Madame Monet che legge di Pierre-Auguste Renoir (1874), olio su tela Museo Calouste Gulbenkian – Lisbona |
È venuto il tempo di tirare la somma delle letture fatte nel 2019, secondo la buona abitudine ispiratami da Giulia Mancini. Probabilmente la questione interessa soltanto me, tuttavia mi piace l’idea di avere questi elenchi sul blog in modo da poterli confrontare tra loro e constatare come siano cambiate le mie letture. Come prevedevo, anche quest’anno i miei testi universitari hanno occupato uno spazio gigantesco, sia in termini di fisicità sui miei scaffali che di tempo. Del resto accade la stessa cosa ad altri miei compagni: dallo studio di un argomento nasce l’esigenza di un approfondimento, di una curiosità da soddisfare, di un articolo da leggere; e, man mano che si procede, ci si rende conto che si tratta di una strada di cui non si vede mai la fine. Oltretutto i testi universitari non vanno letti una volta soltanto, ma più volte… e vanno studiati con attenzione. Non oso calcolare a quanto potrebbe ammontare il conteggio totale delle pagine, anche se la cifra di 53 libri letti, e riletti, mi fa molta impressione.
In questa specie di gorgo di libri, romanzi e racconti si sono ricavati uno spazio molto esiguo, ma mi fa piacere constatare di essere riuscita a leggere ben quattro lavori di amici e blogger. Ho inoltre scoperto di avere in casa alcune snelle raccolte di racconti, godibilissimi durante i viaggi in metropolitana, appartenenti a una serie di pubblicazioni abbinate a un noto quotidiano.
Come lo scorso anno, inserirò l’inizio della quarta perché magari c’è qualcosa che vi colpisce o vi interessa, e assegnerò dei premi non solo per i migliori saggi e romanzi, ma anche per le migliori copertine. Stavolta lo suddividerò in due parti in quanto i libri sono davvero tanti… e sotto ogni opera ci sarà un mio commento del tutto a ruota libera. Andiamo a incominciare!
1. Il primogenito dei Ferchaux di Georges Simenon
A metà degli anni Trenta, uno scandalo travolse l’immenso impero commerciale dei due fratelli Ferchaux, arrivati in Africa alla fine dell’Ottocento come passeggeri clandestini. Simenon prende spunto da questa vicenda di cronaca per realizzare il suo romanzo. Con quali mezzi era stata accumulata la fortuna dei Ferchaux? Quali complicità avevano avuto i fratelli nelle autorità coloniali? Che fine aveva fatto il primogenito, il vecchio Dieudonné? È qui che comincia il romanzo, ed entra in scena colui che ne sarà il vero protagonista: Michel Maudet, un giovane spiantato e ambizioso che si fa assumere come segretario da Dieudonné Ferchaux.
Commento: Avevo comprato questo romanzo-cronaca approfittando di un’offerta, un tanto a peso, di un’edicola che chiudeva. Devo dire che Simenon non delude mai, anche se non è tra i romanzi che mi hanno colpito di più. La storia è comunque molto interessante in quanto offre uno spaccato dei traffici che si facevano nelle colonie, e della spregiudicatezza di coloro che là facevano le loro fortune, e come al solito gli europei non ne escono bene. Una particolarità nei romanzi di Simenon è che spesso non c’è un personaggio “simpatico”, per esempio Michel Maudet è a dir poco insopportabile.
2. Il tempo dei lupi. Storia e luoghi di un animale favoloso di Riccardo Rao
Il lupo occupa un posto speciale nel nostro immaginario. Da sempre il suo rapporto con l’uomo è un rapporto complesso, fatto di paura, diffidenza e affinità. Riccardo Rao traccia un ritratto inedito di questo straordinario animale e ci conduce in un appassionante viaggio alla scoperta del suo ruolo nella storia della cultura umana e della sua presenza nel territorio, in particolare in quello italiano, che i lupi stanno tornando a popolare dopo aver rischiato l’estinzione. Tornare a riflettere sui lupi e sul loro ruolo ecologico nel corso della storia è riscoprire il nostro rapporto con la natura: per considerare le strade che ci possono far recuperare un legame vivo e partecipato con il territorio e per adottare una prospettiva di tutela e armonia con l’ambiente che ci circonda.
Commento: Ho assistito alla presentazione a Milano di questo saggio sui lupi, dato che conosco personalmente l’autore tramite l’associazione Italia Medievale. All’esame di Storia medievale avevo anche portato il suo eccellente I paesaggi dell’Italia medievale. Il saggio è molto piacevole e godibile anche da chi non nutra particolare passione per la Storia in generale e il Medioevo in particolare: l’importante è che i lupi vi piacciano! Ne ho ricavato tre articoli sui lupi, che vi ripropongo qui nel caso non li aveste letti:
Il mondo degli animali: protagonista è il lupo / 13 – parte prima
Il mondo degli animali: protagonista è il lupo / 13 – parte seconda
Il mondo degli animali: protagonista è il lupo / 13 – parte terza
3. Le impressioni di Berthe di Stella Stollo
Un romanzo ispirato alla vita della pittrice Berthe Morisot, la “maga dell’Impressionismo”. Nel marzo del 1896, a un anno esatto dalla morte di Berthe Morisot, viene organizzata la prima retrospettiva a lei dedicata, con 394 opere tra dipinti e disegni, dal gallerista Durand-Ruel. Per tre giorni gli amici più cari di Berthe, Renoir, Degas, Monet e Mallarmé, affiancati da Julie e da Edma, rispettivamente la figlia e la sorella della pittrice, lavorano senza posa per allestire l’esposizione. Mentre gli artisti discutono animatamente, in disaccordo sulla sistemazione ideale delle opere nelle sale della galleria l’attenzione di Julie viene attratta da alcuni quadri; rivive cosi la storia professionale e personale di Berthe, a cominciare dal suo primo incontro col grande artista Edouard Manet e dalla loro reciproca passione, fino al matrimonio della donna con Eugene, fratello del pittore.
4. Storia dell’alchimia di Eric John Holmyard
Il volume descrive le origini e lo sviluppo dell’alchimia, dal periodo greco all’Ottocento, dalla Cina al mondo arabo. L’elemento romanzesco e avventuroso di questa storia è illustrato da passi tratti dalle opere dei suoi più celebri e noti indagatori.
Commento: Avevo comprato questo libro perché mi serviva sapere alcuni particolari dell’alchimia nel periodo pre-medievale per inserirli nel mio romanzo Le regine di Gerusalemme poiché uno dei personaggi è un cavaliere-alchimista. Si tratta di un’opera piena zeppa di errori di tutti i generi, dai semplici refusi alle frasi più bislacche, forse frutto di una traduzione fatta a dir poco con i piedi. Se avessi tempo, mi piacerebbe scrivere alla casa editrice… anche se è fiato sprecato. In tempi passati avevo scritto lettere di segnalazione alle case editrici di scolastica sui testi di mio figlio, senza ricevere alcun riscontro: nemmeno un semplice “sciopa”.
5. Trilogia della città di K. di Agosta Kristof
Quando “Il grande quaderno” apparve in Francia a metà degli anni Ottanta, fu una sorpresa. La sconosciuta autrice ungherese rivela un temperamento raro in Occidente: duro, capace di guardare alle tragedie con quieta disperazione. In un Paese occupato dalle armate straniere, due gemelli, Lucas e Klaus, scelgono due destini diversi: Lucas resta in patria, Klaus fugge nel mondo cosiddetto libero. E quando si ritroveranno, dovranno affrontare un Paese di macerie morali. Storia di formazione, la “Trilogia della città di K” ritrae un’epoca che sembra produrre soltanto la deformazione del mondo e degli uomini, e ci costringe a interrogarci su responsabilità storiche ancora oscure.
6. Antropologia culturale – I temi fondamentali – a cura di Stefano Allovio, Luca Ciabarri, Gaetano Mangiameli
Il testo fornisce una panoramica introduttiva all’antropologia culturale e ai dibattiti contemporanei che caratterizzano questa disciplina attraverso una serie di parole-chiave: cultura/culture, comparazione/etnografia, percezione/conoscenza, cosmologie/sociologie, identità/appartenenze, mobilità/migrazioni, globalizzazione, diversità e relativismo. Questi temi sono presentati nella forma di una selezione antologica di brani di importanti autori italiani e stranieri.
Commento: Antropologi di tutti il mondo, o aspiranti tali, unitevi! Si tratta di una raccolta di saggi relativi all’antropologia, che spaziano dal tema della cultura all’etnicità, dall’abitare o costruire alla diversità linguistica, dalla ricerca sul campo all’identità di genere. Alcuni saggi non sono stati di facile lettura, almeno per la sottoscritta, che ha dovuto portarlo all’esame di Antropologia culturale (qui il resoconto semiserio).
7. Storia delle istituzioni politiche – Dall’antico regime all’era globale – a cura di Marco Meriggi e Leonida Tedoldi
Gli autori analizzano i grandi temi della storia delle istituzioni politiche dell’ultimo secolo – come la costruzione del welfare state, la stagione del totalitarismo e dei regimi di massa, il consolidamento delle istituzioni democratiche liberali europee, lo sviluppo delle forme di istituzionalità internazionale e delle reti istituzionali e sociali del nostro presente globale – a partire dalle “costituzioni antiche”, considerando poi il moderno concetto di cittadinanza occidentale e il rapporto tra libertà dello Stato e libertà dei cittadini, per trattare infine di quelle parti del mondo assoggettate al dominio coloniale occidentale.
Commento: Si tratta di un testo pressoché obbligatorio per il mio esame di Storia delle Istituzioni Politiche che, insieme a Storia del Cristianesimo Antico, è stato l’esame più difficile e terrorizzante dello scorso anno. Di questo testo avevo preparato il solito “argomento a piacere”, che ovviamente nessuno ha chiesto: “La nascita del welfare”. Ho talmente glossato questo testo che il professore, dopo averlo aperto, aveva sbarrato gli occhi come due uova al tegamino (qui il resoconto semiserio).
8. La spada e la bilancia – La giustizia penale nell’Europa moderna (secc. XVI-XVIII) di Leonida Tedoldi
Per tutta l’età moderna, la giustizia penale è al centro del processo, variabile e per molti versi incompiuto, di costruzione di forme istituzionali di potere pubblico che rafforzarono, attraverso anche l’imposizione del monopolio della violenza, l’esercizio del penale come strumento inizialmente di pacificazione dei conflitti e successivamente di legittimazione e di affermazione politica della sovranità sul territorio controllato e sulle diffuse forme di giustizia collocate al di fuori dei tribunali e delle corti.
9. Il castello dei destini incrociati di Italo Calvino
Un gruppo di viaggiatori che, per un complesso di circostanze diverse, hanno perso la parola si ritrovano in un castello. L’unico mezzo che hanno per comunicare è rappresentato da un mazzo di tarocchi. Un romanzo affascinante composto da tante storie intrecciate. Postfazione di Giorgio Manganelli.
10. Contro natura – Una lettera al papa di Francesco Remotti
Natura e “contro natura”, giusto e sbagliato. Chi vuole l’assoluto e chi si accontenta del relativo. Chi cerca un modello universale e chi persegue il riconoscimento delle differenze. In queste pagine, due mondi a confronto, quello del dogma e delle certezze e quello della scienza antropologica che coltiva l’ambizione di conoscere da vicino diversi mondi culturali. Una prospettiva questa continuamente sottoposta a critiche, contestazioni, revisioni. Ma che dire delle idee che un papa esprime in campo antropologico? Possono essere considerate anch’esse espressione di una “cultura” umana? Oppure, quello che il pontefice espone sulla famiglia umana è fondato su un sapere extra-culturale o extra-umano?
Commento: Anche questo è un saggio portato all’esame di Antropologia Culturale, ed è consigliatissimo a Matteo Salvini&Company. A proposito, sapete che Matteo Salvini è iscritto nella mia stessa Facoltà di Storia e nella mia stessa Università? A detta sua, è fuori corso da sedici anni… certamente è troppo impegnato con la sua carriera politica per pensare ad ampliare i propri orizzonti.
11. Lo Stato moderno in Europa – Istituzioni e diritto a cura di Maurizio Fioravanti
Il volume illustra le strutture fondamentali del diritto e della costituzione in età moderna e contemporanea, ripercorrendone l’evoluzione in ambito europeo, fino alle soglie dell’attualità. Un gruppo di specialisti analizza le diverse forme che lo Stato moderno europeo ha assunto nei secoli, indagandone la struttura e l’attività.
Commento: Altro saggio imprescindibile per l’esame di Storia delle Istituzioni Politiche. A dire la verità avevo scelto un testo sul fascismo, “La macchina imperfetta” ma era talmente noioso che ne ho letto metà e poi l’ho cambiato. Apprendere come si è svolto il percorso che ha condotto alle Costituzioni, tra cui la nostra, è appassionante e interessante allo stesso tempo. Anche questo è un bel “memento”.
12. L’armata dei sonnambuli di Wu Ming
1794. Parigi ha solo notti senza luna. Marat, Robespierre e Saint-Just sono morti, ma c’è chi giura di averli visti all’ospedale di Bicêtre. Un uomo in maschera si aggira sui tetti: è l’Ammazzaincredibili, eroe dei quartieri popolari, difensore della plebe rivoluzionaria, ieri temuta e oggi umiliata, schiacciata da un nuovo potere. Dicono che sia un italiano. Orde di uomini bizzarri riempiono le strade, scritte enigmatiche compaiono sui muri e una forza invisibile condiziona i destini, in città e nei remoti boschi dell’Alvernia. Qualcuno la chiama “fluido”, qualcun altro Volontà. Guarda, figliolo: un giorno tutta questa controrivoluzione sarà tua. Ma è meglio cominciare dall’inizio. Anzi: dal giorno in cui Luigi Capeto incontrò Madama Ghigliottina.
13. L’economia italiana nell’età della globalizzazione di Vera Zamagni
A differenza del modello anglosassone, basato sulla grande impresa e sulla standardizzazione del prodotto, l’economia italiana si caratterizza per il ruolo prevalente svolto dalla piccola impresa, dalle specificità territoriali, dai talenti relazionali e artistici, dalle eredità del passato reinterpretate. Individuando in questi tratti al tempo stesso la debolezza e la forza del nostro paese, il libro ripercorre gli ultimi settant’anni di storia economica italiana: le politiche economiche e il contesto istituzionale, l’evoluzione dei principali dati macroeconomici, la forma del sistema produttivo (distretti, piccola e media industria, cooperative), e i fattori strategici per lo sviluppo, vale a dire il fattore umano e il capitale sociale e civile.
Commento: Ecco uno dei due testi che avevo studiato per quello stupido esame di Storia Economica con il computer (qui il resoconto). Avevo preso soltanto 22 e, ripetendolo, la seconda volta era arrivata a 24. Del resto mi sembra già un miracolo, vista la mia scarsa dimestichezza con percentuali e numeri. Un esame assurdo dove si testano elementi assurdi con domande come: “Indica la data di abolizione delle Corn Laws”: 1815 – 1835 – 1846. “Indica che cosa significa l’acronimo EQI.” “Indica la percentuale di calo del PIL tedesco del 1933.” e altre amenità del genere.
14. Potere e ricchezza – Una storia economica del mondo di Ronald Findlay, Kevin H. O’Rourke
Il potere e l’economia sono ingranaggi fondamentali per comprendere la logica di uno sviluppo storico su scala planetaria dall’anno 1000 fino a oggi. C’è però un altro polo che si confronta e si interconnette con i due precedenti per formare una relazione triadica: la finanza. La triangolazione è imprescindibile. Potere e ricchezza è una storia di globalizzazione, di integrazione dei mercati, di liberalizzazione per abbandono di una serie di vincoli posti dalle politiche alla libera attività d’impresa. Il potere è essenzialmente inteso come potere politico, potere delle armi e di logiche di egemonia di una classe dirigente su gruppi subordinati, di un’organizzazione sociale politica su altre. L’economia riguarda essenzialmente la produzione di beni e servizi e la distribuzione dei medesimi e del reddito realizzato. Il potere dell’economia è quello della logica di mercato in base alla quale un produttore vende i prodotti che i consumatori domandano.
Commento: Altro testo per lo stupido esame di Storia Economica, questo oltretutto di dimensioni gigantesche. L’argomento è molto interessante e studiare la materia non è stato tempo perso… ma si tratta di un esame che ora potrei annoverare come “fatto”, e che invece dovrò cambiare in Storia delle Dottrine Politiche. Beh, diciamo che non mi corre dietro nessuno, ma la seccatura è tanta comunque.
15. Discorso sul metodo di René Descartes
Discorso sul metodo è la prima opera pubblicata da René Descartes (italianizzato in Cartesio) in forma anonima e in francese nel 1637 a Leida congiuntamente a tre saggi scientifici La diottrica, Le meteore, La geometria, dei quali costituisce la prefazione. Il discorso è quindi da considerarsi come «un tutt’uno con i saggi». L’argomento dell’opera è indicato dallo stesso Cartesio: «Se questo discorso sembra troppo lungo per essere letto tutto in una volta, lo si potrà dividere in sei parti. E si troveranno, nella prima, diverse considerazioni sulle scienze. Nella seconda, le principali regole del metodo che l’autore ha cercato. Nella terza, qualche regola della morale ch’egli ha tratto da questo metodo. Nella quarta, gli argomenti con i quali prova l’esistenza di Dio e dell’anima dell’uomo, che sono i fondamenti della sua metafisica. Nella quinta, la serie delle questioni di fisica che ha esaminato, in particolare la spiegazione del movimento del cuore e di qualche altra difficoltà della medicina e, ancora, la differenza tra l’anima nostra e quella dei bruti. Nell’ultima, le cose ch’egli crede siano richieste per andare avanti nello studio della natura più di quanto si è fatto, e i motivi che lo hanno indotto a scrivere.»
Commento: “Ma come, non conoscete il pensiero filosofico di Cartesio?!” Silenzio in aula durante una delle lezioni di Storia delle Istituzioni Politiche, come ho detto materia difficilissima in quanto c’è molta filosofia alla base delle istituzioni politiche, e della politica in generale. A casa pesco il Discorso sul metodo del buon vecchio Cartesio e mi metto a leggerlo. Come scrivevo nella premessa, non si finisce mai di approfondire.
16. Stregoneria, oracoli e magia tra gli Azande di Edward Evans-Pritchard
Il libro, basato sulle ricerche condotte negli anni ’20 da Evans-Pritchard nel Sudan meridionale, si colloca tra i classici dell’antropologia culturale e sociale. L’interpretazione delle parole e dei gesti delle manipolazioni magiche porta l’autore a precisare i concetti basilari di magia e stregoneria. Grazie alla combinazione fra descrizione etnografica ed elaborazione teorica, il testo è un’opera di riferimento per chiunque si occupi di credenze sulla stregoneria e, più in generale, dei problemi relativi alla razionalità in culture diverse dalla nostra.
Commento: Questo testo è uno dei grandi classici dell’Antropologia, insieme ai lavori di Marcel Mauss, Franz Boas e Bronislaw Malinowski. L’ho scelto d’istinto perché attirata dal titolo sulla stregoneria. Per prepararmi all’esame e memorizzare meglio il tutto ho anche guardato su Youtube dei filmati sui grandi antropologi, se vi interessa ecco qui quello su Evans-Pritchard.
17. L’immagine dell’uomo – Lo stereotipo maschile nell’epoca moderna di George L. Mosse
Il “vero uomo” dev’essere coraggioso, audace, freddo davanti al pericolo; forte e abile fisicamente, ma anche onesto e cortese. Non deve lamentarsi, non deve perdere il controllo delle proprie emozioni. Questo lo stereotipo positivo che si afferma a partire dalla fine del Settecento, nell’Ottocento diventa un luogo comune, e sopravvive fino ai giorni nostri senza vere trasformazioni. L’ideale virile ha avuto un ruolo importante nella formazione dell’idea di nazionalità, e poi nella costruzione del fascismo e del nazismo, ma anche dei “socialismi reali”, la cui iconografia è ricca di uomini di ferro.
Commento: Si tratta di un testo consigliato nell’ambito del mio laboratorio-seminario con la professoressa Perry Willson su “Feminisms, Fascisms, War”: c’erano articoli accademici da leggere prima di ogni lezione e un elenco di testi di cui si consigliava la lettura (tra cui questo). Il seminario è stato entusiasmante, anche se si è trattato di soli dieci incontri: dovevamo interagire in inglese con la professoressa e anche tra di noi. C’è poco da fare, i metodi didattici degli anglosassoni sono differenti dai nostri, e molto più coinvolgenti. Qui sopra una foto della simpatica docente. 🙂
18. Italiane. Biografia del Novecento di Perry Willson
Nel 2000 gli uomini italiani considerano ancora i lavori domestici un’attività femminile. È il sintomo più scontato delle tantissime disuguaglianze uomo-donna che sono radicate nel nostro paese. Pensando alla cronaca dei nostri giorni, la rappresentazione della donna nei media ha subito una trasformazione radicale, ma è dubbio se le ballerine seminude e le conduttrici con i tacchi a spillo offrano un’immagine più emancipata rispetto a quella delle crocerossine della prima guerra mondiale. Eppure le italiane hanno compiuto progressi straordinari nel corso dell’ultimo secolo. “Sono molte e diverse le figure femminili che si affacciano tra le pagine di questo volume, dalle contadine e le lavoranti a domicilio che faticano senza sosta alla casalinga urbana meravigliata del suo primo bagno in casa, dalle militanti cattoliche, comuniste e fasciste alle femministe di varie tendenze. …”
Commento: Questo è proprio un libro scritto dalla professoressa Willson, che è una grande esperta di Italia e, in modo particolare, di periodo fascista. Parla di donne comuni: eserciti silenziosi e laboriosi di cui si è riconosciuto il valore soltanto da poco tempo.
19. Senza via di scampo – Gli stupri nelle guerre mondiali di Michele Strazza
La violenza carnale è diventata in epoca contemporanea parte della strategia offensiva degli eserciti, una vera e propria arma per colpire la popolazione civile. Per lungo tempo sottovalutata, la violenza sulle donne ha rappresentato uno dei prezzi più alti che un popolo ha dovuto pagare per la sconfitta e l’occupazione militare. E il trauma delle vittime non sempre è stato superato, anche a causa della congiura del silenzio praticata da famigliari e comunità. Michele Strazza, studioso di storia e collaboratore della nostra rivista ha recentemente dato alle stampe un volume che indaga le violenze praticate sulle donne nella prima e nella seconda guerra mondiale, dagli stupri in Belgio e Francia nel 1914 alle violenze imposte dalle truppe alleate sulle donne italiane e su quelle tedesche negli ultimi scorci del secondo conflitto mondiale.
Commento: Per la prova finale di laboratorio siamo stati suddivisi in gruppetti di 3-4 studenti, e ogni gruppo riceveva un argomento su cui preparare una presentazione in PowerPoint. Il mio gruppo ha ricevuto come tema “Sexual violence in IWW”. Con i miei compagni ci siamo suddivisi i filoni fondamentali, e io mi sono occupata delle violenze post-disfatta di Caporetto in territorio friulano e veneto. Sono argomenti di cui si conosce poco, ma dopo Caporetto l’esercito austro-ungarico ha occupato quei territori per un anno… Ho preso in prestito il libro dalla biblioteca universitaria e leggerlo mi ha fatto davvero soffrire.
20. Centomila gavette di ghiaccio di Giulio Bedeschi
Partendo dalla propria esperienza personale e raccontando la partecipazione della divisione alpina Julia alla Seconda guerra mondiale – dalla campagna d’Albania alla ritirata di Russia – l’autore costruisce un’opera narrativa di straordinario valore, che esalta il senso della dignità dell’uomo nonostante la tragedia della guerra. Protagonisti della vicenda non sono singoli individui ma l’azione corale dell’intera divisione, tanto che l’autore stesso preferisce mimetizzarsi dietro il nome inventato di Italo Serri piuttosto che narrare in prima persona. Pubblicato nel 1963, Centomila gavette di ghiaccio ebbe subito uno straordinario successo, ottenendo, l’anno successivo, il prestigioso Premio Bancarella.
Commento: Avevo questo libro nei “desiderata” da molto tempo, ma non avevo mai occasione di leggerlo… come se ne avessi paura. Si tratta di una testimonianza della Seconda Guerra Mondiale a proposito della famosa ritirata di Russia, narrata dall’autore che, in qualità di medico, fu testimone diretto. Tutti dovrebbero leggere delle sofferenze di questi esseri umani, e dei loro animali, i muli del corpo alpino. Ho patito pagina dopo pagina insieme alla divisione Julia, tra l’orrore della neve, della fame, del freddo, del vento, degli attacchi e della morte, anche per suicidio durante la marcia. Il libro in mio possesso è corredato da una serie di fotografie.
21. Finestre su Gesù. Metodologia dell’esegesi dei Vangeli di Wim Werner
Matteo, Marco, Luca e Giovanni: sotto questi nomi circolano altrettanti racconti su Gesù, la cui vita e morte sono tratteggiate in una diversa ottica da ciascun evangelista. Quattro anche, secondo Wim Weren, le prospettive metodologiche da cui è possibile osservare i Vangeli. La prima parte li studia singolarmente con un’analisi sincronica sui problemi relativi ai limiti testuali, all’analisi strutturale e narrativa. Nella seconda parte vengono invece esaminati diacronicamente le antiche tradizioni da cui discendono i Vangeli. La terza confronta i testi dei Vangeli con altri passi biblici, con le esegesi giudaiche e i Vangeli apocrifi. L’ultima parte affronta la questione del Gesù storico.
Commento: Questo è il libro più scorrevole che ho preparato per il mio terrificante esame di Storia del Cristianesimo Antico. L’autore presenta i quattro metodi esegetici, applicandoli su estratti dei Vangeli proprio come se si trattasse di un’esercitazione. La sorpresa e le “scoperte” sono davvero tante, ve lo posso assicurare!
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Che belle letture! Da appassionata di antropologia ho letto anch'io il saggio sul lupo e a suo tempo ho avuto per le mani anche "Antropologia culturale". Oltre tutto mi sembra che negli ultimi tempi gli antropologi si sforzino di creare una saggistica piacevole e accurata insieme, perfettamente fruibile da chiunque, cosa che invece, in archeologia ancora manca (lì c'è una frattura enorme tra il saggio vero e proprio e una divulgazione spesso non scritta da addetti ai lavori).
Sì, mi ricordo bene del tuo commento su uno dei miei articoli sul lupo. Antropologia culturale è una materia davvero affascinante, perché ti permette di esaminare lucidamente anche la dinamica di certi comportamenti (anche appartenenti nostre società). A questo proposito, "Contro natura" di Francesco Remotti è stato davvero illuminante perché decostruisce certi pensieri unici di tipo fondamentalista, specialmente sulla famiglia. Ora ho comprato un libro di Marc Augé, "Un etnologo nel metro", visti i miei viaggi in metropolitana sono proprio curiosa di leggerlo. 🙂
Che letture interessanti e devo dire impegnate. Complimenti e ancora auguri per questo venti venti.
In questo periodo mi manca un po' la possibilità di alternare maggiormente con la lettura dei romanzi… ma visti i risultati agli esami non posso lamentarmi. 🙂 Grazie mille e auguri anche a te per il 2020.
Caspita quante belle letture (sono contenta che il mio sistema ti sia stato utile), molto interessanti i libri che citi, poi quelli universitari direi molto importanti. Mi intrigano molto i saggi sull'Antropologia culturale e sugli stupri nelle guerre mondiali. Auguri di buon 2020
Ora segno subito quello che leggo nel mio elenco sul blog, così ho l'elenco aggiornato. Come ha scritto più volte Ivano Landi, la propria bibliografia rivela parecchie cose, non soltanto sui nostri gusti ma su quale periodo della nostra vita ci troviamo. Il libro sugli stupri lo trovi anche in rete: avevo scaricato un pdf, ma poi per motivi didattici lo avevo preso in prestito alla biblioteca universitaria. Auguroni anche a te e a presto!
Letture decisamente di elevata qualità.
Io ho letto molto meno e a livelli assai più bassi, comunque te li posso elencare:
GENNAIO
1-La grande strategia dell'Impero Bizantino, di Edward Luttwak
2-La bohème italiana, di Emilio Salgari
FEBBRAIO
3-Una famiglia originale, di Edward Bulwer-Lytton
4-Poesie, di Constantinos Kavafis
MARZO
5-Silver Spoon – volume 5, di Hiromu Arakawa (fumetto)
6-Racconti di Sarajevo, di Ivo Andric
7-Le ombre bianche, di Ennio Flaiano
APRILE
8-Il blu è un colore caldo, di Julie Maroh (fumetto)
9-Silver Spoon – volume 6, di Hiromu Arakawa (fumetto)
10-Il malpensante, di Gesualdo Bufalino
11-My friend Dahmer, di Derf Backderf (fumetto)
MAGGIO
12-Erba sul sagrato, di Ada Negri
GIUGNO
13-Una vita tra i margini, di Yoshihiro Tatsumi (fumetto)
LUGLIO
14-Nel cuore di Yamato, di Aki Shimazaki
AGOSTO
15-Dove è finita Audrey?, di Sophie Kinsella
16-I bambini che inseguono le stelle (3 vol.), storia di Makoto Shinkai e disegni di Tomoko Mitani (fumetto)
SETTEMBRE
17-Silver Spoon – volume 7, di Hiromu Arakawa (fumetto)
18-Libro d'ombra, di Junichiro Tanizaki
19-Il diario della mia scomparsa, di Hideo Azuma (fumetto)
OTTOBRE
20-Niente, di Janne Teller
21-Otaku Club Genshiken – voume 1, di Kio Shimoku (fumetto)
NOVEMBRE
22-Piccoli suicidi fra amici, di Arto Paasilinna
DICEMBRE
23-Otaku Club Genshiken – voume 2, di Kio Shimoku (fumetto)
24-La festa dell'insignificanza, di Milan Kundera
Insomma, letture a schema libero come da mia antica abitudine 😉
Diciamo che molte delle mie letture sono state per "dovere universitario". 😉 Però mi sono piaciute lo stesso, anche se alcune si sono rivelate di difficile assimilazione come i saggi sulle istituzioni politiche. Delle opere che hai letto, m'interessano in particolare "La grande strategia dell'Impero Bizantino" di Edward Luttwak, le "Poesie" di Constantinos Kavafis e, da salgariana di ferro, "La bohème italiana".
"La grande strategia" è un bel saggio storico, un po' pesante solo la parte sui manuali militari, per il resto aiuta a capire bene le problematiche militari e le tattiche, i vantaggi nell'armamento e l'operatività in quei tempi lontani.
Per Kavafis non so quale edizione consigliarti perché l'ho letto in una traduzione inglese.
"La boheme italiana" lo puoi scaricare gratuitamente da liberliber.it 😉
Per quanto strano possa sembrare, la storia militare mi interessa moltissimo. Tra gli esami all'università, avevo adocchiato, per esempio, Storia delle istituzioni militari, ma è per la magistrale. Buono a sapersi per "La boheme italiana", grazie! 😉
Mi attirano Il castello dei destini incrociati e L'armata dei sonnambuli, mi fai venir voglia di procurarmeli, li sento nelle mie corde.
Mi sono impigliata fra le righe di quel libro sull'alchimia, che hai letto per delineare il personaggio di Geoffroy… tanta roba! Lo adoro letteralmente, così come sento un naturale trasporto verso il suo "bambino d'oro". Come ti scrivevo, sono alla terza parte, mi sono gustata le prime due durante queste vacanze. Sto centellinando perché mi dispiacerebbe finirlo troppo presto, mi capita di approfondire alcuni passaggi perché attratta dal tuo stile, insomma mi piace moltissimo. Ne avrò da scrivere, cara Cristina. 🙂
Entrambi questi romanzi sono fantastici, ognuno geniale a modo suo. Sono molto pignola sulla Rivoluzione Francese e non ne faccio passare una, ma "L'armata dei sonnambuli" mi ha proprio appassionata e conquistata. Per quanto riguarda Italo Calvino, proprio di recente ho visitato la mostra sui gioielli Art Déco di Van Cleef & Arpels a Palazzo Reale, e ogni sala era introdotta da un passaggio di "Lezioni americane". Il risultato è che ho comprato questo celeberrimo libro di Calvino sulla scrittura, e mio marito ha commentato che con me ha sempre risparmiato un sacco di soldi. Invece di pellicce e gioielli costosi, mi faccio regalare libri 😉
Che emozione saperti immersa nella lettura del mio romanzo, cara Luz. Sono molto contenta che ti piaccia, sono in ansiosa attesa delle tue impressioni. Geoffroy piace a molti, si tratta di un personaggio dominante che mi è cresciuto tra le mani, pensa che all'inizio del ciclo non l'avevo nemmeno previsto. Ne parlo in questo post dal titolo eloquente "Lo scrittore è innamorato" :): https://ilmanoscrittodelcavaliere.blogspot.com/2015/06/xxxv-lo-scrittore-e-innamorato.html A presto!
Non ne ho letto nessuno di questi, però conosco di fama il romanzo di Calvino e quello della Kristof, che puoi confermarmi avere la particolarità di essere scritto in prima persona plurale.
Per quanto mi riguarda il 2019 è stato un anno all'insegna del giallo/noir, di cui ho letto parecchi romanzi e racconti, compresi quelli di diversi autori italiani, e 5 romanzi di Woolrich.
Sì, sono entrambi romanzi molto noti. Il romanzo della Kristof si avvale di punti di vista multipli per narrare la stessa storia, tra cui la prima persona, un po' come avviene nel film "Rashomon" di Kurosawa.
O mio Dio, questa storia di Salvini non la sapevo proprio! (A me la politica "terrorizza" e non la seguo molto XD)… Comunque questo tuo elenco di letture è di sicuro molto interessante: quando ho visto il libro sull'alchimia che hai citato ho ripensato a un mio scritto (finora mai completato) che avevo cominciato all'età di 16 anni e che tra i tanti temi riguardava anche qualcosa sull'alchimia… Chissà che non possa riprenderlo un bel giorno… Comunque, nel 2019 ho letto soltanto: Sistema Periodico di Marco Lazzara (ti ricorda qualcuno? XD), un romanzo rosa della Pilcher (Ritorno a casa) e un altro della scrittrice tedesca Charlotte Link (Nemico senza volto). Quest'anno, università permettendo, conto di leggere molto di più!
In effetti rimangono tutti esterrefatti nell'apprendere di questa chicca su Salvini. 😉 Sono abbastanza sicura di non incrociarlo in Statale, visto come è amato da quelle parti. Mi piacerebbe sapere se ha dato qualche esame, e quali, vista la sua manifesta, ehm, sapienza su alcune dinamiche storiche.
Nonostante gli errori, il libro sull'alchimia è stato interessante anche per via delle belle illustrazioni. In realtà, come saprai, l'alchimia ha avuto il suo apogeo, e le sue follie, nel Cinquecento… e in questo senso mi occorreva verificare che cosa sapessero gli alchimisti dei periodi precedenti. Interessante il tuo scritto! 🙂
Ho sentito parlare di Marco Lazzara, per caso è il commentatore subito sopra? XD
Grazie per la fiducia, spero di tornare a scriverlo un bel giorno 🙂 Chissà che il questo libro sull'alchimia non possa essermi d'aiuto… Comunque sì, è proprio il commentatore di sopra! XD 😉
Ah, ecco, mi era venuto il sospetto. 😉
Cara Cristina, grazie per aver inserito il mio libro in questo meraviglioso contesto e, soprattutto, grazie di cuore per le tue parole. Sono io ad essere onorata della tua amicizia: mi basterebbe avere anche solo una metà della tue incredibili energia e creatività! Mi ero ripromessa anch'io di leggere l'Armata dei sonnambuli nel 2019…devo farlo slittare nella lista del 2020. Ci aggiungo anche il Il castello dei destini incrociati, che mi intriga moltissimo, e il saggio sui lupi. Ad ogni modo, ho deciso di iniziare l'anno con Le regine di Gerusalemme… Ti abbraccio e ti auguro tanta gioia, nella lettura e nella vita!
Cara Stella, è sempre un piacere e una gioia leggere i tuoi libri. Berthe e i suoi amici mi hanno fatto compagnia all'inizio dell'anno scorso, insieme con le atmosfere parigine. Poi l'ho prestato a un'amica – una mia beta-reader – che l'ha letto e le è piaciuto molto. Le mie regine e io ringraziamo e, con un abbraccio, ti auguriamo uno splendido 2020!
Hai vere e proprie letture da studiosa, interessanti e formative che immagino ti abbiano dato molto in termini di contenuto. Un ottimo 2020 all'insegna di altrettante letture stimolanti, se penso che siamo solo a metà elenco…
Cara Nadia, grazie per il messaggio! Le letture sono state davvero molto interessanti, alcune mi hanno permesso di colmare parecchie lacune, specialmente in campo politico. Infatti avevo frequentato il corso per quel motivo…
Sìsì, ti confermo che siamo a metà elenco, manca infatti il tuo libro "Il giardino viola" 😉
Oh mamma, mi palpita già il cuore, in mezzo a cotanta roba il mio libricino…
Allora ci riaggiorniamo a breve! 😉
Le tue letture mettono soggezione! Cosa mi consiglieresti per conoscere Simenon?
Anche a me hanno intimorito parecchio! 😀
Per quanto riguarda Maigret, premetto che ho letto quasi soltanto i gialli con il commissario Maigret. Di questa serie ti consiglierei "Il cane giallo": è il sesto con Maigret, ma possono comunque essere letti separatamente. Oppure, "Il porto delle nebbie". Tra i romanzi, "Il viaggiatore del giorno dei Morti" oppure "L'uomo che guardava passare i treni".