque molto, ne ho un ottimo ricordo. Davvero suggestivo il nuovo titolo, così come la copertina. Non ricordo se ti avevo lasciato una recensione quando lo lessi, vedo se riesco a recuperarla o a fare mente locale per lasciarne una su Amazon.
Grandiosa la novità del monogramma, è molto elegante!
Riguardo alla riscrittura di una storia, posso comprendere le tue remore sul toccare troppo il testo o la trama. Io l'ho fatto con il mio primo romanzo ed è stato un lavoro ciclopico. Ma in quel caso secondo me ne è valsa la pena perché il primo testo era davvero troppo immaturo. Di sicuro non lo rifarei con altri libri!
Ti ringrazio di essere passata e del tuo commento, Maria Teresa. <3 Forse ricorderai che avevo pubblicato "Una Storia Fiorentina" su lulu.com, da cui ho ritirato tutto per gettarmi tra le braccia di amazon. 😉 In effetti devo dire che il servizio è ottimo, proprio con questa pubblicazione ora ho avuto dei problemi con l'ebook che per fortuna sono stati risolti.
Sono contenta che il monogramma ti piaccia! Adesso devo farmi aiutare per inserirlo nell'header del blog, modificando la schermata html senza fare pasticci, spero di riuscire.
Mi ricordo benissimo del lavoro enorme che hai fatto con il primo romanzo, perché un conto è inserire delle integrazioni come singole scene staccate, o piccole parti. In questo caso si sarebbe trattato di riscriverlo completamente, cambiando in parte anche la trama. E poi non sarebbe stato il momento adatto: sono in altre faccende affaccendata! 🙂
Mi è capitato, e nel caso di un romanzo ci penso ancora. Non so se lo farò mai, però. Temo che non riuscirei a liberarmi dalla vecchia versione del romanzo abbastanza da fare un buon lavoro, perciò preferisco passare ad altro. Congratulazioni per il romanzo! Molto bello anche il tuo monogramma. 🙂
Secondo me è quasi impossibile liberarsi dalla vecchia versione di un romanzo, bisognerebbe che il lavoro fosse davvero lontano dalle proprie corde.
Grazie per i complimenti, sono contenta di aver raggiunto questo doppio piccolo traguardo. 🙂
Eh ci ho pensato eccome, sempre riguardo a quel mio romanzo. Mille stesure diverse, ora un'ulteriore nuova veste.
Chissà se vedrà mai la pubblicazione.
Questo tuo riordino di un romanzo giovanile è molto bello e mi incuriosisce non poco.
Di recente abbiamo dovuto dare tutti molte priorità, e la revisione di un romanzo è pressoché infinita rispetto ai molteplici impegni. Proprio studiando letteratura italiana, ho scoperto le infinite revisioni di poemi e opere celeberrime, come Gerusalemme Liberata, il Canzoniere di Petrarca oppure Orlando Furioso. In pratica i loro autori non si stancavano di ritoccarle fino all'ultimo giorno… vero è che c'era una concezione meno effimera della letteratura… però è bella l'idea di questa creatura che, in fondo, cambia e cresce sempre.