– Cosa conoscevi della rete prima di diventare blogger gestori di webzine youtuber podcaster ?
La mia conoscenza della rete era abbastanza limitata, e me ne servivo soprattutto per le mie ricerche e in ambito professionale. C’è da dire che dopo la maternità sono stata messa alla porta e ho avuto l’occasione di frequentare un corso finanziato da fondi europei per disoccupati che verteva sul linguaggio della rete: si parla del lontano 1996 e internet stava subendo una rapida accelerazione e un altrettanto veloce cambiamento. Sempre più aziende costruivano i primi rudimentali siti, e il blogging e i social erano di là da venire.
-Cosa ti ha fatto decidere di aprire un tuo blog webzine canale youtube o un tuo podcast? Racconta i tuoi inizi.
Mi piaceva poter avere un angolo tutto mio da personalizzare, anche se non avevo le idee chiarissime; o, meglio, il presupposto era parlare di tecniche di scrittura. Poi avevo voglia anche di raccontare dei libri che leggevo e delle mostre cui andavo, infatti uno dei miei primi post fu un articolo molto breve su una mostra a Casa Testori.
Avevo letto delle esperienze altrui sull’apertura dei blog, cominciando poi a lavorare su un modello molto semplice. Sono stata aiutata agli esordi da una mia amica, che a distanza monitorava il blog in fase di costruzione e che era sotto i “teloni” del mio cantiere. Ricordo che ho avuto difficoltà con il layout e nel disporre i vari elementi: ho scoperto che un blog è sì uno spazio personalizzabile, ma fino a un certo punto.
Un’altra incertezza verteva sull’uso delle immagini: non sapevo se avrei dovuto chiedere il permesso a ogni fonte per pubblicare tutte le immagini. Scrissi addirittura a un museo francese per domandare timidamente se potevo ripubblicare una loro stampa. Insomma, era tutto molto nebuloso e non volevo incorrere in problemi di diritti e copyright.
-La tua concezione e le tue idee sul blogging.
Tenere un blog regala uno spazio di libertà molto ampio, ma come tale implica anche dei doveri. Devi assumerti la responsabilità di quello che scrivi e pubblichi, anche se non sei un giornalista professionista; e peraltro è una linea guida che dovrebbe muovere ciascun essere umano in ogni sua azione.
Ho sempre concepito il blog come una rivista con degli articoli, e mi è sempre piaciuta l’idea che quello che scrivo e pubblico resti in qualche modo in rete. Io stessa, navigando, mi imbatto in blog molto belli e con contenuti davvero validi, che magari non vengono aggiornati più da molto tempo ma che in qualche modo continuano a vivere.
-Qual’e il tuo rapporto con internet oggi?
Internet è uno strumento straordinario che collega il mondo intero, e che si propone come un emporio sterminato. Proprio come negli empori, bisognerebbe saper distinguere l’oro dalla latta, dunque, e non è sempre facile. Gli strumenti tecnologici sono soltanto degli strumenti, quindi non sono né da santificare né da demonizzare: tutto dipende dall’intelligenza e dall’educazione – forse un concetto fuori moda – delle persone che li adoperano. Penso tuttavia che non si potrebbe ritornare indietro a un’era precedente all’avvento di internet, o almeno sarebbe una grande mutilazione.
-Qual’e invece il tuo rapporto con i social? Amore? odio? Un sano uso oppure una distanza incolmabile?
Penso che sia un rapporto sano, per i motivi di cui sopra, mentre all’inizio era un rapporto conflittuale perlomeno con fb. Cerco di limitare le ore trascorse sui social, in quanto rispetto al blogging li considero uno spazio effimero, e peraltro non sono iscritta a molte piattaforme, a parte Facebook, Pinterest (uno stupendo serbatoio di immagini) e in tempi recenti Instagram.
Trovo tossiche certe polemiche che partono su fb relative al sesso degli angeli, e che proseguono con centinaia di commenti e scambi di insulti: è come se i commentatori non riuscissero più a frenarsi! Allo stesso modo, conosco storie straordinarie che non sarebbero state possibili senza l’intermediazione dei social. Poi Facebook è molto utile per tenersi in contatto tra persone che abitano lontano, come i miei parenti in Trentino. Comunque non ho alcuna difficoltà a disconnettermi, anzi, considero preziose le ore “offline”.
-Cosa ti ha portato e cosa invece ti ha eventualmente tolto l’attività sul blog?
Mi ha portato a conoscere un mondo molto ricco di appassionati e “scambisti” – anche se la parole è losca 🙂 – con tante persone in gamba: come tale, continua a essere un vero arricchimento. L’attività sul blog mi ha tolto spazio in termini di tempo ed energia, anche se lo considero ben speso.
-Come è cambiata la rete rispetto ai tuoi inizi?
Molta acqua è passata sotto i ponti da quel corso per disoccupati nel 1996 di cui parlavo all’inizio: ho aperto infatti il blog alla fine del 2012. La rete è cambiata moltissimo, in generale mi sembra sia diventata più “professionale”. Proprio per il mio esame di Storia e Web ho avuto modo di analizzare nel dettaglio alcune trasformazioni imponenti, ed è stato molto interessante constatare come, da un inizio anarchico, la rete si sia in qualche misura autodisciplinata. Molto interessante è anche il sorgere di progetti di scrittura collettiva, di cui uno dei più famosi è wikipedia.
– Il momento migliore e quello peggiore? L’evento che ti ha dato più soddisfazione e quello che ti ha dato più fastidio o creato più problemi?
Non penso che ci siano stati momenti specifici di grandi altezze o di baratri. In generale ci sono stati alti e bassi, anche perché, come si è spesso detto, il momento d’oro del blogging sembra appartenere a qualche anno fa, dove gli scambi erano molto più vivaci. La fase migliore è stata quella dove ho cominciato a divertirmi sul serio, a pubblicare con maggior sicurezza ed entusiasmo, e molti mi hanno scritto che si percepiva a pelle. Il mio momento peggiore è stato a gennaio/febbraio di quest’anno, ma è più legato a problemi di salute che ho imparato a ignorare.
– Dì la tua rispetto al fenomeno degli haters? personalmente ti hanno mai infastidito? E se si come si neutralizzano?
Gli haters sono persone irrisolte, perché si divertono a distruggere quello che si è costruito e a mettere le persone l’una contro l’altra. Per fortuna non ho mai avuto problemi, a parte qualche strano commento sul blog… ma niente di che. Mi danno molto fastidio però coloro che scrivono dei commenti sul blog e non si firmano: qualsiasi opinione è lecita, ma dovresti avere il coraggio di identificarti in qualche modo.
Anzi, sul blog si possono dibattere argomenti che sui social scatenerebbero un putiferio inutile. Per fare un esempio, nell’ambito della rubrica Il Caffè della Rivoluzione, ebbi modo di aprire una discussione sul tema della satira, dal titolo “La satira è sempre lecita?” sul rapporto tra la satira di giornali come Charlie Hebdo e quella durante la rivoluzione francese. Ne nacque uno scambio di commenti molto scoppiettante con botta e risposta, ma tutto rimase civile; anzi, lo considero uno dei post più riusciti, proprio per il “salotto letterario” che ne è scaturito… esattamente come nel Settecento.
-Un blog o un sito che consiglieresti?
Il mio preferito è “
Io, la letteratura e Chaplin” di Luana Petrucci, i suoi articoli sono sempre un approfondimento culturale, e spaziano su vari argomenti. Quindi, ce n’è per tutti i gusti.
-Sempre in tema di consigli che cosa diresti a qualcuno che volesse oggi aprire un nuovo sito?
Di avere molta pazienza e non farsi scoraggiare perché per farsi conoscere ci vuole tempo. Inoltre, di puntare su qualche argomento che ti possa caratterizzare in maniera forte, ti dia un’identità definita: il cosiddetto “brand” di cui ho parlato in tempi recenti. Magari lo si persegue in maniera istintiva, se si procedesse in maniera razionale sarebbe tanto di guadagnato.
-Gli errori tipici che si compiono in rete.
Quello di pubblicare qualcosa e aspettare che tutti accorrano per ascoltare il tuo “verbo illuminato”. Il tuo blog è uno su milioni, anzi miliardi. E poi il blogging non funziona così, come del resto non funziona qualsiasi relazione impostata in questo modo. Ho visto molti blogger lamentarsi che nessuno li leggeva e ben presto chiudere i battenti, ma non facevano nulla per rendersi appetibili. La cosa è reciproca: com’è ovvio non si procede con il bilancino della contabilità, ma se un blogger in due anni non ti lascia mai un commento… beh, mi sembra che il rapporto sia molto squilibrato.
-Vita privata ed attività online: dì la tua.
La vita privata ormai è uno spazio da difendere con le unghie e con i denti, perché, come dicevo sopra, il mondo digitale è sempre più invasivo e spesso lo butti dalla porta e rientra dalla finestra.
-Su internet possono nascere vere amicizie?
Secondo me sì! :)))
-Internet, legislazione e libertà di parola, se ti va, dì sempre la tua.
Una delle caratteristiche più affascinanti della rete è proprio la sua visione anarchica originaria, che col tempo ha un po’ perso per la strada, forse inevitabilmente. Si tratta di un discorso molto complesso che meriterebbe forse un post dedicato: per esempio, in relazione al mio corso di Storia e Web ho potuto appurare che la libertà di internet spesso è soltanto apparente…
-Che anno è stato il 2020 per te singolarmente (preso come blogge youtuber o podcaster o altro) e per internet in generale.
Nel 2020 sono stata un po’ discontinua con il blog, sia per i problemi di salute di cui dicevo sia per i molteplici impegni sul lavoro, familiari e di scrittura. In generale per internet è stato un anno molto particolare e complesso: secondo me nella situazione pandemica abbiamo riscoperto, e apprezzato, quanto sia prezioso per tenersi in contatto, cacciare la solitudine e la tristezza. Durante il lockdown ho proposto la rassegna #Una poesia e un’immagine al giorno per fare un po’ di compagnia ai lettori.
-Previsioni e programmi per il futuro.
Lasciami anzitutto dire che… mi sono commossa. La tua menzione mi rende orgogliosa e felice, e mi fa piacere in proporzione alla mia stima per te. Suscitare interesse in qualcuno, dare il proprio piccolo contributo perché la rete sia utile, non sia uno spreco di tempo, contribuisca a creare rapporti edificanti, ecco, se stiamo riuscendo in questo, allora questi anni sono stati preziosi.
Anch'io sto preparando un post con questa intervista, mi piace questo confronto fra blogger. Sono domande che permettono un bilancio concreto di quello che si è fatto e della consapevolezza che col tempo si è acquisita.
Io scoprii questo tuo blog quasi fin da subito, fin da quando aprii nel gennaio 2015. Fu subito grande armonia nel commentare e condividere tanti aspetti e passioni. Insomma, avvertii subito un'atmosfera accogliente e piacevole, e imparai tante cose dai tuoi post. Ogni tuo articolo è un'opportunità per chi legge, abbiamo un modo molto simile di concepire il perché e il "cosa" di un blog.
Condivido ogni tua risposta che riguardi le osservazioni sulla rete, in particolare quello che scrivi riguardo a chi si lamenta di non ricevere attenzioni. È davvero molto spiacevole leggere roba del genere. C'è chi non ama confrontarsi eppure vorrebbe su di sé i riflettori. Mah.
Sempre un piacere scrivere qui, ancora grazie per questo grande regalo che mi ha fatto, Cristina.
Mi ha fatto molto piacere assegnarti la menzione, cara amica. Concordo, alle volte anch'io ho la sensazione di parlare soltanto a me stessa tramite il blog, o persino i miei romanzi, e quando ricevo qualche riconoscimento… il tutto rappresenta un incoraggiamento importante e prezioso. Posso dire nel caso del tuo blog che ogni singolo articolo mi ha regalato qualcosa, anche se ci sono tanti altri blog validi che avrebbero senz'altro meritato una menzione ex-aequo. 🙂
Ci sono molte personalità narcisistiche sia nella blogosfera che nei social che nella vita reale: è come se tutto il mondo dovesse ruotare attorno a loro.
Un abbraccio forte e buon lunedì!
Questa sequenza di domande e risposte è molto interessante, mostra tanti approfondimenti del blogger coinvolto.
Pensa che io ho cominciato a scrivere un blog in tempi molti antecedenti all'attuale blog, era una specie di diario on line quasi segreto, poi mi è servito per creare il mio nuovo blog Liberamente Giulia, nato soprattutto per parlare della mia passione per la scrittura ma non solo.
Che bella questa cosa del diario online da cui poi è scaturito il blog, mi ha colpito. "Liberamente Giulia" mi piace perché riesce a combinare in modo molto armonioso, e senza stridori, aspetti di vita quotidiana con argomenti quali la lettura e la scrittura dei tuoi romanzi.
grazie per aver partecipato, sono commosso dalla tua partecipazione. Adesso vado ad aggiungere il tuo post tra quelli che hanno impreziosito la mia proposta di intervista collettiva.
Grazie a te per la proposta, Nick. Mi hai fatto ricordare la fase primordiale del blog, e anche personale, che sembra sia accaduta ieri e invece è lontanissima nel tempo. Per esempio avevo rimosso il corso del 1996 per disoccupati che era stata un'esperienza molto formativa, e bella anche per il legame che si era venuto a creare con le mie compagne di corso. Un po' come il blogging… 😉
Si vede che il tuo approccio al blogging è molto professionale e quasi accademico per la scelta dei contenuti. Continua sempre così 🙂
Grazie mille, Ariano. 🙂 Cerco di abbinare contenuti seri a piacevolezza nella scrittura, il che non è sempre facile. A presto, e buona settimana.
Questa intervista di Nick è davvero carina, perché fa conoscere lati sconosciuti delle persone. Mi trovo in sintonia con le tue risposte sotto molti aspetti, in particolare sull'amicizia. 🙂
Verissimo! 🙂 Del resto considero i blog come delle vere abitazioni, e se una casa ti piace nel suo aspetto esterno suoni volentieri il campanello per entrare ed essere ospite nel salotto del padrone di casa. Puoi sempre curiosare dalla finestra, ma il valore è proprio lo scambio che si va a creare. Altrimenti si costruirebbe soltanto un sito statico.
Sono curiosa di sapere se e cosa ti hanno risposto quelli del museo francese!
Pure io trovo tossico FB, mi pare una specie di fogna dove un sacco di gente sfoga i suoi bassi istinti, senza filtri. Perché già è difficile comunicare scrivendo, le polemiche dunque partono per un nonnulla e la gente non si frena, va avanti in escalation raggiungendo livelli preoccupanti.
Devo dire che i blog sono una cosa molto positiva. Sono come delle piccole riviste, anche perché in tanti casi raggiungono livelli veramente professionali. E poi possono essere trattati anche argomenti di nicchia che una rivista non potrebbe permettersi a livello di costi.
Sìsì, mi avevano risposto ed erano stati gentilissimi: mi avevano detto che, essendo l'opera in pubblico dominio, avrei potuto riprodurla senza problemi. Forse avevano paura che li inondassi di mail! 😀
Comunicare per iscritto è difficilissimo perché non siamo accompagnati dai gesti e dalle espressioni. Per cui quello che è lecito e scherzoso di persona diventa strano e pesante.
Hai ragione, il blog è uno spazio che permette di pubblicare quello che più piace senza i costi della stampa! A me piacciono molto i blog che trattano argomenti di nicchia, li trovo interessanti e originali.