Vi siete mai imbattuti in scrittori e poeti per cui avete formulato proprio questo pensiero? In altre parole, vi siete mai trasformati in lettori-cannibale, divorando ogni loro opera fino all’ultimo ossicino, e leccandovi i baffi a fine pasto con grande soddisfazione? Se sì, avrete senza dubbio provato un’ebrezza unica, simile a quella dello scopritore di un nuovo mondo, o di un minatore che si sia imbattuto in una vena aurifera, o di un affamato di fronte a un banchetto abbondante di cibi e bevande.
Di recente è circolato su FB il gioco sui dieci libri che hanno segnato le nostre esistenze. Siccome sono insaziabile, vorrei riproporre alcune di queste opere ma creare anche una sorta di estensione delle stesse. Ho provato a stendere un elenco in ordine sparso di autori, sia romanzieri che poeti, che hanno acceso in me l’ingordigia di cui sopra. Di loro ho quindi letto tutto o quasi tutto (che abbiano condizionato anche il mio modo di scrivere, non mi è dato sapere; in questo post intendo parlare solo come lettrice).
Vi propongo quindi una rapida carrellata di autori, dando le mie personali motivazioni, segnalando alcuni lavori come “imperdibili” (secondo me) e proponendo una citazione.
Virginia Woolf
- Fu antesignana nella lotta per la conquista della parità nei diritti fra i sessi.
- Nella sua narrativa, il tempo è disciolto in un fluire incessante al punto da annullare ogni distinzione di spazio e di tempo.
- In lei non c’è solo il dolore dello spirito, ma soprattutto il dolore della mente e le sofferenze dell’immaginazione: dopo ogni crisi nervosa, sentiva gli uccelli cantare in greco.
Gli imperdibili: La signora Dalloway, Gita al Faro, Le onde
La citazione: «Una donna deve avere denaro, cibo adeguato e una stanza tutta per sé se vuole scrivere romanzi.» (da Una Stanza tutta per sé)
Ritratto del 1872 ad opera di Vasilij Perov (Galleria Tret’jakov, Mosca) http://www.tretyakovgallery.ru/ |
Fëdor Michajlovič Dostoevskij
- Nei suoi romanzi si irradiano le tenebre nell’anima umana, ma anche l’infinita grazia del’uomo che tende verso l’assoluto.
- I suoi personaggi sono arsi vivi da una febbre che li conduce sull’orlo del delirio: gridano, gesticolano, corrono, ma non sono mai ridicoli.
- Chi meglio di lui si è trovato ad un passo dalla morte, ed è tornato indietro a raccontarcelo? (nel 1849 fu condannato a morte per fucilazione, all’ultimo la pena fu commutata in condanna ai lavori forzati).
Gli imperdibili: L’idiota, I fratelli Karamazov, Delitto e castigo
La citazione: “Il poeta, quando è rapito dall’ispirazione, intuisce Dio.”
Anna Maria Ortese
- Una delle poche scrittrici italiane in grado di farti attraversare il confine tra realtà e immaginazione, con i suoi cardellini, le sue iguane, i suoi monacielli napoletani.Con lei, il fantastico si trova nel cassetto di casa nostra o si nasconde, timido, nel nostro armadio.
- Leggendola, la mostruosità e il diverso diventano normalità, meglio: ci sentiamo noi fuori posto.
- Le si perdona una prosa magmatica, in continuo movimento, dove l’imperfezione assurge a perfezione.
Gli imperdibili: Il cardillo addolorato, L’iguana, Alonso e i visionari
La citazione: “Chi tortura gli animali paga già nella sua miseria. Sono contro la debolezza umana e a favore della forza che le povere bestie ci dimostrano tutti i giorni perdonandoci.” (citato su Panorama, 7 luglio 2002)
Marguerite Yourcenar
Marguerite Yourcenar, 1983 |
- Con lei si entra nelle profondità dell’anima umana, e le parole di un imperatore morto duemila anni fa diventano quelle di un fratello o un amico.
- La sua ricerca della bellezza e l’aspirazione al pensiero alto colpiscono per modernità.
- Possiede una prosa indiscutibile per eleganza, rifinita e levigata come avorio. Eppure si tratta sempre di 21 lettere dell’alfabeto.
Gli imperdibili: Memorie di Adriano, L’opera al nero, Come l’acqua che scorre
La citazione: “Fare del proprio meglio. Rifare. Ritoccare impercettibilmente ancora questo ritocco. «Correggendo le mie opere, – diceva Yeats, – correggo me stesso».” (da Taccuini di appunti)
Ritratto di Baudelaire, di Gustave Courbet,
1848-1849, Museo Fabre
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Charles Baudelaire
- Lui è stato il compagno della mia adolescenza, quando veneravo i poeti decadenti francesi e mi vestivo da “dark”. Mi ha fatto entrare nello splendido palazzo della sua poesia.
- Perché qualsiasi animo sensibile si può riconoscere nelle sue nevrosi e nelle sue solitudini, nei suoi paradisi artificiali, nel suo spleen, nel suo rapporto edipico con la madre e nel suo amore per l’esotismo.
- I suoi gatti, un misto tra sensualità e bellezza, sono inconfondibili.
Gli imperdibili: I fiori del male, I paradisi artificiali, Diari intimi
La citazione: “Non disprezzate la sensibilità di nessuno. La sensibilità di ognuno è il suo genio.” (da Diari intimi)
Charles Dickens
Ritratto di Dickens da giovane |
- Nessuno come lui è stato in grado di scrivere romanzi che fossero opere di intrattenimento e, insieme, denunce di tipo sociale e umanitario.
- Ci sarebbe ancora bisogno di scrittori che contribuiscano ad alleviare povertà e sofferenze specie quelle dell’infanzia, e a raddrizzare le storture del mondo.
- Nonostante i temi impegnati, nei suoi romanzi, c’è un equilibrio perfetto tra il pianto e il riso, tra dramma e commedia.
Gli imperdibili: David Copperfield, Racconto di due città, Il nostro comune amico
La citazione: “È cosa giusta, ponderata e nobile che, se malattia e dolore sono contagiosi, non vi sia nulla al mondo di così irresistibilmente contagioso come il riso e il buonumore.” (da Cantico di Natale)
Philip K. Dick
- Semplicemente perché era un genio: le sue visioni, le sue anticipazioni, la sua entropia si sono tutte realizzate o stanno per esserlo su larga scala.
- I suoi replicanti sono il nostro specchio: la disperazione di vivere troppo poco, l’impossibilità di parlare con il proprio creatore, l’uso di droghe per evadere, una miriade di domande che non trovano risposta.
Gli imperdibili: Ubik, Le tre stimmate di Palmer Eldritch, Noi marziani
La citazione: “Dio promette la vita eterna” disse Eldritch. “Io posso fare di meglio; posso metterla in commercio.” (Le tre stimmate di Palmer Eldritch)
La scelta è stata dura, e naturalmente ce ne sono molti altri, tra cui Emilio Salgari nella mia giovinezza, Leon Tolstoj, Jane Austen o Sándor Márai, o il ciclo dei Mabinogion, ma non voglio rendere questo post troppo lungo.
E voi, quali sono gli scrittori o i poeti che avete cannibalizzato e perché?
Tra quelli citati nel tuo post, ho divorato Virginia Woolf, credo che il romanzo Le Onde dovrebbe essere letto a voce alta per la musicalità che trasmette. Il mio primo nutrimento è stato ed è Leopardi, seguono Woolf e Pessoa. Complimenti per il blog!
Ciao Marcella, che piacere ritrovarti sul blog e grazie per i complimenti. A tutti i lettori: il link al blog di Marcella è nella colonna di sinistra qui, visitatelo, ne vale davvero la pena.
Il romanzo "Le Onde" è splendido e magico.
Urca, sei una cannibale di qualità! Di quelli che hai citato mi fa lo stesso effetto la Yourcenar che secondo me scrive la prosa più bella di sempre. Poi c'è la mia amata Ursula Le Guin e Borges. Però sono schizzinosa, di molti autori mi piace quasi tutto, ma non proprio tutto. Gli ultimi romanzi di U. Eco non mi hanno esaltato e lo stesso è successo con A. Pérez-Reverte. Stessa cosa con Saramago di cui alcune opere proprio non mi attirano, mentre altre le adoro.
Grazie, Tenar, eheh! Sono una buona forchetta, sì.
La Yourcenar è di un'eleganza impareggiabile, hai ragione!
Di Ursula Le Guin avevo letto "La leggenda di Earthsea" e mi era piaciuto parecchio. Di Borges confesso di non aver letto niente, e niente anche di A. Pérez-Reverte. Di Saramago ho letto "Intermittenze della morte", ma non mi ha fatto strappare i capelli.
Dopo "Il nome della rosa", secondo me c'è il nulla per Eco. Forse sono troppo severa, ma "Il pendolo di Foucault" è un romanzo bruttissimo. Infatti non ho letto nient'altro di suo.
Salve! Pur non essendo una piranha, devo dire di avere letto alcune opere di Dickens, tra le quali, "I racconti di Natale" mi hanno folgorato per il realismo della prosa; avrei continuato con i suoi romanzi, ma il mio cannibalismo spesso deve fare i conti con la mia volubilità.
Seguono in ordine sparso Camilleri, il mio preferito è "Il re di Girgenti", ma "La mossa del cavallo", merita. Di Eco ho letto parecchio e, cara Cri, continua a piacermi. Di Asimov, tutto (credo!) e anche di Nadia Bertolani 😉
Potrei continuare, ma non vorrei tediarti. Bacio,
Marilù
Ciao Marilù, grazie per il tuo contributo e… no, non mi tedi affatto!
Vedo che Camilleri va alla grande dalle tue parti, com'è giusto che sia. Anch'io ho letto un paio di cose sue e mi sono piaciute molto. Non ho citato "Canto di Natale" tra gli imperdibili di Dickens, ma avrei dovuto, però ho rimediato con la citazione!
In questo periodo sto cannibalizzando Wilkie Collins, infatti ho appena iniziato "La donna in bianco", un romanzone. Spesso però devo fare i conti con lo scarso tempo a disposizione, purtroppo.
A presto, e grazie ancora.
Troppo avrei da dire e… il tempo stringe. Ma tornerò! Intanto, tutta la mia amichevole ammirazione o, se preferisci, la mia amicizia ammirata. (E taccio di Marilù che mi mette in imbarazzo tanto è parziale!)
Ciao Nadia, grazie di essere passata! Allora aspetto il tuo ritorno come nella migliore delle tradizioni: al davanzale della finestra e scrutando il cielo fiammeggiante all'orizzonte. A presto.
Apprezzo moltissimo il tuo post, ricco e preciso, anche per come lo hai strutturato. Non partecipo perché non mi sento in grado, ma prendo nota di tutti i suggerimenti. Sì, perché l'attacco di cannibalismo in questo periodo è particolarmente forte, ma per le letture in generale, perciò amplio volentieri i miei orizzonti letterari.
Grazie per il tuo intervento, mi fa sempre piacere ricevere un tuo commento. Ho un'amica che, oltre a leggere romanzi, legge anche volentieri dell'altro, ad esempio graphic novels (forse perché è un'illustratrice). Ben venga la lettura, quindi, a qualsiasi genere appartenga.
E' stato un grande piacere leggere sia il post di Cristina sia i commenti. Baudelaire con le opere che hai citato è stato il compagno anche della mia adolescenza, insieme con Leopardi e Hermann Hesse. Di quest'ultimo penso di aver letto tutti i libri a quell'epoca, come una specie di invasata; oggi mi lasciano abbastanza indifferente. Qualche anno più tardi ho divorato con la stessa passione i romanzi di Amado, di cui considero imperdibili "Gabriella garofano e cannella" e "La luce in fondo al Tunnel". Di tutte le letture che hai citato "Memorie di Adriano" è in cima alle mie preferenze. Dostoevskji mi ha segnata, soprattutto con il suo "Il giocatore" e P. Dick mi ha letteralmente ammaliata con le sue atmosfere e le sue visioni. Un'autore contemporaneo di cui ho letto molti libri è Nick Hornby, di cui ho apprezzato soprattutto "Come diventare buoni" e "Tutta un'altra musica".
Grazie per il tuo commento, Stella. Io penso che i libri siano come degli amici, e ognuno di noi li sceglie non solo in base alla qualità letteraria che esprimono, ma anche in base ad affinità elettive. Le emozioni che mi ha regalato Salgari sono indimenticabili, anche se, con l'occhio critico dell'età adulta, sono evidenti le sue ingenuità o i veri e propri anacronismi.
Per quanto riguarda la tua annotazione su Hesse, sembra proprio che sia uno scrittore "adolescenziale", nel senso che non sei la prima a dirmi una cosa del genere. Amado non lo conosco proprio. Di Nick Hornby mi ero sciroppata uno stralcio in inglese di "Febbre a 90" sul calcio in una letteratura inglese che avevo seguito, e, non essendo un'appassionata, avevo declinato l'idea di leggere altro!
Invece, sto cercando di cannibalizzare Murakami, come autore contemporaneo.