Non mi sono mai piaciuti i souvenir kitsch che si vendono nelle stazioni ferroviarie o nelle edicole dove c’è molto passaggio di turisti stranieri. Eppure trovavo ammalianti, pur nella loro orridezza, le classiche bocce che contengono un luogo simbolo della città. Se le capovolgi o le scrolli, ecco che si mettono a turbinare tanti fiocchi di neve. Avevo dunque comprato la mia boccia regolamentare con il Duomo di Milano e la neve: la potete vedere qui a lato.
Stamattina, però, osservandola, mi è sembrata la rappresentazione più tangibile del momento di emergenza, sanitario e storico, che stiamo vivendo. Pare che la città si sia svuotata e come cristallizzata, quasi che un malvagio negromante abbia lanciato qualche sorta di incantesimo. Nella fotografia, come potete vedere, il Duomo è tutto storto ed è davvero brutto, con quei colori rosa e verde… ma resiste. I fiocchi scintillanti che gli girano tutto attorno sono forse la materializzazione di questo virus che sta infettando persone e luoghi? O non è, piuttosto, l’immagine della speranza? A conti fatti, il virus dovrebbe essere fuori dalla boccia e quindi dalla zona protetta. Mi piace pensarla così!
Il nostro tempo è stato comunque scompaginato e rivoluzionato dall’obbligo di rimanere in casa il più possibile, e dalla nostra chiamata a combattere una battaglia all’interno delle nostre abitazioni.
Infatti, pur essendo abituata, per la mia professione e il fatto di procedere in autonomia, a lavorare in smartworking, le mie ore si sono come addensate, quasi avessero assunto un peso specifico diverso. Si sono intensificate le ore – tutte le ore – trascorse al computer: per il mio lavoro, appunto, per vedere dei video, dei film, delle trasmissioni.
Il corso universitario di Storia e Web che avevo iniziato a seguire, in aule sovraffollate, si sta svolgendo con la didattica online tramite audiolezioni da scaricare dalla piattaforma, e ascoltare quando utile: è indubbia la comodità della cosa. Nello stesso tempo la didattica online fa raddoppiare le mie ore di “frequenza”: trascrivo con la massima cura quanto spiega il docente, visito i siti proposti, faccio le esercitazioni scritte che invio poi tramite mail.
Per paradosso, abituata com’ero a leggere nel mio regolare tragitto in metropolitana, sto leggendo pochissima narrativa a parte i testi universitari.
Frequento poco anche i social perché mi sembra che ci sia un clima come al solito intossicante e poco costruttivo, e peraltro sono soltanto iscritta a Facebook. I miei disturbi continuano, sia pure in fase altalenante, e naturalmente non mi aiutano.
Però in questo ambito vorrei mettere in atto l’iniziativa:
La mia idea è di postare sul blog, e poi su Facebook, una poesia completa corredata da un quadro o una fotografia di particolare impatto. Abbiamo bisogno di bellezza scritta, e visiva per riempirci gli occhi e il cuore di immagini e luce e nutrire lo spirito. E sicuramente non rimarrò a corto di materiale! Non importa se non commentate, mi piace pensarvi mentre leggete e osservate. A domani… e per il momento vi mando un abbraccio virtuale.
Mi sembra un'ottima iniziativa, che magari potremmo anche imitare, perché no?
Visto che siamo bloccati (io non ancora, perché la mia ditta continua a lavorare e non siamo attrezzati per lo smartworking) almeno trovare un po' di sollievo sul web non sarebbe male.
Grazie, Ariano! Secondo me è importante volgere lo sguardo anche su quanto ci possa dare gioia e serenità. Anche con la poesia e l'arte il sistema immunitario ne beneficia, tra l'altro. Allora ci diamo domani come primo appuntamento. 😉
Cara Cristina, sì quell'oggetto sembra rappresentare questa situazione così strana, estrema, insolita. E che resterà nella memoria di tutti.
Ti lascio immaginare come sia cambiata anche la mia vita. La didattica a distanza ci sta travolgendo, le famiglie sono spiazzate, saprò scriverne solo quando ne saremo usciti.
Io sto mandando avanti il blog come sempre, sperando di occuparmi di bellezza anche in questo periodo sospeso. Sto preparando due progetti video molto belli, in uno dei due sono riuscita a coinvolgere perfino le colleghe di scuola, che hanno fame di novità per rompere questo stallo e prendere una boccata d'ossigeno.
Mi piace la tua idea, probabilmente parteciperò, sarebbe bello lo facessimo tutti.
Ciao Cry. Sono d'accordo con te. Ottima iniziativa. Più che mai abbiamo bisogno di luce nuova: quest'aria vecchia e stantia ci soffoca offuscandoci la mente. Un abbraccio
Cara Luz, proprio stamattina leggevo un articolo bellissimo di Silvia Avallone sulla responsabilità che devono avere i giovani in questo frangente così difficile. Al di là dell'argomento, mi ha colpito molto una frase: "E' arrivata la Storia". Proprio come recita il motto di questo blog, ora più che mai "La Storia siamo noi."
Non posso nemmeno immaginare lo tsunami che ha travolto voi insegnanti, l'organizzazione didattica, gli studenti. Posso soltanto supporre lo sforzo di adattamento, di resilienza. Tutto è molto complicato, mi auguro soltanto che, passato questo difficilissimo frangente, ne possiamo trarre dei benefici e che faremo tesoro di quest'esperienza obbligata di innovazione. La casa editrice di scolastica per cui lavoro è una multinazionale, e come tale già molto abituata a essere connessa a livello globale, e a far lavorare in rete a distanza dipendenti e collaboratori. Ma ci sono realtà che non sono così interconnesse e organizzate.
Mi fa molto piacere che tu continui a occuparti del blog. Mi propongo di riprendere i miei passaggi nelle vostre "case" virtuali. A presto!
Ciao cara Vanda, ti ringrazio molto del commento! 🙂 Domani ci sarà una poesia bellissima, che ho scelto con cura. Bisogna, sì, guardare anche oltre il dato contingente, altrimenti soffocheremo.
Stiamo vivendo un momento quasi di "limbo", è l'era del tempo sospeso. Un giorno quegli storici che metteranno insieme i dati e ne parleranno descriveranno un clima quasi da attesa infinita. Attesa di notizie, attesa di tornare a rivedere ed abbracciare i nostri cari,attesa che tutto questo finisca. E'l'era dei respiri interrotti.
Grazie di cuore del passaggio, Nick. In effetti si tratta di un tempo sospeso, ma anche molto concentrato. Come si si fosse addensato nello spazio (l'abitazione) e nel tempo (il presente). Si tratta della prima pandemia nell'era globale e interconnessa. Ci sarà senz'altro grande materiale per gli storici di domani! Un abbraccio.
Il web riesce a essere una grande risorsa anche in questi giorni. Anch'io ho questa sensazione di stare vivendo qualcosa che finirà sui libri di storia, un po' come quando è caduto il muro di Berlino… in quel caso però andava meglio.
In questo senso la tecnologia è una vera benedizione. Come al solito si conferma che gli strumenti sono neutri, è sempre la persona che li usa a fare la differenza.
Mi ricordo come se fosse ieri la caduta del Muro di Berlino: ero in metropolitana con il giornale in mano e mi sono commossa. Mi sono proprio venute le lacrime agli occhi.
Proprio così.
Ci sono momenti della storia collettiva e personale che non dimenticherai mai.
Le bocce con la neve mi hanno sempre fatto un po' di tenerezza, io di solito preferisco comprare delle calamite. Certo che la tua boccia con il duomo rende molto lo spirito che stiano vivendo. Forse oggi la tecnologia riesce comunque a darci una mano.
Eheh, in realtà questa è l'unica "boccia" che possiedo. Siamo infatti grandi collezionisti di calamite! Però devono essere rigorosamente di luoghi, quindi città, nazioni ecc., infatti non soltanto ne acquistiamo noi, ma ce le portano anche gli amici. Il problema è che tra poco usciamo dalla cucina perché le appendiamo sulle lavagnette magnetiche che avanzano in file sulla parete…
La tecnologia sicuramente ci aiuta a sentirci meno soli.
Nobile iniziativa Cristina, abbiamo tutti bisogno di nutrire lo spirito in tempi come questi dove è fin troppo facile deprimersi, innervosirsi e scatenare il peggio di sé. Ti mando un carissimo abbraccio, nella speranza anche che i tuoi disturbi stiano migliorando.
Penso che sia una grande prova per tutti, quella che stiamo attraversando. Speriamo soltanto che possiamo trarre giovamento, sia a livello individuale sia collettivo, da questa (durissima) lezione. Ricambio l'abbraccio e… no, purtroppo i miei disturbi imperversano, oggi tra l'altro sono accompagnati da lievi capogiri. 🙁