Molti di coloro che si stanno interessando al mio percorso universitario mi chiedono com’è andato l’importante e impegnativo esame di Storia Romana programmato per il 3 dicembre.
Gennaio 2020
Acquisto i libri per il programma da “non frequentante”, nell’ordine:
- per il modulo A: il manuale Storia romana – Editio Maior di Giovanni Geraci e Arnaldo Marcone
- per il modulo B: Le istituzioni politiche del mondo romano di Gabriella Poma, Roma e le sue province – Dalla prima guerra punica a Diocleziano a cura di Cesare Letta e Simonetta Segenni
- per il modulo C: Diocleziano di Umberto Roberto, Augusto e il potere delle immagini di Paul Zanker
per un totale di 5 volumi che ho cominciato a leggere, rileggere e sottolineare e programmando l’esame per l’appello estivo o al più tardi quello di settembre. Solo il manuale consta di circa un migliaio di pagine.
Febbraio-giugno 2020
Nel frattempo avevo scelto di frequentare il corso di Storia e Web, che poi è proseguito a fasi alterne come Dad causa emergenza covid. Ho deciso di accantonare al momento Storia Romana per concentrarmi su due esami. Sono riuscita con immensa fatica e grande stress a dare Storia e Web e Storia della Chiesa.
Luglio-dicembre 2020
Speravo in una ripresa degli esami in presenza, magari a piccoli gruppi, il che non è avvenuto. Nell’incerto autunno, e nell’”inverno del nostro scontento” come direbbe Shakespeare, ho meditato se mi convenisse seguire un altro corso a distanza, o se avrei fatto meglio a seguire le lezioni in streaming proprio di Storia Romana (sia come utile ripasso sia per poter, un domani, presentarmi come frequentante e portando meno libri). Ho dunque seguito in streaming trenta lezioni, scoprendo nel frattempo che il mio Diocleziano e il mio Augusto non comparivano più nel nuovo elenco. Quindi in conclusione avrei portato:
- per il modulo A: il materiale del corso e degli approfondimenti, con i passi degli autori latini e greci commentati a lezione
- per il modulo B: il manuale Storia romana – Editio Maior di Giovanni Geraci e Arnaldo Marcone
- per il modulo C: Le istituzioni politiche del mondo romano di Gabriella Poma
Novembre 2020
Sono stata sveglia fino allo scoccare della mezzanotte del 3 novembre per potermi iscrivere e risultare tra i primi (ero la tredicesima).
Ho scoperto però a pochi giorni dall’esame che sarebbe stato di tipologia “doppia”, ovvero la docente avrebbe interrogato sul modulo A e C, e l’assistente sul modulo B.
Weekend di ripasso
Ho trascorso i fine settimana precedenti a ripassare e a studiare, e la vigilia dell’esame ho fatto il ripassone conclusivo finendo alle undici di sera. Ho fatto schemi e tabelle, consultato mappe storiche, cercato immagini in rete, preso appunti, ripassato argomenti difficili (come le guerre mitridatiche e il “bellum asiaticum”).
Giorno dell’esame: 3 dicembre
7.15: mi sveglio, faccio una lauta colazione e mi metto di nuovo a ripassare.
8.15: mi collego per l’appello delle 8.30 con il portatile e usando il link e il codice fornito. Il codice sulla piattaforma Teams non funziona. Provo a usare il link che però porta a un gruppo virtuale dove mi trovo con altri compagni smarriti che si chiedevano se fossero nel posto giusto, e che nemmeno loro riuscivano ad arrivare al gruppo esame.
8.15-9.00: mio figlio smanetta freneticamente cercando di risolvere il problema e consultando dei siti in rete, ma senza risultati.
9.15: spunta la docente dicendo che non è il link corretto e che dall’altra parte infatti ci sono 90 persone collegate per l’appello, e che occorre andare nella “chat” di Teams e usare il codice.
9.15-9.30: mio figlio continua a provare inutilmente: il codice non funziona e la maledetta “chat” non compare.
9.30: decido di rinunciare all’esame, ma scrivo alla professoressa una mail dicendo che non sono assente per mia volontà ma per problemi tecnologici; e che ho visto che c’è un altro appello l’11 gennaio ma è sempre online e quindi il problema si ripresenterebbe.
9.30-12.30: passo la mattinata tra passeggiate nel circondario per sbollire la frustrazione, e in casa piangendo e singhiozzando dalla rabbia.
14.15: ormai ho archiviato la questione esame, e riprendo a lavorare.
16.15: guardo nella casella di posta universitaria e trovo una mail della docente che mi scrive che altri colleghi sono riusciti ad accedere e gentilmente mi invita a riprovare, o nel caso di farmi sapere verso le sei di sera perché è disponibile a videochiamarmi e a farmi l’esame. Riprovo e scopro che ora il codice funziona e infatti vedo la professoressa che sta facendo l’esame a un compagno.
16.20: vado in paranoia, i miei mi esortano a provare con grande insistenza, al che mi faccio convincere, le mando una mail e accetto. Vado a vestirmi perché sono in tuta da casa.
16.30: sono talmente destabilizzata che scopro con ritardo che mi sono collegata con il pc (che è vecchio e non ha la web e l’audio incorporati, e quindi posso vedere ma non interagire). Accendo freneticamente il portatile e ora vedo un povero diavolo con le occhiaie fino al mento che, dopo aver esibito la carta d’identità, sta parlando di Domiziano e del culto di Iside.
16.40: penso che io non so niente di questo argomento e mi ricordo a malapena chi è Domiziano: il problema è che non puoi escludere l’audio perché magari ti chiamano e quindi sei costretto a sentire tutti gli esami degli altri (ho scoperto a posteriori che probabilmente lui portava “La religione a Roma” come non frequentante). Scopro che ne ho 25 davanti a me e, essendo l’esame “doppio”, è come se ne avessi 50.
16.45: comincio a dare segni di schizofrenia, e comincio a urlare che è DISUMANO fare un esame del genere in questo modo, CHIUDO il portatile, lo SBATTO nello scaffale e scrivo un’altra mail alla docente dicendo che mi è subentrato un impegno urgente. Sono ormai ridotta a uno stato di FOLLIA totale.
18.16: mi ricollego alla posta universitaria e scopro che nel mio squilibrio mentale ho scritto la mail a me stessa, degna conclusione di una giornata completamente folle, e quindi la riprendo e la rimando alla casella giusta.
CONCLUSIONE
Ho deciso di rimandare questo esame a quando potrò andare in presenza, dovessi aspettare un anno. Ora trascorrerò queste giornate a rimettere insieme i cocci del mio Io e tenendomi lontano il più possibile da tecnologie e affini.
Noooo che odissea terribile! Non è affatto giusto che uno studi così tanto, faccia sacrifici di ogni genere e poi abbia a che fare con simili situazioni che ti mandano davvero fuori di testa. Mi dispiace davvero, Cristina.
Grazie di cuore, Maria Teresa, del tuo commento. Devo dire che immaginavo delle difficoltà, ma mai avrei pensato una cosa del genere. Non è giusto che uno debba "preoccuparsi" della tecnologia e andare in ansia per questo, e ti assicuro che molti compagni più giovani di me sono completamente in crisi…
Però l'università non sta allungando le scadenze dei programmi accademici, come sarebbe corretto.
Mi spiace per tutte queste traversie, una volta ho dovuto ripetere tre volte lo stesso esame prima di passarlo e so quanto sia pesante. Non riuscire neppure a darlo causa follia della didattica a distanza è probabilmente ancora più frustrante. Comunque vedrai che la prossima volta le cose andranno meglio e tu sarai più tranquilla, abbi fiducia!
Grazie mille, ho comunque pensato che affrontare un esame in queste condizioni per prendere magari 18 sarebbe stato assurdo, e sarebbe equivalso buttare via mesi di studio. In ogni Facoltà ci sono gli esami difficili, Storia Romana è uno di questi.
Che brutta esperienza, mi dispiace. Ma la responsabilità è anche di istituzioni che non si rendono conto che la Rete non è qualcosa per pochi "fissati". Ma è un aiuto per un mucchio di cose, e occorre adeguarsi imparando e studiando. Invece anche adesso c'è il desiderio di tornare velocemente a prima, senza capire che certe circostanze avverse, come una pandemia, dovrebbero essere usate per esplorare strumenti inediti (ma comprendo che un esame "faccia a faccia" è di certo meglio).
Proprio una brutta esperienza che ho intenzione di non ripetere: non con questo esame così vasto e difficile, perlomeno. Ho in mente di dare Storia dell'Età del Rinascimento per inizio febbraio, ma questo esame va dato in presenza e già così è ansiogeno.
Noto che, come hai scritto, in generale c'è una mancanza di elasticità mentale istituzionale: la tecnologia dev'essere un supporto, non un ostacolo, altrimenti non soltanto è inutile ma addirittura dannosa come purtroppo ho provato sulla mia pelle.
Mi dispiace molto, credo che l'esame on line sia davvero un delirio, già si è stressati per l'esame, in più si aggiungono i problemi tecnologici. Ti capisco benissimo perché ho fatto di recente un corso on line e siamo stati mezz'ora in un'altra chat mentre dall'altra parte il docente mandava messaggi a tutti per cercare di farci arrivare nella chat giusta, però il mio non era un esame…ti mando un abbraccio affettuoso
Esatto, Giulia, è un esame stressante di suo perché sono mille anni di storia e istituzioni politiche molto complicate da capire. Tanto per fare un esempio, ci sono quattro tipi di assemblee elettorali e svariati modi che avevano i Romani di concedere la cittadinanza! Poi come scrivevo è un esame "doppio", come ho fatto per Storia Moderna e per Storia del Cristianesimo Antico. Magari ti va bene la parte con la docente, poi però l'esame sul manuale va molto peggio (è capitato a un mio compagno).
Poi dover ascoltare gli esami degli altri è roba da mandare fuori di testa chiunque, mentre quando vado in presenza dopo l'appello mi ritiro nel mio angolino e aspetto.
Dio mio, non mi aspettavo una cosa del genere. Mi ero ricordata che avevi l'esame e mi era venuta in mente la precedente esperienza (con la tipa ansiosa) che non era stata bellissima in sè ma comunque l'esito era stato positivo. Una cosa del genere davvero non me la sarei aspettata. Ma la professoressa ti aveva detto che ti avrebbe fatto l'esame verso le 6 di sera? ho capito male?
Sì, guarda, Kuku, alla fine della giornata ero proprio fuori di testa. Poi anche queste montagne russe di "ecco l'esame", "non c'è più l'esame", "c'è di nuovo l'esame" mi hanno bruciato definitivamente il cervello.
Con la tipa ansiosa, che ben ricordi, non era stata un'esperienza esaltante, ma ero la sesta in ordine progressivo (messa bene, quindi) ed eravamo undici studenti nella giornata. Poi il docente interrogava soltanto lui, quindi una volta che avevi finito, e accettavi il voto, eri a posto.
Sì, la docente ha detto che se volevo mi avrebbe fatto l'esame alle sei di sera. Nell'attesa ho cercato di azzerare l'audio e ridurre lo schermo, ma sembrava una scena da "Blade Runner" con il compagno nell'angolino del video, che muoveva la bocca senza suono. Allucinante.
Cara, carissima Cristina. Non so come, ma ti ho vista camminare e singhiozzare di pena e frustrazione. Mi sono salite le lacrime. Come avrei potuto tollerare io tutta questa tensione? Non so, non oso immaginare. Ricordo bene che la mole di questi esami è enorme. Le cose da ricordare sono un numero infinito e se in condizioni normali il carico emotivo rende tutto più pesante, cosa debba essere quello che passi tu e tutti coloro che stanno portando avanti un percorso universitario in queste condizioni… Non ci voglio pensare. Posso dirti, se può esserti di una qualche consolazione, che tutti, me compresa, abbiamo vissuto un momento di forte frustrazione, solo che a me capitava per ragioni del tutto diverse. Tu non ne sei responsabile. Questo esame lo farai più in là e sarà uno dei tuoi tanti trionfi.
Ti ringrazio di cuore delle tue parole piene di comprensione e amicizia, Luz. Ogni esame è diventato un incubo, ma questo li ha superati tutti, è degno della penna del miglior Philip Dick a mio parere. L'esame in sé è gigantesco in tutti i sensi, nemmeno per Storia Medievale ho portato tanto materiale. Ci sono stati esami con libri più ridotti nella foliazione, ma densissimi nei contenuti, come Storia delle Istituzioni Politiche. Questo è enorme sia nei contenuti che nella mole.
E poi questa sensazione di incorporeità che a me personalmente destabilizza sin dall'inizio: come sai meglio di chiunque altro, la fisicità è un elemento fondamentale in qualsiasi interazione. Qua viene a mancare innanzitutto la ritualità pre-esame, il fatto di uscire e fare un certo tragitto, respirare aria, magari fermarsi a un bar in previsione di una lunga sessione, in aula sedersi in un certo posto, scambiarsi occhiate di complicità o fare due parole con i candidati. E poi la fisicità dei libri che porti, quella dei docenti che ti interrogano, il tono della voce, lo sguardo, poter captare se stai andando nella giusta direzione o no. Qua c'è soltanto stress e basta.
Mi dispiace tanto, Cristina! Non so come si sarebbe potuta mantenere la calma in circostanze simili. Comunque sono sempre del parere che, quando le cose si mettono a girare male a ripetizione, spesso è meglio rimandare a momenti migliori. Spero che sarà così anche per te. Un abbraccio!
Penso che nemmeno uno yogi sarebbe riuscito a mantenersi calmo in quest'altalena continua che si è protratta minuto per minuto. Il giorno dopo ho formulato proprio il tuo stesso pensiero: evidentemente, come dicevano anche i Romani, il giorno era "infausto" e con cattivi presagi, ovvero gli dei non erano favorevoli all'impresa. Ricambio l'abbraccio, noi ci sentiremo comunque in privato prima di Natale!
Abbiamo un po' tutti spiacevoli ripercussioni per via di questa situazione. C'è chi si è visto naufragare il lavoro e le prospettive che aveva. Mi spiace di questa tua brutta esperienza con un esame.
Sono consapevole che ci siano problemi di gran lunga maggiori dei miei, credimi: ho un disoccupato in casa, con laurea e master, che da marzo sta cercando disperatamente lavoro, o almeno la possibilità di fare uno stage, con una molteplicità di colloqui online senza alcun esito.
Ciò non toglie che fare une esame online di questa vastità non ha senso a priori, tanto più che l'università aveva organizzato alcune lezioni in presenza previa prenotazione dell'aula con una app. In questo caso è soltanto una questione di (mancata) organizzazione.
Che disavventura, Cristina! Poi, conoscendo la tua solerzia e la tua preparazione, dev'essere stato davvero molto frustrante. Mi dispiace. Senza dire che questo "tutto" da farsi online sta cominciando a stufare. Ormai, immagino che il peggio sia passato: non pensarci più, vai avanti e conserva l'energia per quando sarà utile e produttivo impegnarla.
Hai ragione da vendere, Marina, secondo me ora ci si "adagia" troppo sulla tecnologia. La Dad poteva forse andare bene in primavera, quando tutti siamo stati colti alla sprovvista e come supporto ora alla didattica.
Ma esami di questa portata non si possono fare online. Con un minimo di organizzazione l'università avrebbe potuto sopperire. Oltretutto avevano organizzato una lezione in presenza con prenotazione dell'aula tramite app: potevano fare la stessa cosa.
Come dici tu, meglio archiviare e aspettare tempi migliori. Un abbraccio!
Che follia! Se ti può consolare (non ti può consolare) dalla seconda media in su è tutto così. Ogni giorno. Con domande meno affascinanti del culto di Iside, ma follia, follia e ancora follia. Giovedì ci sono i colloqui generali on line. Ho già l'ulcera ora
Che poi, in circostanze "sane", avrei voluto saperne senz'altro di più sul culto di Iside: ho un vero penchant per la religione romana, se n'era accorta persino la docente perché facevo domande mirate sui pontefici, i manichei, il libro di Daniele e chi più ne ha più ne metta. Mi ha chiesto se per caso mi stavo laureando con il professore di Storia della Chiesa. 😀
Tra i mille DPCM il governo dovrebbe prevedere un rimborso per sindrome da stress post-traumatico e altri danni permanenti come la tua ulcera!