I lupi stanno tornando. Ce ne danno testimonianza i numerosi avvistamenti in luoghi dove erano quasi scomparsi, i documentari che ce li mostrano, intenti alla caccia, o nell’atto di occuparsi della loro cucciolata. E sono significative le interviste, magari a pastori infuriati per gli attacchi al bestiame, o anche le testimonianze di avvistatori le cui parole sono improntate alla paura. Ormai entrato da secoli nel nostro immaginario collettivo, questo splendido animale suscita inevitabilmente reazioni forti che, al di là del danno economico ai greggi, attingono anche all’inconscio e alle nostre paure ataviche, non fosse altro che per il tipico, inquietante ululato e i racconti sulla sua presunta “malvagità”.
Il rapporto tra uomo e lupo si è tradotto molto spesso una storia di sterminio, dove una specie, quella umana, ha cercato accanitamente di cancellare l’altra, quella animale, e ci è quasi riuscita. Si è trattato di una lotta senza quartiere, soprattutto dal momento in cui il lupo è stato caricato di una simbologia altamente negativa. Non è sempre stato così, anzi: indietro nel tempo, il lupo era venerato come portatore di forza e coraggio, qualità che si intendeva assumere come guerrieri e appartenenti alle élite sociali.
Ma andiamo con ordine. Per affrontare l’ardua impresa di presentare questo magnifico animale seguendo il mio modo consueto, mi farò aiutare da un’opera a lui dedicata che potrà servirmi da traccia per cogliere alcuni aspetti eminentemente culturali del lupo. Si tratta di Il tempo dei lupi del medievista Riccardo Rao, collocata a metà tra la saggistica e la narrativa e di piacevolissima lettura anche per chi non sia un appassionato di Medioevo. E, per rendere onore al lupo come merita, dividerò il post in due parti in modo che non sia troppo lungo e per renderlo a voi più godibile.
Facciamo innanzitutto una sommaria conoscenza del lupo grigio…
… secondo le scienze naturali
Ma ora abbandoniamo il lupo in carne e ossa, per quanto affascinante, e addentriamoci nel folto della foresta e del mito, dove troveremo…
La lupa di Romolo e Remo
... ovvero colei che allattò i gemelli più famosi nella storia di casa nostra: Romolo e Remo, i mitici fondatori di Roma. Secondo la leggenda Rea Silvia, che era stata costretta a farsi vestale e a fare quindi voto di castità, attirò l’attenzione del dio Marte, che la possedette con la forza in un bosco sacro. La fanciulla partorì i due gemelli, che vennero deposti in una cesta e lasciati in balia della corrente del fiume Aniene. La cesta si arenò ai piedi di un albero di fico o, secondo altre versioni, vicino a una grotta collocata alla base del Palatino, detta “Lupercale” perché sacra a Marte e a Fauno Luperco.
Una lupa, scesa dai monti al fiume per abbeverarsi, fu attirata dai vagiti dei due bambini, li raggiunse e si mise ad allattarli. Furono trovati da un pastore di nome Faustolo, il quale insieme alla moglie Acca Larenzia decise di crescerli come suoi figli. In qualsiasi modo siano andate le cose, nella storia la lupa fa una gran bella figura: non solo non divora i teneri bambini, ma esprime in pieno il suo istinto materno allattandoli.
Osserviamo tutti i protagonisti del mito nel quadro intitolato Faustolo trova la lupa con i gemelli (ca. 1616) eseguito da Pieter Paul Rubens. I corpi dei bambini sono il fulcro della composizione, e irradiano una luce abbagliante come in una pagana Natività. La lupa è acciambellata in segno di protezione. A sinistra si vede un vecchio, personificazione del fiume Tevere, e vicino a lui una ninfa. Il pastore Faustolo sta accorrendo sulla destra, ed è vestito secondo la moda ai tempi di Rubens. C’è anche un picchio, uccello caro a Marte, con delle ciliege nel becco.
Altra immagine famosissima è quella della Lupa capitolina, ovvero una scultura in bronzo custodita ai Musei Capitolini, di ignoto artista medievale del XII o XIII secolo. Qui la lupa, anziché coricata, è ritta sulle quattro zampe, ed è gigantesca rispetto ai bambini cui offre le mammelle. In qualsiasi modo si raffiguri l’evento, è chiaro che inserire questo animale nel mito dei fondatori di Roma è indice di prestigio (sebbene secondo altri la lupa potrebbe indicare anche una donna che svolgeva la professione più antica del mondo, in quanto il termine “lupa” andava a significare una prostituta).
Salutiamo le sponde del fiume per spingerci a Nord, tra i ghiacci e le nebbie, a incontrare l’ammirazione per il lupo espressa sotto altre forme…
Il nome ideale per un figlio
Nell’antichità molti genitori norreni sceglievano il lupo come nome da dare ai propri figli. Ce ne offre una prova Beowulf, un poema epico anonimo, scritto in una variante sassone occidentale dell’anglosassone (o inglese antico). Ha datazione incerta, anche se parrebbe essere composto attorno al VIII secolo. Si ritiene che l’autore del poema inglese antico abbia rielaborato autonomamente materiale leggendario di origine nordica e tramandato oralmente, creando un’opera originale. In qualsiasi letteratura anglosassone che si rispetti, è in assoluto la prima proposta che troverete. Potete vedere qui accanto la prima pagina del manoscritto, conservata presso la British Library.
Il poema narra le vicende del re danese Hrothgar a Heorot, il “Cervo”, alle prese con un mostro di nome Grendel che attacca ripetutamente la dimora del sovrano, mietendo vittime tra i suoi guerrieri. In soccorso al disperato sovrano arriva Beowulf, nipote del re dei Geati, che abitano in Svezia meridionale. Beowulf affronterà sia Grendel sia la madre del mostro, in una serie di combattimenti epici. Beowulf è il prototipo dell’eroe che si scontra con il mostro, e non a caso nel suo nome è contenuto il termine “wulf”, lupo. Nel 2007 ne è stato tratto un film diretto da Zemeckis, dove la trama originale è stata un po’ rielaborata, secondo me in maniera interessante e convincente, facendo perno sulla figura della madre di Grendel.
Tanti lupi e lupacchiotti
Anche presso i popoli barbari che si muovono in Europa occidentale, viene spesso assegnato il nome “wulf” a personaggi di rilievo. Fra i Goti abbiamo il vescovo Wulfila (letteralmente Lupacchiotto) che nel IV secolo traduce la Bibbia in lingua germanica. Eccolo qui in un’incisione del 1900 mentre spiega il Vangelo ai Goti.
Abbiamo anche l’esempio di alcuni re, veri (Ataulfo) o leggendari (Achiulfo, Ediulfo, Vutùlfo). E persino in casa nostra, nonostante la persistenza di nomi romani, vengono dati volentieri nomi di animali, tra cui Lupo e Lupaldo, seguito da Orso o Orsola – l’orso era un altro animale temuto e ammiratissimo come potete leggere nel mio post a lui dedicato – nella classifica delle preferenze.
E allora quand’è che il lupo comincia a diventare “cattivo”?
Riccardo Rao ci segnala che la demonizzazione del lupo si basa su ragioni esclusivamente culturali e dipende dal processo di cristianizzazione che interessa l’Europa medievale.
Già l’Antico Testamento evoca il lupo in termini di prepotenza e violenza, ma è con il Nuovo Testamento che il lupo, evocato in un contesto pastorale, comincia a fare paura. Nel Vangelo di Matteo (7,15) si ammonisce: “Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci.” In un altro passo, sempre di Matteo (10, 16), dice: “Ecco, io vi mando come le pecore in mezzo ai lupi“. La metafora è quella dell’agnello come simbolo di Cristo, delle pecore come comunità di fedeli, e del pastore come loro guida. Il lupo diviene l’allegoria dei falsi profeti, o quello del male in sé che insidia le anime.
Sulla scorta dei testi evangelici, e degli scritti dei Padri della Chiesa, in passato vi fu una persona che dichiarò ufficialmente guerra al lupo… ma di questa persona vi parlerò nella seconda parte.
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Aspetto volentieri i vostri commenti su questo primo articolo dedicato al lupo. Inoltre, volete provare a indovinare il nome del gran nemico del lupo? Un indizio è contenuto nella domanda!
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Fonte testo:
- “Il tempo dei lupi” di Riccardo Rao
- Wikipedia per la scheda iniziale
Fonte immagini:
- Wikipedia
senza dimenticare Wolfgang 🙂
Oh, sì, ce ne sono davvero tantissimi 🙂
Che bell'argomento hai scelto! Anche nelle storie dei Nativi d'America il lupo è sempre stato una figura positiva: forte, saggio, protettore e ispiratore, con una dose di mistero. 🙂
Sto leggendo un libro di Antropologia culturale per un esame universitario, e devo dire che queste culture, compresa quella dei Nativi americani, dimostravano una saggezza molto superiore alla nostra. Tra l'altro il lupo è un segno del loro oroscopo dal 19 febbraio al 20 marzo.
Beowulf lo studiai all'università, ovviamente conosco la leggenda della lupa capitolina. Chi dichiarò guerra al lupo, beh, non so, aspetto il prossimo post 😉 Non saprei che aggiungere alle tue nozioni, mi viene in mente solo Cappuccetto Rosso…
Quando si studia letteratura inglese, non si scappa a Beowulf. Per quanto riguarda Cappuccetto Rosso, sarà uno degli argomenti che tratterò nel prossimo post, e ci saranno parecchie sorprese a riguardo. 🙂
Il lupo è un animale molto affascinante e trovo che la storia della lupa che allatta Romolo e Remo sia bellissima. Sai che nella favola di cappuccetto rosso io ero sempre dispiaciuta per la morte del lupo? A istinto perché non trovavo giusto che il cacciatore gli riempisse la pancia di mattoni, per non parlare poi del fumetto Disney dove tifavo sempre per Ezechiele lupo, lì i tre porcellini erano sempre piuttosto antipatici. Nel leggere il tuo post mi è venuta in mente la fiction TV "A un passo dal cielo" dove c'è una guardia forestale con uno splendido lupo credo grigio. Il nemico del lupo non è forse il cacciatore e quindi l'uomo?
Sì, povero lupo… sempre bistrattato, soprattutto anche nella favole. Per quanto riguarda Cappuccetto rosso, come scrivevo ad Ariano sarà parte del prossimo post. Ricordo con particolare piacere la favola dei tre porcellini nella serie "Le fiabe sonore", un vero e proprio "cult" della mia infanzia. Non conosco la fiction TV che citi, sembra interessante! Anche se non è il protagonista assoluto, mi viene in mente il lupo Duecalzini nel film "Balla coi lupi". 🙂
Io ormai associo il lupo a Buck, per deformazione, ma fino a qualche tempo fa a Cappuccetto Rosso e anche a Wolwerine. Ora aspetto la seconda parte del tuo articolo per conoscere gli altri lupi. Come al solito sei accuratissima e la tua maniera di raccontare è affascinante, credo potresti anche parlare di pietre che sarebbe lo stesso!
Anch'io XDDDD Grazie <3
Anch'io <3 Non so se la risposta è doppia, nel caso mi scuso. Mal che vada ti ho ringraziata due volte per voler bene al mio lupone <3
Grazie a entrambe del commento, e soprattutto che siate contente di questo articolo. 🙂 In effetti si potrebbe aprire un sito o un blog soltanto dedicato al lupo, per quanto è sterminata la letteratura che lo riguarda.
Conoscevo buona parte delle leggende in proposito e devo ammettere di avere una vera e propria venerazione per i lupi. Anche per questo mi arrabbio quando sento tornare periodicamente alla carica le lobby dei cacciatori che vorrebbero far riaprire la caccia a questo nobile animale, proponendo poi le solite scuse "Che ormai sono diventati troppi!" SIC.
Pensa che in Irlanda hanno ucciso tutti quanti i lupi, come ho letto nel testo da cui ho preso spunto. Cerco di capire il punto di vista degli allevatori rispetto agli attacchi alle greggi, ma qui si parla proprio di sterminio indiscriminato!
Amo molto il lupo. Ricordo con piacere uno scavo archeologico sull'appennino in cui una sera si è sentito un ululato. Adesso stanno tornando anche nella mia zona, almeno, sulle montagne non troppo lontano da me. Chissà se mi capiterà mai di vederne uno in natura e non solo nei centri di ripopolamento?
Che bella esperienza la tua, sentire il lupo "dal vivo"! L'estate scorsa in Calabria visitai il parco della Sila con un museo in cui molto era spiegato sul lupo. Anche lì si sta lentamente ripopolando, molto a fatica.
Bellissimo articolo cara! Una notevole panoramica storico-mitologica/folkloristica. Penso che il lupo sia un animale portatore di forti significati in moltissime culture, basti pensare non solo alla nostra europea ma anche a quella nord americana. Spero davvero che in futuro questo animale possa essere rivalutato dagli esseri umani, permettendone di nuovo la permanenza nei nostri territori.
Ps. La foto dei lupacchiotti è stupenda!
Un abbraccio.
Grazie, Diana, in realtà parlare del lupo è come pescare con un cucchiaino in un lago per quanto altro ci sarebbe da dire. Come hai detto giustamente, il lupo è trasversale a molte culture, non esclusa quella asiatica, e il bello è che è un animale estremamente adattabile. Sì, i lupacchiotti sono adorabili… a me piace anche la parola stessa "lupacchiotto". 😀 Ricambio l'abbraccio.
Sarà mica il vescovo Lupo, che fermò anche Attila?
Prima che dai Romani il lupo era venerato dai Greci come simbolo di sapienza. Apollo era detto Liceo, che viene da Lycos, cioè lupo. Ovvero il lupo è l'animale totem degli studenti liceali!
Grazie di aver provato, Marco, ma non è il vescovo Lupo. 😉
Non sapevo che il lupo fosse l'animale totem dei liceali, davvero curioso! Alla prossima.
Poi c'è Licurgo, il legislatore di Sparta.
Bravo, Ivano!
Sono troppo felice di questo articolo, grazie per averlo scritto. Ho una forte quanto inspiegabile passione per i lupi da sempre, come credo tu sappia. Ho scritto di loro, sempre. E ho scritto Buck dove forse nell'introduzione racconto la storia di questa passione. E infine: ho un solo tatuaggio. Indovina quale. Tornerò molto volentieri a leggere i prossimi articoli!
Eh, certo che so della tua passione per i lupi. Sono convinta che le passioni, quando sono così forti, abbiano radici molto profonde. Invece non sapevo del tatuaggio. 🙂 Se ti piacciono così tanto i lupi, ti consiglio di cuore il libro da cui ho preso spunto, "Il tempo dei lupi" di Riccardo Rao.
Il tuo Buck resterà per sempre il mio lupo preferito😍
Visto l'ottimo riscontro, sto pensando di suddividere la seconda e ultima parte in altre due per fare una trilogia.
Ho amato molto Buck anch'io. La trilogia del lupo mi sembra una bella idea 🙂
Ecco, ho fatto la suddivisione: così ci saranno altre due puntate. 🙂