Narciso di Michelangelo Merisi da Caravaggio (1597-99)
Galleria Nazionale d’Arte Antica,
Palazzo Barberini – Roma
http://galleriabarberini.beniculturali.it/

Vanitas vanitatum et omnia vanitas (“Vanità delle vanità, tutto è vanità“) è la frase contenuta nel Qoelet (o Ecclesiaste) della Bibbia ebraica e cristiana. Ho aperto questo post con una locuzione sulla vanità, poiché, da qualche tempo, mi tormenta la domanda: “Perché gli scrittori nostrani scrivono molto, a volte fin troppo, e leggono così poco?” Non parlo quindi degli italiani, perché è notorio che non leggano, ma di quella categoria che dovrebbe avere nella lettura il proprio pane quotidiano.

La questione è di particolare attualità, in quanto le nuove forme di comunicazione e la facilità nel pubblicare, in proprio e a prezzi modici, hanno portato alla fioritura di quell’ampia fascia di scrittori che un tempo vedevano i loro libri chiusi nel cassetto a causa dei costi troppo alti di stampa, e della difficoltà di trovare una casa editrice disposta a investire su di loro e sulle loro opere. I loro lavori erano destinati ad essere letti da parenti ed amici, ma la cosa si fermava ad una cerchia piuttosto ristretta. Si assiste dunque ad un vero e proprio tsunami di romanzieri, poeti, saggisti, autori di manuali e autobiografie, che non accenna ad arrestarsi. Tutti scrivono come matti, e sfornano libri come se ne andasse della vita. Eppure lo scrittore medio italiano legge poco o niente, e non parlo di classici, magari avuti in odio dai tempi della scuola, ma proprio in generale. Lo scrittore italiano legge solo quello che scrive lui, naturalmente, perché, e qui dico una banalità, se uno scrive è costretto a leggere… (altrimenti con tutta probabilità non leggerebbe nemmeno se stesso). Non si può attribuire la colpa allo scarso tasso di alfabetizzazione, che si è molto ridotto dopo la guerra, e quindi tutti sono in grado di leggere più o meno correntemente.

Perché gli scrittori in Italia non leggono, dunque? Dopo molte risposte non del tutto convincenti, sono giunta a una mia personale conclusione, e cioè che lo scrittore di casa nostra riflette in pieno una caratteristica tutta italiana: l’individualismo. L’italiano medio è insofferente alle regole, nella sua ottica applicabili solamente al prossimo. È molto concentrato sul suo ego e, al massimo, sulla cerchia familiare come emanazione del proprio io. In questo cortile razzolano quindi diverse specie di gallinacei, fra cui il famoso scrittore-pavone che formerà l’oggetto del mio modesto studio. Proverò quindi a elencarne le caratteristiche:

  • È convinto che tutto debba ruotare attorno a sé, e che quindi le altre specie trovino del massimo interesse tutto quello che fa, nello specifico quello che scrive.
  • Come tale, ritiene la sua opera perfetta, e non tollera critiche di alcun genere, né quelle costruttive né tantomeno quelle distruttive. Anzi, se qualcuno ha il coraggio di fargliene, lo considera delitto di lesa maestà, e attribuisce la critica al senso di invidia che anima la persona nei suoi confronti e non al sincero desiderio di farlo evolvere. 
  • Dato che il pollaio dovrebbe ruotare attorno a lui, qualsiasi forma espressiva che lo contraddistingue ha come oggetto sé e se medesimo: i suoi libri partono con prefazioni entusiastiche, o elenchi di commenti, tutti favorevoli, che esprimono stupore e ammirazione incondizionata di fronte alla sua bravura. Se gestisce un blog o un sito, vi carica tutto quello che lo riguarda: biografia dettagliatissima, le opere scritte e quelle in cantiere, elenco di premi vinti e concorsi a cui ha partecipato, articoli con interviste o recensioni ai suoi lavori, video dove compare a premiazioni o cerimonie… Anche uno spillo che lo veda protagonista sarà preso e caricato sul suo blog o sito.
  • Lo scrittore-pavone, come dicevo, non legge opere altrui, né quelle consolidate dal tempo né quelle dei colleghi, che siano alla ribalta del parterre letterario o meno. Però pretende che si leggano le sue; anzi, esige con petulanza recensioni e commenti (com’è ovvio, favorevoli!), e li esige in tempi rapidi perché deve acquisire visibilità e cercare di vendere. Naturalmente, si guarda bene dal proporre se stesso come recensore, o dall’ospitare libri altrui nel suo spazio, e dallo “sprecare” il suo tempo in attività siffatte.
Donna con ventaglio di Gustav Klimt (1917-1918)
Villla Kimt, Vienna
http://www.klimtvilla.at/en
  • È animato da un senso di amicizia “pelosa” (non nel senso del vello animale, ma come carità pelosa e interessata), cioè sui social network o nelle community letterarie chiede l’amicizia solo per ottenere, appunto, la recensione o la vendita.
  • Visto che non legge opere altrui, non ha alcun interesse ad assistere alle presentazioni degli altri e accampa sempre qualche scusa per non partecipare agli inviti, anche se potrebbe scendere al luogo della presentazione in pigiama e ciabatte: altri impegni presi nel frattempo, il lavoro faticosissimo, la famiglia e i parenti, la scrittura delle sue opere, imprevisti, viaggi in altri continenti. Ascoltare ciò che ha da dire un collega – io li chiamo piuttosto compagni di avventura –  sarebbe un’altra perdita di tempo, secondo il suo modo di vedere. Inoltre, dovrebbe magari comprare una copia del libro della “concorrenza”… !

Con tutto ciò, ritengo che la vanità sia un difetto umano da cui nessuno sia immune, me compresa. A ciascuno di noi fa piacere la recensione positiva, o il complimento al lavoro svolto, però dovremmo sviluppare l’abilità di percepire se sono sinceri. E, soprattutto, dovremmo capire se siamo in grado di confrontarci nel migliore dei modi, in primo luogo leggendo i lavori altrui. Altrimenti non cresceremo mai, né in senso narrativo né in senso umano, ma rimarremo come quei gallinacei un po’ ridicoli che ho appena descritto. Ricordiamoci anche che il pavone ha un bell’aspetto, ma una voce sgradevole, e può darsi la nostra voce ci rispecchi più del nostro piumaggio.

E voi, conoscete qualche scrittore-pavone?


Per un piccolo galateo sulle communities letterarie, rimando ad un mio precedente post:
http://ilmanoscrittodelcavaliere.blogspot.it/search/label/galateo