La locandina in tedesco del film.
Oggi vorrei parlarvi di un bel film, anzi, di un bellissimo film. So che non è un granché come inizio di recensione e che potrei far di meglio, ma “bello, bellissimo” sono gli aggettivi che mi sono venuti in mente guardando il film

Medicus 

del 2013, diretto da Philipp Stölzl, prodotto in Germania e basato (liberamente) sull’omonimo romanzo storico di Noah Gordon. 

La prova che si tratta davvero un bel film è che ne ho consigliato la visione ad alcune persone non molto catturate dai film storici – di solito sbrigativamente classificati come film “in costume”, cosa che mi rammenta un défilé di calzoncini da bagno e bikini – e tutti l’hanno trovato davvero avvincente nella trama, splendido nella fotografia e nelle ambientazioni, oltre che interessante nella ricostruzione storica. 
Il secondo motivo per cui vorrei parlarvene è che ci sono alcuni personaggi che mi hanno causato degli svenimenti ripetuti, fenomeni di tachicardia e leggeri infarti… ma di questo vi dirò alla fine.

Incomincio con il narrarvi i primissimi fatti che succedono nel film senza fare dello spoiler.

L’inizio della storia
Robert Cole attira i clienti per il suo padrone, il cerusico Barber.
Il film prende l’avvio nell’Inghilterra medievale dell’XI secolo, dove la medicina è regredita in maniera drammatica e dove le cure sanitarie vengono prestate da cerusici ambulanti, molto più simili a giocolieri da strada che non a veri dottori. Tutte le conoscenze del passato sembrano essere state dimenticate e gli studi che permetterebbero di apprendere ed evolversi hanno subito una battuta di arresto. La pratica della dissezione dei cadaveri a scopo di studio è proibita dalla Chiesa, e nessuno osa contravvenire al divieto pena l’essere accusato di stregoneria e arso vivo. Uno di questi cerusici ambulanti, un uomo di nome Barber (Stellan Skarsgård), si sposta di villaggio in villaggio con un carrozzone che funge da ambulatorio per praticare salassi, estrazioni di denti e cure fantasiose. Per attirare i futuri clienti, usa delle tecniche da imbonitore da fiera, lusingando le donne e promettendo guarigioni impossibili. 
Un giorno corre da lui Robert Cole, un bambino di pochi anni, la cui madre si lamenta di lancinanti dolori. Il cerusico giunge al suo capezzale, ma ammette di non saper curare “il dolore al fianco” e di non conoscere peraltro nessuno che sappia farlo. La madre infatti muore lasciando orfani i tre figli. La sorellina e il fratellino di Robert vengono consegnati a dei vicini di casa, mentre lui si trova abbandonato a se stesso. Con la sua intraprendenza, ottiene che Barber lo prenda con lui come assistente nella sua attività, ma non dimenticherà mai la madre e il male misterioso di cui è morta. 
Passano gli anni e Robert Cole (Tom Payne) diventa uomo. Con il tempo egli ha scoperto di avere un dono speciale: toccando la persona ammalata, riesce a comprendere se non vi è nulla da fare o se è possibile salvarla. Un giorno, lui e Barber si imbattono in un gruppo di medici ebrei che curano Barber di una momentanea cecità o cataratta grazie ad alcune tecniche apprese in Persia dal “più grande dei medici”: Ibn Sina, conosciuto anche come Avicenna. Alla scuola di Ibn Sina (Ben Kingsley), così spiegano, accorrono studenti da ogni parte, ma possono accedervi solamente musulmani oppure ebrei. Di conseguenza Robert, un cristiano, non potrebbe mai sperare di frequentare la madrasa (scuola) di Ibn Sina; anzi, una volta arrivato in Egitto verrebbe subito ucciso. Più che mai deciso a recarsi alla scuola di Ibn Sina, Robert si congeda da Barber e parte per un lungo e avventuroso viaggio che lo porterà a navigare attraverso il Mediterraneo arrivando fino in Egitto, e poi nella favolosa Persia.
Avicenna e Robert Cole in una scena del film.
Come potrà farsi accettare da Ibn Sina e a imparare da lui la medicina, campo in cui i musulmani sono evolutissimi e altamente sapienti? Quali altre avventure lo attendono? Per saperlo, non vi resta che vedere il film, di cui vi ho raccontato solamente il prologo perché il meglio deve ancora arrivare. Ve lo posso assicurare.
Qui il link al trailer in inglese, se volete averne un gradevole assaggio, dato che non ho trovato quello in italiano.





Chi era Avicenna
Sapere o meno di Avicenna non pregiudica in nulla il godimento del film. Ad esempio io, con la mia solita ottusità (“Ma sei timida nel capire!” esclamava un dirigente all’indirizzo di una mia collega di lavoro e ben si può applicare alla sottoscritta), non avevo collegato “Ibn Sina” con “Avicenna”, anche se sapevo a grandi linee che Avicenna era stato un grandissimo medico musulmano. 
Ho fatto ora una veloce ricerca su Ibn Sina o Avicenna, ripromettendomi un approfondimento. Del resto il Medioevo è un periodo sterminato e si può solo coglierlo come si fa con il cucchiaino nel mare. Ecco dunque qualche informazione tratta da Wikipedia:
Avicenna in una miniatura.

Ibn Sinā, alias Abū ʿAlī al-Ḥusayn ibn ʿAbd Allāh ibn Sīnā o Pur-Sina, più noto in occidente come Avicenna (persiano: ابن سينا‎‎; Balkh, 980 – Hamadan, giugno 1037), è stato un medico, filosofo, matematico e fisico persiano. Autore di circa 250 opere su una grande varietà di argomenti.

Nella Biografia di Gowzgani ne sono citate 45 che, unite a quelle che compaiono in altri riferimenti fidati, possono essere elevate a 92. Alcune di queste, sono estese enciclopedie di tutto il sapere incluso nella filosofia, o di quello medico nel caso del Qānūn. È considerato da molti come “il padre della medicina moderna”. George Sarton ha indicato Avicenna come “il più famoso scienziato dell’Islam e uno dei più famosi di tutte le razze, luoghi e tempi”. I suoi lavori più famosi sono Il libro della guarigione e Il canone della medicina, anche conosciuto come Qānūn (in Occidente Canone). Il suo nome latinizzato è un’alterazione di Ibn Sīnā, il suo nasab (rapporto di filiazione). Fu una delle figure più note nel mondo islamico. In Europa Avicenna diventò un’importante figura medica a partire dal 1000, scrivendo importantissime opere rimaste incontrastate nello studio per più di sei secoli.

Alcuni aspetti del film

Il film ha una splendida fotografia, virata su colori scuri quando l’azione ha luogo nell’Inghilterra e che, significativamente, diventa luminosa nel mostrare Isfahan, la città della Persia dove insegna Ibn Sina. Là si trovano anche il palazzo dello Scià Ala ad-Daula (Oliver Martinez), le case degli ebrei, i mercati e le scuole. Attorno alla città ci sono i deserti di sabbia e roccia, frequentati da alcuni personaggi durante le loro battute di caccia.

Robert e Rebecca in una scena del film.

Mi è piaciuto molto anche il rapporto di amicizia che si viene a creare tra studenti musulmani e studenti ebrei nella madrasa, continuamente messa a repentaglio dagli integralisti che non gradiscono legami di solidarietà e simpatia. Non manca la storia d’amore – contrastata – di Robert con la bella Rebecca, una presenza femminile che non guasta per niente e contribuisce a rendere l’intreccio ancora più delicato, pericoloso e appassionante.

Ed ora vi spiego la questione dei malori che mi hanno colto durante la visione. Come ho già detto in privato ad alcuni di voi, ci sono un paio di personaggi che assomigliano in maniera impressionante a due protagonisti del mio romanzo storico La colomba e i leoni – Libro I La terra del tramonto, ambientato proprio nell’XI secolo, anche se non in Persia. 
Il primo è proprio Ibn Sina che, sia pure molto alla lontana, mi ricorda il medico sufi Mandhur, una delle figure più luminose del romanzo. Ma questa, se vogliamo dirla tutta, è una somiglianza molto blanda.

Lo Scià Ala ad-Daula con uno dei suoi falchi da caccia.

Assai più inquietante è la figura dello Scià Ala ad-Daula, il signore della città. Lui sì che mi ha provocato degli attacchi cardiaci ripetuti in quanto è il MIO principe maghrebino Ghassan ibn Rashid, sia nell’aspetto fisico che nella sua passione per i falchi e per la caccia al leone, per le sue eccentricità, per i suoi capricci e per la sua sostanziale infelicità.


Per concludere degnamente il post, quindi, eccovi una fotografia dello Scià, che bene immagino come interprete ideale del mio Ghassan in un molto molto ipotetico film.

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E a voi piacciono i film storici come “Medicus”? Vi è mai capitato di vedere un film e notare rassomiglianze sorprendenti con i vostri libri, su personaggi e trame?