E adesso… esageriamo!

Questa è la frase che devono essersi scambiati parrucchieri e clienti nel pensare a nuovi stili per le acconciature dei capelli prima dell’avvento della Rivoluzione Francese. Durante tutta la prima metà del Settecento le pettinature femminili infatti sono piuttosto raccolte, e lo si capisce osservando i ritratti di Madame de Pompadour, la favorita di Luigi XV.

Invece, dopo il 1770 sia i copricapi che le acconciature diventano sempre più complicati e abbondanti, con impalcature per sorreggere nastri, collane, diademi, piume, oggetti. Le pettinature sono talmente voluminose che le donne in carrozza devono stare piegate in due, se non addirittura inginocchiate per non rovinare l’opera del parrucchiere. Anche le altezze delle porte sono appena sufficienti per far transitare questi monumenti ambulanti del capello, e del cappello.

I parrucchieri diventano una categoria importantissima e molto riverita, al punto che nel 1777 si rende necessario moltiplicare il loro numero e viene promulgato un atto in cui si accolgono altri 600 coiffeur alla corporazione dei maestri barbieri-parrucchieri.

Famose sono le pettinature della regina Maria Antonietta, subito copiate dalle dame di corte. La più celebre è quella in cui la regina si presenta a un ballo portando, in precario equilibrio sulla sommità della testa, un veliero simile a quello che si è gloriosamente battuto contro la flotta inglese in America. La pettinatura viene detta pouf à la belle poule, e la potete vedere nell’immagine qui sopra.

Nei primi anni della Rivoluzione, tutto cambia a partire dalle acconciature che si fanno più sobrie e ispirate alle donne dell’antica Roma, e gli entusiasmi tricologico-artistici dei parrucchieri si spengono progressivamente insieme con le espressioni somatiche nei ritratti che diventano sempre più severe. Ne è dimostrazione il ritratto eseguito da Jacques-Louis David di Gabrielle Danton, prima moglie del “tribuno del popolo”: una donna solare e affettuosa che nel ritratto, proposto qui sotto, sembra esprimere tutt’altra indole.

Così, ancora una volta la moda, lungi dall’essere una mera espressione di frivolezza, diventa la cartina al tornasole di quella che è la mentalità di un’epoca, persino durante un lasso temporale molto breve e nell’ambito della medesima nazione.


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Il discorso sulla moda è complesso, ma mi piacerebbe chiedervi che cosa pensate dell’argomento. Queste pettinature esagerate non vi ricordano le stravaganze di certi stilisti contemporanei?

Fonte:

Guida pettegola al Settecento francese di Francesca Sgorbati Bosi, Sellerio editore