Con il termine pesci, dal latino pisces, si intende un gruppo eterogeneo di organismi vertebrati fondamentalmente acquatici, coperti di scaglie e dotati di pinne, che respirano attraverso le branchie.
In realtà questa impassibile definizione scientifica non riesce a spiegare fino in fondo il miracolo di una creatura che riesce a vivere pienamente nell’acqua, a differenza nostra, e che muore se ne viene tirata fuori. Non a caso si dice “Era come un pesce fuor d’acqua” per indicare una persona che si sentiva a disagio in determinate circostanze. Come spesso accade in natura, anche i pesci hanno forme e colori bellissimi, come quello che vi propongo qui per aprire la mia carrellata. Nemmeno il pennello di un grande pittore riuscirebbe a eguagliare questi colori accesi e la perfezione delle geometrie, pur morbide e sinuose. Ci sono anche pesci degli abissi, mostruosi ma ugualmente incredibili.
E, a proposito di grandi pittori, comincio la mia sfilata di pesci con un’opera di Paul Klee che ritengo davvero magica.
“Alla ricerca del pesce d’oro” di Paul Klee (1925)
Paul Klee, un pittore tedesco nato in Svizzera, era un esponente dell’astrattismo e considerava l’arte una rielaborazione della realtà e non la sua semplice riproduzione. Sicuramente un’opera come questa dona piacere allo sguardo, meraviglia ed emozione allo spirito.
La moltiplicazione dei pani e dei pesci
Con il termine moltiplicazione dei pani e dei pesci ci si riferisce a due miracoli di Gesù descritti nei Vangeli. Il primo miracolo, nel quale Gesù sfamò cinquemila uomini con 5 pani e 2 pesci, è riportato da tutti e quattro gli evangelisti. Si tratta dell’unico miracolo di Gesù, a parte la resurrezione (e l’Eucaristia nell’Ultima Cena per le chiese cristiane che accettano la dottrina della transustanziazione), a essere presente in tutti e quattro i Vangeli. Il secondo miracolo, nel quale Gesù sfamò quattromila uomini con sette pani e “pochi pesciolini”, è riportato da Matteo e Marco, ma non da Luca e Giovanni.
Vediamo dunque il miracolo riportato dal vangelo di Giovanni, capitolo 6.
Dopo questi fatti, Gesù andò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e una grande folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi. Gesù salì sulla montagna e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: “Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?”. Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva bene quello che stava per fare. Gli rispose Filippo: “Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo”. Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: “C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?”. Rispose Gesù: “Fateli sedere”. C’era molta erba in quel luogo. Si sedettero dunque ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che si erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, finché ne vollero. E quando furono saziati, disse ai discepoli: “Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto”. Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Sempre rimanendo in tema, tra l’altro, il termine ichthys è la traslitterazione in caratteri latini della parola in greco antico ἰχθύς, ichthýs (“pesce”), ed è un acrostico usato dei primi cristiani proprio per indicare Gesù Cristo. Per questo motivo il simbolo del pesce era molto comune nelle catacombe di Roma. Ecco qui il significato del simbolo, insieme a un affresco raffigurante un pesce e pane eucaristico nelle catacombe di San Callisto a Roma:
Chi (ch) è la prima lettera di Christós: “Unto” (del Signore).
Theta (th) è la lettera iniziale di Theoû: “di Dio“.
Ypsilon (y) è la prima lettera di (h)yiós:”Figlio“.
sigma (s) è la prima lettera di sōtḗr: “Salvatore“.
La fiaba: “Il pesciolino d’oro”
Anche lei ha molti collegamenti con il pesciolino d’oro di Paul Klee, a mio avviso!
Finito a lavorare nelle stalle, il povero vecchietto viene convocato al cospetto della moglie-zarina, per ascoltare una mirabolante richiesta: lei vuole diventare padrona di tutta la terra e che anche il pesce divenga suo vassallo. Il vecchietto si reca alla riva, sotto la minaccia di essere mandato in Siberia. Stavolta il mare è nero come la notte e le onde tanto alte da far paura. Il pesciolino compare, mostrandosi molto arrabbiato con la moglie del pescatore; ma raccomanda all’uomo di tornare a casa tranquillo, perché penserà lui a impartirle una bella lezione. Quando torna infatti al castello della zarina, il pescatore si accorge che non c’è più il castello e non c’è più nemmeno il precedente palazzo o la bella casetta e nemmeno il mastello nuovo. Ci sono solo la capanna e la moglie, tutta placida e sorridente come mai l’aveva vista.
Film d’animazione: “Alla ricerca di Nemo”
Ho scelto questo bellissimo film d’animazione della Pixar Animation Studios del 2003, vincitore del premio Oscar 2004 come miglior film d’animazione. Il film ha come protagonista Marlin, un pesce pagliaccio rimasto solo dopo che un barracuda ha attaccato e divorato la compagna e le uova. Insieme a lui vive il figlioletto Nemo, nato dall’unico uovo salvatosi dall’attacco.
Incomincia così sia il lungo viaggio di un padre alla ricerca del figlio. Durante il suo percorso incontra per caso Dory, un pesce chirurgo femmina che soffre di perdite di memoria a breve termine, oppure un enorme squalo bianco di nome Bruto che minaccia di fare di lui un sol boccone. Nel frattempo Nemo si trova nell’acquario dello studio dentistico del dottor Philip Sherman, il subacqueo che lo ha catturato, dove fa amicizia con le altre creature tenute prigioniere e con loro pianifica la fuga…
Fanno loro da controcanto tutte fulgide creature del mare che, pur con l’inevitabile antropomorfizzazione, sono state rese con grande maestria tecnica e creativa. Particolarmente esilarante è il personaggio della smemorata Dory, al punto da meritare un sequel tutto suo, e a dir poco maestosa la sequenza con le tartarughe caretta caretta che nuotano nella corrente orientale australiana in una sorta di migrazione biblica. Insomma, se non l’avete visto ve lo consiglio di cuore.
Film: “Lo squalo” (1975)
Assai meno grazioso dei pesci di “Alla ricerca di Nemo” è l’enorme squalo nel film di Steven Spielberg del 1975 che ha inaugurato questa serie e ha davvero segnato un’epoca.
La storia è molto semplice: un grande e pericoloso squalo bianco uccide dei bagnanti sull’isola di Amity, un immaginario luogo di villeggiatura estiva, spingendo il capo della polizia locale a cercare di ucciderlo con l’aiuto di un biologo marino e un cacciatore di squali.
Alla prima uccisione di una ragazza, che il medico legale certifica essere il risultato dell’attacco di uno squalo, il capo della polizia Martin Brody vorrebbe chiudere la spiaggia onde impedire l’accesso ai turisti. La cosa viene impedita dal personaggio ottuso di turno, interpretato dal sindaco, preoccupato dalla perdita di turisti in piena stagione estiva. Il medico legale attribuisce allora la morte all’elica di una barca, e il caso viene archiviato. Ma è solo l’inizio di una serie di morti, una più spaventosa dell’altra, e mentre si diffonde il panico tra gli abitanti, lo squalo sembra adottare una strategia ben precisa nei suoi attacchi, quasi a dimostrare una sua malvagia intelligenza…
Detti e proverbi
Chiudiamo degnamente con una serie di detti riguardante il nostro amico pesce, entrati a pieno titolo nella nostra quotidianità.
- Chi dorme non piglia pesci = Se si indugia o si perde tempo, si rischia di non portare a termine nessuna impresa.
- Fare il pesce in barile = Mantenersi in una posizione neutrale.
- Fare gli occhi da triglia = Fare gli occhi dolci.
- Prendere a pesci in faccia = Insultare qualcuno, offenderlo.
- Essere sano come un pesce = Essere in buona salute.
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E voi, avete un acquario in casa o vi piace osservare i pesci all’opera nei documentari o in mare? Conoscete qualche altro esempio da aggiungere relativo a libri, film o cartoni animati?
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Fonte testi: Wikipedia
Fonte immagini:
- foto iniziale: Pixabay
- foto del post: Wikipedia
"Moby Dick", per la regia di John Houston e con Gregory Peck e Orson Wells 😉
Ciao, Marco, grazie! Sebbene la balena sia classificata come un mammifero, come ad esempio il delfino. Infatti ho dovuto scartare un sacco di esempio proprio per questo motivo, e controllare che gli altri fossero a tutti gli effetti "pesci". 😉
Che tuffo nel passato con la favola e con Nemo. Lo squalo invece non mi è mai piaciuto credo di aver visto più di mezzo film con gli occhi chiusi. Gli acquari dicono rilassino molto ma a me mettono tristezza: li considero gabbie. Invece di conchiglie ne ho la collezione vista la passione del mio compagno per il mare e così ho creato su un mobile un acquario di conchiglie, la natura morta del mare come la chiamo io.
Per il resto mi vengono in mente altri film tipo Piranha o il nuovo Megalodonte(una versione antica e futuristica del primo squalo sopravvissuto).
Allora anche tu conoscevi la fiaba del pesciolino d'oro? 🙂 Perché non penso che sia molto famosa rispetto ad altre. Era una di quelle che mi piacevano maggiormente anche per il fatto che non fosse truculenta.
Sono d'accordo, anche a me non piacciono gli acquari, come non mi piace vedere gli uccelli in gabbia. Ci sono dei ristoranti con degli acquari terribili, l'acqua torbida e il vetro appannato per quanto è sporco. La cosa terribile è anche vedere le aragoste con le chele legate.
Sono contento del ritorno di questa serie che è tra le mie preferite in assoluto, e per di più con un gran bel post!
Concordo sul grande fascino del dipinto di Klee e sulla bellezza del racconto evangelico e della fiaba. Quest'ultima la conoscevo ma non ricordavo fosse russa (nella mia memoria la associavo ai Grimm).
Il film su Nemo non l'ho visto, mentre "Lo squalo" non mi è piaciuto. A dirla tutta, non mi piace in generale il cinema di Spielberg. Ricordo comunque bene la famosa ed efficace colonna sonora tutta costruita su un'unica nota.
Così come ricordo che il pesce d'oro è citato anche nella canzone "Le acciughe fanno il pallone", da "Anime salve" di De André.
Per la pittura poi mi viene in mente l'inquietante donna-pesce di Magritte.
Non ho l'acquario, ma ho un passato da pescatore, con tanto di Enciclopedia della pesca ancora negli scaffali della libreria ;-D
Voglio inoltre ricordare che, come ho anche scritto in un post del mio blog, lo stabilimento di ittiocoltura del paese di montagna in cui andavo in vacanza da piccolo è stato uno dei luoghi magici della mia infanzia. Insomma, il mio legame con la fauna ittica è sempre stato stretto fin da bambino…
Ciao Ivano, grazie di cuore del tuo lungo e articolato commento. In effetti avevo in mente da un bel po' il post sul pesce, per il quale avevo già individuato ed elencato i soggetti dopo debito controllo su quali fossero effettivamente i "pesci". 😉
Può darsi che la fiaba "Il pesciolino d'oro" sia stata narrata anche dai Grimm. Non m'intendo molto di genesi nelle fiabe, io ho trovato appunto anche Pushkin, quindi può darsi che sia una fiaba molto antica poi ripresa in varie narrazioni.
Io trovo davvero stupendo il quadro di Paul Klee, e sono molto contenta di averlo potuto inserire. Ricordo anche il quadro di Magritte, come dici inquietante. A onor del vero, avrei anche potuto inserire la sirena come donna-pesce.
Invece ho scoperto ora il significato di "Fare il pesce in barile" che mi ha molto divertito!
Per quanto riguarda l'altro tuo commento, io penso che i ricordi d'infanzia siano davvero incancellabili e specialmente quelli collegati con gli animali. Io ho più esperienza di animali da montagna, date le mie parentele trentine… 🙂
Anche a me piacciono molto i tuoi post sugli animali. Film con i pesci, di sicuro Un pesce di nome Wanda, mia mamma si chiama Wanda per cui la cosa ci faceva ridere ancora di più. Abbiamo tenuto 2 pesci rossi in ufficio, ma non sono durati a lungo in realtà. Gli acquari tipo quello di Genova, ma anche il nostro piccolo milanese che per anni è stato gratuito, mi piacciono ma non sono una fanatica a dire il vero. Sui pesci non mi viene in mente molto in letteratura, ma un detto inglese, che traduco perché non lo ricordo alla perfezione, che dice "ci sono ancora molti pesci in mare" che significa altre opportunità nella vita quando qualcosa va male. Un abbraccione
Ciao Sandra! Ah, che ridere "Un pesce di nome Wanda", come ho fatto a dimenticarlo? Per quanto riguarda i pesci rossi, mi ricordo che era un classico dell'infanzia andare con mio papà al luna-park e vincere il pesce rosso che si portava a casa nel sacchetto di plastico con l'acqua. A dire la verità poi li liberavo in una vasca con altri pesci in piazzale Accursio, almeno stavamo un po' più larghi che in una boccia e in compagnia dei loro simili.
In letteratura avrei potuto inserire "Il vecchio e il mare", ma ho preferito il passo evangelico.
Il detto inglese è proprio da annotare!
Un abbraccione anche a te e buona settimana.
Le fiabe su giradischi me le ricordo,se t'interessa l'autore di quelle fiabe in rima era l'artista Silverio Pisu,un collaboratore abituale della Rai anni'60 s e primi '70s che scrisse anche i versi di molti dei primissimi Caroselli.
Ciao!
Grazie! Silverio Pisu era forse il fratello di Max Pisu? Mi ricordo che in tempi recenti, cioè qualche anno fa, ho ricomprato le Fiabe Sonore e mi sono divertita un sacco a comparare le voci. Ad esempio mi sono accorta che la voce del lupo era sempre la stessa. Voci bellissime, tra l'altro.
Buona settimana e a presto!
A mille ce n'è… davvero un bel ricordo! La favola "I tre cedri" l'ho sentita tante di quelle volte che poi l'ho fatta diventare un tormentone familiare. I pesci mi piacciono, e non dico alla griglia… quelli degli abissi sono delle vere meraviglie della natura per la loro stranezza. (Bello il dipinto di Klee!) 🙂
Ciao Grazia! Sai che, invece, non ho mai sentito la favola de "I tre cedri"? In effetti quando uno dice "Mi piacciono i pesci", potrebbe essere anche equivocato. 😉
Ho avuto un pesce rosso una volta, da bambina, ma non ne ho voluti altri. I pesci negli acquari, come gli uccellini nelle gabbie, gli animali negli zoo e in generale tutti gli animali rinchiusi mi fanno una tristezza infinita. Mi hai fatto però venire alla mente un ricordo di una ventina di anni fa. Un vicino di casa regalò a mia madre un pesce che aveva pescato al mattino, ma quando lei lo mise nell'acqua, per lavarlo, quello cominciò a muoversi. Mia mamma non ebbe cuore di ucciderlo e lo mise nella vasca da bagno fino a sera, poi lo diede a mio cognato perché lo liberasse nel torrente vicino a casa sua.
Anch'io sono felice di rileggere uno dei tuoi post sugli animali, Cristina!
A parte il bel ricordo di tutti i pesci rossi del luna-park, liberati nella vasca e di cui parlavo sopra a Sandra, io invece ho un ricordo traumatico di due pesci rossi che morirono nella boccia di vetro. Avevo voluto tenerli, e mal me ne incolse perché morirono uno dopo l'altro. Non so che cosa fosse stato, se l'acqua non pura o un altro motivo, ma li trovai incollati al vetro… una scena orrenda. Non ho mai più voluto tenere pesci da allora.
Sono contenta di averti fatto piacere con questo post, Simona. A presto!
Che bel post Cristina, mi è piaciuto molto. La parabola della moltiplicazione dei pani e dei pesci mi ha sempre emozionato, forse perché sfamare la gente ha il potere di risvegliare in me antichi racconti di fame dei tempi della guerra. Conosco la favola del pesciolino d'oro mi ha riportato indietro nel tempo, così pure il film Disney di Nemo. Sono andata molte volte in Egitto e ho avuto il piacere di ammirare i meravigliosi pesci colorati della barriera corallina tra questi c'era il pesce pagliaccio (come Nemo), che meraviglie che ci offre la natura. Io ai pesci rossi in casa preferisco guardarli nei documentari, da bambina ho avuto un pesce rosso che è morto in pochi giorni ed è stato un grande dolore. Preferisco vederli liberi nei laghi e nei fiumi…
Che meraviglia dev'essere ammirare i pesci della barriera corallina. I documentari con le riprese sono stupendi ed è davvero un mondo "altro" e rovesciato in un certo senso. Quand'ero più giovane e incosciente, pensavo che mi sarebbe piaciuto persino essere calata nella gabbia per riprendere gli squali, e in una prossima vita dicevo che mi sarebbe piaciuto essere una documentarista. 🙂
Invece, come raccontavo sopra a Simona, a me morirono due pesci rossi quand'ero bambina, mi ricordo quanto ne fui traumatizzata… !
Uhm, vediamo un po'. Oltre agli esempi che citi (a proposito, quel mosaico di Ravenna è fra i tanti che mi hanno letteralmente stregato lo scorso giugno, quando ci portammo i ragazzi di terza), direi questa citazione:
Il 21 maggio 2005 per la cerimonia delle lauree al Kenyon college, David Foster Wallace tiene un discorso diventato poi molto celebre con il titolo di This is water. Il nome deriva dalla storiella con cui esordisce:
«Ci sono questi due giovani pesci che nuotano e incontrano un pesce più vecchio che nuota in senso contrario e fa loro un cenno, dicendo: “Salve ragazzi, com’è l’acqua?” e i due giovani pesci continuano a nuotare per un po’ e alla fine uno di loro guarda l’altro e fa: “Che diavolo è l’acqua?”»
Ciao Luz, grazie per il tuo contributo e per aver raccontato la storiella con David Foster Wallace! 🙂 I mosaici di Ravenna sono meravigliosi, vero? Ho avuto modo di visitare Ravenna almeno tre volte, e a ogni visita sono rimasta incantata. Uno dei luoghi più belli è il Mausoleo di Galla Placidia.
Ah, non dirmi. In quel mausoleo sono rimasta letteralmente folgorata dalla bellezza. Ai suoi colori si ispirò Cole Porter per la composizione di Night and Day.
Non lo sapevo! Grazie di avermelo detto. Trovo davvero magiche queste rifrazioni artistiche tra un passato lontanissimo e il nostro presente.
Non mi piacciono gli acquari casalinghi, li trovo orribili, battuti solo dalle gabbiette per gli uccellini.
Come opera mi viene in mente un cartone animato degli anni '90, Street Sharks, dove 4 fratelli sono trasformati in degli squali antropomorfi da un folle scienziato e divengono dei campioni della lotta al crimine.
Anche a me gli acquari mettono malinconia. Oltretutto i pesci sono molto delicati e tenere un acquario dev'essere anche impegnativo, in modo particolare per le specie tropicali. Il cartone animato che citi non lo conosco, grazie del tuo contributo!
Non penso di poter aggiungere nulla di rilevante ai tanti esempi già proposti da te e dai commentatori che mi hanno preceduto. Da nipponofilo incurabile posso solo nominare la passione tutta orientale per le carpe ("koi") che vengono ammirate per la loro bellissima colorazione biancorossa e vengono allevate e vendute (spesso a cifre elevate se la colorazione ha generato dei "disegni" particolari sul corpo del pesce) per poi finire negli acquari come pesci "ornamentali".
Per inciso: io non amo gli acquari, preferisco che i pesci nuotino liberi in mare e nei laghi.
Grazie del commento, siamo tutti sulla stessa lunghezza d'onda se mi perdoni, ehm, la battuta: meglio che i pesci rimangano nel loro ambiente naturale. A me piacciono molto le murene, anche se sono considerate pericolose… hanno qualcosa dei draghi. Curiosa la questione delle carpe con i "disegni" particolari.
Ti rispondo qui al commento che hai lasciato sul blog riguardo il mio primo manga: il tuo commento non appariva poiché ho dovuto inserire un filtro di moderazione dei commenti sui post. Purtroppo ho ricevuto una quantità enorme di commenti-spam (il più insopportabile è quello che promette mutui a tasso agevolato…), e mentre nei primi giorni posso provvedere personalmente a eliminarli perché ovviamente tengo il post sott'occhio, a distanza di settimane e mesi non vado più a controllare i commenti (e ho scoperto che molti erano spam del peggior tipo). Non mi va che certa robaccia "sporchi" il blog, perciò ho inserito un filtro in base al quale passati alcuni giorni dalla pubblicazione del post, i commenti finiscono nella cartella "moderazione" in modo che posso controllarli prima di autorizzare la pubblicazione.
Ovviamente ti ringrazio dell'acquisto, sono molto curioso di sapere cosa ne pensi del mio tentativo da "collagista" (per inciso: nei prossimi giorni conto di pubblicare il secondo numero).
Ciao Ariano, hai fatto bene a inserire il filtro antispam: a me è capitato di ricevere questo tipo di commenti "spalmato" sui post della home page due o tre volte. Francamente non so come facciano, ma se mi dovesse capitare seguirò il tuo esempio!!
Possiamo dimenticare quel pesciolone di Moby Dick, di Herman Melville?
Buongiorno, Elena, e benvenuta nel blog! 🙂 Prima o poi verrò a visitare il tuo, come scrivevo a Luz il mese di gennaio è un vero tour de force tra lavoro ed esami.
Avevo pensato anch'io a Moby Dick, ma tecnicamente parlando è un mammifero, proprio come i delfini… per cui a malincuore ho dovuto tralasciare. Sarà per un altro post!