Oggi sono molto felice di poter ospitare Maria Teresa Steri, titolare di Anima di Carta, per una tappa del suo blog tour relativa alla promozione del suo romanzo Come un dio immortale. Maria Teresa non ha bisogno di molte presentazioni: è autrice di romanzi, giornalista e blogger e, come tale, una presenza molto importante nella blogosfera. Io dico sempre che, se il suo blog chiudesse i battenti, la blogosfera imploderebbe!

Lascio perciò la parola alla mia ospite, che ci parlerà di un argomento sicuramente coinvolgente che va… oltre il suo romanzo e ci dischiude affascinanti scenari.

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L’ispirazione esoterica di Come un dio immortale 

Quando ho cominciato a scrivere Come un dio immortale non sapevo bene dove mi avrebbe portato la storia, tuttavia ero fermamente convinta di voler dar voce in forma narrativa ad alcune idee esoteriche che avevano esercitato su di me una grande impressione.

La stesura di questo romanzo e le successive riscritture hanno però richiesto più tempo di quanto prevedessi (e sperassi), così man mano che gli anni passavano, altre idee si sono aggiunte, sulla scia dei miei interessi e delle mie letture. Inoltre, l’esperienza acquistata nell’ambito della scrittura mi ha permesso di mettere meglio a fuoco ciò che volevo comunicare e mi ha fornito nuovi strumenti per farlo.

In pratica, si può dire che Come un dio immortale sia un romanzo con una forte connotazione esoterico-occulta. Tuttavia, per rendere più accattivante la narrazione, ma soprattutto per sbrogliare alcune situazioni e per chiarire i misteri che si accumulavano pagina dopo pagina, è stato necessario aggiungere svariati elementi totalmente inventati, così che la storia di fatto risultasse sospesa tra esoterico e fantastico (come abbiamo visto anche nella tappa precedente di questo blog tour).

Quali sono gli elementi esoterici nel romanzo?

Uno dei personaggi più importanti e misteriosi nel romanzo è lo scrittore dell’occulto Masterwen. Ai suoi libri è stato affidato il compito di divulgare le idee che si sono tramandate nel corso del tempo e che formano anche il terreno da cui è nato il suo gruppo. 

A un certo punto della storia, un altro personaggio (Milena) si ritrova tra le mani un elenco di concetti tratti proprio dai libri di Masterwen:

· Immortalità di un principio spirituale
· Presenza di una scintilla divina nell’uomo
· Esistenza di una vita dopo la morte
· Esistenza di un processo di rinascite (reincarnazione)
· Esistenza di esseri spirituali
· Esistenza di mondi spirituali
· Origine spirituale di ogni regno vivente e non vivente
· Evoluzione naturale dell’uomo verso uno stato di divinità
· Possibilità di un’evoluzione accelerata dell’uomo

Proprio questi sono i punti di natura esoterica che ho voluto inserire nella storia. In particolare mi sono focalizzata nel corso della narrazione sull’esistenza di una dimensione spirituale che si trova al di là di quella fisica e sulla possibilità di percepirla attraverso un percorso di sviluppo interiore


Un mondo oltre il fisico e i suoi abitanti

Al centro della storia di Come un dio immortale c’è il presupposto che oltre alla nostra realtà fisica, materiale, percepibile con i sensi, ne esista un’altra, invisibile. Nel romanzo l’ho definita “mondo incorporeo”, ma si potrebbe chiamare semplicemente mondo spirituale. Si tratta di un piano esistenziale popolato da creature sovrannaturali, superiori o inferiori a noi (a seconda del livello di sviluppo).

«Il mondo incorporeo è proprio qui intorno a noi, ovunque, e le cose fisiche sono solo un suo prodotto. Tu puoi imparare a conoscere questa realtà, guardando oltre il velo delle percezioni dei cinque sensi».

L’idea di un mondo spirituale (o sarebbe più esatto dire di altri mondi spirituali) è una pietra miliare degli scritti esoterici. Ma non solo. Tutte le religioni, al di là delle differenze, partono dal presupposto che esista un principio non fisico nell’uomo e nell’universo.

Le mie principali fonti di ispirazione

Uno dei miei primi approcci con il concetto di una realtà oltre l’ordinario è stato con i libri di Carlos Castaneda, autore di una serie autobiografica molto popolare negli anni ’70-80, ma anche molto discussa e oggetto di svariate polemiche.

Nei suoi testi, la guida spirituale di Castaneda, Don Juan, parla di una seconda attenzione, ovvero di uno stato di coscienza diverso da quello ordinario, attraverso il quale è possibile accedere a un’altra realtà.

Don Juan stesso spiega che è possibile raggiungere questo stato attraverso due strade: la prima veniva utilizzata dagli sciamani dell’antichità e si avvaleva di pratiche di stregoneria quali atti rituali e incantesimi, litanie monotone, movimenti intricati e ripetitivi; la seconda, utilizzata dagli sciamani moderni, invece richiede tecniche che puntano a modificare l’approccio percettivo ordinario. Infatti, sarebbe proprio a causa del modo normale con il quale ci confrontiamo con il mondo che non riusciamo a vedere nient’altro. Di fatto, dice Castaneda, viviamo percependo sia nella prima che nella seconda attenzione, ma ci accorgiamo solo della realtà ordinaria perché siamo “sintonizzati” su questa.

Nei libri di Castaneda si parla anche degli “abitanti” di questa realtà, che lì vengono chiamati Esseri Inorganici. Una definizione simile a quella usata nel mio romanzo: Esseri Incorporei. La caratteristica principale di questi esseri sarebbe proprio la mancanza di una corporeità fisica.

Fonte ancora più importante d’ispirazione per il mio romanzo è stato il massiccio lavoro di diffusione svolto da Rudolf Steiner, fondatore dell’antroposofia.

Nei testi scritti e nelle migliaia di conferenze tenute in numerose città europee, Steiner parla diffusamente dei tre mondi sottili che ci circondano (chiamati eterico, astrale e spirituale). Inoltre, illustra nel dettaglio la serie di esseri superiori non dotati di corporeità fisica ma di coscienza individuale: Angeli, Arcangeli, Principati, ecc.

Tuttavia, nel mio romanzo ho deciso di semplificare, considerando in modo specifico come esseri incorporei solo gli Angeli.

Per Steiner esiste anche una particolare classe di questi esseri che ha “deviato” rispetto al percorso
normale di sviluppo cosmico. Ed è proprio a essi che mi riferisco parlando nel romanzo di “incorporei negativi”.

«Oltre agli esseri che aiutano l’uomo, ci sono anche quelli che lo ostacolano. A un certo punto questo libro si sofferma sull’esistenza di incorporei che portano il male tra gli uomini. Masterwen afferma che il loro operato viene attribuito dalla tradizione giudaica e cristiana al diavolo o ai cosiddetti angeli caduti, che tentano l’uomo e lo inducono a commettere azioni malefiche, mentre quelli buoni sono conosciuti come angeli».

Il cammino iniziatico

Per Steiner è possibile percepire il mondo spirituale e le varie creature appartenenti a questo mondo, solo attraverso un lungo e disciplinato sviluppo interiore. È soprattutto attraverso la meditazione e l’acquisto di determinate qualità morali che è possibile creare nell’uomo (nella parte non corporea) organi sottili di percezione, fino al punto di raggiungere la capacità di chiaroveggenza.

Questa possibilità di sviluppo è uno dei temi centrali di Come un dio immortale, anzi lo stesso titolo fa riferimento proprio a questo.

Anche Steiner, come Casteneda, afferma che i metodi per accedere ai mondi spirituali sono cambiati profondamente nel corso del tempo. E questo è un aspetto che ho voluto sottolineare anche nel mio romanzo, spiegando che certe procedure del passato non sono più adatte agli uomini contemporanei.

Di questo ho anche parlato nella tappa su Svolazzi e Scritture di Nadia Banaudi a proposito delle scuole occulte e le sedi dei misteri antichi.

Riconducibile a Steiner è anche il passo relativo allo Specchio dell’Oscurità. Non voglio fare troppi spoiler, ma per chi ha letto il romanzo penso possa essere interessante sapere che ciò che viene descritto non è altro che il Guardiano della Soglia comune a molte tradizioni esoteriche o anche l’Ombra di Jung.


«Fino alla morte gli esseri umani restano ignari dell’oscurità presente dentro di loro e anche quando ne intuiscono l’esistenza, fanno di tutto per dissimularla, perché se ne vergognano profondamente. La verità è che fare conoscenza di questo angolo buio della nostra anima può rivelarsi davvero scioccante».

I sogni come porte per un altro mondo

Nel romanzo, grande importanza ha anche il mondo dei sogni, in particolare il sognare lucido come accesso a una realtà diversa. Anche questa idea è stata mutuata dalle fonti di Castaneda e Steiner.

«Questo tipo di esperienze oniriche è il primo passo verso una coscienza superiore, il modo per entrare in contatto con una dimensione chiamata “mondo incorporeo”. Questi sogni ci danno la consapevolezza di non essere soltanto un corpo fisico, ci fanno capire che possiamo sentirci degli individui anche senza un supporto materiale».

Castaneda parla di un’arte di sognare, in cui si introduce la volontà e la consapevolezza di sé nei comuni sogni. A monte di queste tecniche sarebbe il presupposto che quando dormiamo, una parte sottile di noi è libera di viaggiare per altri mondi privi di materialità.

Lo stesso concetto (seppure con molte differenze) è presente nelle opere di Steiner. Anche per il fondatore dell’Antroposofia, nel sonno (sia con sogni che senza) alcuni componenti dell’uomo si allontanano dal corpo fisico per innalzarsi a realtà superiori. E in particolare, il sogno è il primo passaggio per queste dimensioni incorporee.

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Vi ringrazio di avermi seguito fin qui e per concludere vi lascio con una citazione di Rudolf Steiner che a me è piaciuta molto e che mi è parsa adatta ad accompagnare i temi cui ho accennato oggi.

“Non bisogna credere che l’orientamento dello spirito verso la dimensione eterna cancelli dentro di noi la considerazione e il senso per le dimensioni quotidiane e ci renda estranei alla realtà che sperimentiamo direttamente. Al contrario: ogni foglia, ogni più piccolo insetto ci svelerà infiniti misteri se non sarà solamente il nostro occhio a rivolgersi a essi, ma attraverso l’occhio l’intero nostro spirito. Ogni scintillio, ogni sfumatura di colore, ogni modulazione sonora rimarrà vivace e percepibile ai sensi, nulla andrà perduto: semplicemente sarà conquistata una nuova, illimitata dimensione di vita. E chi non sa osservare con i propri occhi la più piccola tra le cose, non raggiungerà mai la visione spirituale ma solo pensieri pallidi e sfuocati”. (Rudolf Steiner)





CHI È L’AUTRICE DEL GUEST POST

Maria Teresa Steri è nata a Formia nel 1969 e cresciuta a Gaeta. Dopo la laurea in Lettere e Filosofia, si è trasferita a Roma, dove vive attualmente con il marito. Ha collaborato come giornalista pubblicista presso la redazione di quotidiani e riviste per la scrittura di articoli, la revisione di testi e l’impaginazione. Nel 2009 ha pubblicato il suo primo romanzo, I Custodi del Destino, un thriller sulla reincarnazione. Nel 2015 è uscito Bagliori nel buio, un noir sovrannaturale, e nel 2017 il thriller esoterico Come un dio immortale. Cura il blog Anima di Carta dedicato a chi ama scrivere e leggere. Si interessa di scrittura creativa e antroposofia. È un’appassionata di Alfred Hitchcock. La sua autrice di narrativa preferita è Ruth Rendell.

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Fonti immagini: opere di Mikalojus Konstantinas Ciurlionis.
Wikipedia (tutte le opere al seguente link)

  • The Offering (1909) 
  • The Angel (1905)
  • Creation of the World IX (1906)