L’infaticabile Marco Lazzara del blog Arcani è sempre un vulcano di idee. Particolarmente stimolanti, almeno per me, sono state le sue proposte dei viaggi multimodali. L’ultimo post appartenente a questa serie riguarda un argomento molto particolare, cioè un viaggio multimodale dentro se stessi, dall’esterno all’interno. Se avete piacere di leggere l’articolo con le sue scelte, lo potete trovare qui. Prendendo a prestito le parole con cui Marco introduce l’idea alla base dell’esperimento, domando anch’io: “Come ti descriveresti utilizzando i modi del viaggio?” Per aderire all’iniziativa occorre però scegliere non qualcosa che ci piace – in questo caso sarebbe troppo facile! – ma qualcosa che rappresenti la nostra personalità o almeno uno dei suoi aspetti.
Reduce dai miei esami universitari, avverto il bisogno di ricostituire la mia identità perduta, e dunque ho più che mai voglia di cimentarmi nel gioco. Seguo la scansione proposta da Marco, e quindi inizio subito con un campo che mi attira molto, cioè l’Arte.
Arte
Il quadro che ho scelto per rappresentarmi è Donna che scrive una lettera di Jan Vermeer, del 1665.
Oltre all’atto dello scrivere, in questo quadro mi piace l’espressione di lei, che sembra avere appena alzato la testa come se fosse stata distolta dalla sua attività dall’ingresso del pittore. Ha la bocca lievemente sorridente e sembra che stia per dire: “Bentornato!” Probabilmente, questo è il ritratto della moglie di Vermeer, Catharina.
Non è una donna di particolare bellezza, ma ha l’aria vispa e curiosa. Mi ha fatto ricordare uno dei primi temi di scuola di mio figlio dove doveva descrivere una persona importante. Aveva scelto me, e mi aveva descritta con “una faccia carina e buffa“.
Del quadro mi piace anche l’ambiente domestico in cui la donna pare trovarsi a suo agio, parzialmente immerso com’è nella penombra, e dove la luce cade con particolare intensità sul tavolo, e naturalmente sulla protagonista.Mi trovo a mio agio dappertutto, ma mi piace molto stare in casa dove ho quello che amo di più, come i familiari, i libri, l’occorrente per scrivere, e dove posso indossare un abito informale. Nel quadro, il colore giallo della morbida giacca splende e mette allegria, e la pelliccia che la orna aggiunge un tono d’intimità e benessere. Il tutto emana preziosità e raccoglimento.
Letteratura
Per descrivermi attraverso le pagine di un altro scrittore, non ho avuto dubbi. Scelgo Possessione di Antonia Byatt, uno dei più bei romanzi che abbia avuto la fortuna di leggere, e che contiene parecchi leitmotiv della mia vita. Innanzitutto, la protagonista, la dottoressa Maud Bailey, è una studiosa, quindi una ricercatrice e una storica. Non mi ritengo una storica, per carità, ma come sapete mi è sempre piaciuto investigare, specialmente con lo sguardo rivolto al passato.
Il contraltare di Maud Bailey è Christabel LaMotte, la poetessa vittoriana, oggetto della ricerca di Maud e del suo timido collega Roland Michell. Non è tutto, perché il romanzo si sviluppa come una vera indagine a ritroso su Christabel e Ash, un altro poeta vittoriano, con viaggi in mezzo a una natura spesso fiabesca e suggestiva. Partita come un’indagine quasi da topi di biblioteca su carte ingiallite, la storia si colora di giallo e di avventura, e letteralmente possiede i due protagonisti, diventa una vera ossessione… un po’ come lo è, per me, la Storia. Alla fine avvengono dei colpi di scena molto eccitanti, degni di un romanzo gotico.
La lezione più importante del libro, e che sposo in toto, è che attraverso lo schiudersi del passato, e dei segreti rimasti troppo a lungo sepolti, si impara a conoscere se stessi. Per farlo, la prosa della Byatt si snoda attraverso diversi punti di vista… insomma, ricerca a ritroso, poesia, cultura, avventura, passione, colpi di scena, penso che questo romanzo rispecchi pienamente il mio lato indagativo e avventuroso.
Cinema
In campo cinematografico opto per The Tree of Life di Terrence Malick del 2011. Attraverso il racconto della famiglia O’Brien, e soprattutto della madre, il regista ci introduce alla ricerca del senso della vita. Nel film la signora O’Brien ripete la frase di Tommaso D’Aquino secondo la cui filosofia “vi è una via della natura e una via di grazia“. Per molti versi il film è affascinante e nello stesso tempo enigmatico, perché alla storia di questa famiglia si alternano immagini di pianeti, stelle e galassie, scenari naturali incontaminati come deserti, oceani, vulcani e immagini al microscopio elettronico di movimenti cellulari.
Nel film ci sono parecchi riferimenti alla religione cristiana e in particolare al Libro di Giobbe nel quale ci si domanda il senso del dolore. Questo film rappresenta bene sia il mio impulso personale alla ricerca, e anche la mia meraviglia di fronte alla bellezza del creato e alla sua perfezione, anche a partire dal piede di un neonato come bene esprime la locandina, oltre che al suo mistero.
Musica
Voto per Time degli Alan Parsons Project, una canzone che appartiene all’album The Turn of a Friendly Card del 1980. Ha un testo struggente e una musica che parla di tempo che fluisce, di onde del mare e di maree, ma anche di incontri. Incontri con amici e amori ardenti, che vengono da molto lontano e che si ripetono all’infinito. Su questo non posso raccontarvi oltre, perlomeno non su questo blog dove le parole possono essere equivocate, ma chi mi conosce intimamente può ben capire ciò a cui mi riferisco. Il tempo, comunque, è un tiranno cui siamo tutti soggetti, nelle piccole e nelle grandi cose. Potete ascoltare la canzone a questo link, oppure cliccando sul video sottostante, mentre il testo della canzone è il seguente:
Time, flowing like a river
Time, beckoning me
Who knows when we shall meet again
If ever
But time
Keeps flowing like a river
To the sea
Goodbye my love,
Maybe for forever
Goodbye my love,
The tide waits for me
Who knows when we shall meet again
If ever
But time
Keeps flowing like a river (on and on)
To the sea, to the sea
Till it’s gone forever
Gone forever
Gone forevermore
Goodbye my friends,
Maybe forever
Goodbye my friends,
The stars wait for me
Who knows where we shall meet again
If ever
But time
Keeps flowing like a river (on and on)
To the sea, to the sea
Till it’s gone forever
Gone forever
Gone forevermore
Clicca sul pulsante per caricare il contenuto da i.ytimg.com.
***
Bene, la mia descrizione multimodale all’interno di me stessa è terminata! Che ne pensate? Avete voglia di unirvi all’esperimento?
Fonti immagini: Wikipedia
Hai scelto opere che onestamente non conoscevo e che ti ringrazio di avermi fatto scoprire.
Hai espresso in modo molto accurato cosa vedi di te stessa in esse, può darsi che quando finirò la pausa estiva mi cimenterò anch'io in un post di questo genere…
L'idea di Marco è molto interessante, come sempre, per cui ho aderito con piacere. Gli unici campi che mi hanno messo un po' in difficoltà sono stati quello cinematografico e musicale, il primo perché non mi ci vedevo riflessa molto e il secondo per la vastità.
E' stato molto interessante leggere la tua personale versione del viaggio! Poi mi piacciono molto gli Alan Parson's Project, hanno realizzato dei dischi davvero belli. 🙂
L'album "The turn of a friendly card" mi piace tutto quanto, ad esempio!
In "Eye in the Sky" c'è un altro pezzo struggente che non mi stancherei mai di risentire: "Old and Wise".
Un viaggio in te stessa che rivela una grande profondità: bellissimo! Hai trovato delle opere non banali, le faccio mie per ulteriori approfondimenti. Di sicuro appena ne avrò l'occasione, acquisterò "Possessione". Un abbraccio
Ti ringrazio tantissimo, Rosalia! Le proposte in ogni campo sono tante, non è facile scegliere. In effetti domandarsi: "chi sono e come potrebbero cogliermi gli altri?" destabilizza un pochino. "Possessione" è un romanzo straordinario che consiglio a tutti gli amanti delle ricche e arricchenti letture. Finora nessuno si è lamentato del mio consiglio. 🙂 Un abbraccio a te e a presto!
Acquistato su Amazon in versione ebook. Il passaparola è sempre la forma migliore di pubblicità. Quando l'ho letto ne potremmo parlare;)
Fantastico, sono molto contenta… 🙂 e più che mai pronta a pubblicizzare autori di qualità. Pensa che conosco uno dei traduttori di Byatt, e mi raccontava che ci sono addirittura i raduni dei traduttori per discutere su come rendere al meglio la sua scrittura.
Ci hai regalato un bel tour nella tua interiorità, pieno di spunti. L'idea di Marco è davvero suggestiva, ci faccio un pensierino. 🙂
Grazie infinite, cara amica! Spero che anche tu ti unisca all'esperimento proposto da Marco, è davvero interessante. A presto.
Non ho tempo per aderire a questo genere di iniziative in questo periodo, quindi devo accontentarmi di leggere gli altri.
In ogni caso è già il terzo meme che mi attira negli ultimi tempi… gli altri due, quelli su "La mia prima volta" e su "La magia dell'estate" li ho trovati entrambi da Moz.
Non ho letto "Possessione" né visto il film di Malik, ma posso dire che il testo della canzone che hai scelto è piuttosto affine a quello della canzone che probabilmente sceglierei io: "Old Souls".
Leggere per credere:
Our love is an old love baby
it's older than all our years.
I have seen in strange young eyes familiar tears.
We're old souls in a new life baby.
They gave us a new life to live and learn.
Some time to touch old friends and still return.
Our paths have crossed and parted
this love affair was started long long ago.
This love survives the ages
in its story lives are pages.
Fill them up may ours turn slow.
Our love is a strong love baby
we give it all and still receive
And so with empty arms we must still believe.
All souls last forever
so we need never fear goodbye
A kiss when I must go…
no tears…in time…we kiss hello.
Ma che meraviglia, Ivano, il testo è stupendo e, come dici, è molto simile a quello degli Alan Parsons', ancora più luminoso in quanto è garantito l'incontro con la controparte. Del resto il tema delle "old souls" è affine a quello delle "anime gemelle", un argomento che non ha nessuna sfumatura romantica, ma caratteristiche di totale complementarietà. Grazie per avermelo segnalato!
Molto interessante questo viaggio dentro te stessa, bello il quadro di Vermeer trovo che ti rappresenti molto anch'io. Magari dopo l'estate potrei aderire, al momento non credo di trovare la forza e l'energia, ho un progetto che vorrei concludere entro luglio e non sono neanche sicura di riuscirci…
In generale noto una grande stanchezza nella blogosfera e non, vuoi per il caldo vuoi per l'anno di lavoro trascorso, e vuoi per la generale atmosfera di smobilitazione causa ferie. E comunque i meme non scadono mai! 🙂 Immagino che il tuo progetto da concludere entro luglio sia legato alla scrittura.
Non ti smentisci per nulla, tutto quello che hai descritto è un tuo leitmotiv. Anche io come te amo lavorare in casa e stare il più comoda possibile. Tutte le forme d'arte che hai citato in sostanza sono un veicolo per confermare chi si è e conducono a sbrogliare il punto focale delle propria personalità. La storia e l'approfondimento ci sono sempre.
Grazie infinite del tuo commento, Nadia! Centrare la propria personalità per esporla non è facile per nulla, anche a partire dal fatto che, naturalmente, nessuno di noi è obiettivo. Ad esempio anche il mio lavoro è importantissimo, ma guarda caso ha a che fare con l'editoria.
Approfitto per invitarti a dare un'occhiata nella colonna di destra del blog a "Che cosa sto leggendo". 😉
E ora mi sento che fa più caldo, non so perché! Mamma mia che emozione…
E' proprio vero che il caldo può essere anche acuito da eventi inattesi, eheheh!
Quanto abbiamo in comune! Non che ci fosse bisogno di confermarlo.
Vermeer è uno dei miei artisti prediletti, anch'io ho adorato "Possessione" (che mi rese dimentica, in treno, di dover scendere a una determinata stazione), ho amato The tree of life.
E sto ascoltando il bel brano che indichi.
Se dovessi descrivermi… oddio, che scenari complessi.
Vediamo se posso dedicarmici nei prossimi giorni.
Mi piacerebbe moltissimo leggere le tue scelte, Luz. "Possessione" è il classico romanzo di cui dici: "Mi piacerebbe averlo scritto io," davvero ti irretisce completamente. Non mi meraviglio che tu abbia saltato la fermata. E che dire del fatto che le poesie in stile vittoriano sono state scritte dalla stessa autrice?
Per quanto riguarda la descrizione di me stessa secondo le modalità di questo post, mi capita di essere anche contenta di rivedere quello che metto su Facebook. Come sai senz'altro, Facebook ti ripropone immagini e post di qualche anno fa, e devo dire che mi rispecchiano pienamente. Anche i social sono un riflesso di noi stessi e di come ci rapportiamo verso l'esterno, volente o nolente.
Mi hai convinta! 😉
Aggiudicato! 🙂
Anni fa ho tentato la visione di "The Tree of Life" ma ho fallito miseramente. Il sonno è sopraggiunto inarrestabile e non ho avuto più il coraggio di ritentare. Da come ne parli si direbbe che abbia fatto male…
Posso capire che ti abbia fatto quest'effetto, TOM. Di Malick mi piace anche "La sottile linea rossa", ma ho detestato "To the Wonder" e se avessi avuto tra le mani la protagonista l'avrei fatta a fette, continuava a volteggiare e a sospirare.
Beh, diciamo che nel caso tu soffrissi d'insonnia sai già che tipo di film vedere… 😉
Che meraviglia Cristina! Sono tutte opere decisamente interessanti e belle, alcune delle quali non conoscevo! Invece, quanto tempo era che non sentivo nominare gli Alan Parsons Project! Ricordo mia madre osannarli e metterli come sottofondo in casa!! 🙂
Dovrei pensarci anch'io per capire quali sono le opere che più mi rappresentano!
Un abbraccio, a presto!!
Grazie, sono felice che le mie scelte ti siano piaciute! Gli Alan Parsons sono un gruppo vecchiotto, ma evergreen come si dice. Sarei contenta se tu partecipassi all'esperimento, quando vuoi, non c'è scadenza di sorta!
Un abbraccio ricambiato. 🙂