Sono sempre stata una lettrice onnivora e infaticabile, e i miei elenchi si arricchiscono sempre di nuovi titoli… ma ora sto esagerando. Innanzitutto dovete sapere che ripongo le mie future letture in un armadietto basso situato esattamente alle mie spalle rispetto alla scrivania nello studio.

Vi presento come prima cosa It, l’armadietto:

Non ha per nulla un aspetto inquietante, vero? Eppure il mostruoso si nasconde dietro la normalità, come insegna Stephen King. Il primo fatto strano è che al suo interno i libri sembrano moltiplicarsi da soli per partenogenesi, oppure si accoppiano procreando altri libri. Quando sono convinta di aver abbassato la pila dei libri, apro l’armadietto e scopro che non solo la pila non è diminuita, ma è addirittura aumentata.

Ho provato a studiare il fenomeno e ho scoperto che l’immutabilità o l’aumento della pila sono dovuti a tentativi esterni di infiltrazione che quasi sempre vanno a buon fine. Ecco i principali:

Il marito giallista

Mio marito Ruggero legge quasi esclusivamente gialli o noir, ed è un lettore lento e inesorabile (“due paginine ogni sera,” dice lui, ma non è vero, ne legge di più). La sua serie favorita è quella di Ellery Queen e ogni tanto prova a coinvolgermi. A me piacciono i gialli, in modo particolare quelli di Simenon con l’ineffabile Maigret, e quasi tutti quelli di Fred Vargas (i noir un po’ meno), ma siccome devo difendere il mio armadietto da ulteriori intrusioni, oppongo resistenza. Si assiste dunque al seguente siparietto, di solito a casa di sera, quando leggo sul divano e lui guarda la televisione.

Marito (con un sussulto, come se improvvisamente gli fosse venuto in mente qualcosa di importante): Ah, oggi ho finito di leggere l’Ellery Queen. Strepitoso! Non vuoi leggerlo anche tu?

Io (continuando a leggere i miei improbabili romanzi o saggi sul Medioevo): No, grazie. Ho una trentina di libri nell’armadietto, se non ho perso il conto.

Marito: Guarda che ne vale la pena. Con i tuoi ritmi di lettura ci metteresti appena due giorni.

Io (innervosendomi perché non riesco a concentrarmi): Non voglio leggere Ellery Queen. Mi hai già passato gli ultimi due del commissario Maigret, che ho messo nell’armadietto. Poi ho anche quello di Scerbanenco, che ho accettato di leggere solo perché è ambientato a Milano e mi incuriosisce.

Marito: C’è anche quella nuova scrittrice di gialli che ho scoperto di recente, Argenta la Sanguinolenta (nome di fantasia ovviamente)… Davvero coinvolgente, sai che il suo investigatore è il guardiano di un cimitero?

Io (cupo silenzio):

Marito: Senti, ma perché non leggi prima i libri “piccoli”? Io faccio così quando ne ho molti, così si abbassa la pila. Ne fai fuori due o tre, e poi puoi leggere Ellery.

Io (malvagiamente): Piuttosto tu… perché non ampli l’orizzonte delle tue letture e leggi anche qualche romanzo di varia?

Di solito con questa frase si chiude il siparietto, e mio marito ritorna a guardare la televisione. Però so che si tratta solo di una momentanea sospensione dei combattimenti, e che sta già rimuginando sulla strategia per un nuovo attacco, perché per lui è inconcepibile non leggere Ellery Queen e quindi assume la personalità-schiacciasassi. Un giorno aprirò l’armadietto e troverò un giallo di Ellery Queen, e mi chiederò come ha fatto a finire dentro… o, meglio, lo saprò benissimo: mio marito mi avrà vinto per sfinimento.

L’amica entusiasta

Ho varie amiche e amici che leggono moltissimo, e di solito abbiamo gli stessi gusti. Così quando le
incontro non stanno più nella pelle e mi rendono edotte sulle loro nuove scoperte. Immaginatevi io e l’amica nel nostro punto di incontro esterno, ad esempio in una caffetteria di Milano o davanti all’ingresso di una mostra, dove ci siamo date appuntamento.

Amica (con gli occhi che le brillano di felicità): Guarda, ho letto un nuovo romanzo storico di Caterina dalle Alte Gengive (altro nome di fantasia). Ti piacerebbe tantissimo, tu che sei sempre alla ricerca di romanzi storici ben scritti. Te lo presto, non stare a comprarlo.

Io (gentilmente): No, grazie davvero. Magari te lo chiedo io… più avanti però.

Amica: Ma lo puoi tenere quanto vuoi, non c’è problema.

Io (piagnucolando): Nono… poi mi viene l’agitazione. Il mio armadietto delle letture è stracolmo. Una volta ho tenuto un libro per due anni prima di leggerlo, non ti dico l’imbarazzo.

Amica: Non ti devi preoccupare, lo puoi tenere anche due secoli… Lo devi assolutamente leggere, è imperdibile. Anzi, guarda caso ce l’ho in borsetta, perché l’ho finito proprio ora. Eccolo.

Io (rassegnata, prendendo il libro): Va bene, grazie. Però non so quando posso restituirtelo, eh?

Ritorno a casa con il nuovo libro, lo sfoglio sommariamente, e sospirando lo metto nell’armadietto delle letture, sperando di non scordarmi della sua esistenza e di non ritrovarlo ricoperto di muffe, licheni e ragnatele. Visto che in questo caso si tratta di un romanzo storico, forse non gli starebbero poi tanto male.

I libri in eredità 

Una mia carissima amica, non quella di cui sopra, mi aveva regalato una grande quantità di libri che appartenevano a suo marito, non potendo tenerli per motivi contingenti e dispiacendole buttarli. Ho così accolto romanzi di Pasolini, lettere di Don Milani, manuali di Rodari, e svariati altri libri, proprio come se fossero stati dei trovatelli in cerca di una dimora confortevole e sicura. Lo stesso è successo con un nostro lontano parente, i cui libri erano approdati felicemente a casa nostra. Li ho inseriti sugli scaffali, ma ogni tanto faccio ordine e ne scopro qualcuno che potrebbe interessarmi. Si svolge così il seguente dialogo tra la mia personalità A (più anarcoide) e la personalità B (di stampo prussiano).

Personalità A: Mmm… beh, questo saggio sulla peste potrebbe tornarmi utile per il romanzo del 1300. Non si sa mai, lo metto nell’armadietto insieme agli altri, prima che mi dimentichi della sua esistenza.

Personalità B: Non ti conveniva fare subito un elenco di tutti questi libri extra, così sapevi quel che c’era di nuovo?

Personalità A: All’inizio lo avevo fatto, ma poi mi sono dimenticata dove l’ho messo nel computer.

Personalità B: Che mancanza di ordine. Ti ricordo che volevi leggere anche Centomila gavette di ghiaccio. È lì che ti osserva dallo scaffale da chissà quanto tempo.

Personalità A (agitandomi e sentendomi in colpa): Vero. Però finalmente ho letto Niente di nuovo sul fronte occidentale. E poi ho messo anche nell’armadietto altra roba da leggere. Dovrei avere dieci cloni per leggere dieci libri contemporaneamente, e avere 24 ore di tempo.

A questo punto il dialogo potrebbe andare avanti per almeno dieci minuti e trasformarsi in litigio, con la mia personalità A appollaiata sull’alto della scala che si rigira tra le mani Centomila gavette di ghiaccio, indecisa, e continua a questionare con la personalità B. Il risultato è che alla fine il libro riesce ad entrare, causa ricatto, nell’armadietto.

I libri di culto da rileggere

Alle volte ci sono i flussi e i riflussi (non quelli gastrici) che peggiorano le cose, cioè i libri da

rileggere. Di recente sento parlare di nuovo di Rinascimento privato di Maria Bellonci, un romanzo storico che, quando uscì, mi convinse che solo lei, l’immortale Maria, sarebbe stata in grado di scrivere uno storico tutto in prima persona senza far crollare il lettore, morto di noia, dopo le prime cinque pagine. Così ho avuto la tentazione di riacchiappare il romanzo e di trasferirlo nell’armadietto, e non solo, anche di aggiungere la lettura di Lucrezia Borgia, che so essere un altro dei suoi capolavori e che non ho mai letto (qui si inserisce “l’amica entusiasta” che dice: “Come, non hai ancora letto Lucrezia Borgia? Devi!”).

Vi risparmio, qui, il dialogo, tra la personalità A e B, perché ormai avrete capito che non sono tanto a posto. Vi basti sapere che per il momento ho opposto resistenza all’idea di rileggere Rinascimento privato e anche di comprare l’altro romanzo. Non so quanto riuscirò a resistere, ma devo. Ne va della mia sopravvivenza.

I sensi di colpa

Ho anche amici che scrivono, e che da tempo immemorabile mi hanno inviato il loro romanzo da leggere sul kobo e-reader. Sì, perché bisogna tener presente che c’è pure quello, ed è un altro dramma. Tendo a ignorarlo, anche perché mi illudo che la sua leggerezza non contenga nulla, invece mi sbaglio. Anche lì ce ne sono altri cinque che mi aspettano. Ad ogni modo i miei amici sono pazienti… Andrea Ruffolo, autore di Se questo è un padre, si è messo in coda e ha aspettato ben sei mesi, o forse anche di più. Il suo è comunque un libro che non invecchia, in un certo senso, come tutti i buoni libri che trattano temi sociali di scottante attualità. Anzi, penso che parlarne anche a distanza di tempo serva a rinverdire l’interesse. Nel frattempo è passata molta acqua sotto i ponti, e altri libri hanno raggiunto il kobo e/o l’armadietto.

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A questo punto cominciano ad accadere altri fatti strani all’interno dell’armadietto, cioè i libri si mettono a litigare tra di loro, e sento delle voci come quelle che seguono:

Libro 1 (ansimando): Ma che calca, parbleu, non si respira più! Nessuno riesce ad aprire la porta e far circolare un po’ di aria? Murakami, prova tu.

Libro 2 (serafico): Non si può, è chiusa dall’esterno.

Libro 1 (tono di allarme): Allora siamo prigionieri! Aiuto!

Libro 2 (sempre serafico): Tranquillo, prima o poi qualcuno verrà ad aprire, spalancando un portale spazio-temporale. Per noi orientali, poi, il tempo non esiste, è un flusso continuo, una corrente onirica…

Libro 1: Sì, ma io non riesco a respirare, sono un giallo di Maigret, e sono smilzo. (arrabbiato) E c’è qualcuno, qui, che mi pesa addosso…. Sì, dico proprio a te, ciccione, e togliti una buona volta!

Libro 3 (dandosi arie di importanza): Sono un romanzo storico di Falcones, ed è ovvio che io pesi. Ho circa seicento pagine, bello mio, sono denso di contenuti. Non mi si sciroppa in due giorni come te.

Libro 4 (convinto): Comunque la prossima volta tocca al sottoscritto essere scelto. Sono il più vecchio in ordine di acquisto.

Libro 3 (malignamente): Non è detto… è capricciosa, lei, alle volte apre l’armadietto e sceglie a caso. Non si capisce assolutamente il criterio delle sue letture. Sembra il bambino delle estrazioni del lotto di una volta, quello che pescava le palline con gli occhi bendati. Chiedi un po’ a La Repubblica di Platone da quanto tempo è qui. Secondo me da quando è stato scritto… dai tempi dell’antica Grecia… ah, ah, ah!

Libro 5 (voce impastata dal sonno): Qualcuno mi ha chiamato?

Libro 3: Niente, niente. Torna a dormire nelle retrovie, Plato.

Libro 5: Zzzz…

Libro 6 (tono carico d’ansia): Ragazzi, non vorrei gettare altro panico in un luogo chiuso, so che potrebbe finir male. Ma l’altro giorno ho messo il mio orecchio sull’antina, e mi è parso di capire che presto arriverà anche Mondo senza fine di Ken Follett. Ha già letto I pilastri della terra, inevitabile.

Libro 1 (indignato): Un altro romanzo storico, siamo a posto! Quante pagine ha?

Libro 6 (scandendo la cifra): Mille-trecento-sessanta-sette.

Libro 1 (incredulo): Eh????

(SCOPPIA UNA BAGARRE INFERNALE…)


… [continua]

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Cari lettori, 

mi auguro con questo post di avervi divertito almeno un po’ e vi domando: avete anche voi un luogo dove raccogliete i libri da leggere o li tenete sparpagliati? Anche a voi capitano le stesse cose che ho descritto in questo post, o altre ancora diverse?