Blu di cielo di Vasilij Kandinsky (1940) |
Il cielo è di tutti
Qualcuno che la sa lunga
mi spieghi questo mistero:
il cielo è di tutti gli occhi
di ogni occhio è il cielo intero.
È mio, quando lo guardo.
È del vecchio, del bambino,
del re, dell’ortolano,
del poeta, dello spazzino.
Non c’è povero tanto povero
che non ne sia il padrone.
Il coniglio spaurito
ne ha quanto il leone.
Il cielo è di tutti gli occhi,
ed ogni occhio, se vuole,
si prende la luna intera,
le stelle comete, il sole.
Ogni occhio si prende ogni cosa
e non manca mai niente:
chi guarda il cielo per ultimo
non lo trova meno splendente.
Spiegatemi voi dunque,
in prosa o in versetti,
perché il cielo è uno solo
e la Terra è tutta a pezzetti?
Gianni Rodari, all’anagrafe Giovanni Rodari (Omegna, 23 ottobre 1920 – Roma, 14 aprile 1980), è stato uno scrittore, pedagogista, giornalista e poeta italiano, specializzato in letteratura per l’infanzia e tradotto in molte lingue. Unico vincitore italiano del prestigioso Premio Hans Christian Andersen nel 1970, fu uno fra i maggiori interpreti del tema “fantastico” nonché, grazie alla Grammatica della fantasia del 1973, sua opera principale, uno fra i principali teorici dell’arte di inventare storie.
Rodari scriveva per i "ragazzi" ma nelle sue opere c'è da imparare anche da adulti. Peccato che sia un po' scomparso dagli scaffali delle librerie.
Spesso gli scrittori per l'infanzia hanno più livelli di lettura, e sono molto più profondi di quanto non appaiano a prima vista. Grazie del passaggio, Ariano. 🙂
Non so se troverai i miei due commenti da qualche parte, ma pare che vengano assunti solo quelli tramite Google… dicevo bella la poesia e bellissimo il quadro di Kandinsky, che fa sentire una grande leggerezza. 🙂
Sì, ora è comparso questo e quello sulla poesia di Cecco Angiolieri. Il quadro di Kandisnky è davvero uno scorcio di cielo! 🙂
Che poi, le poesie di Rodari, oltre ad avere un senso, sono poesie belle, non come tante filastrocche dozzinali che ti lasciano un senso d'insipido addosso!
… che poi è la differenza tra il vero poeta e quello che si improvvisa al momento. Un po' come nella prosa, secondo me: l'apparente semplicità è frutto di duro lavoro.
Verissimo!
🙂