Qualche tempo fa stavo scrivendo una scena nel mio romanzo dove un personaggio si muove a Parigi di notte. Sono consapevole che la cosa sia pericolosissima per via dei tagliagole e briganti di vario genere, e infatti Camille Desmoulins, l’enfant prodige della Rivoluzione, libellista, giornalista e rivoluzionario, e testa calda per definizione, gira armato fino ai denti. In breve il mio Camille partiva da un appartamento situato a sud, per la precisione in rue du Théâtre-Français, raggiungeva l’Ile de la Cité, dove si trova la cattedrale di Notre-Dame, attraversava il ponte… e lì mi sono incartata. A dire la verità non è che mi sia proprio fermata, perché sarebbe stato ridicolo non terminare la stesura di una scena per un bazzecola. Infatti non sapevo il nome del ponte, o comunque non ne ero sicura, e la cosa mi disturbava.
Ho comunque fatto attraversare Camille e l’ho condotto felicemente a destinazione in un punto situato molto a nord, ovvero in rue Saintonge. Poi ho guardato su un paio di mappe di Parigi del 1789 scaricate dal web, per rintracciare quello che mi serviva, ma inutilmente. Come potete vedere da voi stessi (sono le due sulla sinistra), sono segnate soltanto le vie principali e poco altro.
Come vi ho detto in altre occasioni, Parigi nel 1789 o giù di lì era una città di dimensioni e popolazione molto più contenute rispetto a quelle odierne. La sua topografia è anche molto mutata in quanto sotto il Secondo Impero, ovvero tra il 1852 e il 1869, Haussmann ricevette l’incarico di rinnovare la città, pianificando e attuando una profonda ristrutturazione; e per tale opera ricevette il titolo di barone. Ad esempio, la sopra menzionata rue du Théâtre-Français non esiste più, e si trovava pressapoco dove ora c’è l’Opéra.
Siccome quando mi metto in testa qualcosa sono peggio di un mulo, ho continuato nella mia ricerca e per caso mi sono imbattuta su Etsy in un negozio che vendeva esattamente la mappa che volevo, con tutte le vie minutamente segnate. Eccola qui sotto. Non mi ero mai servita di questo sito dedicato all’e-commerce, che vende soprattutto oggetti vintage o fatti a mano, e sono un po’ diffidente sulle novità sul web. Mi sono premurata di leggere dapprima le recensioni.
Il negozio nello specifico si chiama AncientShades, ed è specializzato nella riproduzione di mappe storiche e ha delle ottime recensioni. Dopo aver ragionato sul da farsi e parlato con il consorte, che mi ha esortato a fare l’ordine per il quieto vivere, ho rotto gli indugi e il giorno 19 marzo ho eseguito. Da quel momento sono rimasta in ansia per tutto il tempo. Il gentilissimo titolare del negozio mi ha mandato subito una mail il giorno in cui la mappa è partita dalla Romania, pregandomi di avvisarlo quando fosse arrivata e se era di mio gradimento… Immaginavo il tubo di cartone contenente la mappa che saettava per i cieli europei, e proprio la scorsa settimana è finalmente arrivata! Eccola racchiusa nel suo contenitore.
Ed ecco la mappa di Parigi del 1789 srotolata in tutta la sua ampiezza, sorretta dai miei due baldi assistenti, ovvero il marito e il figlio. Non solo è come la desideravo, ma è persino più bella e dettagliata di come la immaginavo, e i cugini d’Oltralpe hanno perso clamorosamente una cliente e una vendita.
Ora, mi giudicherete un po’ matta o eccessivamente pignola. Infatti non avevo certo intenzione di descrivere minutamente l’itinerario del mio personaggio come se fosse guidato da un navigatore satellitare. Serviva saperlo a me, però. Nei romanzi storici ci sono dei “non detto”, informazioni che lo scrittore non inserisce, ma che raggiungono comunque l’inconscio del lettore. In breve, il lettore sa che lo scrittore sa, ma siccome non è un dettaglio utile ai fini della trama apprezza il fatto di non averla inserita.
- Notre-Dame en 1790 ; Favras, faisant amende honorable en face de l’église de Notre-Dame à Paris le 19 février 1790, estampe de J.-L. Prieur, 1802, BnF, Estampes et photographie, RESERVE QB-370 (20)-FT 4, http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b69446557
- Mappe tratte da Wikipedia
- Mappa del sito di e-commerce AncientShades
Anch'io quando scrivo racconti ambientati in città che non ho visitato o città che conosco bene ma in un'epoca diversa dalla mia, faccio delle ricerche simili sul web pur di trovare mappe, indicazioni, immagini d'epoca… Anche se poi ne uso una minima parte servono a "immergermi" nel luogo narrativo: la scrittura viene fuori più semplice, quasi fremente di uscire dalla mia mano.
Vedo che anche tu usi il mio stesso metodo, Ariano. Quando si scrive di luoghi che non si conoscono o di epoche remote, è indispensabile cercare di capire il "colore" del luogo non solo per non inserire svarioni o anacronismi, ma per immergersi nell'atmosfera. Si tratta di una specie di vibrazione…
Anch’io, come Ariano, quando affronto la stesura di una trama ambientata in anni diversi dai nostri o in una città che non è la mia, spendo molto tempo a documentarmi sul web circa le mappe, le fotografie, senza parlare dei fatti di cronaca,… perché le città cambiano volto velocemente, l’urbanistica trasforma i quartieri, e anche la logistica è importante. Ad esempio, Milano è cambiata molto negli ultimi cinquant’anni, ma anche negli ultimi trenta: alcuni palazzi sono scomparsi per lasciare spazio ad altri, le stesse linee dei tram hanno subito innumerevoli variazioni,… Poi, non è detto che inserisca nelle mie trame questi particolari, ma conoscerli è rassicurante, per me. Mi dà la sensazione di avere la situazione sotto controllo
Grazie del tuo commento, Clem. La ricerca è indispensabile anche quando si scrive della propria città, in questo caso Milano, perché l'urbanistica cambia in continuazione. O, se non è l'urbanistica di tipo "storico" – mi viene in mente ad esempio piazza della Signoria a Firenze con i suoi palazzi – certi generi di negozi e locali. Anzi, l'attenzione dev'essere maggiore proprio con le città che conosciamo maggiormente, in quanto rischiamo di dare per scontati molti dettagli.
Una bella storia. Io fossi in te penserei di raccontarla in appendice al romanzo, tra le note e la bibliografia.
Un'altra frase che si potrebbe citare è: "Datemi una mappa e vi solleverò il mondo!"
Non c'entra con la tua storia, che è fantastica (mi intestardisco anch'io quando mi fisso con qualcosa e capisco, dunque, il tuo entusiasmo), ma, per esempio, tra le mie abitudini, ho l'irresistibile esigenza di avere accanto la mia agenda di supporto. È quella dov'è appunto frasi, nomi, cose da ricordare, che mi torneranno utili un giorno, durante la scrittura; un pensiero e poi ci sono schemi, ghirigori nei momenti in cui mi fermo. Cioè, accade questo: mi siedo al computer solo dopo essermi accertata di averla sulla scrivania. Manie! 🙂
Di recente, poiché la mia ultima storia è ambientata a Palermo ho avuto necessità di consultare la cartina perché non ricordavo il nome di una via vicino il mercato di Ballarò. Ma mi è bastato Google Maps per risolvere il problema: i tempi odierni sono tutta un'altra faccenda! 😉
Ciao, Marina! Per agenda intendi il mitico taccuino che ha dato il nome al tuo blog, o un altro oggetto ancora?
Leggo che spesso gli scrittori hanno questa sorta di oggetti-totem, di cui non riescono a fare a meno, come la Moleskine per Chatwin. Io non ne ho uno in particolare, ma in genere mi fisso su determinati saggi da leggere, oppure eventi o luoghi che devo vedere a ogni costo. Ad esempio sono ancora in attesa di assistere allo spettacolo di una danza di dervisci a Milano (uno dei personaggi della mia saga crociata è un sufi), ce n'era stata una anni fa ma non ero ancora nel vortice del 1100.
A proposito di Palermo, stai all'occhio sull'articolo di sabato perché c'è un articolo che penso proprio possa piacerti. 😉
No, il taccuino è in borsa, è piccolo ed è rosso. ☺️
L'agenda di cui parlo è una di quelle classiche annuali che regalano sempre a mio marito e che lui puntualmente passa a me. È proprio lo zibaldone dei miei pensieri.
La mia adorata Palermo. Aspetto l'articolo.😉
Allora si potrebbe parlare di fratello piccolo (il taccuino) e di fratellone (l'agenda). A presto con l'articolo su Palermo! 😉
Cara Cristina, qui sembra di assistere a un "romanzo nel romanzo", ovvero una protagonista, scrittrice, che cerca alacremente ciò che le serve rispettando il rigore del suo romanzo, e alla fine trova il suo "tessoro" esultando e vezzeggiando il "papello" (come mio nonno chiamava questi fogli antichi o loro riproduzioni, ne possedeva alcune della città di Cosenza).
Onore al tuo rigore e curiosità mia di futura lettrice di trame non ancora svelate. 🙂
Cara Luz, grazie del tuo commento così elogiativo. In effetti hai ragione, sembra un "romanzo nel romanzo", ma era inteso solo come narrazione di un episodio simpatico e senza alcuna velleità letteraria. Il nome "papello" mi ricorda la parola in dialetto trentino "pefèl" per intendere però uno scritto lungo e ridondante. Credo sia derivato dal tedesco, tuttavia le affinità ci sono eccome.
Ah, le mappe! Io stavo per spendere 200 euro per un libro di mappe dell'antica Roma, utili per un romanzo che non avrei mai scritto, fortuna che il marito mi ha salvato. Ti capisco benissimo!
Il prezzo della mia mappa dipende anche dal formato, io ho scelto un formato piuttosto grande per avere le vie leggibili; con le spese di spedizione il totale è stato di 57 euro, quindi si poteva fare.
Invece ci sono un paio di libri cui sto facendo la posta da tempo, ma costano davvero troppo per le mie tasche:
– La Legenda Aurea di Iacopo da Varagine = 80 euro
– Tableau de Paris edizione completa = 150 euro. Ne ho una sorta di edizione tascabile ridotta, ma ogni tanto penso all'edizione magnum e sospiro.
Io a Lucca Comics, molti anni fa, sono stato sul punto di spendere 1.300.000 lire per la prima edizione di Peter Pan. Ma alla fine sono contento di aver resistito.
Magari poteva essere una forma di investimento, chi lo sa? Conoscevo un tipo che comprava libri antichi, ma non ne leggeva nemmeno una riga.
Bella storia! Sono anch'io attento alla documentazione, ma tu mi batti alla grande 😉
Per rispondere alla tua domanda: da quando ho scritto il racconto sulla casa gialla sento un bisogno irresistibile di avere la riproduzione del quadro di Van Gogh incorniciato sopra la scrivania. Attualmente (da circa trent'anni) ne ho uno di Dalì.
Vedo che il racconto delle mie paturnie ha destato un certo scalpore. 😉 Il massimo però l'ho raggiunto quando sono andata a visitare Venezia e, tra le altre cose, ho coinvolto mio marito nella ricerca della casa di Tiziano, protagonista del mio romanzo Il Pittore degli Angeli. Era stata una vera caccia al tesoro, magari un giorno scriverò un post.
La riproduzione del quadro di Van Gogh dovrebbe essere facilmente reperibile online. Ho visto che si trova davvero di tutto.
Bellissima mappa! Ci tenevo a vederla, ed eccomi accontentata. Non mi sembra strano che tu le abbia attribuito questa importanza, proprio per niente! E' il tocco della realtà. 😉
Grazie, anch'io sono molto contenta. Dopo che avrà assolto la sua funzione, la attende una bella cornice. Il problema vero sarà la parete, dovrei ordinare pure quella! 😉