La copertina della silloge e il link a ilmiolibro.it |
Vi presento la prefazione alla nuova silloge Il bacio della rondine di Isa Malagoni Iside, che ho avuto il piacere e il privilegio di scrivere per lei. Isa è una poetessa di grande sensibilità, i cui versi sono sia semplici sia profondissimi. Si tratta di una condizione che la poesia esige per non scadere nella banalità di versi stucchevoli o retorici. Come nella prosa si esige che le frasi siano purgate e asciugate nel crogiolo della riscrittura, così nella poesia si arriva ad una distillazione finale che richiama il prodigioso lavoro di un’alchimista dell’anima. Eccovi, dunque, la mia prefazione.
Dalla pagina bianca sorge una voce: è la voce dell’anima, che si rivolge a noi, a se stessa. Essa narra di una condizione antica, dove tutto è rarefatto e trasparente, di una bellezza colma di palpiti, e splendente nella sua essenza. Questa scorre all’interno di ogni cosa e, così facendo, la mette a nudo. L’anima vive in “tempo senza tempo”, eterno e immobile. Nel giardino benedetto dalla luce, però, non c’è forma alcuna. L’anima è bambina e, immersa nel sogno, invoca i confini della materia per crescere.
Dunque, i versi di Isa Malagoni Iside si colmano di un’attesa: l’attesa di una nascita, quando quello stesso spirito si rivestirà del suo involucro e inizierà il cammino (Così il vivere inizia / ci stacca dal sogno / dalla favola del cielo.) Non è carne, qui, che si carica di accezioni negative, in un mondo effimero appartenente al Demiurgo degli gnostici e contrapposto ad un mondo celeste e colmo di perfezioni; addirittura, la poetessa parla di santità della materia a fugare ogni dubbio. È, viceversa, un’opportunità, presente nella realtà da addomesticare. L’opportunità di amare.
Danseuse di Marc Chagall |
Il volo della rondine con cui si apre la silloge diventa, dunque, il cordone ombelicale che collega l’anima dal mondo superno al mondo infero, per darle nutrimento; e il suo bacio assume il significato dello schiudersi alla vita. Un dono, ma anche un ricordo. Ricordati chi fosti, sembra dire la messaggera celeste, in modo da non scordare perché sei nata. Si nasce nell’acqua, come fluido vitale, si vive di acqua, impregnati dell’elemento che eternamente si rinnova e ci rinnova (Tu sei figlio dell’onda / del soffio celeste / dell’acqua generata / dagli occhi di luce); e si nuota alla ricerca dell’approdo per uscire dalle acque e conquistare la luce del sole.
L’anima conserverà in sé la bellezza, che né schizzi di fango né errori commessi riusciranno a cancellare del tutto (Avrai la sfumatura azzurra / della preghiera / il contorno della devozione / l’armonia della stella / la bellezza che traspare). A lei spetterà tenere desta quella fiamma immortale, e contrastare l’attrazione della gravità terrestre per ascendere, rinnovata e potente, al cielo. In questo, persino l’esperienza del dolore le sarà amica (unirai il pianto / al canto della rondine / non c’è differenza / è tutto suono / moltiplicatore della gioia). Al termine del suo viaggio, l’anima adulta, dopo aver aperto sulla terra il giardino / dell’amore, ritornerà all’antica dimora. E il canto della poetessa che le ha dato voce si spegnerà, ancora colmo di vibrazioni, nell’abbraccio di un cielo che è madre.
Isa Malagoni Iside è nata a Novi di Modena. Ha pubblicato presso le Edizioni del Leone: A ricrescere rosa 1989, Il tuo rosa mi coglie 1991, Rosablu 1995, L’abbraccio degli angeli 1998 arrivato alla settima edizione (7000 copie). Ha inoltre pubblicato dal 2012 presso Gruppo Editoriale L’Espresso varie raccolte poetiche, tra cui: Il sogno è più lungo della vita, L’eternità dell’attimo, Il pulcino di luce e Le stelle rispondono, recensite su questo blog.
Ho avuto il grande piacere di leggere questa silloge e concordo con te, Cristina: i versi della poetessa Isa Malagoni, pur essendo di grande spessore e profondità, sono anche di una cristallina semplicità. Forse siamo di fronte a quella condizione chiamata "purezza di spirito". Penso che per la poesia di Isa tu abbia trovato la definizione più bella e veritiera quando parli di "distillazione finale" e " prodigioso lavoro di un alchimista dell'anima".
Quello che è più sorprendente è che Isa utilizza parole di uso comune, eppure riesce a far risuonare nell'anima corde molto profonde. Quando scrive di "fiori" e "stelle" non genera mai un senso di già visto inteso come consuetudine della vita quotidiana, ma di già visto in una condizione senza spazio e senza tempo.
La tua prefazione ha acceso una curiosità, Crisitina. I termini che avete usato, tu e Stella, non possono lasciarmi indifferente. 🙂
Ti consiglio vivamente anche la lettura di "Il pulcino di luce" e "E le stelle rispondono". 🙂
Trovi alcuni commenti alle raccolte a questi link: http://ilmanoscrittodelcavaliere.blogspot.it/2013/06/la-danza-dello-spirito-nei-versi-di-isa.html
e su: http://ilmanoscrittodelcavaliere.blogspot.it/2013/01/i-pioli-di-una-scala-mistica-le-stelle.html
Come dicevo in un'altra occasione, a mio parere la poesia è l'arte di scrittura più difficile in assoluto.