Di recente alcuni amici blogger, come Giulia Mancini e Grazia Gironella hanno parlato del processo di elaborazione delle loro copertine. L’argomento mi offre lo spunto per parlare dell’immagine che è servita per l’elaborazione della copertina del mio nuovo romanzo, Le regine di Gerusalemme che vedrà la luce entro l’anno, a Dio piacendo.
La copertina vera e propria è pronta ed è già stata elaborata dal mio amico grafico Fabio Gialain, ma non ve la mostro ora, sia perché è prematuro sia per una sorta di scaramanzia.
Vorrei però mostrarvi meglio il quadro dipinto dall’artista Daniela Carcano ed esposto nell’ambito della mostra “Punti di vista in bianco e nero o poco più…” di cui ho parlato di recente in questo post e che ho avuto il piacere di presentare. Il quadro incorniciato e la quarta di copertina che ho lasciato accanto all’opera hanno riscosso molto interesse da parte del pubblico, per cui… se son rose fioriranno.
Premetto che non sarei assolutamente in grado di elaborare graficamente da sola una copertina, dato che per me Photoshop è uno dei grandi misteri dell’esistenza. Quindi se desidero avere qualcosa di particolare e unico, o che richieda un minimo di lavorazione, devo affidarmi ai professionisti. La copertina del primo romanzo del ciclo “La Colomba e i Leoni”, ovvero La terra del tramonto, era stata dipinta da me e rielaborata comunque da Fabio.
Per il ciclo crociato l’idea di partenza è stata quella di commissionare ogni copertina a un diverso artista, in modo da avere mani differenti, nonostante il fatto che Maurizio De Rose, autore della copertina de Le strade dei pellegrini con l’immagine del cavaliere, avesse fatto uno splendido lavoro. Mi piaceva inoltre far eseguire il dipinto a un’artista donna per un romanzo dove, finalmente, le donne sono le vere protagoniste.
L’anno scorso ho quindi chiesto a Daniela, visitando un’altra sua mostra, se le sarebbe piaciuto dipingere l’immagine per la copertina del mio terzo romanzo della saga crociata. Mi ha risposto che era onorata della proposta, ma al tempo stesso un po’ preoccupata. Conosco la pittrice da molto tempo, essendo lei un’accanita ammiratrice del mio Il Pittore degli Angeli che ha regalato a molti suoi amici e conoscenti, e una delle persone che avevano assistito alla mia prima presentazione del libro, che poi è stata la prima in assoluto. Al di là del rapporto di amicizia che si è venuto ad instaurare tra noi, associo sempre Daniela a momenti piacevoli, limpidi e solari come è lei.
Ed ecco qui il risultato: “Bagliore sotto il cielo di Gerusalemme”, ottenuto usando la foglia oro, gli acquarelli e i pastelli Caran d’Ache.
Come avrete già capito, lo sfondo mostra le cupole e le torri di Gerusalemme, mentre davanti all’ingresso principale tre donne sostano, offrendosi ai nostri sguardi. Una luce arriva dal lato destro dell’opera: e il sole sta sorgendo da est e si riflette nelle vetrate. La raffigurazione di Gesù è centrale. Il tutto è incorniciato e abbellito con decori di foglie, e una delle torri emerge dalla cornice. Mentre la figura del cavaliere nel secondo romanzo richiamava la vetrata, questa immagine mi ha richiamato una miniatura medievale. Inoltre, il misticismo è evocato dallo sfondo oro, che in tempi antichi era usato per indicare il paradiso, ma anche sole, calore, passione.
Ed ecco la quarta di copertina che ha accompagnato l’esposizione del dipinto:
Anno Domini 1108. Trasferitosi a Marrakech, lo schiavo cristiano Francesco de’ Nardo è ora al servizio del sovrano almoravide. Lo accompagnano i suoi amorevoli custodi: un medico sufi, due donne guerriere e un orfano andaluso. Dopo molte traversie egli è finalmente sereno, lontano dai pericoli e dal principe Ghassan ibn Rashid, suo padrone e amante.
Un giorno, il giovane vede scaturire, dall’ametista che orna il suo anello, una visione. Pian piano quelle immagini si ricompongono, si rinsaldano e mostrano cupole tondeggianti, alte terrazze, tetti aguzzi, cavità di finestre, alberi e cespugli, lo scintillio del metallo e la scabrosità della pietra; e, soprattutto, le croci. Un’infinità di croci contro il cielo azzurro.
È la Città Santa di Gerusalemme.
Nella visione, compaiono anche tre donne: una fanciulla siciliana, con una voglia di fragola sulla guancia, che regge un ricamo con la triscele; una donna morta, nella mano uno specchio dove balena il passato; e una regina dagli occhi da gatta, innamorata di un cavaliere biondissimo. Ognuna di loro possiede una storia che attende di essere raccontata. E, in queste vicende, il conte fiammingo Geoffroy de Saint-Omer e suo figlio entreranno nel cerchio di fuoco dell’eros, rischiando di rimanervi prigionieri per sempre, poiché “Forte come la morte è l’amore, tenace come gli inferi è la passione”.
Tuttavia, nelle molteplici avventure dei protagonisti de La Colomba e i Leoni, l’amore ardente e i ricordi tormentosi non saranno i soli pericoli da cui guardarsi. C’è una presenza oscura e antichissima che si nasconde nelle profondità della moschea di al-Aqsa di Gerusalemme, sede del futuro ordine templare: un demone che scuote le sue catene, impaziente di liberarsi e, finalmente, uccidere.
L’unico svantaggio di dipinti così belli è che dovrebbero essere stampati nelle considerevoli dimensioni che possiedono, anche se in questo caso bisognerebbe dotare il lettore di un vero e proprio leggio. Che ne dite, potrebbe essere un’idea per un gadget?
Bene, vi starete chiedendo: d’accordo la copertina e la quarta, ma quando arriva il contenuto? Il contenuto è quasi finito, mi mancano una decina di pagine, e poi lo affiderò a tre beta-reader che lo rileggeranno durante l’estate. Insomma, le mie regine andranno in vacanza anche loro, come me, e poi ritorneranno più agguerrite che mai e pronte a dare filo da torcere alle loro controparti maschili.
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Che cosa ne pensate del dipinto? Vi piace il testo della quarta? Si accettano consigli per ulteriori cambiamenti o per qualsiasi altro suggerimento.
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Immagine di apertura: Pixabay – “Flowers”
Bellissimo il dipinto di Daniela, ammetto che la quarta mi ha incuriosita e, nonostante io non sia appassionata di romanzi storici (ma sai che ho letto con entusiasmo il tuo "pittore degli angeli"), mi intriga molto. Pensare alla copertina mentre si sta ancora scrivendo parte del romanzo è un ottimo sistema, anche perché si possono inserire riferimenti che trasmettano l'atmosfera della storia.
Ciao, Giulia! In effetti con il tempo ho imparato a occuparmi della copertina ancor prima di finire il romanzo, sia perché si tratta di un percorso lungo sia perché, come hai notato, si possono inserire alcuni riferimenti dal testo, o viceversa. Secondo me la copertina non deve essere solo esteticamente bella e quindi attraente per il futuro acquirente, ma possedere qualcosa di unico… come dei piccoli segreti.
I particolari del dipinto sono davvero curati e interessanti. Pure la quarta di copertina ha il pregio di incuriosire parecchio. Quindi: in bocca al lupo 🙂
Grazie, Marco, sia della lettura che del commento! E soprattutto grazie per gli auguri finali. 🙂
Sono rimasta affascinata dalla luminosità della copertina, degna dei dipinti del 300 senese. L'oro e i dettagli riempiono gli occhi di racconti…un gioiello da osservare ogni qual volta il libro venga tenuto tra le mani.
E ciò che posso dire a proposito della quarta…"È la Città Santa di Gerusalemme." Ho letto il tutto in un fiato ed ho pensato che io, questo libro, ho bisogno di leggerlo…
Per il gadget: che ne pensi di un segnalibro che riporti differenti dettagli del quadro? Diversi dunque uno dall'altro, ma che dia modo di cogliere particolari di questo lavoro meraviglioso.
Pensa, Angie, che proprio nel vedere un quadro di Daniela con la silhouette di un corpo femminile con lo sfondo oro ho avuto l'idea di proporle il lavoro.
Sono felice che ti piaccia anche la quarta. Scrivere quarte è una gran faticaccia, bisogna condensare il tutto in poco spazio e nello stesso tempo non anticipare troppo.
Per il gadget avevo già realizzato il segnalibro per "Il Pittore degli Angeli", ne avevo parlato proprio in questo post: "Il fascino indiscreto del segnalibro" (https://ilmanoscrittodelcavaliere.blogspot.com/2019/05/il-fascino-indiscreto-del-segnalibro.html). Potrei sempre proporre la stessa cosa nel caso facessi una presentazione.
Molto belle, sia la copertina che la quarta. L'immagine crea subito un'atmosfera che rimanda alla malia dei tuoi romanzi. Io aspetto, paziente. 😉
Bisogna attendere ancora qualche tempo. 🙂 Anch'io non vedo l'ora che le mie regine si scatenino!
Approfitto per segnalare il sito di Daniela: https://www.danielacarcanoart.it/
Dimenticavo: grazie del link al mio post! 🙂
Prego! Non c'è di che. 🙂
La risposta è in entrambi i casi: sì, mi piacciono. La copertina in particolare mi ricorda, soprattutto nelle tre figure femminili, le illustrazioni de I quindici e detto da me è senza dubbio un complimento 😉
Caspita, è davvero un complimento. 🙂 Quand'ero piccola non possedevo I quindici, ma ne ho sempre sentito parlare. Ti ringrazio del commento e a presto!
Il quadro è meraviglioso, complimenti all'autrice. Sembra davvero tratto da un codice miniato. La quarta di copertina lascia intuire molto e crea curiosità, io la reputo perfetta così come è.
Grazie mille, Daniela sarà felice dei complimenti. Il quadro è stato realizzato qualche mese fa, ora che il tutto si avvia alla conclusione si può parlarne liberamente. Abbiamo fatto un po' le carbonare..
Opera di notevole bellezza, che darà eleganza al primo impatto del lettore col tuo romanzo. Complimenti all'artista. Come scrivi tu stessa, importante sarebbe dare risalto all'opera inquadrandola bene nella copertina.
Insomma, copertina e contenuto meritano di stare in perfetta armonia. 🙂
Grazie dell'apprezzamento. Purtroppo in una copertina inevitabilmente l'immagine si riduce, non solo per via del formato ma anche per fare in modo che titolo e autore non vi battano sopra oppure non si confondano con l'immagine. Insomma, anche il "lettering" vuole la sua parte. 🙂
Che meraviglia, complimenti a Daniela e a te! Davvero un valore aggiunto notevole un'immagine di questo tipo, preziosa e accurata, in perfetto accordo con il testo. Posso solo immaginare quanto lavoro ci sia stato dietro, ma penso che sia stata anche una bella esperienza collaborare tu e lei alla creazione della copertina.
Infatti l'ho subito incorniciata e l'ho appesa in sala accanto all'immagine del cavaliere. C'è una specie di défilé medievale… 🙂
Un gadget stile portachiavi!
A parte l'ironia bellissimo e ricercatissimo dipinto che sono certa farà da ottima cornice al tuo nuovo romanzo che già mi avvince sia per l'atmosfera sia per la curiosità. Non sei un treno ma un jet, Cristina! Complimenti in anticipo
A parte gli scherzi, anche il portachiavi non è una cattiva idea… Ignoro i costi, ma sarebbe comunque un bellissimo gadget. 🙂 Grazie per il passaggio e il commento, cara Nadia. A presto!
Credo sia un po' lunga come quarta: io direi che andrebbe accorciata.
Grazie mille del tuo parere, Marco. Forse potrei accorciarla sulla parte che riguarda la descrizione di Gerusalemme? Le altre informazioni mi sembrano tutte fondamentali…
Ma un po' tutta è lunga, specie la parte della visione.
"Un giorno, il giovane vede scaturire, dall’ametista che orna il suo anello, una visione."
Io questa frase la rivedrei. A parte la virgola dopo Un giorno, mi sembra un po' terra-terra.
Ok, com'è ovvio, tutto è perfettibile.