|
Veduta di Trieste di Alexander Kircher (1897) |
Trieste
Ho attraversato tutta la città.
Poi ho salita un’erta,
popolosa in principio, in là deserta,
chiusa da un muricciolo:
un cantuccio in cui solo
siedo; e mi pare che dove esso termina
termini la città.
Trieste ha una scontrosa
grazia. Se piace,
è come un ragazzaccio aspro e vorace,
con gli occhi azzurri e mani troppo grandi
per regalare un fiore;
come un amore
con gelosia.
Da quest’erta ogni chiesa, ogni sua via
scopro, se mena all’ingombrata spiaggia,
o alla collina cui, sulla sassosa
cima, una casa, l’ultima, s’aggrappa.
Intorno
circola ad ogni cosa
un’aria strana, un’aria tormentosa,
l’aria natia.
La mia città che in ogni parte è viva,
ha il cantuccio a me fatto, alla mia vita
pensosa e schiva.
Umberto Saba, pseudonimo di Umberto Poli (Trieste, 9 marzo 1883 – Gorizia, 25 agosto 1957), è stato
un poeta, scrittore e aforista italiano. I suoi primi versi risalgono al 1900 ma il primo libro,
Poesie, è del 1911; seguirono:
Coi miei occhi (1912),
Cose leggere e vaganti (1920),
Il Canzoniere (1921; ed. crit. a cura di G. Castellani, 1981),
Preludio e canzonette (1922),
Figure e canti (1926),
Preludio e fughe (1928),
Tre composizioni (1933),
Parole (1934),
Ultime cose (1944), poi tutti raccolti nell’edizione definitiva del
Canzoniere (1945); e quindi
Mediterranee (1947),
Uccelli – Quasi un racconto (1951). Scrisse anche alcune prose fra narrative e liriche:
Scorciatoie e raccontini (1946),
Ricordi-racconti (1956) e S
toria e cronistoria del Canzoniere (1948), contributo alla critica di sé stesso; postumo (1975; nuova edizione 1995) è stato pubblicato un romanzo incompiuto,
Ernesto, scritto nel 1953. Alla contemplazione delle
cose ultime, pervasa da un
pessimismo, da un senso atavico e quasi espiatorio del
dolore, si congiungono, in Saba, una trepida inclinazione per la
donna e per
l’amore, un alacre interesse per
le cose e le creature più umili, per gli aspetti più
minuti della vita e della sua Trieste.
***
Fonte testi:
Poesia, Guida al Novecento di Salvatore Guglielmino
Biografia, Treccani online
Fonte immagini:
Fotografia: Wikipedia
L'avevo letta questa poesia, una vera e propria dichiarazione d'amore per Trieste, città che d'altronde ha una sua tradizione letteraria non indifferente (io ho letto con molto piacere due autori diversissimi tra loro come Italo Svevo e Scipio Slataper, senza contare la tanto vituperata Susanna Tamaro, che a me non dispiace come scrittrice).
Ho fatto un giro nel Friuli proprio l'estate scorsa e Trieste mi aveva incantato. Ricordo con particolare emozione tutti gli scorci, a partire dalla scenografica, elegantissima piazza Unità d'Italia: un vero e proprio belvedere sul mare.
Bellissimo quadro!
Ispira molta serenità e sprigiona una luce particolare. L'azzurro del mare poi è purissimo.