I piedi sono le fondamenta della nostra casa-corpo, quelli che ci permettono di passeggiare, di correre, di saltare, di ballare se ne abbiamo voglia. Purtroppo sono anche quelle propaggini dei nostri arti inferiori in assoluto più disprezzate e bistrattate: li costringiamo in scarpe non traspiranti o dalla punta triangolare, o li strizziamo in numeri più piccoli di quelli che effettivamente abbiamo. O, ancora peggio, per seguire la moda li costringiamo a rimanere in equilibrio su tacchi vertiginosi o, viceversa, a poggiare sulla terra per mancanza assoluta dei suddetti tacchi, con grande sbilanciamento della spina dorsale e conseguenti mal di schiena.

La copertina del libro

Nel romanzo umoristico di Stella Stollo, “Io e i miei piedi“, il personaggio principale, Mirco, un giovane appena laureato, narra in prima persona le sue disavventure e di come i suoi piedi abbiano determinato una svolta inaspettata e salvifica nella sua esistenza. Sottoposto all’influenza delle due temibili donne del romanzo, l’intraprendente e assertiva Annalisa, la madre, e Barbara, la fidanzata “acqua cheta” dalle idee invero chiarissime e dalle strategie prussiane, il protagonista si trova suo malgrado incanalato in una vita fatta di obbedienza a schemi sociali di comportamento, più sfumati ai giorni nostri che in passato, ma non per questo meno opprimenti.

Non ha però fatto i conti con i suoi piedi che, come i migliori fra gli psicanalisti, e in modo del tutto gratuito, cominciano a segnalare con pruriti e gonfiori ogni volta che accade uno scollamento tra le aspirazioni dell’io di Mirco e quello che invece gli viene imposto dall’esterno. Gli attacchi del suo misterioso male, dapprima blandi, si susseguono con intensità crescente, fra consulti presso specialisti, pomate, unguenti e rimedi svariati, mentre i piedi, ormai in piena rivolta, rifiutano qualsiasi cura e, anzi, non riescono nemmeno a rimanere chiusi in un paio di calzature per il tempo necessario ad affrontare un colloquio di lavoro.

Ganesh, il dio indiano della danza,
e come tale grande
utilizzatore di piedi!

Nel suo libro Stella Stollo usa un linguaggio leggero, arguto e piacevolissimo, descrivendo scene che ci regalano momenti di autentico buonumore e profonda immedesimazione. In fondo, quante volte anche noi ci siamo trovati prigionieri di situazioni dove avremmo compiuto ben altre scelte e dove, per timore di deludere o pigrizia congenita, ci siamo adeguati a quello che gli altri chiedevano da noi in modo più o meno velato? Se solo avessimo avuto i piedi di Mirco come consiglieri! I piedi, veri protagonisti, dopo aver scatenato la crisi e aver travolto l’ordine costituito, costituiranno alla fine l’elemento risolutore… proprio come un deus ex machina secondo le migliori tradizioni della narrativa. Pardon, come due veri dei ex machina!