Qualche tempo fa trovai sul supplemento di un quotidiano una citazione del filosofo Giordano Bruno, tratto da La cena de le Ceneri (1584), corredata da un breve articolo. Pur sapendo ben poco di questo filosofo, il passaggio mi colpì e conservai la pagina per poterla rileggere ogni tanto e, all’occasione, poter scriverne un post. Ora è venuto il momento!
Chi era Giordano Bruno, innanzitutto? Vediamo che cosa ci dice di lui l’enciclopedia Treccani, cui vi rimando per una lettura completa della biografia e soprattutto della parte filosofica che è molto complessa:
Filippo della famiglia dei Bruni assunse il nome di Giordano entrando a 17 anni nel convento di S. Domenico a Napoli. Sospettato di eresia, riparò a Roma (1576), di qui, deposto l’abito ecclesiastico, andò peregrinando di città in città; fu a Ginevra (1579), dove per alcuni mesi abbracciò il calvinismo, a Tolosa, a Parigi (dove pubblicò nel 1582 il De umbris idearum e la commedia il Candelaio), in Inghilterra (1583-1585), dove per alcuni mesi insegnò a Oxford e pubblicò a Londra, con il finto luogo di Parigi e di Venezia, Cena de le ceneri, De la causa principio et uno, De l’infinito universo et mondi, Spaccio de la bestia trionfante (1584), De gli eroici furori (1585).
Dopo un breve soggiorno a Parigi, passò nell’agosto del 1586 in Germania, e tra il 1590 e 1591 a Francoforte pubblicò i poemi latini De minimo, De monade, De immenso et innumerabilibus. Nel 1591 accogliendo l’invito di G. Mocenigo, si recò a Venezia dove, denunziato come eretico dal suo ospite, fu nel 1592 arrestato dall’Inquisizione e processato. Si dichiarò disposto a fare ammenda, ma, trasferito all’Inquisizione di Roma, e sottoposto a nuovo processo, rifiutò di ritrattarsi, onde fu come eretico condannato al rogo, che egli affrontò impavido a Roma in Campo de’ Fiori.
Alla radice della filosofia bruniana può porsi l’intuizione della originaria unità e infinità del tutto, in cui l’uno-Dio, infinito in un solo atto, si riverbera e moltiplica in infinite sussistenze attraverso un processo di discesa necessario e immanente alla stessa natura divina. Anche nel campo letterario egli è tra coloro che preannunciano, nell’ultimo Cinquecento e nel primo Seicento, la letteratura più moderna. Si pone, risolutamente, in nome della libertà del poeta e dell’uomo, contro le regole letterarie esterne, ricavate ai suoi tempi dalla Poetica di Aristotele, contro le imitazioni, in particolare del Petrarca; inizia la violenta satira contro il pedante, cioè contro l’erudizione fine a sé stessa e la letteratura paga di semplici esornamenti. Rozzo, dialettale, sovente contorto e torrenziale, esprime tuttavia, spesso con rara potenza nella satira o nella esaltazione intellettuale, la sua ansia di dignità e di verità.
Veniamo però al passaggio che mi aveva tanto colpito da conservarlo:
Quantumque non sia possibile arrivar al termine di guadagnar il palio: correte pure, e fate il vostro sforzo, in una cosa de sì fatta importanza, e resistete sin all’ultimo spirto. (…) Non solo è degno d’onore quell’uno ch’ha meritato il palio: ma ancor quello e quel altro, ch’a sì ben corso, ch’è giudicato anco degno e sufficiente de l’aver meritato, ben che non l’abbia vinto.
Che cosa ci vuole dire il filosofo nolano? Provo a elencarne qualche significato per applicarlo alla nostra attività di scrittura:
– che gli obiettivi raggiunti facilmente e senza sforzo, o anche portati a compimento con frettolosità, hanno poco o nullo valore;
– che l’importante non è vincere, ma saper correre fino alla fine senza farsi scoraggiare e senza aspettarsi poste in palio;
– che bisogna gareggiare con onestà e senza mezzi e sostegni illeciti che arricchiranno le nostre tasche, ma non ci arricchiranno lo spirito;
– che non soltanto il vincitore è degno di lode e d’onore, ma anche chi ha gareggiato fino alla fine;
…e, aggiungerei, che non bisogna guardare sempre quello che fanno gli altri, ma andare avanti dritti per la propria strada.
La tentazione di Sant’Antonio di Salvador Dalì (1946) Musée des Beaux-Arts di Bruxelles |
Quante volte abbiamo discusso di quanto sia difficile il mondo editoriale per chi non abbia contatti o conoscenze, e di come apparentemente raggiungano la celebrità sempre i soliti noti e non per merito?
Applicando le parole del filosofo alle nostre passioni, scriviamo e agiamo per il gusto di farlo e non aspettiamoci nulla in cambio. In questo modo, se non riceveremo nulla, non rimarremo delusi. Se riceveremo qualcosa – un complimento, una frase di ammirazione, una recensione scaturita dal cuore, un riconoscimento o un’opportunità – sarà come un regalo d’oro zecchino.
Se ci comportiamo in modo gioioso e rilassato, senza combattere contro la corrente avversa o perderemo energie, ne trarremo grande giovamento anche in termini di salute. Non aspettiamoci che tutto sia perfetto – e questo lo devo imparare io per prima – perché abbiamo a che fare con l’imponderabile, e le cose non vanno sempre come vogliamo. Così ci saranno sempre refusi nelle bozze che abbiamo corretto mille volte, o correzioni tralasciate, o una copertina che non è come la volevamo, o la svista che è rimasta o la frase che, riletta a mente fredda, avremmo scritto in modo diverso. Anche questo fa parte del nostro essere umani.
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E voi che cosa ne pensate? Quali sono le regole che vi siete dati per procedere senza lasciarvi scoraggiare troppo?
Fonti immagini:
Wikipedia
Da sempre mi sento affascinata da questa figura. In Piazza Campo de' fiori a Roma c'è la copia della sua statua (l'originale è al Museo d'arte moderna), che fu posta nel luogo dove venne arso dall'Inquisizione e ogni volta che vi passo sotto resto come imbambolata a guardare. Coperto da un cappuccio, la posa solenne, sembra ancora vivo e avere ancora tanto da dire.
Una delle menti geniali di un'epoca vessata dalla cieca e abietta condanna della Chiesa di Roma, che ho ammirato in ogni scritto in cui mi sia imbattuta.
Le sue parole sono estremamente moderne, queste in particolare mostrano quella maturità e saggezza valide in ogni tempo.
Condivido ogni parola, certo. Mi capita di parlarne in classe, è uno dei capisaldi dell'educazione per altro. Ma quanto viene compreso questo principio? E si può mettere realmente in atto? Occorre armarsi di una buona dose di umiltà e riconoscere la superiorità del nostro avversario. Con il teatro mi dispongo incessantemente a imparare da chi ha più esperienza. Se partecipo a una competizione, mi piace applaudire all'ottima regia del mio avversario, riconosco di essere in svantaggio e accetto di buon grado la sconfitta. Ecco, se è evidente che l'altro è un maestro, allora bisogna cedere il passo e imparare.
Nella mia lista di luoghi da visitare per la mia “prossima volta” a Roma, c’è proprio Campo de’ Fiori. 🙂 Qualche tempo fa avevano trasmesso una fiction italiana assai ben fatta, a mio avviso, dal titolo “Il tredicesimo apostolo” basata anche sul testo de “Il candelaio” di Giordano Bruno, così facevano vedere molto spesso la statua di Giordano Bruno nell’ambito della fiction.
Al di là di quello, trovo che il suo pensiero, per quel poco che so, sia di una modernità sconcertante. Ritornando nell’ambito del passaggio che ho citato, e della tua esperienza, la competizione è sempre un banco di prova non soltanto per testare le proprie capacità, ma anche per imparare dai propri insuccessi. La vera lezione che si trae quando ci si mette in gioco, e magari per mille motivi non si viene premiati come si meriterebbe, è proprio questa. Capisco anche la delusione, perché siamo tutti essere umani, ma si può sempre trarre un insegnamento da qualsiasi situazione.
Figura importantissima per lo sviluppo della cultura europea.
Un gigante del pensiero di ogni tempo… e un grande maestro di libertà, che pagò in prima persona e in modo atroce.
Ho sempre ammirato quest'uomo.
Le mie "regole" sono semplici:
dare il meglio di sé per il gusto di sfidare i propri limiti, senza aspettarsi nulla e con lo spirito di voler imparare, divertendosi, una lezione.
Il divertimento è uno dei grandi motori della creatività umana. Senza divertimento, c'è solo l'amarezza di un'eventuale "sconfitta" che ti lascia un sapore di cenere. Su uno scritto di cui non ricordo l'autore, avevo letto che Dio ha giocato nel creare il mondo, non nel senso negativo che potremmo attribuire al termine, ma portando ai massimi livelli la sua creatività, e quindi divertendosi.
Oh, bene. Sempre amato Giordano Bruno, coincidenza vuole che il personaggio principale del romanzo che sto scrivendo porti proprio il suo nome. Non a caso.
Conobbi questa figura immensa da ragazzino, grazie al mio professore di lettere. Discussioni che non vi dico, anche molto animate. La mia era una scuola privata cattolica, ma Fratel Raffaele aveva idee radicali nel senso senso egualitario del termine. Il sabato mattina ci faceva anche lezione di educazione civica, leggevamo e commentavamo quotidiani di tutte le estrazioni politiche, riusciva sempre, l'infingardo, a trovare parallelismi con gli autori e i filosofi che avevamo studiato. Ebbene, questo monaco Domenicano arso vivo, saltava spesso fuori.Sopratutto in merito alla spinta continua verso la ricerca piuttosto che all'affidarsi al dogma. Erano anni bui, c'era il terrorismo che aveva segnato molte vite e condizionato la società civile, credo che volesse farci passare il messaggio che i sistemi, tutti i sistemi, vanno cambiati da dentro, essendone dei profondi conoscitori e non da elementi esterni che colpiscono a casaccio e per partito preso.
Consiglio la splendida interpretazione di Gian Maria Volonté nel film di Giuliano Montaldo.
Credo che Giordano Bruno, forse più di tutto il resto, abbia incarnato al meglio il senso del Rinascimento e lo sviluppo ideale dell'Umanesimo. Quel rogo non bruciò e non spense nulla, se non la carne di quel poveraccio, fece invece e fu luce.
Modernissimo, pensiamo alla politica di oggi e prendiamo spunto da questa sua frase scritta nella seconda metà del '500: «Quando aviene che un poltrone o forfante monta ad esser principe o ricco, non è per mia colpa, ma per iniquità di voi altri che, per esser scarsi del lume e splendor vostro, non lo sforfantaste o spoltronaste prima, o non lo spoltronate e sforfantate al presente, o almeno appresso lo vegnate a purgar della forfantesca poltronaria, a fine che un tale non presieda. Non è errore che sia fatto un prencipe, ma che sia fatto prencipe un forfante».
Intanto sono felicissima che tu ti sia riaffacciato nella blogosfera, Max, avevo visto che hai pubblicato un nuovo articolo e ben presto andrò a leggerlo. Abbiamo sentito molto la tua mancanza, e che il tuo ritorno sia di buon auspicio per quello di altri blogger! 🙂 Spero che tu stia bene, ora.
Ma tu pensa che coincidenza il nome del personaggio, è un bell’omaggio il tuo. Senz’altro gli darà valore aggiunto.
Grazie di aver condiviso con noi il tuo ricordo a proposito del tuo insegnante, Fratel Raffaele, ci sono degli insegnanti che rimangono impressi nella memoria anche dopo anni, e che si ricordano con gratitudine e affetto. Ce ne sono altri che, beh, meglio soprassedere. Potrei raccontare di due professori d’italiano al liceo, personalmente sono passata dall’inferno al paradiso senza passare per il purgatorio. Hai ragione, quando si andava a scuola erano tempi davvero bui, ma io, vuoi per una sorta di incoscienza dell’età vuoi perché ero piuttosto ingenua, non li percepivo in tutta la loro gravità. Certamente le stragi mi erano rimaste impresse, eccome, eccidi come quello di piazza Fontana su cui non è stata fatta ancora piena luce, ma non pensavo che potevo uscire di casa e trovarmi coinvolta in una sparatoria ad esempio.
Andrò a recuperare senz’altro il film che menzioni, e che ha citato anche Giuliano nel suo commento.
Fantastico il passaggio che menzioni, sembra che sia stato scritto proprio per i nostri giorni, a dimostrazione del fatto che non si cambia proprio mai. La politica, poi, men che meno, ma nemmeno chi, per indifferenza od opportunismo, installa al loro posto certi individui.
Sì, una bella coincidenza. Il romanzo è ambientato durante il periodo della dittatura fascista, non so nemmeno se piacerà ma sopratutto se riuscirò a renderlo come voglio, cioè una bella storia, epica, senza giudizi morali di sorta, dove ogni personaggio si racconta da sé.
Tornando al tuo post, Giordano Bruno è importante, vuoi perché il suo pensiero è stato l'estensione metafisica e filosofica della grande rivoluzione copernicana, superandolo addirittura a livello concettuale, vuoi perché ha posto alla Chiesa di quei tempi un quesito importantissimo: se Dio è la causa infinita perché non possono essere infiniti anche i suoi effetti? Questo in relazione agli infiniti mondi e all'universo infinito, al decentramento della prospettiva (il mondo che ruota intorno al sole, la luna che ruota intorno alla terra, e il tutto inserito in un sistema più grande, per l'appunto infinito). Tutto ovviamente in contrasto con la visione geocentrica, anche dal punto di vista antropologico ed etico. Giordano Bruno non ha mai composto scritti da ateo, anzi, ha soltanto "allargato", se così si può dire, il concetto di Dio. Non più un Dio creatore di un mondo a scatola chiusa, con dei confini ben delineati, ma Creatore di un tutto infinito e inconoscibile se non attraverso l'uso della ragione e della speculazione. Altra rivoluzione: non più soltanto fede cieca, ma fede come punto di partenza e furore eroico nella ricerca della verità, della molteplicità.
Ha differenza di Galilei, le cui vicende troveremo decenni dopo, Bruno non avrebbe mai potuto abiurare, avrebbe significato negare l'essenza di se stesso. Non aveva prove scientifiche da offrire, soltanto speculazioni e profonda analisi filosofica. Galilei, d'altro canto, prese la decisione giusta (secondo me), inutile immolarsi per il 2+2 che fa quattro. L'abiura che gli ha salvato la vita non ha per nulla leso i fenomeni incontestabili da lui dimostrati. La storia gli avrebbe comunque dato ragione.
Belin, tu mi stimoli con sti post. Non sono all'altezza e non mi spiego bene ma mi piace affrontare questi argomenti. Emergono tutte le letture di gioventù che mi hanno aiutato a entrare nel mondo.
Eccomi! Innanzitutto buon 1° maggio a te e a tutta la famiglia. 🙂 In secondo luogo, ti esprimi benissimo e sono felicissima che i miei post ti offrano degli spunti. Giordano Bruno è un vero e proprio gigante del pensiero e della libertà di coscienza, mi hai fatto venire voglia di affrontare con più serietà i suoi scritti. Chissà, magari nell'ambito dei miei studi sulla Storia Moderna…
Per quanto riguarda la questione della curiosità, secondo me la cultura è proprio questo: da un argomento si passa a un altro per scoprire aspetti sempre nuovi e sorprendenti della storia e del pensiero umano. Attualmente, ad esempio, sto ripassando Geografia Urbana, una materia bellissima davvero… ad esempio il capitolo delle invenzioni come l'ascensore o l'automobile, o come fu che New York ebbe il suo primo servizio di nettezza urbana. Chissà che non ci faccia dei post, il materiale non manca davvero!
Grazie Cristina. Per il resto, sì, dovresti. Giordano Bruno è compagno di molti uomini portentosi che da Socrate a Gramsci hanno fatto quel "saltino" 😉 non da poco: la Praxis come superamento della semplice speculazione filosofica. Con le loro vite hanno attuato e trasmesso ciò che di più bello ritroviamo nel pensiero moderno.
Perfetto, allora ci teniamo senz'altro aggiornati in merito a questo e altri argomenti. Un abbraccio!
Non guardare gli altri è sempre un monito importante, ma io cara Cristina faccio ancora molta fatica a non scoraggiarmi.
Hai ragione, in fondo siamo tutti esseri umani. Però gli insuccessi hanno moltissimo da insegnarci. Ho trovato queste due frasi bellissime sul fallimento:
Il fallimento ti cambia in meglio, il successo in peggio.
(Lucio Anneo Seneca)
e soprattutto:
Chi si sta godendo la vita non è mai un fallito.
(William A. Feather)
Mi ha sempre affascinato la figura di Giordano Bruno, questa sua frase che ti ha colpito, colpisce molto anche me. Io concordo totalmente, bisogna andare avanti per la propria strada e seguire le proprie passioni, in fondo siamo tutti diversi, ma ognuno ha la propria originalità. Io ho smesso di guardare gli altri da molto tempo, solo così riesco a trovare la mia pace interiore, gli altri li guardo solo per ammirarli e spronare me stessa a migliorarmi, questo al limite può essere un paragone produttivo. Io vado avanti per la mia strada seguendo le mie passioni con i miei tempi e i miei limiti che accetto con consapevolezza.
Il tuo atteggiamento è molto equilibrato, Giulia. Penso che molta parte delle nostre nevrosi scrittorie e personali derivi dal confronto. Ne ho parlato almeno una volta dedicandoci un post, ad esempio in "Confessioni di una scrittrice per hobby".
E un'altra osservazione su cui concordo pienamente è il fatto di avere i propri tempi. Per quanto mi riguarda, la fretta è dannosissima non solo per il mio modo di scrivere ma anche per passaggi successivi. Quando prendo certe decisioni, devo essere ben convinta… poi se sono rose, fioriranno.
In un certo senso anticipa De Coubertin con il motto olimpico "L'importante non è vincere ma partecipare".
Quali regole uso per non scoraggiarmi? Beh, in realtà non seguo regole ma, semplicemente, quando sento la necessità di scrivere scrivo. E poi rileggo. E poi edito. E poi correggo ancora… Mi capita di sentirmi demotivato a scrivere, in quei casi attendo, lascio trascorrere il tempo. Prima o poi sentirò qualcosa che mi nasce dentro e vuole essere raccontato.
Come scrivevo poco sopra a Giulia, l'attività della scrittura è un processo misterioso, ed è bello che sia così. Per quanto mi riguarda, non c'è niente di più deleterio che avere la sensazione di scrivere "per dovere". Allora preferisco andare a fare una passeggiata, o dedicarmi ad altre attività assai più gratificanti!
Mi hai incuriosito e affascinato parlando di Giordano Bruno. Mi verrebbe da dire che la perseveranza in scrittura, ripagherà il lavoro fatto.
La perseveranza è un'altra bella dote da mettere in campo. Che poi è un misto tra pazienza e tenacia. Purtroppo ne siamo sempre più privi, in un'epoca dove la fretta e la frammentarietà regnano sovrane.
Approfondirò la mia scarsa conoscenza di un filosofo così interessante. Sai che è un peccato che si studi da giovani, quando si vivono le cose intensamente e superficialmente al tempo stesso? La tua scelta di riprendere a studiare mi sembra davvero azzeccata.
Regole per non farmi scoraggiare? Ehm… nessuna! Ovvero: so che hai ragione – ne abbiamo parlato tante volte – ma nella pratica dipendo dalle energie del momento, quindi non riesco a evitare alti e bassi, grandi entusiasmi e grandi scoramenti. Spero di imparare ad avvicinarmi meglio alla scrittura.
In effetti ogni tanto mi faccio i complimenti da sola per la mia scelta di riprendere a studiare. 😉 E devo dire che, in questo periodo in cui sto frequentando, i compagni più motivati e appassionati, quelli a cui brillano davvero gli occhi quando parlano delle materie e dei corsi, sono proprio quelli della mia generazione o coloro che sono andati in pensione e possono finalmente dedicarsi allo studio. Anche il proverbio dice: "Se gioventù sapesse, se vecchiaia potesse."
Per quanto riguarda gli alti e bassi, è normale averne. Diventa molto più preoccupante se il periodo basso persiste a lungo, secondo me.
è davvero un autore molto difficile, anche perché se in alcune osservazioni stupisce per la modernità, in altre cose la scienza ha fatto passi da gigante fin da subito dopo la sua morte (Galileo). Insomma, ci vorrebbe un bel lavoro di note a margine e di ampliamento del discorso… non so se qualcuno lo abbia fatto davvero, non sono la persona adatta per dirlo. Il film di Montaldo con Volonté è molto bello e ricco di spunti interessanti, questo almeno lo posso dire 🙂
Mi confermi la difficoltà di questo autore, dunque. Delle poche cose che ho letto di Giordano Bruno, mi aveva colpito l'asserzione che un giorno anche i demoni si salveranno. E poi, naturalmente, la consapevolezza che esistono infiniti mondi. Un autore immenso.
So che Volonté aveva anche interpretato il protagonista di "L'opera al nero" di Marguerite Yourcenar. Come scrivevo sopra, vorrei recuperare il film su Giordano Bruno. Attualmente ho visto alcuni film sulla Storia moderna consigliati in un elenco all'università: "Il mestiere delle armi", "Luther", "Aguirre furore di Dio", ma questo mi manca.
Direi che sono parole senza tempo e quanto mai azzeccate in quest'epoca che invece corre e non guarda in faccia nessuno.
Per quanto mi riguarda da tempo ho smesso di aspettarmi alcunché dagli altri, per lo più agisco su spinta del mio benessere, e quando questo incontra anche quello altrui sono ancora più soddisfatta. Secondo me si sposa benissimo con"non è la meta ma il viaggio che conta", e soprattutto come conduci il viaggio.
Grazie del commento, Nadia! La modernità delle parole di Giordano Bruno è fuor di dubbio. Mi piace pensare anche che questo nostro viaggio non si interrompa con la morte, ma possa continuare anche oltre. Approfitto per dirti che a breve farò un ordine di libri che comprenderà anche il tuo. 🙂 Potrei scaricarlo come ebook sul mio smartphone (non ho il kindle), ma mi sono accorta che detesto leggere i libri sullo smartphone e non sono capace di convertirlo in formato kobo.
Mentre leggevo la tua risposta mi è mancata l'aria per un attimo. Sul viaggio non interrotto stavano già sorgendomi mille pensieri (al momento sto studiando Steiner e ho scaricato il libro Tibetano dei morti) tanto mi affascina il discorso. Però poi mi hai emozionato con l'intenzione. Ecco, io non credo di essere pronta a una lettrice come te e mi nascondo già nel mio cantuccio. Ps. Io non ho un kobo o un kindle e leggo sul pc mi è decisamente più comodo per la vista, ma ho il portatile e a letto da seduta mi pare di avere un cartaceo, non so se può fare al caso tuo. Il kindle lo puoi scaricare su qualunque device.
Beh, Nadia, se menzioni Steiner entro in uno stato di venerazione assoluta. Pensa che è stata Maria Teresa Steri a suggerirmi i primi libri suoi da leggere, perché lo avevo sempre incrociato ma non lo avevo mai affrontato con sistematicità. Dire che mi ha illuminato l'esistenza è dire poco… Ora dovrei proseguire con il vol. 4 di Considerazioni esoteriche e nessi karmici. Non è una lettura per nulla facile, ma la trovo molto nutriente per lo spirito, anche se non capisco tutto, com'è ovvio.
Avevo letto il libro Tibetano dei morti parecchi anni fa, ed è stato il primo testo importante che ha dato l'avvio a una serie di letture dello stesso tipo. Magari se ti capita di passare da Milano, fammi un fischio così ci incontriamo e parliamo di tutto a tu per tu! 🙂
Per quanto riguarda il fatto di leggere il tuo libro, troverò una soluzione alla mia idiosincrasia per lo smartphone. Potrei leggerlo sul computer, ma siccome lo uso tutto il giorno per lavoro… insomma, leggere per il mio piacere sul pc "mi sta antipatico". No, no, mi sa che prenderò la carta. 😉
Steiner credo illumini chiunque lo incontri. Sono necessari apertura mentale e sincronicità di spirito, ma una volta entrati in suo contatto nulla è più come prima. Sarebbe davvero bello riuscire a incontrarci e parlare di certe tematiche face to face, quello che prima o poi spero accada anche con Maria Teresa, per ora solo via mail. Spero accada presto, o perlomeno in tempo dopo le letture che ancora mi mancano per completare il quadro generale. Però è sempre bello scoprire che il cerchio si allarga e completa.
Per la mia esperienza mi sono accorta che ci sono molte più persone interessate ad approfondire queste tematiche di quanto non si supponga. Una volta rotto il ghiaccio, poi lo scambio è davvero intenso. Vedrai che arriverà l'occasione per parlare a tu per tu davanti a un buon caffè.
Voi non avete idea di che gioia sia per me sentirvi parlare così di Steiner. Io sono proprio innamorata delle sue idee, ma questo forse si era capito ^_^ Ed è bello come dice Cristina accorgersi di quante persone (insospettabilmente) riflettano su questi argomenti e mostrino interesse. C'è forse un naturale riserbo a parlarne, però fa davvero bene all'anima trovare questi terreni comuni di scambio.
Credo che certi pensieri vadano sdoganati, siamo nell'epoca in cui i fantasy raccontano la loro opinione di ciò che è vero e ciò che non lo è, credo ci sia la necessaria apertura mentale. La speranza è che ci sia attenzione all'argomento e interesse crescente. E concordo è un piacere per l'anima trovare terreni comuni di scambio, ma già lo sai.
Personalmente mi accorgo che se ogni tanto non leggo un libro di Steiner, o comunque di altri pensatori appartenenti a questo filone, a lungo andare provo una sorta di inaridimento interiore. Questo è esattamente uno di questi periodi, ma vorrei rimediare appena possibile.
Bel padrone di casa il Mocenigo: prima ti ospita, poi ti denuncia!
Venendo all'ultima domanda. Credo che la risposta sia fare solo ciò che piace e rende contenti. Ciò che viene in più è un tanto di guadagnato.
Sì, penso proprio che non passerà alla storia come il perfetto anfitrione… 🙁
Le tue parole sono molto sagge, purtroppo a volte si rischia di perdere la nostra stella polare, che è essenzialmente il piacere e il divertimento nello scrivere.
E' un pensiero pieno di saggezza e senza tempo da un grande uomo. E il collegamento che hai fatto che più che mai calzante. Dovrebbe essere proprio questo lo spirito giusto ad animarci. Dico "dovrebbe" perché per lo più da parte mia resta un intento che spesso di scontra con la realtà. Finisco per domandarmi cento volte che mi lo fa fare, però dovrei concentrarmi di più sul piacere di correre. Il tuo post è comunque molto rincuorante soprattutto per la serenità che traspare. Un abbraccio
Grazie per avermi lasciato la tua opinione, Maria Teresa… a proposito, ti ho menzionata sopra rispondendo a Nadia nell'ambito di una conversazione su Steiner. 🙂
Per quanto riguarda il resto, bisognerebbe pensare che quello che abbiamo ricevuto è un dono e una grazia, un po' come se uno sapesse suonare uno strumento e si lamentasse perché c'è poca gente ai suoi concerti. Finiamo sempre per guardare il bicchiere mezzo vuoto anziché quello mezzo pieno.
A presto, ricambio l'abbraccio.
Hai ragione! 🙂
Sono finalmente riuscita a inserire il commento anche sopra! Non so perché, ma si ricaricava in continuazione la pagina 🙁
@Grazia: il bicchiere mezzo pieno è il segreto del buon vivere. 🙂
@Maria Teresa: misteri di blogger… bisogna sempre stare in campana con questa piattaforma. 🙁