Alberto Moravia sosteneva che uno scrittore è un uccello che ripete sempre lo stesso verso. In ogni scrittore ci sono dei temi, perfino degli oggetti, ricorrenti, che lo rendono immediatamente riconoscibile. Spesso non si tratta di scelte compiute a livello razionale, a meno che non lo si faccia a tavolino quando ormai l’autore possiede una firma celebre. Piuttosto è qualcosa che continua a ritornare nel tessuto narrativo in maniera irresistibile ed istintiva, ed emerge solamente quando si fa uno studio più approfondito del testo. Così, per citare un autore contemporaneo, nei romanzi di Murakami Haruki c’è tutta una “cosmogonia” che, libro dopo libro, va a costruire un vero e proprio mondo di straordinaria ricchezza. Tanto per citare uno dei suoi simboli, le orecchie femminili delle sue ragazze, considerate in senso feticistico, o il fermaglio con la farfalla, o la presenza di una doppia luna che sorge davanti agli occhi stupiti dei suoi protagonisti.

Da qualche tempo mi sono divertita a farne l’analisi nei miei scritti, e ho steso un elenco dei temi ricorrenti che continuano a comparire. Di questi temi non c’è quasi traccia nei miei primissimi lavori, come se la mia geografia interiore si fosse in qualche modo consolidata nel tempo; non c’è, ad esempio, in Una Storia Fiorentina che è il romanzo breve di classico impianto storico. Viceversa, questa geografia emerge molto da un certo punto in avanti, e quel che è singolare è che affiora in romanzi anche diversissimi tra loro, dagli storici ai fantasy. Mancanza di idee? Principi ossessivi? Ai posteri l’ardua sentenza, io nel frattempo vi propongo alcuni dei miei leitmotiv che, come vedrete, spaziano dagli oggetti concreti alle persone particolari alle problematiche, senza alcun ordine di priorità:

Twins, Kate Hoare and Grace Hoare
di John Everett Millais

I gemelli – Possono essere monozigoti o eterozigoti, ma la presenza dei gemelli è sembrata prendere piede sempre di più negli ultimi anni. Nel mio romanzo fantasy ci sono Aldebaran il mago e Fomalhaut il re (i perfidi gemelli in questo caso eterozigoti, anzi, che più diversi non si potrebbe), accomunati dalla stessa anima oscura e da un segreto che li lega a doppio filo. Nel Libro II Le strade dei pellegrini della mia saga crociata compaiono addirittura due coppie di gemelli identici che, sebbene di età disparate, in qualche modo si somigliano.

Ho letto molta letteratura scientifica e psicologica sui gemelli e sullo straordinario legame che sembra esistere tra di loro anche a distanza e nonostante il fatto che siano stati divisi dalla nascita per essere dati in adozione. Infatti trovo affascinante, e anche un po’ straniante, che possa esistere una persona del tutto uguale a me in cui rispecchiarmi non solo in senso fisico ma addirittura in senso spirituale. Probabilmente riguarda anche il tema del doppio.

L’ametista – Avete letto bene, intendo proprio quel quarzo violetto utilizzato non solo per la creazione di gioielli, ma anche per la cristalloterapia allo scopo di allontanare gli incubi e rafforzare la chiaroveggenza, e nelle operazioni magiche. Non è strano che il mago del mio fantasy ce l’abbia incastonata nella spada, la cosa più singolare è che essa sia presente anche nella mia saga dei crociati, al dito di Ghassan principe del Maghreb, che se ne serve peraltro in maniera tutta particolare, e cioè per comunicare alla persona amata quando intende passare la notte con lei. Naturalmente nel fantasy ci sono anche altri generi di pietre, perché è un mondo dove molti personaggi hanno capacità esoteriche, ma l’ametista sembra essere la primadonna del mio campionario di gemme. Io stessa la amo moltissimo, ma non so dire se la mia passione sia derivata da quanto accade nei miei romanzi, o abbia trasportato in essi la mia predilezione per lei.

Il rapporto padre e figlio maschio – Questo è un tema che sta diventando predominante, ed è un rapporto che può essere di forte attaccamento reciproco, oppure, viceversa, di forte conflittualità. Le cose si complicano quando contiene sia elementi di grande affetto che di rivalità, come quello che si sviluppa tra il pittore Tiziano Vecellio e Lorenzo da’ Soncino ne Il Pittore degli Angeli ambientato nella Venezia di fine 1500. Senza scomodare troppo la mia spicciola psicologia, è chiaro che nei rapporti tra il genitore e il figlio dello stesso sesso c’è sempre il rischio dello scontro, e a maggior ragione tra i due maschi della famiglia. Quando poi si hanno padri ingombranti come nei miei romanzi (molto carismatici come Geoffroy de Saint-Omer oppure viscidi e crudeli come il padre di Ghassan), il rischio si triplica. Un tempo poi il padre incarnava l’autorità allo stato puro, cui tutti, figli compresi, dovevano essere soggetti. Oggi questa figura si è molto annacquata con le conseguenze che sappiamo.

Othello e Desdemona a Venezia 
di Théodore Chassériau (1819-1856)
Gli occhi verdi – Non si offendano i miei lettori o le mie lettrici dagli occhi verdi, ma quando i miei personaggi hanno questo colore degli occhi – state sicuri – sono inevitabilmente perfidi. C’è da dire che sono dei perfidi di classe, ognuno a suo modo, e quindi usano in abbondanza la materia grigia di cui li ha dotati madre natura. Il colore verde può avere altre sfumature, come l’onnipresente Ghassan che ha gli occhi verde-ambrati, oppure la regina Arda di Gerusalemme dagli occhi verdi brillanti, da
gatta; e il re Filippo il Bello del mio futuro romanzo sui Templari ambientato nel 1300 avrà senz’altro gli occhi color verde malva. Nei miei romanzi gli occhi verdi sono dunque pericolosi, e destano allarme. Del resto anche Shakespare fa dire nell’Otello: “Oh, guardatevi dalla gelosia, mio signore. È un mostro dagli occhi verdi.”

La gelosia – A questo punto mi viene naturale riallacciarmi a un altro tema ricorrente: quello della gelosia. I miei perfidi dagli occhi verdi, com’è ovvio, sono mangiati vivi dalla gelosia, e siccome sono dei cerebrali non lo danno a vedere, ma meditano ogni sorta di vendetta in grande stile. Di solito all’inizio non provano moti di gelosia, anzi, sono inclini a concedere una certa libertà ai loro amati/alle loro amate. Poi però, con l’andar del tempo, il fascino sprigionato dalla persona di cui rivendicano l’esclusivo possesso li mette addirittura fuori di sé. E qui inizia il tarlo della gelosia che li rode incessantemente.

Un bambino, e poi un adolescente, speciale – Ultimamente compare spesso la figura del “bambino speciale” attorno a cui ruotano tutte le vicende contenute nel romanzo, e non solo: spesso questo bambino fa da detonatore alle tensioni che corrono in maniera sotterranea tra i personaggi. All’apparenza, il bambino potrebbe non presentare caratteristiche tali da farlo ritenere diverso dagli altri, e diventa un adolescente piuttosto goffo. Siccome di recente scrivo romanzi sul Medioevo, potete ben capire come un ragazzo mingherlino o che non sappia reggere un spada possa essere considerato un incapace da tutti i punti di vista, e suscitare disprezzo o derisione. Eppure di solito questo adolescente riesce a stupire chiunque gli stia attorno e nelle maniera più inaspettata.

Il rapimento e la prigionia – Ovvero la sottrazione del giovane o della giovane, o del bambino speciale, e la sua reclusione in qualche luogo isolato. Di solito la persona viene rapito o rapita per gelosia o anche per tenerla isolata e protetta, e viene rinchiusa non in un posto squallido per chiedere un riscatto, ma in una sorta di gabbia dorata. Questo ambiente può essere una torre riccamente arredata, un palazzo o una casa sontuosa, o un castello o altro edificio labirintico. Di lui/lei si perde ogni traccia per molto tempo, gettando nell’angoscia i genitori o i parenti. Ovviamente l’autore del rapimento è sempre il perfido dagli occhi verdi!

L’omosessualità – L’ho messo per ultimo… perché ormai i bambini sono ormai a nanna! Se avessi dovuto fare una classifica, però, l’avrei messo al primo o secondo posto, perché è davvero molto presente nei miei romanzi. Persino tra l’anziano maestro Tiziano e il giovanissimo Lorenzo corre sottotraccia un’attrazione erotica solamente frenata dall’enorme differenza d’età. Non ho mai avuto remore nel trattare questo tema, anzi, mi ha sempre interessato. Il perché non lo so, o forse mi sono sempre stupita di come una forma d’amore sia sempre stata vista con condanna e sospetto dalle gerarchie religiose e dal sentire comune, peraltro indottrinato dalle suddette gerarchie.

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E voi, avete mai riflettuto a mente fredda su quali siano i vostri temi ricorrenti? Ve ne sono alcuni di cui avete capito l’origine e altri che non sapete da dove arrivino? Scrivetemeli, sono curiosa di sentire quale sia il vostro “verso” di pennuti scrivani.