Il ritorno del figliol prodigo di Giorgio De Chirico (1922)
Museo del Novecento di Milano

Il Tuo silenzio è quello delle statue

Il Tuo silenzio è quello delle statue.
Noi obliammo il segreto che diceva
l’anima loro nuda, rivelata:
ed ora il nostro spirito s’addorme
polveroso tra polverosi volti.

Torna ad esser sorgente, dura pietra,
mazza, scalpello, forma che diviene;
riporta l’opra tua dentro le vene
nostre, sino a quando s’avverte il rombo
del Tuo silenzio accompagnare il sangue.

da Diario, Bompiani, Milano 1947

Cesare “Luca” Ghiselli, nato a Viareggio nel 1910, fu il terzo di quattro fratelli. Dopo aver lavorato presso una società viareggina di costruzioni ferroviarie e tranviarie, nel 1927 s’imbarcò come mozzo sulla nave “Cesarino”, della quale l’autoritario padre era comandante. Al termine del suo primo viaggio per mare rinunciò a proseguire la tradizione marinaresca della famiglia e tra il novembre 1929 e il giugno 1930 trovò impiego presso la sede di Viareggio della Cassa di risparmio di Lucca. In quel periodo, sostenuto dalla madre e dalle sorelle maggiori nella passione per la lettura, intraprese la frequentazione di personaggi di rilievo della cultura locale. Alla fine di giugno 1930 venne richiamato alle armi e destinato come semaforista al faro di Campo Serre, nell’Isola d’Elba, dove rimase fino al settembre 1932.

A partire dal 1931 iniziò a scrivere un diario e a dare continuità alla propria produzione letteraria, trovando possibilità editoriale nelle riviste «Il Ventuno», edita dal GUF di Venezia, «L’artiglio» e «Campo di Marte». Tra il 1935 e il 1939 venne richiamato nuovamente a più riprese in Marina per servizi temporanei. Morì il 1° luglio 1939 precipitando in un dirupo durante il servizio prestato al faro di Capo Caccia, in Sardegna. Il diario di Ghiselli e i suoi scritti sono stati pubblicati a cura di Alessandro Parronchi in “Diario” (Firenze 1942 e Milano 1947) e “Poesie con un’appendice di prose e racconti” (Firenze 1942), prima di essere riuniti nel volume “Prose e versi” (a cura di M. Fanfani, prefazione di A. Parronchi, Firenze 1985).

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