Alcuni di voi sono troppo giovani per ricordarlo, e persino io ero molto piccola all’epoca, ma negli anni ’60 la Rai trasmetteva una seguitissima trasmissione televisiva dal titolo Non è mai troppo tardi. Corso di istruzione popolare per il recupero dell’adulto analfabeta. Il programma era condotto dal maestro e pedagogo Alberto Manzi, che bisognerebbe proporre alla Chiesa per la beatificazione: infatti era un Don Milani laico, e la sua trasmissione aveva il fine di insegnare a leggere e a scrivere agli italiani che non ne erano ancora in grado pur avendo superato l’età scolare. Le classi erano formate da adulti analfabeti, nelle quali venivano utilizzate le tecniche di insegnamento moderne, oggi potremmo dire “multimediali”, giacché si servivano di filmati, supporti audio, dimostrazioni pratiche, nonché della mano del maestro Manzi che, con rapidi tratti di carboncino, disegnava schizzi e bozzetti su una lavagna a grandi fogli.
Beh, vi starete chiedendo, che cosa c’entra la trasmissione dei lontani anni ’60 con il progetto Top Secret? Ebbene, abbiate ancora un attimo di pazienza e vi svelerò l’arcano, anche perché è un progetto cui sono addietro da mesi e che a un certo punto ha assunto le connotazioni di un thriller, con colpi di scena ogni giorno, per cui mi sembrava di essere finita su un ottovolante.
Chi ha letto i miei due post autobiografici (“Confessioni di una scrittrice per hobby” e “I miei anni ’80, ovvero un’anima divisa in due“) sa che dopo il liceo linguistico rinunciai ad andare all’università per rendermi indipendente. Frequentare l’università avrebbe significato senz’altro iscrivermi a una facoltà umanistica, come Lettere o Lingue, con il rischio di andare a insegnare. Parlo di rischio, condiviso con i miei ipotetici futuri allievi, perché affrontare una classe di venti o più soggetti non è nelle mie corde. Non ho la vocazione dell’insegnante: mi ritengo una persona paziente, ma non con i grandi gruppi. Come vi ho spiegato nei due post, per i miei genitori fu una grande delusione, ma non ho mai rimpianto questa scelta.
Però questa voglia di studiare, e di frequentare l’ambiente universitario, mi è sempre rimasta, e lentamente ha cominciato a rigerminare nella mia testa poco tempo fa, anche grazie ai discorsi di mio figlio Stefano, studente universitario. Ho cominciato quindi a cercare, per curiosità e quasi per gioco, quello che faceva per me, navigando sui siti delle università di Milano. All’inizio ero orientata su Psicologia, poi ho avuto una folgorazione: perché non Storia, che mi piace così tanto? Ho puntato la mia attenzione sull’Università Statale di Milano, che ha proprio la specifica Facoltà di Storia, ho visto il programma dei corsi e me ne sono subito innamorata.
Mi sono informata sulle date degli Open Day, pensando di presenziare anche a quelli di altre università, poi ho visto che Storia era solo in Statale; e quindi mi sono detta: “O Storia o niente” prendendo a prestito la frase del Valentino: “Aut Caesar aut nihil!” “O Cesare o niente!“
Così, il giorno 20 maggio, piena di curiosità, sono andata all’Open Day con un accompagnatore d’eccezione… proprio mio figlio Stefano. Dovete sapere, infatti, che mio figlio frequenta la facoltà di Economia; ma ha sempre detto che, se proprio avesse voluto iscriversi a una facoltà di suo pieno gradimento, avrebbe scelto la laurea magistrale in Storia contemporanea. Quindi mi ha accompagnato sia a richiedere informazioni ai gazebo, collocati tutt’attorno al grande cortile dell’università sia alla presentazione in sala conferenze, dal titolo I mestieri dello storico: fonti, metodi, linguaggi.
Confesso che ero un po’ imbarazzata vista la mia età vetusta, ma con mia grande sorpresa nel pubblico c’erano altre aspiranti matricole persino più datate della sottoscritta. La presentazione mi ha entusiasmato, e l’ambiente un po’ barricadero della Statale ha risvegliato la rivoluzionaria che sonnecchia in me. Durante la presentazione, tra l’altro, ho appreso che la Biblioteca di Scienze della storia e della documentazione storica ha una documentazione, sia online sia cartacea, a dir poco gigantesca. Al ritorno dalla nostra spedizione, il figlio mi ha persino gratificato con un “Sono stato contento di essere venuto,” al che mi è venuto un leggero senso di vertigine e sono quasi caduta dal marciapiede. Mi sono detta: “Adesso fa piovere,” e in effetti a casa siamo stati accolti con un nuvolone rombante.
Lo scopo della mia immatricolazione alla facoltà naturalmente non deriva dalla necessità di prendere una laurea, ma di approfondire un argomento che mi appassiona e che tra l’altro costituisce la materia di base dei miei romanzi. Tutto questo prima che inizi l’inevitabile fase del rimbambimento senile. Ha uno scopo culturale, in altre parole.
Ma… come spesso accade nelle cose della vita, a un certo punto si è parato davanti un ostacolo.
Già prima dell’Open Day voci di corridoio e di giornale sussurravano che l’università, nella persona del rettore, aveva in mente di mettere il numero chiuso anche alle facoltà umanistiche; ovvero, come già avviene per le discipline tecniche e scientifiche, di obbligare le future matricole a sostenere un test d’ingresso per attuare una selezione. Già prima di questo c’era l’obbligo di sostenere un esame di autovalutazione per coloro che, come me, erano usciti dalla scuola superiore con un voto basso, il cui esito non era vincolante per l’iscrizione ma soltanto indicativo delle eventuali lacune.
Immediatamente gli studenti hanno cominciato a entrare in agitazione (e io con loro, ma in altro senso). Non mi perdevo un telegiornale regionale e nemmeno un articolo sui quotidiani. L’agitazione ha raggiunto i massimi livelli quando il senato accademico, spaccato in due, ha votato l’introduzione ai test. Prima della pausa di agosto, dunque, i test erano stati stabiliti e, anzi, si consigliava l’iscrizione a più d’uno per avere maggiori possibilità d’ingresso.
Non appena si sono aperte le iscrizioni, mi sono iscritta a Scienze dei Beni Culturali e, com’è ovvio, a Storia. Il primo si sarebbe tenuto lunedì 4 settembre e il secondo lunedì l’11 settembre. A questo punto ho cominciato a cercare nel sito se vi fossero delle simulazioni di test… ma, essendo una novità, non c’era nulla a parte un simulazione per l’accesso alla facoltà di Lingue. Ho trovato dunque delle simulazioni per concorsi pubblici che ho cominciato a fare con risultati alterni: o passavo a pieni voti con emoticon solari e il pollice alzato o la catastrofe era assoluta con emoticon disgustati. C’è da dire anche che si trattava di simulazioni con quesiti meramente nozionistici, ad esempio non c’era la comprensione di un testo che è invece parte importante di un test per accesso universitario.
Comunque ho capito che avrei dovuto mettermi a ripassare di gran carriera, dato che quello che avevo appreso risaliva ormai alla cosiddetta notte dei tempi e che sono consapevole della mia fallace memoria sulle date. Ho ordinato un Compendio di Storia dalle Origini all’Età Contemporanea e nel mese di agosto mi sono buttata nel ripasso delle 600 e passa pagine scritte in caratteri minuscoli (che equivale a 1200, in buona sostanza). La cosa curiosa è che riaffioravano i ricordi dalle nebbie, che mi strappavano delle esclamazioni di stupore: oh, sì, certo! L’età del ferro, Silla, Claudio, la caduta dell’Impero, le invasioni dei Visigoti, le guerre gotico-bizantine, i Pipinidi, e poi il Medioevo con i Comuni italiani, la Guerra dei Cent’anni, la Riforma e la Controriforma, la Guerra di Successione… Sospiravo di contentezza, ma anche di preoccupazione.
Nel frattempo mi dicevo di non farmi troppe illusioni perché mai e poi mai sarei riuscita a passare i test (e in quest’ultimo caso mi sarei dovuta sentire pure in colpa perché avrei portato via il posto a un giovane). Congiuravano contro di me alcuni fattori fondamentali: ero uscita alla maturità con un voto molto basso (40/60) che avrebbe fatto media, e avevo l’età dei datteri (nel terzo punto del bando c’era scritto che in graduatoria si sarebbe privilegiata una più giovane età anagrafica).
Gli studenti frattanto avevano deciso di portare il caso davanti al tribunale, nello specifico davanti al Tar del Lazio ed erano decisi ad andare avanti fino a conseguire la vittoria nelle aule giudiziarie. Seguivo la questione pressoché quotidianamente, e venivo ad apprendere tra l’altro che il numero degli iscritti ai test era esorbitante per la facoltà di Lingue, ma persino inferiore ai posti disponibili per Storia. Speravo dunque in un posticino per me, mentre le date dei test campeggiavano a caratteri cubitali sulla mia agenda e sul calendario, finché…
…finché una sera è accaduto il miracolo.
Evidentemente il 2017 è proprio l’anno dello Scorpione, non c’è dubbio alcuno. Ero nel bagno a lavarmi i denti quando mio figlio arriva di gran carriera, gridando: “Vieni subito a vedere!”. Esco correndo, con la bocca piena di schiuma, e mi arresto sbalordita davanti allo schermo del computer con le ultime notizie che riportavano la vittoria degli studenti: il Tar del Lazio dava loro ragione! Non dovevo più fare i test, tutto questo un paio di giorni prima della fatidica data del 4 settembre, quando avevo già studiato il percorso per andare in via Noto, che per me è in capo al mondo. Sul filo del rasoio. Ho fatto un grande sorriso con la bocca piena di dentifricio… Il giorno dopo mi arriva la comunicazione dalla segreteria degli studenti che non dovevo presentarmi né all’uno né all’altro, in quanto erano sospesi. Attenzione, sospesi ma non annullati!
Non era ancora finita, perché nei giorni successivi si aspettava ansiosamente il responso dell’università che aveva annunciato l’intenzione di fare ricorso. Responso che si è fatto attendere, ma che è stato di nuovo favorevole: i test previsti per le facoltà umanistiche erano definitivamente annullati in quanto non si sarebbe riusciti a garantire la regolare apertura dell’anno accademico (la risposta al ricorso sarebbe pervenuta addirittura nel febbraio del prossimo anno). I soldi spesi per iscriversi ai test sarebbero stati rimborsati.
Dunque ho fatto le foto tessera e mi sono iscritta immediatamente prima di altri ripensamenti. Ora ho il mio numero di matricola, e il 22 settembre ho anche partecipato all’incontro di presentazione del corso di Storia. Sono stata di nuovo rassicurata sulla presenza di numerosi, arzilli vecchietti persino oltre la mia età… magari alla seconda laurea o, come me, decisi a sfruttare la loro materia grigia prima dell’inevitabile declino delle funzioni neuronali. Mi sembra di sognare! Ora ho costruito il mio calendario di corsi/esami del primo semestre, e ho ordinato i libri necessari. Sto già studiando e ho presenziato ad alcune lezioni su “Metodologia degli studi storici” e “Geografia urbana”. Farò le cose con calma, e senza stress ulteriori, tanto nessuno mi corre dietro; anche perché sarò una “non frequentante”, e di conseguenza ho un numero di libri aggiuntivi su cui studiare.
In qualunque modo voi la pensiate sulla faccenda dei test d’ingresso, io sono, com’è ovvio, contentissima di come siano andate le cose: ormai ho avuto accesso all’università e non riusciranno a buttarmi fuori tanto facilmente.
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Vi è piaciuta la mia sorpresa sul progetto Top Secret? Lo sapevano in pochissimi. 🙂
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Fonti immagini:
1a immagine: Wikipedia
2a immagine: Wikipedia
3a immagine: Ansa
4a immagine: Wikimedia
Acc! Niente consulente per Netflix per la serie su Bernabò Visconti, dunque… Peccato 😉
Comunque complimenti: è un progetto niente male, tornare a studiare all'Università. In bocca al lupo, ma non ne hai bisogno. 🙂
Ahahah, Marco, riesci sempre a farmi sorridere. Il tuo progetto di una serie tv su Bernabò Visconti non è niente male, comunque… e quindi spero che qualcuno raccolga il testimone! 😉 Grazie anche per gli auguri, vedrò che cosa riuscirò a combinare.
Davvero un bellissimo progetto: complimenti e un grande in bocca al lupo, anche se anch'io penso che tu non ne abbia bisogno! 🙂
In effetti mi sono detta: o adesso o mai più. Penso proprio che, per una serie concomitante di fattori, questo sia il momento favorevole. Grazie del commento e degli auguri!
Bellissimo rimettersi "in gioco" alla nostra età 🙂
Io l'università l'ho fatta, è stata una bella esperienza, e anch'io mi sono detto più volte che un giorno, quando non avrò più la rogna del lavoro e sarò un vecchietto pensionato – ammesso che ci arrivi e in buone condizioni di salute e di portafogli, affidiamoci a Dio – mi piacerebbe rimettermi a studiare per tenere il cervello sveglio, per non farlo intorpidire ancora di più.
Quindi approvo pienamente il tuo progetto top-secret 😉
P.S.: anch'io avrei scelto Storia.
P.S. n. 2: "L'autunno del medioevo" è un saggio straordinario, l'ho letto a suo tempo e mi ha incantato.
Penso che anche solo ritornare in contatto con certi ambienti possa darti una carica di energia e di entusiasmo in più, parlo delle prime lezioni a cui ho assistito. Essere in mezzo ai giovani ad ascoltare qualcosa di interessante è una bella esperienza.
P.S.: Non ho dubbi che anche tu avresti scelto Storia.
P.S. n. 2 "Autunno del Medioevo" l'ho finito giusto venerdì, è davvero affascinante, anche se ho visto che appartiene a una corrente di pensiero sulla Storia molto particolare. Mi si sta aprendo un mondo!
Grande davvero questa cosa, sono felice per il tuo entusiasmo e la voglia di rimettersi letteralmente sui banchi. Quindi quando ci vedremo ti saluterò con un bel "ciao, matricola!" Un caro abbraccio: hai fatto benissimo e sono certa che studierai cose interessantissime.
Grazie, Sandra. In effetti mi sono detta: siccome leggo e studio Storia tutto l'anno, in pratica, perché non indirizzare le mie già consistenti letture in modo un po' più organico? Per il momento, comunque, mi godo l'entusiasmo del neofita. 🙂 Un caro abbraccio a te!
Bellissimo progetto tornare a studiare all'Università, complimenti e in bocca al lupo!:)
Grazie mille, Wanda, noi ci vediamo a breve. Un abbraccio e buon fine settimana.
Oh, ma che bello! Non sei di certo l'unica, c'è anche una collega di mia mamma che si è iscritta all'università non una, ma due volte (perché si è laureata in Storia e poi si è iscritta ad un'altra facoltà che adesso non ricordo).
La mia esperienza universitaria non è stata il massimo… però tu lo fai per motivi diversi, quindi sarà sicuramente molto meglio!!!
La mia opinione sui test d'ingresso è un po' complicata… cioè, in generale sono d'accordo sul fatto che non siano giusti e che non sia possibile valutare l'idoneità di una persona con un test del genere.
Però in alcuni casi (soprattutto in quello di medicina), non ci sarebbe proprio la possibilità materiale di accogliere tutti questi studenti, perché proprio non ci sono abbastanza aule per farceli stare. E allora bisognerebbe trovare un modo più adatto per fare una selezione all'ingresso, però non si possono tenere tutti quegli studenti. Io sono state in aule sovraffollate, seduta sul pavimento a prendere appunti, e non era piacevole né sicuramente a norma…
Ciao, Elisa! Sui test d'ingresso ovviamente io tifavo per gli studenti, anche perché credo che per quanto riguarda gli studi umanistici non abbia molto senso un blocco. Parlavo comunque con il mio medico sui test d'ingresso a Medicina, quindi una facoltà scientifica, e lui è contrarissimo anche perché ci sono domande talmente specialistiche cui nemmeno dei primari riuscirebbero a rispondere. Dice che la vera selezione, quella a suon di esami, dovrebbe essere fatta nei primi due anni di università e non a monte. Certo, questo non risolverebbe il problema delle aule sovraffollate e con studenti seduti per terra o sui gradini…
E io che speravo che ti fossi iscritta a scienze naturali a indirizzo zoologico, per i prossimi post sul mondo animale 😀 Un grande bocca al lupo, comunque!
Aggiungo che io, da buon dinosauro, scritto da Alberto Manzi, in collaborazione con Domenico Volpi, avevo il sussidiario delle elementari 😉
Ahahah, Ivano! Anche tu, come Marco, mi fai sempre sorridere. No, purtroppo per te niente iscrizione a scienze naturali a indirizzo geologico.
Io non ricordo il sussidiario delle elementari, ma ricordo con particolare affetto il suo compagno: il "libro di lettura" con illustrazioni favolose.
Mamma mia Cristina!!!!!! Questa sì che è una bellissima sorpresa! Sei così piena di entusiasmo che vedrai che te la caverai alla grande!!!
Complimenti!
ps io però non ne avrei proprio più voglia 🙂
Sono contenta di essere riuscita a sorprenderti, Pat! Naturalmente dovrò ridimensionare molto sia le uscite nei fine settimana sia il calendario di pubblicazioni nel blog, come dicevo nel post precedente… però, dai, sono molto contenta! Un abbraccio e buona domenica!
Io lo sapevoooooo! Ed ero certa che sarebbe andato tutto bene! Complimenti Cristina e come viatico per il tuo percorso ricevi il mio grande abbraccio (accademico?) Ciao!
Eh, sì, tu eri una delle poche che lo sapevano! La mia buona stella mi ha guidato fino al'iscrizione, e ora sono DENTRO. Grazie per l'abbraccio accademico e amicale!
Fantastico! Sono certa che sarà una bellissima esperienza. XD
Ti capisco, anch'io ho scelto di rinunciare all'università per rendermi indipendente (anche se le poi le cose non sono andate come speravo) e dopo anni mi sono detta che dovevo provare a rimettermi a studiare. Invece dell'università ho però scelto una vecchia passione e ho optato per un corso privato di giapponese. Per vari motivi ho dovuto smettere dopo due anni, ma vorrei riprendere finché ho ancora abbastanza materia grigia per farlo. La vita spesso non va come vorremmo ed è bello quando invece si riesce a raggiungere dei traguardi impensati, per grandi o piccoli che siano. ^_^
Cara Simona, grazie del tuo commento. 🙂 Sì, hai ragione, la vita è strana. Io finora non posso proprio lamentarmi, anche se ho avuto i miei momenti di buio, come tutti quanti del resto. Ho sempre detto che, una volta in pensione, mi sarei iscritta all'università, ma in Italia il traguardo pensionistico si allontana ogni anno che passa (proprio stamattina ho aperto il giornale e "mi sono girate", per parlare in modo forbito). Visto che posso permettermi di farlo ora, perché no? L'altro punto importante, come dici tu, è che ora il cervello mi funziona ancora discretamente, ma non si può sapere nel futuro che cosa potrebbe accadere.
So da TOM che hai fatto un corso di giapponese; penso sia una lingua parecchio impegnativa, ma se hai passione diventa un piacere!
Hai fatto benissimo!!! In alcuni esami mi sa che potresti fare tranquillamente la docente, ma grazie ai libri per altri esami troverai tantissime chicche interessanti e spunti per nuovi romanzi!
Tienici aggiornati, mi raccomando!
Io e una mia amica favoleggiamo ogni tanto una seconda laurea in antropologia culturale, ma io temo che non la prenderò mai. Però ogni volta che mi trovo vicina a un'università mi fiondo in libreria per prendere qualche testo aggiornato delle materie che mi appassionano. Sono sempre letture super interessanti.
Grazie, Tenar. 🙂 Non parlarmi di libri, perché quando ho visto le proposte extra per i "non frequentanti", non sapevo che cosa scegliere: li avrei comprati tutti!!! Le materie sono una più bella dell'altra per i tre anni: da storia del cristianesimo a storia della stampa e dell'editoria, e poi ovviamente le materie principali come storia medievale, storia moderna e storia contemporanea. Poi c'è anche civiltà e lingua inglese, e lì mi sono detta: se non passo quello posso andare davvero a nascondermi!
Questa notizia è davvero bellissima, e bellissimo è l'entusiasmo che trasmetti cara Cristina, sono sicura che sarai una studentessa modello, tra l'altro essendo la storia la tua passione potrai unire l'utile al dilettevole. Come affermava il buon maestro Manzi non è mai troppo tardi. Evviva il TAR, pienamente d'accordo con la sentenza. In bocca al lupo per questa nuova avventura!
Cara Giulia, esattamente: unirò l'utile al dilettevole. Ho già scoperto un paio di esempi su "Apologia dello storico" di Marc Bloch che, guarda caso, riguardano proprio il periodo della prima crociata, e la città di Bruges! Quando si dice "il cacio sui maccheroni". Comunque è tutto molto interessante davvero. Ti ringrazio tantissimo del commento. 🙂
Mi hai riportato indietro nel tempo Cristina, al periodo dell'università, alle edizioni Simone, all'inizio di un principio … Mi hai fatto venire nostalgia! Bel progetto, e che sia un nuovo inizio anche per te. Grande! Bella la Statale eh?
Marina
Sì, ora ho cominciato a leggere il volumone universitario "Medioevo. I caratteri originali di un'età di transizione" di Giovanni Vitolo, che compie una panoramica sull'età medievale. Pare, infatti, che nel I anno sia urgente che gli studenti si rinfreschino la memoria con una carrellata storica prima di procedere agli approfondimenti. 🙂
La Statale è proprio bella, è una città nella città. 🙂
Spero che l'esperienza sia piena di piacevoli e interessanti incontri ( nel presente e nel passato ). Ti auguro di trovare ciò che desideri .
Un caro saluto!
Un caro saluto anche a te, e grazie del commento e dell'augurio! 🙂
Bravissima Cristina!!! Sono davvero contenta per te, hai fatto benissimo a lanciarti in quest'avventura, poi nessuno meglio di te potrà brillare in questa materia! Caspita però questa storia dei test è stata una bella rogna, per fortuna alla fine si è risolto tutto. Mi ha fatto tanto sorridere quando hai raccontato della gioia di tuo figlio quando ti ha accompagnato e di te che non riuscivi a credere alle tue orecchie. Un enorme in bocca al lupo e mi raccomando tienici aggiornati!
Grazie mille dell'incoraggiamento, Maria Teresa. Sarà una bella scommessa: diciamo che la passione non manca, bisognerà poi vedere se la mia materia grigia funziona ancora a sufficienza. Sicuramente affrontare lo studio di ciò che piace a una certa età è cosa molto diversa che affrontarlo "per obbligo".
Per quanto riguarda mio figlio, un po' mi invidia… 😉
Ma è bellissima questa novità, Cristina, brava. 💐
Lo sai, mi hai ricordato qualche anno fa, quando avevo il laboratorio creativo e con le mie due colleghe avevamo fatto un'associazione in cui io rappresentavo l'aspetto legale, com'era ovvio che fosse. Invece invidiavo la mia collega psicologa, perché durante ii corsi, lei parlava di arte-terapia e io andavo in brodo di giuggiole e volevo saperne di più: la psicologia mi è sempre piaciuta. Allora ho preso tutte le informazioni possibili per prendermi la seconda laurea proprio in psicologia, pensa mi convalidavano non più di due materie (antropologia criminale e medicina legale, due delle mie quattro materie complementari) e nonostante tutto volevo andare fino in fondo. Com'è finita? Che ci siamo trasferiti qui a Roma ed è crollato tutto. Mi sono rimessa in gioco in un altro modo, però: il primo anno che ero qui ho riaperto il blog, che ha rimpiazzato molti dei miei rimpianti. 😉
Allora, in bocca al lupo. Io ti ci vedo a studiare come una giovane matricola, ti vedo anche prendere ottimi voti.😉
Grazie di avermi raccontato la tua esperienza, Marina! Che peccato però il fatto che non ti convalidassero molti esami… Mio nipote Marco si è laureato ora in Scienze della Comunicazione – anche lui non più giovincello, eheh, ha abbondantemente superato i quaranta – e ora ha preso la seconda laurea in Scienze Politiche. Però gli hanno convalidato gran parte degli esami.
Grazie anche per gli auguri, vedrò quello che riuscirò a combinare e vedremo soprattutto se la memoria non mi tradirà. Sto già adottando delle tecniche visive tutte mie per memorizzare… 🙂
Che meraviglia! Questa sì che è una notiziona! Sento che questo tuffo aggiuntivo nella cultura e nella storia ti farà passare ore intense e sommamente piacevoli. Sai che ho sempre pensato anch'io di iscrivermi all'università, da "grande"? Sono molto contenta per te, e curiosa di sentire le tue impressioni nel prossimo futuro. 🙂
Notiziona davvero, speriamo di non aver fatto il passo più lungo della gamba – come si dice. Comunque le materie sono bellissime e tutte interessanti, e i libri sono una meraviglia. Vi terrò aggiornati prossimamente sull'andamento dei "lavori". 🙂
Ti avevo letta dal telefono e adesso finalmente rispondo.
Ti ammiro per questa nuova avventura. Non mi stupisce questa intenzione perché so quanto grande sia la tua passione per la Storia e una volontà di approfondimento ci sta tutta. Sai che qualche anno fa mi era venuta la stessa idea? Abito vicino all'università di Tor Vergata e avevo dato un'occhiata ai dipartimenti e ai corsi di laurea. E' stato prima che il teatro diventasse importante per l'impegno e la passione. Oggi non avrei minimamente il tempo per una cosa del genere. Ma so che se tornassi indietro mi sarei laureata in Storia. Oppure in Lettere con indirizzo storico.
Quello che è certo che diventerai un asso di questa disciplina. E io ti rivolgo tutta la mia ammirazione. 🙂
Cara Luz, grazie del tuo lungo commento. Sono molto contenta di questa mia decisione, e sto scoprendo moltissime persone che, come me, sono appassionate in Storia. Una volta c'era Lettere con l'indirizzo storico, ora la cosa bella a mio parere è che si possa scegliere Storia. Nel II anno c'è Letteratura italiana, com'è giusto che sia, però la preponderanza delle materie è storica.
Sicuramente sarà un bell'allenamento per la mia mente un poco arrugginita! 😉
Beh, congratulazioni!
Se ho capito bene, il tuo scopo non è tanto prendere la laurea, ma seguire alcuni corsi per apprendere. Bello!
A Torino anche alcuni corsi di laurea umanistici sono a numero chiuso (scienze della formazione, per esempio), ma più che altro sono le facoltà medico-sanitarie, il poli e quasi tutte le scientifiche. Chimica 2 anni prima che m'iscrivessi non contava più di 20 persone a classe, ora sono 200 e fino a un paio di anni fa c'era il numero chiuso.
A proposito, citazione letteraria presente nell'ultima pagina della mia tesi di laurea magistrale: "Non posso darti un cervello, ma posso darti una laurea."
Ciao Marco, grazie del passaggio! Proprio stamane sono andata a seguire la lezione di Storia Medievale, il tema era il feudalesimo e Carlo Magno. Sono arrivata presto (8.15, la lezione iniziava alle 8.30) e quindi sono riuscita a sedermi davanti. Nel giro di breve tutta l'aula era strapiena! Finora non ho ancora visto un'aula vuota… e quindi non oso immaginare a Lingue.
Bella la tua citazione! 🙂
Hai tutta la mia stima! L'Università per me fu una rinuncia scontata.. erano altri tempi e occorreva iniziare a portare un contributo in famiglia dopo diciannove anni di vitto e alloggio gratuito.
Non ho mai rimpianto troppo tale rinuncia, anche se un po' invidiavo i coetanei che, a quel tempo, mi parevano essere decollati per altezze irraggiungibili.
Io in realtà avrei anche potuto andarci, come spiegavo, ma il pensiero di insegnare mi faceva accapponare la pelle. Così ho fatto le mie scelte. Il punto beffardo è che, pur avendo iniziato a lavorare a diciannove anni, il mio traguardo pensionistico si sposta sempre più in avanti come la classica carota davanti all'asino. 🙁 Ma quello che è capitolo che è meglio non aprire.
Hai fatto bene. In bocca al lupo. 🙂
Grazie di cuore, Tiziana! 🙂
Ti faccio i complimenti per il tuo entusiasmo e la tua determinazione!
Sono molto contento di sapere che c'è l'hai fatta!
Grazie mille, Nick, al momento l'entusiasmo c'è ed è tanto. I libri sono bellissimi e interessanti. Meno male che la mia buona stella mi ha protetta consentendomi l'ingresso!
Spero non sia mai troppo tardi per unirmi al coro degli "in bocca al lupo" che ho letto nei commenti 😀
Mi hai fatto tornare in mente quando aspettavo i risultati del test d'ingresso (l'anno successivo lo convertirono in un test attitudinale, eliminando il numero chiuso): l'ansia, le aspettative, i progetti per il futuro in caso di successo e non…
Scaramanzie a parte, un augurio di tutto cuore per la tua nuova avventura!
Non è mai troppo tardi, assolutamente no! 😉 Devo dire che, quando racconto della mia esperienza e decisione, tutti mi approvano incondizionatamente. Voglio dire, se avessi dovuto aspettare l'età della pensione per iscrivermi… campa cavallo che l'erba cresce! Grazie degli auguri, quindi!