La trama di un romanzo è spesso
paragonata alla trama di un ricamo, ma anche la più inesperta delle tessitrici
dovrebbe avere bene in mente il disegno d’insieme, prima di mettersi al lavoro.
In altre parole, mentre le sue dita si muovono intrecciando i primi fili, nella
sua mente dovrebbe già esserci il disegno che andrà a comporre, e gli ultimi
nodi che chiuderanno il ricamo stesso. Così anche lo scrittore dovrebbe avere
almeno un’idea di massima di come si articolerà il suo romanzo, rispondendo
alle cosiddette cinque domande. Queste richiamano quelle usate nel giornalismo
e aiutano a mettere ordine nella mente e nei fogli, cartacei o virtuali che
siano:


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Chi? Chi è il protagonista, o i protagonisti?
Qui farei una ripartizione in tre categorie: a) il
protagonista o i protagonisti. Personalmente, infatti, reputo che i
protagonisti possano essere più di uno, pari grado. Se è una coppia di gemelli,
o di coniugi ad agire, o due soci in imprese criminali, è più che probabile che
si spartiranno l’attenzione del lettore; b) i personaggi comprimari, quelli che
non sono i veri mattatori del romanzo, ma sono comunque essenziali perché senza
di loro le vicende dei personaggi principali non potrebbero aver luogo o
perderebbero molto del loro mordente; c) i personaggi-comparsa, quelli
facilmente sostituibili. Li chiamo comparsa perché, pur magari possedendo nome
e cognome, vanno e non tornano, oppure sono presenze indistinte; e tutti
insieme fanno massa, in un certo senso. Nel presepe, visto che siamo sotto
Natale e il paragone calza bene, potrebbero essere paragonati ai pastori: ce ne
sono tanti, accompagnati dalle loro bestiole, ma nel complesso sono piuttosto
anonimi. Certamente non sono i protagonisti assoluti!

Ebenezer Scrooge riceve la visita dello spettro di Marley – John Leech (1845). 
Lo spettro del suo socio lo ammonisce a cambiare vita, altrimenti andrà incontro al suo stesso destino di dannazione.

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Cosa?
Che cosa succede nel romanzo, ossia
perché si scatena un conflitto
? Il conflitto, il suo perdurare e il suo
sciogliersi sono l’asse portante dell’intera storia e anche il suo nucleo.
Senza conflitto, o “problema” se si preferisce, non c’è la storia. Nessuno
vuole leggere di vicende  dove non
succede niente, a meno che quel “niente” non sia narrato con la maestria e lo
stile di Proust. Ma persino quel “niente” deve portare con sé un certo turbamento
e sconquasso, altrimenti meglio dedicarsi a fare una corsa al parco, o un giro
in bicicletta. Molto più produttivi di benefiche endorfine!

Scrooge riceve la visita del Fantasma del Natale Presente – John Leech (1845). 
Dopo la visita di Marley, Scrooge incontra i tre Fantasmi del Natale passato, presente e futuro, che lo conducono in un viaggio nel tempo.
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Dove?
Naturalmente il luogo in cui si svolgono
le vicende
, per situarle in una precisa ambientazione. Può essere anche un
luogo anche simbolico, beninteso, ma deve essere chiaro e ben connotato; persino se si
decide di ambientare la storia in una radura nebbiosa!
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Quando? Questo è il periodo storico dove si sviluppa
la storia
. Nel caso dei romanzi di
fantascienza, è situato nel futuro, ma anche qui occorre sia preciso per lo
scrittore, e di conseguenza per il lettore.
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Perché?
In un delitto si parlerebbe di “movente”,
di conseguenza anche lo scrittore deve possedere una spinta irresistibile che
lo porti ad iniziare a scrivere e non solo, che lo conduca fino alla fine. Altrimenti
non farà molta strada, o si perderà lungo il percorso, in quanto scrivere è un
processo complesso e che richiede una gran fatica, con risultati di cui spesso
siamo scontenti.
Il Fantasma del Natale Futuro – John Leech (1845).
La vista  dei suoi funerali e di una tomba senza nessuno che lo pianga inducono Scrooge a pentirsi della sua durezza di cuore, soprattutto nei confronti del nipote e dell’impiegato del suo studio.


Se proviamo ad esaminare un qualsiasi
romanzo alla luce di quanto sopra, come il famoso “A Christmas Carol” di Dickens, ci
accorgiamo che rimangono più a lungo impressi nella memoria quelli che rispondono
chiaramente a tutte e cinque domande. Così avremo protagonisti credibili e ben
delineati, conflitti forti ed appassionanti, luoghi e momenti storici chiari e
soprattutto un movente che lo scrittore sente
in modo intensissimo, quasi una vocazione, e che può fare la differenza. Molti
romanzi rispondono alle prime quattro domande, ma spesso è la motivazione
debole e l’autore svogliato che non convincono il lettore. Che lo percepisce e
chiude il libro quasi subito, o dopo poche pagine.

Vogliamo provare ad applicare le
cinque domande per quanto riguarda i nostri lavori, in maniera onesta? Potrebbe
essere un esperimento davvero interessante, e nessun altro, a parte noi,
conoscerà le risposte!