Eccomi qui a riprendere e completare la mia carrellata di letture del 2019, dopo il mio esordio nell’universo dei videomaker. 😉 Potete trovare la prima parte qui e la seconda qui. Per l’immagine che inaugura il terzo e ultimo post ho scelto Donna che legge di Giola Gandini (1938). Si tratta di un quadro dalle tinte molto delicate dove il soggetto ha un’espressione assorta. Mi hanno colpito in modo particolare le mani, che sono grandi, quasi sproporzionate, e che fungono da vero leggio per il testo. L’opera trasmette tutto l’amore e il rispetto che la giovane donna prova per il libro.
La biografia di questa pittrice, inoltre, è interessante e toccante nello stesso tempo. Nacque a Parma e da piccola si trasferì a Venezia; fu colpita in tenera età dalla poliomielite, malattia che la costrinse ad un’esistenza molto ritirata. Giola studiò pianoforte e ottenne la licenza magistrale, dopodiché si dedicò alla sua passione, la pittura. Elaborò uno stile molto personale, caratterizzato dalla ricerca dell’architettura dei corpi, da una vena intimistica e malinconica e da un tratto cromatico incisivo. Tra il 1929 e il 1940 partecipò a molte esposizioni, tra le quali la II Quadriennale nazionale d’arte di Roma nel 1935 e la Biennale di Venezia nel 1940. Nel 1941, a soli 35 anni, si spense per le conseguenze della poliomielite.
Dopo questo omaggio a Giola Gandini, procediamo ora con gli ultimi libri letti!
41. Baci scagliati altrove e altri racconti di Sandro Veronesi
Nell’omonimo racconto che dà il titolo alla raccolta, Baci scagliati altrove, i percorsi tortuosi dell’io narrante sono ostacoli che si superano soltanto quando si riduce lo spazio tra pensiero e azione. Come succede a J-X-Z, nobile rampollo di una famiglia di sangue blu, amico di infanzia del protagonista poeta. Una raccolta di storie in cui gli uomini cercano risposte agli interrogativi mentre la vita, con le sue relazioni e dinamiche, si muove.
Commento: Era la prima volta che leggevo qualcosa di questo autore, e a dire la verità questi racconti non mi hanno fatto strappare i capelli. Il racconto Baci scagliati altrove, però, vale da solo tutta la raccolta. Ho trovato pressoché insopportabile Profezia, che la inaugura, e che invece è stato osannato dalla critica (“uno dei più bei pezzi narrativi scritti in questi anni”): “Io so chi sei, Alessandro Veronesi, conosco l’animo tuo, e ti dico che ti adopererai e ti industrierai affinché tuo padre non muoia in un letto d’ospedale bensì, secondo le sue volontà, nel suo, nel cuore della sua dimora.” Non è il tema trattato, ma è stato proprio lo stile a disturbarmi. Ho letto alcune recensioni di lettori affezionati, e pare che Sandro Veronesi sia più coinvolgente nella forma più ampia del romanzo che nella brevità del racconto. Sospendo il mio giudizio fino a quando avrò letto Caos calmo.
42. L’ultimo dei Bezuchov di Marco Freccero
Due tra gli esseri più improbabili di questi tempi, un malato e un seminarista, si incontrano su un treno. Il primo torna a casa per salutare il padre che muore, il secondo rientra a Savona per una breve vacanza di una settimana. Ma in quei pochi giorni il seminarista avrà l’opportunità di conoscere un essere impossibile da catalogare e da capire. E dotato di un talento particolare. Quando dopo alcuni anni, ormai prete impegnato e povero, riceverà la notizia della morte di quel “breve amico”, tornerà a indagare su quelle giornate lontane, sino a decidere di viaggiare fino alle isole Orcadi, dove l’ultimo dei Bezuchov ha scritto la parola “Fine” in un silenzio umile e commovente.
Commento: Diversamente da Sandro Veronesi, Marco Freccero si è sempre cimentato con i racconti, la forma breve della narrazione che potrebbe indurre un falso senso di “facilità”. Niente di più sbagliato, poiché il racconto permette un’ottima palestra narrativa prima di affrontare il più corposo romanzo… ma è un genere difficilissimo. Per chi non conosca l’autore, consiglio vivamente la lettura della Trilogia delle Erbacce per acquisire familiarità con una scrittura semplice, curata e non banale. Marco Freccero ci propone questo suo romanzo breve, dove ricorrono dei temi a lui molto cari, ma dove si aprono anche zone di mistero. Qui la mia recensione su Amazon, dal titolo “L’approdo di ogni umano viaggio”. L’ultimo dei Bezuchov è il quarto libro da me letto di amici blogger.
43. Medioevo inquieto: storia delle donne dall’VIII al XV secolo di Armanda Guiducci
Armanda Guiducci continua la sua opera di scavo nella grande “storia sommersa” delle donne, iniziata con “Perdute nella storia”. Partendo dal punto in cui si era concluso il volume precedente, qui ripercorre l’inquietudine di un “femminile” che trova in una società nuovamente in espansione le occasioni per palesare la propria esistenza. Sono le donne arabe degli harem di Spagna a imporsi per prime con la loro abilità di artiste, trovatrici, calligrafe e bibliotecarie; sono loro, che impongono ai califfi un amore nuovo, fatto di amicizia e di intelligenza. Poi le provenzali, anch’esse portatrici di poesia e di “amor cortese”; le castellane, che governano i feudi nelle lunghe assenze dei mariti crociati; le cittadine, partecipi della febbre economica dei secoli della rinascita; infine le mistiche, che trasferirono in Cristo le energie fisiche e intellettuali che la società comprimeva.
44. Introduzione alla storia della Chiesa di Manfred Heim
Il volume ricostruisce i momenti fondamentali della storia della Chiesa cattolica, ortodossa e protestante dall’antichità ai giorni nostri. Un ricco apparato bibliografico, cronologico e di fonti rende il volume un utile strumento di consultazione per gli studenti di storia e di teologia.
Commento: Un buon compendio di storia della Chiesa, che presenta non soltanto la Chiesa Cattolica, ma anche il processo di nascita e sviluppo delle varie Chiese Riformate, e altre confessioni. Da ripassare, insieme con i materiali del corso che ho avuto la fortuna di frequentare in autunno, per l’esame di storia della Chiesa prossimo venturo!
In procinto di morire, il trentenne Culkaturin decide di ripercorrere per iscritto la sua vita. Storia di un uomo vissuto invano o, come dirà il protagonista con compiaciuta lucidità, di un “uomo superfluo”, definizione che attraverserà la storia della letteratura russa dell’800.
Commento: L’uomo superfluo ci parla in prima persona. Sta scrivendo un diario poiché prossimo alla morte, dove descrive il tempo e gli accadimenti della sua vita; l’unica persona che lo assiste e con cui dialoga è una vecchia e stizzosa domestica. Scopriamo con sgomento e compassione che l’uomo è molto giovane, tuttavia, man mano che si procede nella lettura, si consolida l’impressione di una personalità tutta concentrata su se stessa e sulle sue esigenze, così ordinaria da essere fin troppo riconoscibile. Persino l’affermazione di inutilità sembra essere un altro modo per ricondurre a sé l’attenzione del lettore. Tutto sembra ridursi all’amore non corrisposto per Liza, cui in ultima analisi il protagonista attribuisce il fallimento di una vita. L’opera offre anche uno splendido spaccato della società russa di fine Ottocento, con la sua società, i suoi riti e le sue ipocrisie (il protagonista è stato inviato per ragioni di servizio presso una piccola e sonnolenta cittadina di provincia). Un piccolo libro, ma un autentico capolavoro che consiglio vivamente di leggere.
46. Racconti di Grazia Deledda
“Cadeva la sera ed egli stava seduto davanti alla porta, silenzioso e accigliato. Dentro di sentiva ancora il rumore monotono della macina del grano e la voce esile di Telène che di tanto in tanto aizzava l’asino intorno alla mola: si lavorava ancora, dentro, sebbene fosse quasi sera e sera di festa.
Fuori, ad una estremità e all’altra della strada dritta, animata in quell’ora da torme di ragazzi, si vedevano due cime di monti, nera quella a destra sullo sfondo rosso del crepuscolo, azzurra quella a sinistra, sul cielo pallido, con una grande luna d’oro sopra.”
Commento: Mentre leggevo questa raccolta di racconti dell’autrice sarda, mi sono detta a più riprese: “Questa è grande letteratura.” Sono racconti mirabili, in cui la descrizione del paesaggio riflette ciò che agita il cuore dei protagonisti, e nello stesso tempo è lo scenario che dispiega la sua forza immensa, selvaggia, ancestrale. I protagonisti sono pastori, vignaioli, vecchi e donne, bambini: gente semplice. I racconti sono uno più bello dell’altro, ma sono stata letteralmente folgorata da Il cuscino ricamato, splendido e inquietante nel suo finale, Il mago con la sua pletora di superstizioni rurali (o forse no?) e Il padre, dove incombe la tensione di un omicidio che scaturisce dalle viscere, e che viene progettato sulla base di una somiglianza… . Narrazioni che si imprimono nella memoria. Chapeau.
47. Le donne nell’Europa moderna di Merry E. Wiesner
Dalla Spagna alla Scandinavia, Merry E. Wiesner racconta la vita delle donne europee, dal 1500 al 1750, facendo il punto degli studi sulla condizione femminile nell’Europa moderna. Il volume, la cui edizione italiana è introdotta da un’autorevole studiosa di genere come Angela Groppi, si rivolge a studenti di diverse discipline che si avvicinano alla storia secondo una prospettiva di genere.
Commento: Un testo utile e completo per avere una panoramica non soltanto della vita delle donne nell’età moderna, ma anche per avere un raccordo con le donne di età medievale. In quest’ultima età si consolidano appieno i sistemi di pensiero che denigrano la donna, sulla base delle Sacre Scritture e delle lettere di san Paolo, ma anche dei testi dei Padri della Chiesa e di quelli aristotelici, avvilendo la donna sulla base degli episodi biblici e sulle convinzioni biologiche. Molto interessanti sono i capitoli sulla Riforma protestante e sull’avvio dell’alfabetizzazione femminile, come pure quelli sulle età della donna, sul baliatico, il mondo delle levatrici, il lavoro in bottega e quello ambulante. Per me imperdibili sono le pagine sulle salonnière parigine del Seicento e Settecento!
48. Racconti scelti di Rainer Maria Rilke
“Eccoci” esclamò Pierre a voce alta e allegra mentre prendeva la sua piccola e modesta valigia grigia dalla rete per i bagagli. In grandi lettere compassate, ufficiali, vi si poteva leggere: Pierre Dumont, I anno, N. 20. La madre guardava silenziosa davanti a sé. Quando il piccolo pose il bagaglio sul sedile di fronte, i grandi caratteri ostinati le si presentarono dinanzi agli occhi. Eppure li aveva già letti cento volte in quel viaggio di parecchie ore.”
Commento: Si respira un’aria crudele in questi racconti scelti di Rainer Maria Rilke. Vi sono collegi militari dalla maschia disciplina, cui appartiene il brano che ho riportato sopra, contrapposti alla tenerezza materna, che accompagna il piccolo Pierre Dumont nell’inutile tentativo di avvolgerlo e proteggerlo fin dentro l’edificio. C’è la donna ossessionata e ossessionante, nel racconto La vicina, che mi ha ricordato molto Fosca di Iginio Ugo Tarchetti, esponente di spicco della scapigliatura milanese. C’è Gli ultimi dove la passione politica si intreccia con quella sentimentale. Si coglie appieno il momento di passaggio tra Ottocento e Novecento.
49. La panchina della desolazione di Henry James
L’estrema, quasi mostruosa, passività del protagonista, uno dei temi cari all’arte dello scrittore americano Henry James (New York 1843 – Londra 1916), ritorna in questo racconto apparso nel 1910; e ritorna nelle vesti di un mediocre libraio di provincia, Herbert Dodd, prima assediato e infine “salvato” dalla fissazione amorosa della donna un tempo rifiutata, l’implacabile Kate Cookbam, vera dea ex machina della narrazione. Intanto, fra i due estremi di una passione impossibile, si è svolta la sua vita, quasi soltanto scalfita dal resto degli avvenimenti: la moglie, le figlie, il negozio, tutti sacrificati sull’altare di una spaventosa, invincibile debolezza.
Commento: Non è mai facile leggere la prosa di Henry James, e non è lettura di veloce consumo: le sue frasi sono lunghe e complesse, numerosi gli incisi che le spezzano ulteriormente, gli avverbi sono elargiti in misura abbondante, e il tutto sembra ritorcersi contro il lettore come un groviglio irato di serpenti. Eppure il gioco vale la candela, e alla fine si emerge dalla lettura di questo racconto lungo con la sensazione di essere sprofondato nell’interiorità del protagonista e di aver percorso una molteplicità di strade, che si dipanano all’infinito. Anche la trama è appagante: il destino di Herbert Dodd pare segnato fin dall’inizio, eppure una svolta inaspettata lascerà il lettore a bocca aperta.
50. Gli scapoli delle colline e altri racconti di William Trevor
Vite che nascondono segreti, vite vissute in solitudine o sottovoce, vite che riescono ad accendersi, anche per un solo istante, riscattando così un’intera esistenza. Questo è il destino che accomuna i personaggi dei dieci racconti qui raccolti, vicende apparentemente dimesse, quotidiane, eppure di un’intensità inattesa, quando grazie a un gesto, una parola, un silenzio, si spalancano oscure profondità. Un padre, una figlia e un corteggiatore incatenati a un terribile segreto, un reverendo della Chiesa d’Irlanda rimasto solo nella sua parrocchia priva di fedeli, un giovane muratore tentato dall’azione terrorista, un curioso editore che nutre un amore inconfessato per la moglie del collega, un fratello e una sorella tormentati da un remoto senso di colpa: William Trevor getta sprazzi di luce sulle pieghe nascoste della loro anima, sul dolore passato o sulla serenità trattenuta del presente.
Commento: Racconti molto belli e intrisi di malinconia, con personaggi dalle storie quiete, mai drammatiche, dove lo scrittore non indulge al colpo di scena o al facile effetto. Sono uomini e donne ordinari, in cui ci possiamo riconoscere, con le loro debolezze e le loro aspirazioni spesso frustrate dalla sorte, o dalla loro impossibilità a esprimere appieno i loro sentimenti, e che finiscono per rimanere prigionieri di loro stessi e dei luoghi dove sono nati. Com’è scritto nella quarta, soltanto un momento di fulgore riesce ad accendere la loro esistenza.
51. Vita di Gesù di Ernest Renan
Alla sua pubblicazione nel 1863 in Francia questa Vita di Gesù suscitò accese discussioni, scalpore e scandalo fino al punto di costare al suo autore la perdita della cattedra universitaria al Collège de France. La tesi sostenuta, rivoluzionaria ed “eretica” per l’epoca, era quella di considerare la figura di Gesù come un personaggio storico e sotto una luce umana e terrena. L’autore esamina pertanto la nascita, la predicazione e la morte del Cristo con lo sguardo, sempre partecipe e appassionato, dello storico e del filologo attento ai fatti e alle fonti. Concepita come parte centrale di una più ampia e successiva Storia delle origini del Cristianesimo, la Vita di Gesù conobbe un grandissimo successo di pubblico diffondendo in pochi mesi sessantamila copie e superando nelle vendite persino Madame Bovary.
Commento: Si tratta di un libro che occorreva leggere nell’ambito del corso di Storia della Chiesa, e che ora sto leggendo in lingua francese. In italiano la traduzione risulta piuttosto faticosa a causa dei termini obsoleti, e dei periodi involuti com’era nello stile ottocentesco. Viceversa, la lingua originale esprime appieno anche quello che era la ricerca musicale e armonica di Ernest Renan, che contribuì alla fortuna di un testo che originò delle vere e proprie sommosse in Francia con scontro fisici tra cattolici osservanti e altri di mentalità più aperta.
Come viveva una lavoratrice in una città dell’Europa moderna? Che opportunità le si offrivano e quali barriere si opponevano alla sua carriera lavorativa? Quali attività poteva svolgere e a quali salari poteva aspirare? Artigiane, commercianti, balie e prostitute, ma anche mercantesse, artiste, giornaliste e capitane d’industria, le donne ebbero un ruolo fondamentale nell’evoluzione economica della società europea, nonostante i molti limiti che leggi e tradizioni imposero alla loro libertà di azione e movimento. Sulla base di un’ampia bibliografia internazionale e di inedite ricerche d’archivio, questo libro offre una ricca panoramica delle attività economiche delle donne nelle case e nelle botteghe, sulle strade e nei mercati, nei conventi e negli ospedali, inserendole nei grandi mutamenti che caratterizzarono l’età moderna, dalla globalizzazione all’industrializzazione, dalle riforme religiose alla rivoluzione dei consumi, nell’ambito di una vasta area geografica, che va dall’Italia alla Scandinavia, dalla Spagna alla Polonia.
Commento: Un testo da rileggere e ristudiare per l’esame di Storia delle Donne, che ho potuto apprezzare maggiormente al secondo “giro di studio”. L’avevo portato infatti all’esame di Storia Moderna, come monografia, ed era quello che avevo studiato meno!
53. Il principe di Niccolò Machiavelli
Considerato da alcuni un manuale per tiranni, oggetto di innumerevoli leggende e false citazioni, il capolavoro di Machiavelli costituisce un imprescindibile spartiacque fra il pensiero politico medievale e la modernità. Scritto nel momento più buio della storia d’Italia, mentre potenze straniere si contendevano i ricchi ma deboli Stati regionali, contiene il sapere che Machiavelli aveva acquisito in quindici anni di amministrazione dello Stato. Un’opera amara e disincantata, nella quale, tracciando il profilo del principe ideale, si analizzano le ragioni dell’agire umano e si separa, per la prima volta, la politica dalla morale. Nel 1599 fu inserito nell’Indice dei libri proibiti, con l’accusa di aver diffuso la corruzione politica in Francia.
Commento: Finalmente, dopo averci girato attorno per moltissimo tempo, sono riuscita a leggere per intero questa pietra miliare che inaugura il pensiero politico moderno (ne avevo sempre letto degli stralci nelle antologie di letteratura italiana). Tra l’altro, è inaggirabile per me che nel mio percorso universitario ho scelto l’età moderna, che va dal 1492 a metà Ottocento! Ho fatto fatica a leggerlo, dato che si trattava della versione nell’italiano dell’epoca e con un notevole apparato di note, ma è stata un’autentica rivelazione. E che dire della descrizione dell’Italia devastata dalle guerre e dalle invasioni straniere? ... era necessario che la Italia si riducessi nel termine che ella è di presente, e che la fussi più schiava che gli Ebrei, più serva ch’e’ Persi, più dispersa che gli Ateniesi; sanza capo, sanza ordine; battuta, spogliata, lacera, corsa; ed avessi sopportato d’ogni sorte ruina. Ogni frase sarebbe da rileggere con attenzione e discutere, facendo i debiti paragoni con l’attuale situazione italiana…
Ed ecco il momento tanto atteso, ovvero I MIEI PREMI DEL 2019.
1. I templari – Grandezza e caduta della ‘Militia Christi’ a cura di Giancarlo Andenna, Cosmo Damiano Fonseca, Elisabetta Filippini
2. Medioevo inquieto: storia delle donne dall’VIII al XV secolo di Armanda Guiducci
3. Bonbon Robespierre. Il terrore dal volto umano di Sergio Luzzatto
1. La ciociara di Alberto Moravia
2. Centomila gavette di ghiaccio di Giulio Bedeschi
3. L’armata dei sonnambuli dei Wu Ming
+ menzione speciale per Racconti di Grazia Deledda
1. Storia dell’alchimia di Eric John Holmyard
2. I templari – Grandezza e caduta della ‘Militia Christi’ a cura di Giancarlo Andenna, Cosmo Damiano Fonseca, Elisabetta Filippini
3. Storia delle donne Vol. 2 – Il Medioevo di Georges Duby e Michelle Perrot
1. Le impressioni di Berthe di Stella Stollo
2. Gli scapoli delle colline e altri racconti di William Trevor
3. Veronica c’è di Grazia Gironella
***
Si è conclusa la mia lunga rassegna di titoli, dove spero abbiate trovate qualcosa di vostro gusto o che vi abbia incuriosito. Approfitto per informare coloro che non hanno Fb che anche l’esame di Storia delle Donne e delle Identità di Genere è andato benissimo: 30 e lode! 😀 E con questo, come direbbe Mourinho, ho fatto la triplete. 😉 Alla prossima.
Ti ringrazio per aver citato "Medioevo Inquieto", non conoscevo questo testo. Adoro le biografie e soprattutto quelle al femminile e questo scritto sembra andare anche contro quella visione del mondo femminile nel Medioevo che oggi abbiamo.
Ciao Michela, benvenuta nel blog e grazie per il commento! 🙂 In "Medioevo Inquieto" c'è una bella carrellata di profili femminili, o movimenti anche mistici ed ereticali. Su questo blog puoi trovare, per esempio, un articolo su Margherita Porete e sulle beghine, proprio basato su "Medioevo Inquieto". Ho dato una rapida occhiata al tuo blog, mi piace davvero molto soltanto a un primo sguardo. Mi riprometto di visionarlo con maggiore attenzione!
Confermo che le tue letture sono davvero assai impegnative. Nello specifico non ne ho letto nessuno, però ho letto altre opere di James e della Deledda.
James è sempre molto impegnativo, ti ci puoi perdere… Avevo letto in gioventù alcuni romanzi di Grazia Deledda. E' un vero peccato che non la legga più nessuno!
Complimenti per l'ottimo risultato all'esame. 😉
Grazie, Nick. Il prossimo è Storia della Chiesa, ma a giugno. Avendo frequentato il corso in autunno, pare che sia piuttosto semplice e rapido. 🙂
Ho da tempo intenzione di leggere qualcosa di Rainer Maria Rilke, ma il tuo "si respira un'aria crudele in questi racconti" mi fa pensare di scegliere qualcosa di diverso per partire.
Grazie per avere inserito quella di Veronica c'è tra le best copertine di narrativa! 🙂 Adesso ho più dubbi di prima, perché stavo valutando se cambiare cover al romanzo, anche se a me piace. Medito, medito…
Conoscevo Rainer Maria Rilke soltanto per alcune poesie, che sono sublimi. Per quanto riguarda il tuo romanzo, io non cambierei la copertina: mi sembra perfetta com'è e mi era piaciuta al primo sguardo. Per "Cercando Goran" la modifica aveva senso perché si trattava (anche) di una riscrittura.
Giusto. Grazie del consiglio!
Mi auguro che la vecchissima Morla (che sarei io) ti sia stata utile. 😉
Come sempre, un elenco di letture molto interessanti quanto di sicuro impegnative…! Quello sull'alchimia, come già sapevi, mi aveva colpito parecchio, perciò credo che un bel giorno lo leggerò!
Inoltre, mi fa piacere che figuri anche nell'elenco della tua assegnazione personale per i premi della miglior copertina perché in effetti è molto originale.
E per ultimo ma non per questo meno importante, complimenti per l'esame! 🙂
Ho visto in giro lo stesso libro sull'alchimia con una copertina differente: mi auguro che sia una nuova edizione dove siano stati corretti refusi e imprecisioni! In caso contrario, è una lettura davvero faticosa e irritante. Anche questa nuova copertina è molto bella. In entrambi i casi si tratta di incisioni cinquecentesche, simboliche e affascinanti. 🙂
Grazie per i complimenti per il risultato dell'esame. A parte il fatto che ero l'unica a sostenerlo, mentre c'è sempre un esercito di studenti, si è trattato di un esame nella norma. 😉
In effetti quelle mani sono un po' deformi…
Anche questa volta non ho letto nessuno dei libri citati, anche se alcuni degli autori almeno di nome li conosco. Mi piace molto la copertina del libro di Trevor.
Comunque con questi votoni sarai l'invidia dei tuoi compagni di corso…
Sì, la copertina del libro di Trevor è davvero molto bella. Ero indecisa tra questa e quella della raccolta di Rilke con la spada, peccato però per l'etichetta del titolo che la copre parzialmente.
Per quanto riguarda il votone, in effetti un mio amico, ridendo, mi ha detto che ci sono schiere di studenti che si stanno suicidando… 😉