Eccomi con la seconda parte del mio elenco di libri letti nel 2019 (ho pubblicato la prima parte qui). Al posto della vaporosa Madame Monet che legge sul divano, vi propongo un bellissimo quadro dal titolo Sogni di Vittorio Matteo Corcos dipinto nel 1896 e attualmente alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Mi piace molto l’atteggiamento della ragazza, volitivo e pensoso allo stesso tempo, la sua eleganza e, nello stesso tempo, la presenza dei libri appoggiati sulla panchina. Ma bando alle ciance perché la carne al fuoco è tanta anche qui per cui procedo con l’inserimento dei titoli, della quarta di copertina, o di un estratto, e del mio commento. Concluderò poi il mio elenco nel terzo e ultimo post con i pochi titoli rimasti, unitamente ai premi dell’anno.

22. Il colonnello Chabert di Honoré de Balzac

“Il colonnello Chabert”, apparso nel 1832 e poi inserito nel grande e composito mosaico della Commedia umana, ricostruisce il dramma di un ufficiale napoleonico che, ritenuto morto in battaglia a Eylau, ritorna dopo molte terribili avventure a Parigi per ritrovare la sua identità e i suoi affetti, ma si trova contro un muro di indifferenza e di interessi consolidati. Un dramma di sentimenti e passioni violente che il nuovo arrivismo e l’avidità di denaro, impersonati nell’ex moglie di un colonnello, si sforzano di soffocare. Un quadro potente e intenso della vita francese sotto la Restaurazione.

Commento: Avevo giustappunto in casa questo breve romanzo di Balzac come pubblicazione abbinata al quotidiano, e avevo visto anche il film che ha come protagonista Gerard Dépardieu nei panni del colonnello Chabert. Lo sprone decisivo è stato però il video sul blog di Marco Freccero, dal titolo “Questo romanzo di Balzac ti farà amare Balzac”, e che potete trovare qui. Che cosa posso aggiungere rispetto a quanto magistralmente descritto da Marco, se non invitarvi a leggere lo spaccato di una società arida e opportunista che assomiglia tanto alla nostra? Lo sfortunato e dignitoso colonnello sembra crescere nella sua statura morale man mano che procedono le sue vicende, mentre i coprotagonisti diminuiscono come nani… beninteso in senso etico.




23. La ciociara di Alberto Moravia

«La ciociara» è la storia delle avventure e disavventure di due donne, madre e figlia, costrette a passare un anno vicino al fronte del Garigliano tra il 1943 e il 1944. Ma è anche e soprattutto la descrizione di due atti di violenza, l’uno collettivo e l’altro individuale: la guerra e lo stupro. Dopo la guerra e dopo lo stupro né un paese né una donna sono più quello che erano. È avvenuto un cambiamento profondo, che si manifesterà più tardi in modi imprevisti e incalcolabili; un passaggio si è verificato da uno stato di innocenza e di integrità a un altro di nuova e amara consapevolezza. D’altra parte tutte le guerre che penetrano profondamente nel territorio di un paese e colpiscono le popolazioni civili sono stupri; più di tutte quella che, per la prima volta nei tempi moderni, rastrellò l’Italia intera, dal Sud al Nord, portando nelle località più isolate e ignare le armi e l’arbitrio delle popolazioni straniere. La ciociara non è un libro di guerra; è un romanzo in cui la guerra è vista con gli occhi di chi la soffrì senza combatterla: i civili, con le loro speranze, avventure e delusioni, che in un primo momento si illusero forse di restarne fuori e poi ebbero a soffrirne le peggiori conseguenze. È una storia che narra l’esperienza umana di quella violenza profanatoria che è la guerra. 


Commento: Molti conoscono la storia di Cesira e della figlia Rosetta per merito del film La ciociara del regista Vittorio De Sica. Spaventate dai bombardamenti su Roma e dai tedeschi, le due donne sfollano per andare in Ciociaria, la terra d’origine di Cesira. Insieme agli altri membri di una piccola comunità, per nove mesi le due donne sopportano la fame, il freddo, e la sporcizia mentre attendono l’arrivo delle forze alleate. Durante il viaggio di ritorno a casa, e quando tutto sembra volgersi al meglio, vengono stuprate da alcuni soldati marocchini (i gourmiers) appartenenti alle truppe alleate francesi. L’interpretazione di Sophia Loren le valse l’Oscar, e il film fece luce sulle cosiddette “marocchinate”, cioè gli stupri perpetrati da questi reparti originari del nord Africa e che avanzavano lungo la penisola, e sulle devastanti conseguenze per le vite delle donne abusate, che molto spesso non parlarono per vergogna. Ho approfondito questo tema durante il mio laboratorio sulle donne in età contemporanea, scoprendo innumerevoli casi di abusi di guerra di cui si è taciuto a lungo. A questo proposito voglio proporvi questo link della Proloco Castro di Volsci dove si mostra il monumento dedicato alla Mamma Ciociara, più eloquente di ogni parola. Andate a dare un’occhiata, vi prego.

Nel romanzo Alberto Moravia usa la prima persona per dare voce a una donna straordinaria per forza d’animo. Cesira ha origini contadine e quindi non è colta, ma possiede virtù pratiche e molto buon cuore; ed esprime un amore assoluto per la figlia Rosetta, che difende come una leonessa difende il suo cucciolo. Importantissimi sono anche i personaggi di contorno, soprattutto la comunità di sfollati rifugiata sulle montagne, spesso animata da diffidenza, opportunismo, egoismo in un mondo abbrutito dalla paura e dalla violenza. Tra loro spicca Michele, un giovane intellettuale puro e idealista, che sarà un’altra vittima della guerra.



24. Il mare si lasciava attraversare di AA.VV. (autori albanesi)

Ron Kubati. Va e non torna
Elvira Dones. Senza bagagli
Leonard Guaci. I grandi occhi del mare
Leoreta Ndoci. Lettere (d)al Paradiso
Artur Spanjolli. I nipoti di Scanderbeg
Enkelejd Lamaj. Ricordi perduti
Darien Levani. La pallottola che mi è stata destinata
Fatos Kongoli. L’ombra dell’altro
Amik Kasoruho. Il lunghissimo volo di un’ora

Commento: Questo è la prima raccolta di racconti che ho letto, editi insieme al quotidiano. La maggior parte di queste storie parla della vita che si conduceva in Albania all’epoca della dittatura di Hoxha, delle ingiustizie, della paura, della mancanza di speranza e dei progetti di fuga all’estero. Il racconto Senza bagagli, per esempio, si basa sull’esperienza dell’autrice stessa che nel 1988 riuscì a scappare dall’Albania per rifugiarsi in Svizzera. L’ombra dell’altro narra di un orfano che viene mandato a vivere a casa della sorella maggiore Irma e scopre che la sorella ha avuto un figlio da un gerarca comunista. Il lunghissimo volo di un’ora è un altro racconto autobiografico, dove il protagonista rivive il suo passato di prigioniero politico e le sevizie subite in carcere. I racconti sono molto interessanti, alcuni più coinvolgenti di altri nella forma narrativa, senza nulla togliere al valore di testimonianza civile e politica di ciascuno.



25. Dalla rivoluzione industriale all’integrazione europea di Vera Zamagni

In questo rapido profilo, Vera Zamagni illustra nei suoi snodi essenziali l’evoluzione economica europea dal Settecento a oggi. L’autrice esamina i modelli concettuali dello sviluppo e ne coglie le componenti tecnologiche, istituzionali e sociali. È così ripercorso il consolidarsi nell’Ottocento delle economie francese e tedesca, asburgica, russa, italiana e spagnola, mentre viene sottolineata l’ascesa dei principali concorrenti dell’Europa, cioè Stati Uniti e Giappone. La prima affermazione dell’economia internazionale, la Grande guerra, la nascita dell’Urss, le crisi degli anni venti e trenta, la ricostruzione postbellica degli anni cinquanta e la nascita di uno spazio economico propriamente europeo sono la cornice entro la quale il volume inserisce una lettura storica dei problemi micro- e macro-economici, mostrando l’interazione delle diverse componenti finanziarie, politiche e industriali.

Commento: Sigh! Avevo letto questo saggio extra, che in realtà appartiene a mio figlio, per prepararmi ancora meglio all’esame di Storia economica.

26. Dialoghi con i non umani a cura di Emanuele Fabiano e Gaetano Mangiameli

Negli ultimi anni l’antropologia culturale ha rafforzato il suo interesse per le relazioni tra umani e non umani, facendone uno dei temi privilegiati della riflessione teorica e della rappresentazione etnografica. Il dialogo tra umani e non umani permette di ridiscutere l’antropocentrismo, di apprezzare altre forme di umanità e di cogliere le sfide concettuali che emergono da visioni del mondo radicalmente opposte al naturalismo occidentale. I saggi qui inclusi illustrano alcuni aspetti di questa corrente di studi, in gran parte sulla base di etnografie (Papua Nuova Guinea, Congo, India, Alaska, Perù, Ghana), facendo riferimento alle relazioni degli esseri umani con la flora, la fauna e la tecnologia e focalizzando l’attenzione sui sistemi di pensiero, sulle pratiche, sull’esperienza del suono e sulla musica.

Commento: Questo libro è piuttosto recente, infatti è stato pubblicato a febbraio dello scorso anno, e occorreva portarlo all’esame di Antropologia culturale. Si trattava di una lettura obbligatoria per i non frequentanti e, avendo comprato gli altri volumi a gennaio, non avevo più riguardato l’elenco dei libri. Nel mese di luglio mi sono poi accorta con orrore che mancava questo testo. Per fortuna si tratta di una lettura agile e di facile assimilazione, e degli otto saggi proposti occorreva sceglierne cinque. Il tema fondamentale è il rapporto con l’ambiente e le specie animali, ma non solo, e il cambiamento climatico. Dopo le domande su Antropologia Culturale – I Temi fondamentali, il docente mi ha chiesto di parlare dei cambiamenti climatici visti con gli occhi dei Q’eros nel Perù.

27. Il cavaliere d’inverno di Paullina Simons

Leningrado, 1941. In una tranquilla sera d’estate Tatiana e Dasha, sorelle ma soprattutto grandi amiche, si stanno confidando i segreti del cuore, quando alla radio il generale Molotov annuncia che la Germania ha invaso la Russia. Uscita per fare scorta di cibo, Tatiana incontra Alexander, un giovane ufficiale dell’Armata Rossa che parla russo con un lieve accento. Tra loro scatta subito un’attrazione reciproca e irresistibile. Ma è un amore impossibile, che potrebbe distruggerli entrambi. Mentre un implacabile inverno e l’assedio nazista stringono la città in una morsa, riducendola allo stremo, Tatiana e Alexander trarranno la forza per affrontare mille avversità e sacrifici proprio dal legame segreto che li unisce.



Commento: Di questo romanzo avevo parlato io stessa come una delle delusioni più cocenti dello scorso anno, nell’ambito di questo post dal titolo “Perché troppo sesso nei romanzi fa ridere?” per cui non vi affliggerò oltre sull’argomento.



28. Il giardino viola di Nadia Banaudi

Un romanzo di formazione sul rapporto genitori figli. La storia di una ragazza, Viola, alla ricerca del  proprio ruolo nella vita, la lettera della madre che si incrocia con la realtà in uno strano gioco di emozioni. Un racconto motivazionale, ricco di spunti per far emergere i propri doni naturali.


Commento: Questo è il secondo libro scritto da un’amica blogger, Nadia Banaudi, che mi ha tenuto compagnia nel mese di agosto. 🙂 Qui la mia recensione sulla pagina Amazon, dal titolo “Il giardino della vita”. Nadia possiede un tocco di particolare delicatezza nell’esprimere il mondo femminile, le relazioni tra madre e figlia, i sentimenti e gli affetti. Dopo la lettura dei suoi romanzi, si prova un senso di grande benessere e pace interiore: non è poco!

29. Veronica c’è di Grazia Gironella

Per sfuggire a una realtà intollerabile, Veronica si mette sulle tracce di un sogno: il padre che non ha mai conosciuto. I sogni, però, possono essere pericolosi… 


Veronica ha sempre avuto una situazione familiare difficile per i problemi di sua madre. Quando scopre che sta per seguirla in una comunità per tossicodipendenti e per l’ennesima volta si vedrà sconvolta la vita, decide di fuggire per trovare il padre che non ha mai conosciuto. Non sa che i problemi di sua madre la metteranno in pericolo, né che “padre” può essere solo una parola. Ma la fuga le farà anche conoscere delle persone speciali, che la aiuteranno a rispondere alla sua vera domanda: chi sono io?

Commento: Veronica c’è è stata un’altra bella lettura tra luglio e agosto… e inoltre, per combinazione, Grazia e io abbiamo avuto modo di vederci a Udine durante il mio tour del Friuli. In questo modo ho potuto sottoporre a Grazia il suo libro, fresco di stampa, per una dedica! 🙂 Qui la recensione su Amazon, dal titolo “Un personaggio che c’è” dove elogio particolarmente la bravura dell’autrice nel delineare il mondo dell’adolescenza… che, inevitabilmente, un po’ ci siamo dimenticati.

30. I templari – Grandezza e caduta della ‘Militia Christi’ a cura di Giancarlo Andenna, Cosmo Damiano Fonseca, Elisabetta Filippini

Il volume contiene 20 saggi scritti da grandi specialisti italiani ed europei sull’argomento della guerra, del pellegrinaggio armato e dell’Ordine dei cavalieri del Tempio. Fra questi segnaliamo: Cosimo Damiano Fonseca, editore del “De laude novae militiae”, lo scritto encomiastico di Bernardo di Chiaravalle per la militia Christi; Michel Balard, uno dei maggiori esperti del mondo crociato del Mediterraneo, e Franco Cardini a tutti noto per i suoi studi sull’Islam e sui rapporti del mondo arabo con i cavalieri d’Occidente. Gli scritti sono articolati in sette sezioni: Lo spazio e il tempo delle origini, Le origini dei Templari e la legislazione, L’evoluzione dei commilitones Christi: i loro insediamenti e le mansiones in Italia, I rapporti dei Milites Templi con le istituzioni di potere in Oriente e in Occidente, Liturgie, cerimonie sacre e corroborazione dei documenti, La fine, La persistenza ideale. 


Commento: Si tratta di un saggio importante acquistato un paio di anni fa dopo una conferenza da parte di alcuni degli autori, e che illustra nuovi ritrovamenti e scoperte relativi all’ordine templare. Ogni volta che lo guardavo, mi si stringeva il cuore nel vederlo lì sullo scaffale a prendere la polvere, insieme con altri “colleghi”, peraltro irriconoscibili perché assai più polverosi di lui. In questo caso lo sprone è stata la necessità di rinfrescarmi la memoria nell’ottica di migliorare il mio romanzo Le regine di Gerusalemme, ambientato agli albori della fondazione dell’ordine templare, o correggere alcuni punti. E bene feci! Lettura consigliatissima e di grande interesse.



31. Cristianesimi nell’antichità – Sviluppi storici e contesti geografici (Secoli I-VIII) di Giancarlo
Rinaldi
È un avviamento allo studio del cristianesimo antico, che evidenzia in modo innovativo e senza censure ombre e luci della vicenda della chiesa antica. Dopo un primo capitolo sulle fonti (letterarie e documentarie), vi sono due successivi capitoli che riguardano, rispettivamente, il contesto giudaico e quello ellenistico romano. Le vicende degli antichi cristiani, le loro credenze e istituzioni sono narrate sempre con particolare attenzione al contesto storico. L’orizzonte d’indagine non si limita alle sole regioni dell’impero romano, ma si allarga anche all’Africa (Etiopia, Nubia) e all’Oriente più lontano (Persia, India, Cina). Un intero capitolo è dedicato al confronto con l’Islam. 


Commento: Non ho scritto un resoconto dell’esame di Storia del Cristianesimo Antico, sia perché sono ancora sotto shock dal 5 dicembre sia perché dovrei rivelare particolari dell’esame che è bene rimangano sepolti per sempre. Vi basti sapere che mi sembrava ne Il nome della rosa con l’inquisitore Bernardo Guy che torchia l’eretico di turno, e che il mio esame ha avuto una durata di un’ora e mezza con due commissioni separate. Chi corrisponde con me in privato, o chi mi ha incontrato di recente, ne conosce gli scabrosi dettagli.

Però posso almeno parlare dei testi preparati per l’esame, tra cui questo mastodontico manuale di oltre mille pagine. Nel riceverlo, mi era venuto un colpo: nella foto, si tratta del volumone centrale in due toni di verde. (Tutto quello che vedete nella foto, tra l’altro, è materiale per l’esame, tra libri, stampe e appunti: ho impiegato una settimana a risistemare tutto in mezzo a macerie fumanti.) Ero andata a parlare con il docente al ricevimento, chiedendo consigli su come affrontare lo studio di questo libro, e mi ha detto che occorreva studiare il testo in corpo maggiore e poi basarsi sui quesiti di autovalutazione per verificare il proprio livello di apprendimento. Con l’aiuto di mio figlio, nel mese di agosto ho fatto dimagrire il libro con un, ehm, lavoretto ben fatto.

32. Istruzioni per diventare fascisti di Michela Murgia

«Essere democratici è una fatica immane. Significa fare i conti con la complessità, fornire al maggior numero di persone possibile gli strumenti per decodificare e interpretare il presente, garantire spazi e modalità di partecipazione a chiunque voglia servirsene per migliorare lo stare insieme. Inoltre non a tutti interessa essere democratici. A dire il vero, se guardiamo all’Italia di oggi, sembra che non interessi più a nessuno, tanto meno alla politica. Allora perché continuiamo a perdere tempo con la democrazia quando possiamo prendere una scorciatoia più rapida e sicura? Il fascismo non è un sistema collaudato che garantisce una migliore gestione dello Stato, meno costosa, più veloce ed efficiente?». Michela Murgia usa sapientemente la provocazione, il paradosso e l’ironia per invitarci ad alzare la guardia contro i pesanti relitti del passato che inquinano il presente. E ci mette davanti a uno specchio, costringendoci a guardare negli occhi la parte più nera che alberga in ciascuno di noi.

Commento: Il giornalista e storico Paolo Mieli ritiene che il fascismo non possa tornare, perlomeno nelle forme del Ventennio. Eppure non sarei così ottimista, perché la Storia ha spesso dimostrato che i ritorni ci sono eccome e proprio mentre abbassiamo la guardia e pigramente diamo per scontati i nostri diritti e le libertà acquisite. Libri come questo di Michela Murgia, scritti con stile ironico e brillante, sono sempre i benvenuti, perché ci ricordano che il pensiero unico, la divisione in categorie nette, il culto del capo, il disprezzo per la cultura, lo sdoganamento della violenza e dell’insulto, prima o poi ci si ritorceranno contro. E ce ne accorgeremo quando sarà troppo tardi.



33. Bonbon Robespierre. Il terrore dal volto umano di Sergio Luzzatto

Per tutti noi, dire “Robespierre” equivale a dire Maximilien Robespierre, e significa Rivoluzione francese, giacobinismo, Terrore, ghigliottina. Ma dire “Robespierre” vuoi anche dire il fratello minore della famiglia, Augustin. Per gli amici: Bonbon. Un personaggio di cui non si trova traccia nella maggior parte dei libri di storia della Rivoluzione, se non là dove si parla del 28 luglio 1794: il giorno del Termidoro in cui entrambi i fratelli Robespierre vennero condannati a morte. Eppure, Augustin ebbe lui stesso un ruolo significativo nella Rivoluzione. Fu a sua volta un uomo di legge, un militante giacobino in provincia, un deputato della Montagna. E fu a sua volta un terrorista. Ma lo fu in maniera diversa da Maximilien. Non fu un terrorista di scrivania, un burocrate della ghigliottina. Augustin fu un terrorista di terreno: dal profondo nord al profondo sud, percorse in lungo e in largo la Francia della Rivoluzione. E a forza di guardare in faccia il Terrore comprese che soltanto arrestando la metastasi della violenza si poteva preservare qualcosa delle conquiste rivoluzionarie, liberté, égalité, fraternité. Soltanto terminando la Rivoluzione si poteva salvarla.

Commento: Il libro mi è stato donato da un gentile lettore del mio blog, come me appassionato di Rivoluzione Francese, anche se lo avevo già adocchiato. Non appena aveva compreso che stavo scrivendo una serie di romanzi sul periodo, ha voluto inviarmi un paio di saggi tra cui proprio questo. Per me, una vera festa! Augustin Robespierre, minore tra i fratelli Robespierre detto Bonbon, appartiene alla rosa dei miei personaggi, e di lui di sa poco… Dunque ho proprio divorato questo saggio, molto accurato e che consiglio a tutti gli adepti della révolution per un’osservazione da uno sguardo “laterale” estremamente arricchente.



34. Il morso del basilisco di Luigi Barnaba Frigoli

Milano, settembre 1402. Il vessillo della Biscia sventola su quasi tutte le città dell’Italia centro-settentrionale. Manca solo la ricca e potente Firenze, ma l’attacco decisivo è imminente e Gian Galeazzo Visconti, primo duca di Milano, pregusta già la vittoria che gli darebbe il potere di un re. Alla vigilia dell’offensiva, però, il dominus cade malato. Una brutta febbre, o forse la peste, che lo spedisce a miglior vita, infrangendo i suoi sogni di gloria. Una morte improvvisa. Una morte fatale, causata – così si dice tra il popolo – dal passaggio di una cometa nefasta, apparsa nei cieli durante la Quaresima. Ma per Caterina, vedova del duca, la verità è un’altra. Gian Galeazzo è stato ucciso. Avvelenato…



Commento: Si tratta della prosecuzione della saga dei Visconti, partita con La vipera e il diavolo dello stesso autore (recensione qui sul blog con il titolo “Bernabò e Gian Galeazzo: una lotta viscontea all’ultimo sangue”). Luigi Barnaba Frigoli scrive sempre molto bene, tuttavia ho apprezzato di più il primo romanzo, che mi è stato d’ispirazione anche per la stesura del copione “Il diavolo nella torre”.

35. Quel giorno sulla luna di Oriana Fallaci

Sono gli anni Sessanta del secolo scorso e la grande scrittrice e giornalista, fin da bambina lettrice appassionata dei capolavori di Jules Verne ed estimatrice da adulta dell’opera di un maestro della fantascienza come Ray Bradbury, si avvicina all’avventura nello spazio affascinata dagli scenari che il futuro preannuncia. Per comprendere a fondo l’esplorazione dell’universo, lo sbarco del primo uomo sulla Luna, la vita nel cosmo, non esita a partire per gli Stati Uniti, inviata da “L’Europeo”, e a trascorrere lunghi periodi nel centro della NASA a Houston e nella base di Cape Kennedy. “Quel giorno sulla Luna” racconta la sua esperienza: Oriana incontra gli astronauti, condivide la loro preparazione, segue i dettagli tecnici, discute con gli scienziati e i medici, espone i propri dubbi, sottolinea i rischi e rivela, anche con spirito critico, le difficoltà. Il materiale che raccoglie è sorprendente per ricchezza e completezza documentativa, per varietà di voci e punti di vista. Nel momento in cui il missile Saturno V si solleva, prevale l’emozione di poter vivere in diretta un avvenimento straordinario. 

Commento: In occasione dell’anniversario dello sbarco sulla Luna, mi sono trovata per le mani questo testo e, sull’onda delle trasmissioni e degli articoli sull’evento, mi è venuta voglia di leggerlo subito senza destinarlo al solito scaffale. Lo stile di Oriana Fallaci è inconfondibile e sembra di essere accanto a lei quando si muove nel centro NASA, e soprattutto nelle fasi dello sbarco. È tutto appassionante e molto emozionante, specialmente perché visto da una “non specialista”. Mi sono piaciute in modo particolare le interviste ai tre astronauti, scoprendo per esempio che Neil Armstrong e Buzz Oldrin erano freddi, antipatici e privi di fantasia, che l’inaspettata telefonata del presidente USA fece perdere preziosissimi minuti agli astronauti e che Michael Collins, l’uomo che rimase in orbita sull’Apollo 11, si sentì “l’uomo più solo dell’universo”. Un’impresa miracolosa in considerazione della limitata tecnologia di cui si disponeva allora. Giusto ieri sera ho visto l’impressionante film First man, incentrato sulla vita di Neil Armstrong.



36. Il fiero pasto di Angelica A. Montanari


II libro propone un itinerario pieno di sorprese fra le pieghe del Medioevo europeo, portando in luce una corposa messe di casi che attestano come gli uomini a quell’epoca, in diverse circostanze e per diverse ragioni, si cibassero di carne umana: non solo in situazioni di emergenza come le carestie e i lunghi assedi, ma anche come atto di sfregio nei confronti del nemico o, per converso, come atto di venerazione e d’amore. Diffuso fu anche l’impiego di resti umani per confezionare preziosi e richiestissimi medicinali. Non è stupefacente allora che su queste realtà fiorisse un terrificante immaginario, di cui pure queste pagine ci raccontano, fatto di sette antropofaghe, mostri divoratori, cuori mangiati, bambini arrosto, macabri banchetti di streghe.



Commento: Il titolo si riferisce al celeberrimo verso di Dante nel Canto XXXIII “La bocca sollevò dal fiero pasto” dove il poeta sta descrivendo il conte Ugolino intento a divorare il cranio del nemico, l’arcivescovo Ruggieri, come lui confitto nel lago ghiacciato alimentato dal fiume Cocito. Il saggio si concentra sull’antropofagia nel Medioevo, snodandosi in un itinerario drammatico tra guerre, carestie, assedi, ma anche durante episodi del periodo comunale e in relazione a leggende, miti e storie. In alcuni punti la scrittura è molto forbita, almeno per me, e sicuramente non è consigliabile… la lettura dopo pranzo! A parte le battute, un ottimo lavoro e corredato anche da immagini a colori.






37. Council of Nicaea (325) – Religious and Political Context, Documents, Commentaries by Henryk Pietras SJ

The book on the Council of Nicea (325) re-examines all the documents regarding the Council from the so-called Arian controversy around 323 up to the post-conciliar documents. The analysis leads to the conclusion that Arianism was not, nor was it able to be, the cause of the convocation of the Council, and the synodal documents, including the Credo, became anti-Arian only with the interpretation of Saint Athanasius. The post-synodal letters of Constantine to the Church of Alexandria and of the Council to the Alexandrian Church, appear to be forged, to be attributed to Peter II of Alexandria, successor of Athanasius, and – perhaps – to Damasus of Rome.

Commento: Il secondo testo da portare all’esame di Storia del Cristianesimo Antico era questo in inglese sul Concilio di Nicea del 325, il primo concilio ecumenico da cui fu originato, tra le altre cose, il nostro Credo. Dato che la copertina non è un granché, ho inserito un’icona ortodossa con l’imperatore Costantino. Il libro non è molto corposo, ma, appunto, è in una lingua straniera, tratta di un argomento non facile e con riferimenti per addetti ai lavori. L’autore, un sacerdote polacco, per esempio commenta alcune epistole in greco con la traduzione in inglese a lato. Si poteva chiedere al docente di cambiarlo, ma arrivava “a bomba” un testo in italiano sulla Storia della Chiesa dei primordi, tre volte più corposo, per cui ho tenuto questo cercando di fare del mio meglio. Dopo averlo letto almeno un paio di volte, sottolineato e glossato, ho cercato la traduzione delle lettere in italiano, un po’ sulla piattaforma universitaria, un po’ sulla biblioteca digitale, un po’ in giro per la rete e un po’ traducendole io. Ho composto un fascicoletto a parte con i riferimenti alle lettere e gli articoli. Un lavoro pazzesco. Un mio compagno mi ha suggerito: “Ma perché non proponi la traduzione alla casa editrice?”

38. Introduzione alla storia del Cristianesimo ed alla storia della Chiesa di Franco Bolgiani

In questa “Introduzione alla Storia del Cristianesimo ed alla Storia della Chiesa” Bolgiani chiarisce che cosa si debba intendere cori “Storia del Cristianesimo” e “Storia della Chiesa”: essenzialmente due oggetti di studio storico – la storia degli uomini e delle istituzioni – del tutto distinti dall’insegnamento teologico. Di qui una serie di domande, cui si cerca di rispondere nei cinque capitoli: quali sono i contenuti di una “Storia del Cristianesimo”? Che cosa si intende storicamente per “religione cristiana”? Perché la Storia del Cristianesimo e della Chiesa non sono storie “filosofiche” né “ideologiche”? Qual è la differenza tra “Storia del Cristianesimo” e “Storia delle Religioni”? Interrogativi che ripercorrono plurisecolari tradizioni di studi mostrando l’attualità della lezione di metodo di Bolgiani: egli si è posto la necessità di assumere il metodo storico-critico nello studio del “fatto” della religione cristiana e delle religioni, attraverso lo scavo dei documenti e la continua attenzione alla complessità della storia.

Commento: Un piccolo libro edito dalla casa editrice Morcelliana e basato su alcune dispense universitarie del compianto professor Franco Bolgiani, che porterò all’esame di Storia della Chiesa nell’appello primaverile. Si-può-fare!! :)))

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39. Dal Kerygma al Dogma – studi sulla cristologia dei Padri – di Raniero Cantalamessa

Questo volume contiene saggi di cristologia patristica suddivisi in tre ambiti: il primo ha come centro d’interesse l’ermeneutica della cristologia patristica; il secondo approfondisce l’esegesi patristica di alcuni tra i più importanti testi cristologici del Nuovo Testamento; il terzo si occupa di alcuni autori e problemi rilevanti per la storia del dogma cristologico.

Commento: Questo libro visita ancora i miei incubi post-esame di Storia del Cristianesimo Antico. Purtroppo era un testo obbligatorio per l’esame da nove crediti per i “non frequentanti” e senza altre possibilità di scelta. L’ho odiato fin dal primo momento che l’ho visto, a partire dalla copertina bianco crema e dal titolo (non sapevo nemmeno che cosa volesse dire “kerygma”, e mi sono detta: cominciamo bene), e l’ho letto e studiato soltanto nel mese di settembre, che per i miei standard è tardi. Ho passato il tempo a cercare il significato di termini derivati dal greco, per me incomprensibili, o categorie della filosofia greca. Qualche esempio dei saggi ivi contenuti? “L’ontologizzazione della cristologia”, “Cristologia ed escatologia: la cosiddetta deescatologizzazione del kerygma”. Una follia. Alcuni saggi sulla resurrezione, l’incarnazione, il pneuma e il logos erano talmente difficili che non riuscivo nemmeno a farne dei sunti: ero alla disperazione. In fondo al libro c’erano perfino due saggi in francese su Tertulliano e Melitone da Sardi, che mi sono ri-fiu-ta-ta di leggere.

Ora, tanto per riassumere i termini della polemica:

1. Non mi sono iscritta a Teologia per insegnare catechismo o prendere i voti monastici, ma a Storia.
2. Sul manuale di Rinaldi, cioè il volumone verde, non ci sono estratti, che so, delle opere di Tertulliano o di Origene, ma una succinta spiegazione della loro teologia… e quindi che senso ha farmi leggere un’esegesi? Esegesi di che cosa, del nulla?! 
3. Non si assegna a dei poveretti, che per tanti motivi non frequentano, un testo così difficile, ma un testo di supporto. Sarebbe stato molto più utile fornire una serie di monografie a scelta sui padri della Chiesa, per esempio. 
Ah, dimenticavo: se non avessi assoluto rispetto per i libri, l’avrei già distrutto col lanciafiamme.


40. Storia delle donne Vol. 2 – Il Medioevo di Georges Duby e Michelle Perrot –

Un grande affresco storico, un’opera pionieristica, che ha suscitato un enorme interesse in Italia e nel mondo. Georges Duby e Michelle Perrot sono due maestri riconosciuti della storiografia contemporanea.

Commento: Il giorno 24 gennaio si avvicina a grandi passi e questo è uno dei libri che porterò all’esame di Storia delle Donne e delle Identità di Genere. Un testo fondamentale e imperdibile, diviso per tematiche e assai bene ordinato, che ci fa comprendere la visione della donna, l’ordine feudale in cui era inserita, l’anatomia femminile, i movimenti religiosi ed eretici, l’amor cortese, le professioni… e molto altro.

***

Che ne pensate di questa seconda tornata di libri? A presto con la terza e ultima parte e soprattutto con i premi!