Buongiorno a tutti e ben trovati!

Come state? Io sto bene, come spero anche voi. Mi auguro che le vacanze siano state rigeneranti e, anche se non siete andati via, abbiate comunque ritrovato una giusta misura del tempo.

Durante le mie ferie hanno avuto la priorità il ripasso dei miei tomi universitari per l’esame di Storia della Stampa e dell’Editoria del 10 settembre, ormai imminente, brrr… , e il mio viaggio in Calabria di cui ho postato numerose foto su Fb.

Mi sono portata avanti con la revisione del mio romanzo Le regine di Gerusalemme, che devo dire mi sta dando parecchie soddisfazioni anche se procede a rilento in quanto il tempo è poco, il materiale da gestire molto complesso e i personaggi femminili sono da trattare in maniera affettuosa e delicata. A ogni modo ci saranno delle grandi novità per quanto riguarda la copertina. Si tratta di un’artista al femminile, stavolta, e una persona speciale cui ho voluto affidare la nuova composizione.

Ho anche scritto e inviato il mio racconto per il concorso Philobiblion di Italia Medievale. In considerazione del fatto che ho dovuto leggermi due libri per farlo, direi che posso considerarmi molto soddisfatta!

Per ricominciare in maniera più che mai attinente all’argomento delle vacanze, ahimè terminate, aderisco molto volentieri a un meme di Miki Moz dal titolo Le mie estati da bambino. Al meme ha già partecipato Ivano Landi con la sua proposta che potete trovare qui.

All’età di quattro anni, sulla spiaggia di Celle Ligure – scatto personale.

Le regole per aderire al meme sono le seguenti:

1. Elencare tutto ciò che è stato un simbolo delle nostre estati da bambini, in base ai vari macroargomenti forniti;


2. Avvisare Moz dell’eventuale post realizzato, contattandolo in privato o lasciando un commento a https://mikimoz.blogspot.com/2018/06/le-mie-estati-da-bambino.html;

3. Taggare altri cinque blogger, avvisandoli.

Procedo subito a ripescare i ricordi del mio passato, avvisandovi che ogni tanto dovrò suddividerli in “ricordi di montagna” e “ricordi di mare” in quanto fino a un certo periodo passavo rigorosamente le mie estati in due località. Questo perché negli anni ’60/’70, nel periodo d’oro della nostra economia, si facevano le ferie lunghe!

GIOCO IN CORTILE

Rinchiusa com’ero tutto l’anno in un appartamento di città, mi trasformavo in una furia scatenata non appena si riaprivano i cancelli del carcere. In montagna ritrovavo tutti i miei amici e cuginetti con cui ero benissimo integrata perché parlavo dialetto come loro, suscitando lo stupore degli abitanti; tutti insieme ci scatenavamo in svariati giochi all’aria aperta.

I nostri giochi prediletti erano:

nascondino in quanto ci servivamo di numerosi anfratti: sotto le scale delle case, dietro le fontane in pietra, dietro gli angoli delle case e gli alberi, fra cespugli o dietro le panchine. Insomma, era davvero divertente!

il fucile ad elastici. Sì, non si direbbe, ma era uno dei miei giochi preferiti dato che eravamo una piccola banda di guerrafondai. Fabbricavamo fucili in legno che sparavano elastici come in questa immagine del sito Giocomania. Naturalmente a ogni tiro rischiavamo di cavarci un occhio, ma secondo me sono i rischi che si corrono da bambini.

– “un, due, tre… stella!” Il tipico gioco in cui uno volge le spalle agli altri, conta fino a tre e poi si gira, e se sorprende qualcuno in movimento lo squalifica. Scopo del gioco è quello di arrivare alla meta e toccare la parete accanto al compagno incaricato della conta. Una variante è quella delle “belle statuine d’oro e d’argento…”.

 “strega comanda color…” . Questo gioco era davvero eccitante perché non sapevi che colore sarebbe stato nominato, e quindi non appena il compagno “strega” ordinava il colore in questione, si correva all’impazzata nel tentativo di mettere la mano sul colore che ti salvava. Naturalmente “la strega” puntava uno di noi in particolare per non disperdere le energie.

GIOCO IN SPIAGGIA

Di questo non ho ricordi particolari, dato che sono andata al mare soprattutto quando ero molto piccola (a Celle Ligure), trasferendomi poi stabilmente nei luoghi di montagna dove c’erano, e ci sono, tutti i parenti da parte di mia mamma. Della spiaggia ricordo il classico castello di sabbia e i giochi con paletta e secchiello.



FUMETTO 

Al mare e in montagna, come in città, il mio preferito era Topolino. Ma in montagna c’era un negozio che vendeva un po’ di tutto, una vera e propria celebrità grazie anche alla coppia dei proprietari, e che aveva anche l’angolo dei giornalini dal buon profumo di carta stampata.

Qui cercavo anche fumetti con la mitica Nonna Abelarda, una vecchietta molto combattiva, il nipote Soldino con la corona in testa, Tira e Molla e naturalmente il buon diavolo Geppo. Anche allora ero convinta che il diavolo non è poi così brutto come si dipinge!


CIBO

Il cibo maggiormente legato alla mia infanzia è la merenda con pane e Nutella, oppure con pane e marmellata preparati dalla mamma o da una sua cugina che consideravo come una zia. Questa zia preparava anche delle splendide torte, tra cui quelle semplici o quelle allo yoghurt. Erano un vera poesia.

Tornando ai prodotti industriali, preferivo i gelati confezionati come il Calippo, il Mottarello e il gelato con il biscotto su cui c’erano fumetti o barzellette. Si inforcavano le biciclette e si andava al negozio di cui sopra, fornito di ogni ben di Dio. Anche il sacchetto delle patatine Pai rientrava nei miei gusti, specialmente perché erano inserite le sorprese!

CANZONE

Negli anni Settanta o giù di lì, ce ne sono stata veramente moltissime. A me piaceva molto Notte rosa di Umberto Tozzi: non è una delle più conosciute, ma per me aveva un suono incredibile, ipnotico come la sua voce.

LIBRO

Quando ho imparato a leggere, sicuramente tutta la produzione di Emilio Salgari, a partire dal ciclo dei pirati, ma mi piaceva anche il ciclo delle Filippine e, com’è ovvio, il Corsaro Nero. Se però dovessi scegliere un libro in particolare, indicherei Capitan Tempesta sempre di Salgari, di cui ho parlato diffusamente nel post dal titolo “I primi eroi letterari dell’infanzia”, qui il link se volete leggerlo o rileggerlo. La copertina era diversa da questa che vedete, perché erano tutti libri delle edizioni Paoline con fondo bianco e grandi illustrazioni.

FILM

Sicuramente i film che maggiormente ricordo sono gli sceneggiati Rai in bianco e nero, e in modo particolare Poldark ambientato in Cornovaglia. Ricordo la sigla iniziale con l’acqua che si abbatteva sullo scoglio, e che rispecchiava la tempesta che imperversava nell’anima dei protagonisti. Siccome non avevo la televisione, andavo da mia cugina per la puntata di rito… era bellissimo condividere le nostre impressioni! So che di recente ne hanno prodotto un rifacimento, dove l’attore principale dell’epoca interpreta una parte.



LUOGO

Il post mi ha fatto venire in mente un luogo che in dialetto trentino fiemmazzo si chiama tabià e che equivale a una sorta di soffitta. Là c’erano dei vecchi mobili e oggetti appartenuti alle nonne e alle prozie, ed era il mio posto preferito che condividevo con le mie cugine. Ricordo il profumo del sole che entrava a scaldare il legno, l’odore della polvere, quello di medicina che emanava dai vecchi libriccini che avevamo trovato, e che erano romanzi per fanciulle scritti da Delly (Anita) ma anche i sussidiari dell’epoca fascista.

Foto dal sito: http://agordinodolomiti.it/:
un esempio di “tabià”, cioè la parte che si trova sotto il tetto.

VIDEOGAME
Qui non posso menzionare nulla perché, data la mia età veneranda, erano di là da venire. 😉



GIOCO DA TAVOLO
Anch’io Monopoli, come Miki, ma anche Non t’arrabbiare che era davvero micidiale. Penso che solo chi abbia raggiunto il nirvana non possa perdere le staffe quando viene mangiato a un passo dalla meta, e dopo un lungo e tortuoso percorso dove si cerca di salvare la pelle.

GIOCATTOLO

Direi senz’altro la Barbie, ne avevo tre di cui una con i capelli che si potevano arricciare, e anche la Barbie nera. Penso sia stato il giocattolo che ho desiderato di più. 
Però ci piaceva molto ideare delle bamboline di carta con cui componevamo famiglie intere e che sistemavano in case create con sgabelli messi in pila, pezzi di legno a simulare i mobili e altri oggetti. Davamo a questi personaggi dei nomi improbabili, traendoli dai santi del calendario, come Gaudenzio. Ricordo che avevamo sistemato questa sorta di condominio su un terrazzo di una casa sfitta, e che un giorno il vento aveva fatto volar via ogni cosa. Non avevamo più trovato tracce, ad esempio, del povero Gaudenzio. 
🙁

TELEVISIONE

Anch’io seguivo con assiduità Giochi senza frontiere, però non mi ricordo di programmi specifici legati all’estate tranne, appunto, gli sceneggiati come Poldark, o anche il Dottor Jekyll e Mr Hyde che aveva come protagonista Albertazzi e che faceva una gran paura!

LIFE

Come accennavo all’inizio, le mie estati sono state divise in due per un lungo periodo:
Liguria, Celle Ligure dove mi portavano per guarirmi dalla pertosse e farmi respirare aria di mare. Potete trovare me stessa nella foto in apertura;
Trentino, Tesero e poi Lago di Tesero in val di Fiemme, dove è nata mia mamma.

FOTO DI UN’ESTATE PASSATA 

Ho scelto questa della montagna, per par condicio con la foto iniziale e anche perché è bella e luminosa, e molto allegra. Sono la bambina dal vestitino rosso, e sono molto piccola: infatti ho due anni, come indica la data posta di lato.

Qui ci troviamo proprio a Lago di Tesero in val di Fiemme vicino alla casa di mia nonna. Sullo sfondo potete vedere le propaggini del monte Cornon, o Cornacci (non ricordo mai la posizione). Alle nostre spalle la tipica fontana in pietra da dove sgorga la fresca acqua di montagna. Nella didascalia, ci sono i nomi delle persone ritratte, mentre mia mamma ha eseguito lo scatto.

Tengo a farvi notare il segno dei miei denti sul lato superiore destro della foto: se la ingrandite si vede benissimo. Un giorno avevo trovato la scatola delle fotografie e le avevo passate in rassegna masticandole una dopo l’altra!

Da sinistra a destra: la nonna Rosa, mio papà,
io, la zia Gisella, lo zio Paolo – scatto personale.

I CINQUE BLOGGER

Qui contravvengo alla regola e non designerò nessun blogger, perché dovrei verificare chi è stato sorteggiato oppure chi ha partecipato, e magari alcuni non gradiscono essere coinvolti. Invito soltanto ad aderire a chiunque voglia cimentarsi con questo amarcord. Grazie!

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Foto: Wikipedia dove non diversamente indicato.