Per qualsiasi scrittore il vero banco di prova è il secondo romanzo. Che infatti costituisce una specie di spauracchio, perché incombe la paura di non essere all’altezza del primo e di  ripetersi usando gli stessi temi, specie se si vuole fare un seguito. Tutto questo è successo, a mio parere, allo scrittore spagnolo Carlos Ruiz Zafón. Dopo aver letto e recensito il bellissimo L’ombra del vento, ho quindi affrontato Il gioco dell’angelo (El juego del ángel) colma di aspettative.

L’incipit è quanto di meglio potrebbe esserci per incuriosire chiunque abbia qualche velleità nello scrivere, e che conosca, anche poco, l’ambiente editoriale e l’animo umano: Uno scrittore non dimentica mai la prima volta che accetta qualche moneta o un elogio in cambio di una storia. Non dimentica mai la prima volta che avverte nel sangue il dolce veleno della vanità e crede che, se riuscirà a nascondere a tutti la sua mancanza di talento, il sogno della letteratura potrà dargli un tetto sulla testa, un piatto caldo alla fine della giornata e soprattutto quanto più desidera: il suo nome stampato su un miserabile pezzo di carta che vivrà sicuramente più a lungo di lui. Vi dicono qualcosa queste parole, non è vero?

La copertina del romanzo,
edito da Mondadori
Anche questo romanzo è ambientato nella città che Zafón meglio conosce, una Barcellona  ben lontana dai clichés di città mediterranea: torbida e quasi cimiteriale. Il protagonista, David Martín, narra la sua storia in prima persona iniziando dai suoi esordi nel 1917 presso la redazione del giornale “La Voz de la Industria”. Il sogno del diciassettenne è quello di emergere come scrittore e, grazie all’amicizia di Pedro Vidal, un collega ricco che lo prende sotto la sua ala, riesce a farsi un nome come autore di racconti “sensazionali”  per palati robusti, ambientati nella stessa Barcellona, colmi di delitti, passioni, misteri, sangue. Per una serie di circostanze fortunate, il giovane riesce poi confluire nelle scuderie degli autori di una casa editrice, gestita da due loschi figuri. Allo scopo di favorire tranquillità e concentrazione, Martín si trasferisce in una villa rimasta a lungo disabitata, con tanto di torre che funge da studio. Là sforna romanzi su romanzi a ritmo serrato, al punto da minare la sua salute. Un giorno, però, viene contattato da un misterioso editore francese, un certo Andreas Corelli, che gli propone di scrivere una storia particolarissima in esclusiva per lui. Il giovane accetta il misterioso incarico e naturalmente, dopo poco tempo, scopre di essersi ficcato nel classico mare di guai.
La storia funziona brillantemente per le prime ottanta pagine, poi… la macchina comincia a rallentare e perdere pezzi da tutte le parti, il motore ad ingolfarsi e la trama a farsi contorta e pasticciata. A mio parere ci sono diversi aspetti che ne L’ombra del vento funzionavano molto bene, non qui: il soprannaturale nel primo libro trovava una sua spiegazione razionale e logica, nel secondo romanzo invece è inserito in maniera invasiva e anche frettolosa. Si ha la sensazione di essere davanti al gioco di un prestigiatore che però ambisce ad essere alta magia. Il secondo problema è che vengono introdotti molti elementi che non vengono mai spiegati, e una miriade di personaggi da cui non ci si congeda in maniera adeguata; dunque il lettore ha molte domande nella testa destinate a rimanere senza risposta, e perde di vista personaggi importanti che ricompaiono poi di punto in bianco. Sono i cosiddetti “fili pendenti” in letteratura. Ce ne possono essere alcuni di minor conto, in una narrazione, ma certamente l’autore, che per molti versi è il demiurgo incaricato di porre rimedio al caos, non può tralasciare di spiegare gli snodi veramente decisivi. Soprattutto verso la fine c’è un affastellarsi di cadaveri al limite del ridicolo, specie perché le reazioni del protagonista non sono per niente proporzionate a quanto accade. L’autore sembra essersi ficcato in un labirinto da cui non riesce a uscire.
Il Trionfo del Genio della Distruzione 
di Mihály_Zichy (1878)
Anche qui ritroviamo i librai Sempere padre e figlio del romanzo precedente, che però sono irriconoscibili, specie il padre. Qualcosa non sembra funzionare nemmeno nella datazione: ne L’ombra del vento siamo nel 1945, Daniel Sempere ha quasi undici anni e viene condotto dal padre nel Cimitero dei Libri Abbandonati per scegliere un libro. Ne Il Gioco dell’Angelo siamo nel 1917, il protagonista ha diciassette anni ed è definito coetaneo di Daniel Sempere! A quel punto sarebbe stato meglio che l’autore avesse scelto altre figure di librai per sganciarsi dal problema della datazione.

Per il resto molte situazioni si ripetono, dando l’idea di un romanzo-fotocopia: il Cimitero dei libri in cui nascondere e attingere volumi, case editrici che prendono fuoco, ville maledette, ragazze dal triste destino, poliziotti violenti. Manca però completamente l’aspetto sociale e storico che nel primo volume era vivido e ci faceva toccare con mano le atmosfere cupe di una Barcellona in piena dittatura franchista, della polizia e degli interrogatori, della letteratura come una delle poche vie d’uscita ad un’esistenza triste e vessata. I personaggi nuovi, come Pedro Vidal e Isabella, la giovane assistente di Martin, sono sbiaditi e privi di spessore (e, per quanto mi riguarda, ho trovato piuttosto irritante la figura di Isabella e i suoi siparietti con il protagonista). L’identità del misterioso editore francese con la spilla dell’angelo sul bavero della giacca, figura cardine nell’intera storia, affonda in un finale senza senso.

L’autore è molto bravo a rendere le atmosfere di Barcellona, e a farne la “città dei maledetti”. Purtroppo è tutto qua… e questo non basta a salvare il romanzo perché le ottime idee iniziali non vengono portate a compimento. E in tutta sincerità non riesco a capire se questo romanzo sia la solita astuta operazione commerciale della casa editrice o un’opera non riuscita, la classica ciambella senza buco che può capitare a tutti, oppure un misto tra le due.

E voi avete letto questo libro? Condividete la mia opinione oppure ne dissentite?