Ed ecco che siamo arrivati in fondo al nostro “speciale” lupesco! Nella prima parte della nostra carrellata sul lupo come animale culturale, abbiamo imparato a conoscerlo più da vicino dal punto di vista delle scienze naturali, del mito di Romolo e Remo e di Beowulf.

Nella seconda parte invece abbiamo letto che, dopo l’avvento del cristianesimo, e soprattutto durante Carlo Magno imperatore, il lupo è stato identificato come una creatura malvagia e tentatrice, fama avvalorata da fiabe come “Cappuccetto Rosso” e dal caso della Bestia del Gévaudan avvenuto in Francia tra il 1764 e il 1767.

Non possiamo però dimenticare il lupo cinematografico. Nel saggio di Riccardo Rao si cita, pur senza addentrarsi nell’argomento, un bel film sui lupi.



L’ultimo lupo (2015) di Jean-Jacques Annaud

Jean-Jacques Annaud è un regista che ama molto lavorare con gli animali, e anche con questo film non si smentisce. Il film è basato sul romanzo autobiografico Il totem del lupo di Jiang Rong, bestseller del 2004. Ci troviamo in Cina nel 1967. Durante la Grande Rivoluzione Culturale, due giovani studenti di Pechino vengono inviati nella Mongolia Interna per insegnare a leggere e a scrivere ai bambini delle tribù nomadi. Qui Chen scopre e rimane affascinato dai lupi e dal loro legame con i pastori. Quando il governo cinese ordina di eliminare i cuccioli di lupo, Chen Zhen di nascosto ne salva uno e decide di allevarlo per osservare da più vicino l’animale.
Eccovi il trailer del film, che è davvero bello e toccante e con scene spettacolari dal punto di vista dell’interazione uomo-lupo, come la cavalcata dei cacciatori in mezzo ai ghiacci e tra i branchi di lupi:

Clicca sul pulsante per caricare il contenuto da i.ytimg.com.

Carica il contenuto

Un altro film dove hanno un grande ruolo i lupi è…

Mowgli – Il figlio della giungla (2018) di Andy Serkis

La pellicola è l’adattamento cinematografico de Il libro della giungla di Rudyard Kipling, molto più fedele alla storia del cartone animato di Walt Disney. La feroce tigre Shere Khan attacca degli umani e li uccide. Nello stesso posto, subito dopo, la pantera Bagheera trova un neonato ancora vivo, e lo conduce da una famiglia di lupi. In quel mentre giunge alla loro tana la iena Tabaqui, servo di Shere Khan, ma viene allontanato immediatamente dai lupi. Quella notte, il branco si riunisce e, dopo un acceso dibattito sull’opportunità di tenere il bambino con loro, davanti alle nuove minacce di Shere Khan, si sancisce che il neonato è sotto la protezione del branco.
Mogwli è un bambino a metà tra l’uomo e il lupo, e collega due mondi diversissimi e spesso in contrasto. In questo film non a caso i lupi hanno una parte di protagonisti dall’inizio fino alla fine, e portante è il tema dell’identità e dell’appartenenza. Nel fiero ragazzino Mowgli la sua anima di lupo sarà sempre parte di lui.

I casi di bambini allevati lontano dal consorzio umano hanno ispirato molti film, tra cui Il ragazzo selvaggio (L’enfant sauvage), film del 1969 diretto e interpretato da François Truffaut. Il film è ispirato a una storia realmente accaduta di Victor dell’Aveyron, nel XVIII secolo, raccontata da Jean Itard.

Un fotogramma dell’incontro del piccolo Mogwli con i suoi futuri genitori lupini.
La mamma dallo sguardo dolce è quella sulla destra. Più perplesso lo sguardo del padre, sulla sinistra.


Il lupo nei fumetti: Ezechiele Lupo, Lupo de’ Lupis e Lupo Alberto



Chiudiamo la nostra carrellata con un sorriso e presentando tre dei lupi più simpatici dei cartoni animati e dei fumetti! Non sono nominati nel saggio, per cui mi servirò di informazioni tratte da Wikipedia dove ho anche scovato delle curiosità.


Ezechiele Lupo, inizialmente noto come Lupo cattivo, è un personaggio della Disney, creato negli anni Trenta. Ha l’aspetto di un grosso lupo nero antropomorfo: cammina in posizione eretta, parla e porta pantaloni con bretelle e un cappello a cilindro sformato.

Nella sua prima apparizione, nel cartone animato I tre porcellini, Ezechiele aveva un aspetto estremamente feroce ed imponente, anche se i calzoni avevano le toppe, come potete vedere nell’immagine qui a fianco. Sembra il classico disadattato in odore di criminalità, di cui la comunità ha paura e che emargina.

Nelle prime versioni a fumetti, Ezechiele Lupo era inizialmente affiancato dai tre figli, feroci e famelici quanto lui; questi tre personaggi vennero presto rimpiazzati dal figlio di Ezechiele, Lupetto, un lupacchiotto simile al padre nell’aspetto, ma dolce e gentile. Lupetto era anzi un grande amico dei Porcellini e in generale degli animali della foresta, e li aiutava spesso a mettersi al riparo dalle grinfie del genitore, con gran disperazione del vecchio lupo che lo avrebbe voluto un feroce predatore.




Lupo de’ Lupis è il protagonista di una serie a cartoni animati prodotta dagli studi Hanna-Barbera tra il 1959 e il 1965.

Si tratta di un lupo animato da buoni sentimenti e da un irresistibile desiderio di proteggere un maldestro e distratto agnellino da tutti i guai in cui questi si va a cacciare. Tutto andrebbe nel migliore dei modi, se non fosse che né l’agnellino né il cane da pastore, Setola, che veglia su di lui, si fidano della sincerità dei sentimenti del lupo, che finisce sempre con il soccombere al pregiudizio che accompagna la sua specie e avere la peggio.

Personaggio molto gentile e generoso, veste con un cappellino di lana e una sciarpa, ha un’andatura dinoccolata e si esprime con un romantico accento francese (mentre nella versione italiana ha un accento britannico). Celebre la sua autodefinizione di “lupo tanto buonino“.


Lupo Alberto è il protagonista di una omonima serie a fumetti ideato da Silver nel 1973. La serie inizialmente era intitolata “La fattoria McKenzie” e Lupo Alberto non era il protagonista unico ma solo uno dei personaggi principali insieme alla sua fidanzata Marta la gallina e al cane da guardia Mosé. Dal 1974 la striscia viene intitolata al personaggio.

Alberto è un lupo innamorato della gallina Marta che lo corrisponde ma il loro amore è contrastato dal cane Mosè, messo a guardia del pollaio della fattoria Mckenzie dove vive anche la fidanzata. Nella fattoria ci sono molti altri animali, come Glicerina il papero, Alcide il maiale, Krug il toro, Ludovico il cavallo.

Alberto ha un carattere ottimista, allegro e indipendente, e tenta in tutti i modi di integrarsi nella fattoria, che invece è suddivisa in una ferrea gerarchia sociale. Mostra però allergia al matrimonio, e fugge ogni volta che la fidanzata intavola il discorso. Nella striscia sono trattati anche argomenti di carattere sociale e politico, più comprensibili a un pubblico adulto.

Una curiosità grafica su lupo Alberto: il colore del lupo inizialmente doveva riprendere i riflessi azzurri dei lupi siberiani ma problemi con la stampa spinsero l’autore a optare per una varietà di blu ben definita: Blu Pantone 297.

Una buona notizia

Possiamo congedarci davvero dal nostro lupo con una buona notizia, arrivata qualche giorno fa: è stato riconfermato il Piano di Conservazione e gestione del Lupo in Italia con cui si afferma “Con questo piano ribadiamo che non servono abbattimenti, ma una strategia, che abbiamo delineato in 22 azioni“. Così il ministro dell’Ambiente Sergio Costa in merito al nuovo Piano di conservazione e gestione del lupo. Il piano prevede 22 azioni che a partire da una rigorosa analisi tecnico-scientifica mirano alla conservazione ed alla risoluzione sostenibile dei conflitti con le attività antropiche. Anche la Commissione Europea ha espresso apprezzamento per il documento.
Speriamo in bene, vista l’aria che tira… !!



***


Se vi sono piaciute le proposte del libro Il tempo dei lupi di Riccardo Rao, vi invito alla sua lettura integrale: si tratta di un’opera che riserva parecchie sorprese e curiosità, e ci aiuta a conoscere un po’ meglio questo animale favoloso.

***

Fonti testo:

Il tempo dei lupi di Riccardo Rao – Utet
Wikipedia per film e fumetti

Fonti immagini:
Pixabay per la foto iniziale del lupo – Wikipedia per le altre