Mi sto preparando per l’esame di Storia Romana per l’appello del 3 dicembre e quando sono in queste condizioni mentali non riesco a pensare ad altro. Ho messo mano ad alcuni post carini che pubblicherò senz’altro prima di Natale, e ho già preparato la Newsletter di dicembre per coloro che si sono iscritti, ma non c’è niente da fare: continuo a interromperne la stesura per sfogliare le pagine su comizi centuriati, senatori, lex Gabinia, le proscrizioni di Silla, Massimino il Trace, l’editto di Caracalla, i collegi dei Flàmini, le guerre puniche, e più chi ne ha più ne metta. 

Lo sforzo mnemonico è terribile perché la storia dell’Antica Roma è complicatissima: si parla non soltanto di mille anni di eventi, nomi, guerre e battaglie, ma anche di cittadinanza, diritto e amministrazione, esercito e istituzioni, e della loro evoluzione nel tempo. Con tutto questo, la Storia Romana è affascinante e interessantissima, e a tratti anche divertente in quanto ho scoperto l’origine di molte parole usate anche oggi. Un esempio su tutti il termine “candidato” derivante dalla toga che appunto il candidato (candidatus) doveva tenere immacolata, e non soltanto in senso metaforico! E il resto del mio tempo è occupato a lavorare come una forsennata, rigorosamente asserragliata in casa per la nota emergenza epidemiologica che ben conoscete. 

Quindi alla sera dopo cena mi metto a ripassare, non prima però di essermi spaparanzata sul divano per gustarmi uno o due albi di Asterix, ridendo fino alle lacrime, e devo dire che la voglia di rileggerli mi è derivata proprio dallo studio della Storia Romana. 

Chi non conosce il piccolo guerriero gallico dai baffi biondi e dall’elmo alato, e dotato di una forza prodigiosa? A beneficio di quei pochi, ricordo che siamo nel 50 a.C.: dopo la sconfitta di Vercingetorige a opera di Caio Giulio Cesare, la Gallia è occupata dall’esercito romano. Ma non tutta: un villaggio dell’Armorica, cioè sulla costa atlantica, resiste ancora agli assalti delle centurie dei quattro accampamenti fortificati che lo circondano: Petibonum, Laudanum, Babaorum e Aquarium. Asterix è appunto un guerriero del villaggio degli irriducibili Galli ed è dotato di tale forza grazie a una pozione magica preparata da Panoramix, il druido. La pozione viene distribuita periodicamente a tutti gli uomini del villaggio, tranne Obelix, il portatore di menhir e migliore amico di Asterix, sul quale gli effetti del filtro sono permanenti, poiché da piccolo è caduto nel paiolo del druido.

Ho tutta la collezione degli albi di Asterix, che mi sono cari anche per un motivo speciale: aveva iniziato a collezionarli mio papà con Asterix e i Britanni dato il suo amore per l’Inghilterra. Era stato prigioniero di guerra e aveva imparato là l’inglese. Ci sedevamo sul divano uno accanto all’altra e li leggevamo insieme, non senza prima esserci assegnati le “voci”: era davvero divertente! Questi albi sono dei capolavori, non soltanto per le tavole ma anche per le avventure che sono sì ambientate in un lontanissimo passato ma con tratti “nazionali” ironici e autoironici in cui ognuno può rispecchiarsi. 

Com’è risaputo le storie sono caratterizzate da un certo sciovinismo, e non sempre sono precise in senso storico. I Galli sono sempre vittoriosi, i Romani, cioè i bulli del quartiere, nonostante la loro poderosa e organizzatissima legione le prendono sempre, e spesso fanno anche tenerezza. Tuttavia sono avventure costellate di difficoltà che vengono risolte non soltanto con l’impiego della bevanda magica ma con astuzia, intelligenza e senso di comunità e solidarietà

Alcuni tra i miei albi preferiti sono i seguenti:


“Asterix e i Britanni”

Ecco la storia in breve: Giulio Cesare sbarca con le sue legioni in Britannia, conquistandola in poco tempo. Ma esattamente come in Gallia, solo un villaggio di irriducibili guerrieri resiste all’invasione, pur se in inferiorità numerica. Preoccupato per le sorti della guerra, il capo del villaggio, Zebigbos, invia uno dei suoi guerrieri, Beltorax – lontano cugino di Asterix- a chiedere aiuto ai Galli del piccolo villaggio in Armorica.

Qui, il guerriero britanno ottiene dal druido Panoramix un’intera botte di bevanda magica, sufficiente a sostenere i suoi compagni nella guerra contro i Romani. Inoltre, Asterix e Obelix si offrono di aiutarlo a riportare la pozione al villaggio, ed il terzetto salpa così per le isole britanniche dove li attendono molte peripezie.

Nella storia ci sono numerosi passaggi esilaranti che si servono di stereotipi: per esempio l’abitudine dei britanni di bere “acqua calda” alle cinque del pomeriggio e di assentarsi nel weekend, il che consente ai Romani di attaccare battaglia proprio in questi frangenti. Beltorax, il cugino britanno di Asterix, mette gli aggettivi prima dei nomi come occorre fare nella costruzione della frase inglese, per esempio dice “lo magico pozione” – e Obelix asserisce che parla al contrario. Altre chicche sono l’understatement britannico, che però salta completamente durante la partita con la palla ovale antesignana del rugby, che potete vedere nella copertina, la pesante nebbia che cala provvidenziale per consentire ai nostri eroi di passare attraverso le linee nemiche, il cinghiale bollito con la salsa alla menta, la disgustosa cervogia tiepida, il fatto che si guidino i carri sul lato sinistro anziché sulla destra come “noi del continente”.


“Asterix e Cleopatra”

Un altro album stupendo dove la protagonista indiscussa è la bellissima regina d’Egitto Cleopatra VII, e dotata di un bel nasino oltre che di un carattere molto pepato. Quest’ultima infatti, per dimostrare a Giulio Cesare come il suo popolo sia ancora in grado di realizzare capolavori architettonici quali le piramidi, scommette di riuscire a costruirgli un grandioso palazzo sulle rive del Nilo in pochissimi mesi. 
Incarica perciò uno dei suoi architetti, Numerobis, di completare in soli tre mesi la favolosa opera. L’architetto, dotato di scarsissime doti tecniche o artistiche, per non incorrere nelle ire della regina, e non essere buttato in pasto ai coccodrilli, chiede aiuto al suo amico Panoramix. Il druido parte perciò con i fidi Asterix e Obelix alla volta di Alessandria: qui i tre avranno a che fare sia con i Romani, intenzionati a far fallire il progetto di Cleopatra, boicottandoli in tutti i modi, sia con l’architetto Stocafis, avversario di Numerobis.

Si tratta della prima avventura extra-europea dei protagonisti, e anche qui le chicche si sprecano, tra spionaggio industriale, misteriose piramidi, e Giulio Cesare che, nei confronti di Cleopatra, appare come il classico marito terrorizzato dalle scenate della consorte.


“Asterix legionario”

La bella Falbalà originaria del villaggio ma residente a Condate torna a casa nel piccolo villaggio in Armorica per un breve soggiorno e Obelix si innamora immediatamente di lei. Alla ragazza giunge però una lettera foriera di cattive notizie: il suo fidanzato Tragicomix è stato arruolato a forza nelle legioni di Cesare e spedito in Africa per combattere contro gli ultimi seguaci di Pompeo. Lo stesso Obelix si offre allora di riportare a casa il giovane, ed insieme ad Asterix partono per una missione di salvataggio.

Per ritrovare Tragicomix i due decidono di arruolarsi a loro volta nell’esercito romano: dopo un periodo di addestramento – durante il quale hanno modo di tirare pazzi i loro istruttori – finalmente vengono inquadrati nelle legioni e imbarcati per raggiungere le forze di Cesare presso Tapso in Africa.

L’albo è assai divertente perché i due eroi gallici hanno modo di sconvolgere tutte le consuetudini militari: il presentat-arm, il rancio, la sveglia, le marce forzate, l’allenamento con il pilum (la lancia) e in generale la disciplina ferrea e la gerarchia. Inoltre le reclute, ovvero i commilitoni di Asterix e Obelix, formano un’accozzaglia altrettanto indisciplinata e piuttosto improbabile: un Goto che parla una lingua incomprensibile, un Egizio che si esprime attraverso geroglifici ed è convinto che stia partecipando a una gita organizzata, un Britanno contraddistinto da un impeccabile aplomb e da un pessimo gusto per il cibo. Il tutto finisce per scompigliare le “spettacolari” formazioni romane, assicurando però la vittoria di Cesare!

Potrei continuare con “Asterix e i Normanni” e “Asterix e il regalo di Cesare“, particolarmente esilaranti, ma mi fermo qui.

Che dire? 
Sono Pazzi Questi Romani!!!

***
Bene, ho terminato con il mio Amarcord e vi do appuntamento a dopo il 3 dicembre… chiedendovi nel frattempo quali sono i vostri fumetti preferiti e perché.

***

Fonte testi e immagini: Wikipedia per i riassunti degli albi di Asterix e le copertine