La riviera di Montebello e l’abside di Notre-Dame di Émile Harrouart, 1860 circa

Dove un giudice romano sanciva gli stranieri
sta una basilica e, felice e primeva
come un tempo Adamo, distende i nervi,
gioca con i muscoli la leggera volta a croce.
Ma tradisce dall’esterno il suo progetto nascosto:
qui la forza elastica degli archi si premurò
che la massa possente non demolisse le pareti
e l’ariete della volta insolente se ne stesse buono.
Labirinto delle forze naturali, incredibile foresta,
abisso razionale dell’anima gotica, potenza
dell’Egitto e ritrosia cristiana, quercia
con il giunco accanto e, sempre re, il filo a piombo.
Ma, fortezza Notre Dame, con quanta più attenzione
io studiavo le tue costole imponenti,
tanto più spesso pensavo: dal peso cattivo
un giorno anch’io il Bello creerò.

Osip Ėmil’evič Mandel’štam (1891-1938) è stato un poeta, letterato e saggista russo. Esponente di spicco dell’Acmeismo e vittima delle Grandi purghe staliniane «è stato uno dei grandi poeti del XX secolo». Nel 1911 aderì alla “Gilda dei poeti“. Intorno a questo gruppo si sviluppò il movimento letterario dell’Acmeismo nato come reazione al Simbolismo: Mandel’štam fu, nel 1913 tra gli autori del manifesto della corrente, pubblicato solo nel 1919. Nello stesso anno pubblicò la sua prima raccolta di poesie, La pietra. Del 1922 è la sua seconda raccolta, Tristia.

In seguito si dedicò principalmente a saggistica, critica letteraria, memorie (Il rumore del tempo e Fedosia, entrambe del 1925), e brevi testi in prosa (Il francobollo egiziano, 1928). Condannato ai lavori forzati nel 1938, fu trasferito nell’estremità orientale della Siberia dove morì. Il suo ricordo fu per lungo tempo conservato clandestinamente dalla moglie, che aveva imparato a memoria numerosi testi poetici del marito.


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Fonte immagini: Wikipedia
Fonte testo: La pietra, Il Saggiatore, Milano 2014