Dopo il breve excursus sui punti di vista
nella narrazione, passo ora a toccare un argomento vitale per ogni scrittore
che voglia essere degno di questo nome, e cioè quello della documentazione e
quindi delle fonti a cui attingere. Siccome mi sono resa conto di avere un po’
trascurato l’argomento scrittura e tecniche di scrittura, per farmi perdonare
caricherò ben due post consecutivi sulla documentazione! Qualsiasi cosa vogliate scrivere, infatti, sia pure una storia
in una città inventata, dovrete avere un modello di riferimento, e
quindi documentarvi su qualsiasi aspetto vogliate inserire, anche il più
triviale. Le vicende storiche e gli aspetti culturali influenzano profondamente
i personaggi, e di conseguenza la trama, e quindi è bene approfondirli per
quanto possibile.

Vi sono vari modi per documentarsi su quello che interessa.
Qui ne cito due che presuppongono uno spostamento fisico più o meno intenso, e un conseguente dispendio di energie:

Gli scrittori non si fanno certo scoraggiare
dalle prime difficoltà! Eccone alcuni che partono
baldanzosi, servendosi di ogni mezzo a disposizione.

visitare
i luoghi di persona
. ESEMPIO:
durante la tormentata stesura de “Il Pittore degli Angeli”, avevo compiuto vari
e ripetuti sopralluoghi sia nei luoghi privilegiati dove visse e operò Tiziano
Vecellio negli ultimi anni della sua vita, e quindi principalmente Venezia, ma
anche nei luoghi dove agisce il mio personaggio di fantasia, Lorenzo ‘il
pittore degli angeli’, e quindi Soncino, Venezia e Bergamo. Non solo, ma mi ero recata nelle pinacoteche per osservare gli
ultimi quadri della produzione di Tiziano, e anche quelli cui mi ero ispirata
per le opere di Lorenzo (il suo omonimo, Lorenzo Lotto).

Uno degli aspetti più
intriganti nella preparazione di un romanzo è quella di calarsi nei panni
del detective, e quindi andare a scovare dei luoghi magari poco battuti dal
turismo di massa, che saranno teatro privilegiato della nostra storia. Sempre
per restare in tema, ero andata a cercare l’abitazione di Tiziano a Venezia,
che alla fine del 1500 non aveva altre case davanti a sé e quindi l’artista godeva della vista delle isole
di Murano e San Michele. Si tratta di un luogo misconosciuto, davanti a cui sono passata e
ripassata più volte, cartina alla mano, per riconoscerlo infine grazie ad una
misera targa posta sopra un portone consunto dalle intemperie. Ecco alcuni scatti, frutto delle mie fatiche dell’epoca:

Ecco la calle e il muro che ancora cinge la casa del Maestro,
in un giorno di freddo inverno.

L’ingresso con una targa scolorita
dal tempo e dall’incuria.

Le merlature del muro e la casa di Tiziano
che fa capolino… oltre.

Sono profondamente convinta che ogni luogo, e soprattutto
quelli più vecchi e carichi di memorie, emani un fascino particolare in virtù
delle vicende che lo hanno contrassegnato, e di conseguenza una sua energia.
Nessuna visita virtuale, per quanto dettagliata, potrà equivalere un sopralluogo di persona! Sono anche consapevole che spesso non si
ha né il tempo né il denaro disponibile, e che è molto più comodo e meno dispendioso
sedersi davanti a un computer e fare un tour virtuale del luogo che interessa.
Meglio che niente, certo. Ma, se potete, vincete la pigrizia e partite. Ne
varrà veramente la pena, e da cosa nasce sempre cosa: un profumo, un colore, un
cibo, un incontro si trovano sempre quando ci si reca sul posto e non quando ci
si trova davanti ad uno schermo scintillante ma inodore all’olfatto e insapore
al palato.

vivere per un certo periodo nel luogo dove si è deciso di ambientare la storia. Mi rendo conto che anche questo metodo presenta difficoltà sia di ordine economico che temporale. Molti scrittori affermati e dotati di pecunia lo fanno, ed è senza dubbio il modo migliore per vivere in prima persona nei luoghi dove ambienteremo una storia, per intervistare la gente del luogo, scavare nel passato storico, osservare da vicino modi di vivere e usi, respirarne l’aria. Non siamo tenuti però ad ambientare la nostra storia in posti lontanissimi ed esotici; potrebbe essere anche la città dove siamo nati e che conosciamo, o pensiamo di conoscere. Se scopriamo, invece, che la conosciamo poco, potrebbe essere una buona occasione per approfondire lati che abbiamo trascurato, e sentirla più cara, visitando magari musei sulla vita quotidiana, come quello seguente.



ESEMPIO: A Palazzo Morando di Milano, Museo del Costume, della Moda e dell’Immagine, si possono osservare sia dipinti ad olio della città di 1800 (ve ne sono alcuni che mostrano la costruzione del Duomo ai suoi albori) sia ammirare stanze allestite come se fossero preparate per una scena da film, sia scrutare manichini vestiti con abiti dell’epoca. Il museo è allestito in un bellissimo palazzo nobiliare, ed è gratuito. Vi si svolgono anche molte mostre interessanti. Eppure è per lo più sconosciuto ai frettolosi e distratti milanesi.
http://www.costumemodaimmagine.mi.it/