Un visitatore dei nostri giorni entra in una chiesa e incontra la misteriosa Donna dell’Affresco, che gli narra una storia di amore e adulterio tra due giovani nella Firenze di Lorenzo de’ Medici. Siamo alla fine del Quattrocento, e la città è al culmine del suo splendore artistico e culturale. Firenze è però destinata a incupirsi con l’avvento del frate domenicano Girolamo Savonarola e della sua eresia, e lo stesso avverrà per le vicende dei due amanti. Alla fine del racconto, il visitatore comprende che quella storia antica lo riguarda molto da vicino…

Sono molto felice di annunciare che, dopo una lotta a dir poco titanica, sono riuscita a pubblicare il mio romanzo storico La Fiamma e la Rosa in versione cartacea ed ebook su Amazon! Per l’ebook sto aspettando l’approvazione definitiva da Amazon, che dovrebbe arrivare a momenti (almeno spero), ma il più è fatto. Sono particolarmente contenta perché, come mi ero ripromessa, sono riuscita a licenziare tutto prima della fine di maggio. In realtà si tratta del romanzo “Una Storia Fiorentina” che molti di voi già hanno letto come storia a puntate su questo blog, cui ho voluto dare un nuovo nome di battesimo e una nuova veste grafica. Ma andiamo con ordine. Quali sono le modifiche e le ragioni della mia operazione editoriale? Alcune sono di genere pratico e altre… sentimentali!

Il titolo

Innanzitutto, ho voluto dare un nuovo nome a questo lavoro, pubblicato nel lontano 1990 dalla casa editrice Firenze Libri in seguito alla vincita di un concorso. Il vecchio titolo non mi aveva mai convinto, ma ho voluto mantenerne traccia nella scritta “Una storia d’amore nella Firenze dei Medici” in calce alla copertina perché definisce bene il luogo di ambientazione e il periodo e perché, tutto sommato, vi sono affezionata. Il nuovo titolo contiene in sé l’elemento del fuoco e la presenza del fiore, che spadroneggiano nel mio romanzo sotto vari aspetti. Sono anche un riferimento ai due protagonisti, Bianca e Guido. Per decidere il nuovo titolo mi sono avvalsa dei suggerimenti di un’amica, che aveva anche proposto “La dama dell’affresco”.
La copertina

Ho voluto rinnovare la copertina che in origine riproduceva “La dama con l’ermellino” di Leonardo da
Vinci, e ho trovato il dettaglio di un bellissimo affresco di Natività della Vergine di Domenico Ghirlandaio (1486-1490 circa) che si trova nella cappella Tornabuoni, Basilica di Santa Maria Novella a Firenze. Quello che mi ha colpito di questo dipinto è la donna sulla sinistra che si gira verso lo spettatore e sembra essere sul punto di dirci qualcosa. Gli abiti sono splendidamente ricamati e l’ambientazione è ricca e altolocata, proprio come i luoghi dove è ambientata la storia.

Il contenuto  
Il romanzo è un’opera della mia giovinezza e, al di là di qualche precisazione e di un finale più in linea con uno dei temi che dominano i miei romanzi, lo si può leggere nella sua forma originaria. Ho inserito dei dipinti d’epoca, selezionandone sette da un grandissimo numero, e inserendo le didascalie sotto le opere. I dipinti sono in bianco e nero, perché non volevo influire sul costo di stampa del cartaceo e perché la lettura sul kindle è comunque in bianco e nero.
All’epoca per me fu una grandissima emozione apprendere di aver vinto: avevo ventisette anni ed ero inesperta in tutto, a cominciare dalla scrittura, e non parliamo poi della scrittura storica. Ricordo che ci lavorai a lungo, controllando ogni singolo dettaglio e leggendo dei saggi sull’epoca dei Medici, e conservo ancora l’agenda dove avevo annotato tutte le fasi, gli appunti e i miei molti dubbi. Insomma, non per continuare a criticare certe serie televisive, o certe elaborazioni di scrittori anche blasonati, ma il mio intento è sempre quello di offrire un prodotto di qualità – che può piacere o non piacere, beninteso.
Il romanzo può apparire modesto in rapporto alla lunghezza e, se l’avessi scritto oggi, sicuramente sarebbe stato diverso; avrei sviluppato alcune parti, inserito altri personaggi o impresso alla trama un altro ritmo. Alcune volte ho pensato di riprenderlo in mano e di farlo, in un certo senso, lievitare; o, anche, di riscriverlo da cima a fondo. Mi ha trattenuto l’abitudine inveterata di lasciar andare per la loro strada i miei lavori una volta licenziati, con tutti i loro pregi e i loro difetti. E in definitiva, pur essendo un romanzo breve, ai miei occhi è come un cristallo lucente e fragile, su cui non si può intervenire con il rischio di infrangerlo.

 

Il mio monogramma

Nella quarta di copertina e nel frontespizio c’è la vera novità: il mio monogramma. Come al solito ho coinvolto Fabio Gialain nella costruzione di questa sorta di marchio, che non riguarda soltanto il romanzo ma che comparirà anche in questo blog. Lo potete vedere nella quarta di copertina, e più sotto.

Si tratta di due caratteri intrecciati: M + C, che richiamano sia Il Manoscritto del Cavaliere sia Cristina M. Cavaliere. Il motivo del piccolo sole in realtà deriva dal fatto che durante l’ideazione mi disturbava che non ci fosse il pallino della I, ma non si sapeva dove metterlo.
Allora ho pensato di farlo inserire in centro, sia per colmare il vuoto tra le due lettere, sia facendolo diventare un piccolo sole. Mi piaceva anche l’effetto del sole che si irradia sulle due lettere, e sembra che faccia crescere la verzura. 🙂
Il mio progetto di riordino
Siccome sto recuperando i diritti sulle versioni cartacee dei primi due romanzi del ciclo crociato, a partire dall’anno prossimo ho deciso di inserire questo marchio sui miei romanzi in quarta di copertina. Si tratta di un vero progetto di riordino per collegare tra loro i romanzi, in modo che quello che ho scritto sia un insieme organico, almeno dal punto di vista visivo, e che com’è ovvio abbia attinenza con questo blog che per me è importantissimo.
In questo periodo ho fatto delle riflessioni, e ho pensato di tirare un po’ i remi in barca… Bene, concludo questo post avvisandovi che probabilmente nel mese di giugno i miei post saranno diradati in quanto sto preparando due grossi esami universitari (Letteratura Italiana e Storia Romana), ma molto probabilmente sarò più assidua nel visitare i vostri blog. Ecco però una domanda per voi:

Avete mai pensato di riprendere in mano alcuni dei vostri vecchi lavori e di riscriverli da cima a fondo?

Cristina M. Cavaliere

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