La presentazione all’Henry’s Cafè del romanzo storico La Colomba e i Leoni Libro I – La Terra del Tramonto, svoltasi circa un mese fa, è stata molto piacevole, abbiamo trascorso una bella serata e ci siamo anche divertiti.

Ci sarà dunque una prossima presentazione a Cinisello presso il Caffè Letterario New Zen, organizzato con l’aiuto di Lucia della Libreria Gulliver. Qui accanto trovate la locandina dell’evento, che si terrà il giorno 6 dicembre alle 17,30: giusto l’ora per fare due passi in centro e prendere l’aperitivo. Per tutti coloro che vorranno venire, ci sarà anche un omaggio da parte mia: l’ho già preparato!

Alla fine della presentazione all’Henry’s Cafè ho letto un breve passaggio tratto dalla battaglia di Ascalona. A tutti in genere piacciono le battaglie, naturalmente parlo di quelle sulla carta e non quelle dove ci si trova coinvolti in prima persona! Nel romanzo ci sono alcune battaglie d’importanza cruciale, tra cui la presa di Gerusalemme del 1099, o quella di Uclès del 1108 in Andalusia, e vedono in campo cristiani e musulmani contrapposti.

Lo stralcio che vi propongo è relativo alla battaglia di Ascalona, che ebbe luogo il 12 agosto del 1099, quindi dopo alcune settimane dalla presa di Gerusalemme da parte dell’esercito cristiano. I musulmani cercano di riorganizzarsi con l’aiuto della flotta e dell’esercito del visir egiziano, per contrattaccare, ma all’alba il loro accampamento viene sorpreso dall’attacco dei crociati. Uno dei personaggi del romanzo, il principe maghrebino Ghassan, che per un caso si trova a far parte dell’esercito degli egiziani, ha appena avuto il tempo di armarsi e montare a cavallo. I crociati, tuttavia, non si vedono ancora, e l’impaziente Ghassan aguzza gli occhi per cercare di individuarli nella terribile arsura della piana.

Buona lettura e… spero di incontrare alcuni di voi il 6 dicembre!

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D’un tratto, dalla nuvola di polvere grigiastra da cui erano emersi gli arcieri, dissoltisi nel frattempo, cominciarono a provenire sordi grugniti d’animali e, prima che il giovane potesse rendersi conto di quel che accadeva, una nuova compagine, stavolta armata di corna e zoccoli, ne emerse come una valanga. Mandrie di cavalli, bovini, greggi di pecore e capre, in un concerto assordante di muggiti, grugniti, belati, in uno scalpitio infernale di zoccoli, si precipitarono a testa bassa contro i musulmani. Il giovane guerriero comprese al volo l’astuzia dei cristiani, che avevano liberato contro di loro il frutto di razzie precedenti: mandrie di cui avevano massacrato, o preso prigionieri, i pastori. Ghassan si vide sfilare ai lati tori e capre, che galoppavano come impazziti, e


prese a mulinare la spada a destra e a sinistra per allontanare i capi più grossi e possenti, quelli che minacciavano di infilzare con le corna la pancia del suo cavallo, per rovesciarlo e calpestarlo insieme con lui.

Aveva, nondimeno, l’occhio fisso su quella nuvola torbida e opaca, come in attesa d’una rivelazione: l’esercito nemico era ormai vicinissimo e l’impatto imminente. Il destriero scartò di lato, e il giovane lo trattenne,stringendo la briglia al petto, mentre, all’intorno, i compagni ancora erano intenti a schivare la mandria impazzita. Molti erano già appiedati, e si stringevano tra loro, spalla a spalla, a reggere l’urto di quella furia, i piedi invischiati nell’impasto di polvere mista a sangue degli animali caduti, le spade levate a compierne scempio. 

Battaglia di Ascalona (1099)

Furono quindi i suoi occhi a scorgere per primi l’esercito invasore. Lo vide emergere come da una visione, indistinto nella nuvola di polvere e calore, le armature opache, coperte da quel velo impalpabile, mentre a tratti, dagli scudi, bagliori si levavano, accecandolo. Li scorse mentre avanzavano compatti, i fanti innanzi a tutti, la cavalleria ai lati; e, in lontananza, due ali si disegnavano indistinte, rivelate solo da fiochi bagliori. Levò la mano ad allontanare il riverbero, il cavallo che s’impennava, furente.

Poi il suo sguardo spazzò la piana e, finalmente, li scorse con chiarezza. Vide lunghe chiome fluenti, barbe dorate, carnagioni color latte o arrossate dal sole; e lo scintillio delle lame, le croci cucite sul petto e sui mantelli. Cavalcavano al seguito di quelle mandrie di animali, da essi stessi liberati, con moto leggero, quasi elegante, come se, a causa di quella nuvola di polvere cinerina, essi non poggiassero gli zoccoli dei cavalli, o dei calzari, sulla terra, ma avanzassero sopra un tappeto invisibile e compatto che li sosteneva a un palmo dal suolo.


Sembravano aerei, allegri, come impazienti di partecipare a una danza, e Ghassan intravide i loro occhi chiari, sotto gli elmi, e gli parvero appartenere a creature ultraterrene. Lo sgomento lo attraversò con un lungo brivido… e in quel momento avvenne l’impatto, con il fragore di mille fulmini e tuoni che si abbattono tra le foreste e contro il fianco di una montagna.