Amor di vita
Invoco il fior di luce,
la grazia del mattino
quando si scioglie il sonno come un grumo
di sangue scuro: amor di vita torna
a splendere sugli alberi e sul limo.
Erbe tra le macerie
del mondo che riplasma le sue forme,
cedo all’antica brama di fiorire
per sempre sopra l’eterno morire.
ADRIANO GRANDE, Fuoco bianco, in F. Ulivi – M. Savini (a cura di),
Poesia religiosa italiana cit., p. 648
Adriano Grande è stato un rilevante poeta del Novecento italiano, nato a Genova nel 1897 e vissuto a Roma dal 1934 fino alla sua scomparsa avvenuta nel 1972. Apparteneva alla cosiddetta “linea ligure” di quel gruppo di poeti che, nel primo dopoguerra, diedero nuova e vigorosa fioritura alla lirica italiana sollevandola su piano europeo.
La sua ispirazione si giovava d’un apprendimento pittorico ed elegiaco della realtà naturale, e sfociava in un senso cristianamente religioso dell’esistenza. Come poeta ha riportato diversi premi e come narratore anche un premio “Teramo”. È stato anche autore di teatro: una sua specie di farsa filosofica, Faust non è morto, rappresentata a Roma nel 1935, è stata un manifesto per il ritorno allo spettacolo di poesia. Un altro suo dramma, Gli angeli lavorano, fu premiato a San Miniato. Dall’età di sessant’anni si è dedicato alla pittura, e quale pittore naïf è stato invitato alle maggiori mostre nazionali e straniere.
Fonte testo:
- “Poesie di Dio”, 1999 – Einaudi
- Biografia da Wikipedia
Scusa, Cristina, ma nonostante la potenza dei versi che citi, io resto sempre più attratta dalle opere d’arte. Credo che questa la condividerò su fb, il giorno di Pasqua. 😍
Ti ringrazio molto, Marina. Ho letto che questa è l'opera d'arte preferita da papa Francesco. 🙂 Io non la conoscevo, penso che sia un'opera molto complessa e ricca di simboli. Ha una cromia straordinaria, mi piace proprio per la luminosità che emana e sembra prefigurare la Resurrezione.
Molto suggestivi questi articoli, che ho seguito (in ritardo) senza commentare. Tra immagine e poesia si crea una sinergia magica.
Mi è venuto in mente che avrei potuto accompagnare i post anche con un brano musicale. Sto seguendo una serie di concerti di Vivaldi, Pergolesi e stasera c'è Haydn in streaming proposti dalla Fondazione Toscanini in occasione della Pasqua. ^_^
Non conoscevo quest’opera, è davvero un’immagine bellissima, tutto quel bianco con Gesù crocifisso al centro che domina il caos rende ancora più tragica la rappresentazione della sua morte.
Anch'io l'ho scoperta da poco, e l'ho subito scelta per questo trittico di immagini. Mi ha colpito che Gesù sia raffigurato con un "tallit", cioè lo scialle cerimoniale ebreo (cosa che di fatto Gesù era!). Ho letto che l'opera vuole raffigurare il dramma degli ebrei in Europa sul finire degli anni Trenta del Novecento… quasi una profezia dell'imminente e spaventosa persecuzione su vasta scala che si sarebbe scatenata da lì a poco.
La "brama di fiorire / per sempre sopra l'eterno morire" è un sentimento che comprendo in pieno e che credo sia il tratto distintivo di qualunque essere umano, anche di chi si dichiara ateo.
Chagall non è fra i pittori che prediligo, ma riconosco che questa crocifissione che si erge al centro di scene di sofferenza a lui contemporanee ha una sua suggestività.
Il verso che hai scelto appartiene a tutti, e specialmente in questi tempi difficili e faticosi.
Quest'opera è bellissima. Come scrivevo sopra a Giulia, ho scoperto che Chagall ha voluto rappresentare il dolore ebraico specialmente in rapporto ai pogrom perpetrati in Russia tra il 1881 e il 1921.