Casa Testori

Parliamo qui della sede dell’Associazione Testori, a Novate Milanese. È un luogo ampio e solido, la classica dimora brianzola, dove abitò lo scrittore e critico d’arte, con la sua famiglia e quella degli zii, vicinissima alla rotaia ferroviaria. In quelle stanze si è appena chiusa, nel mese di novembre, la quarta edizione della mostra “Giorni Felici” http://www.casatestori.it/

 

L’idea è quella di un gemellaggio ideale tra giovani artisti e artisti più conosciuti, un’esperienza davvero “felice” dove la parola “rottamazione”, tanto di moda, non ha più senso di essere. Il vecchio e il
giovane, l’affermato e l’emergente, intrecciano la loro visione artistica, l’un facendo da mecenate all’altro o il secondo ponendosi sulla scia del primo. Alla manifestazione è legato infatti anche il premio al migliore tra gli artisti giovani: un incoraggiamento a continuare in un percorso non facile.

Ogni artista trova così il suo spazio, senza che pareti o soffitti, splendidamente affrescati, disturbino la visione delle opere o che, viceversa, lavori dal taglio troppo moderno stridano con ambienti, magari, arricchiti da stucchi e decori settecenteschi. Aggirandosi nella quiete dei locali, si avverte solamente il rumore del treno che passa, un fruscio che fa vibrare appena i vetri delle finestre, quasi a interrompere la quiete quasi irreale dei luoghi e a richiamare l’attenzione del visitatore sul fatto che, fuori, esista ancora un mondo.

Tra le tante opere che mi hanno colpito, desidero segnalare i lavori di una donna e di un uomo. Quelli di Tania Pistone, catanese: concrezioni magiche di color bianco, stratificazioni di segni dove la
presenza del cristallo di Rocca acquisisce un significato quasi divinatorio, in cui il colore diventa sangue, o umore, che emerge http://www.exibart.com/profilo/eventiV2.asp?idelemento=49793

ULISSE – 2007, Tania Pistone – Acrilico, collage e testo scritto su tela – Cm 40x40x6

 

Di un’intensità straziante, quasi insostenibile alla vista sono, invece, i lavori di Kei Mitsuuchi, un artista giapponese di cui non si hanno più notizie da alcuni anni. L’artista dà il suo volto e la sua figura a qualsiasi soggetto umano, a cominciare dal Cristo. Così la sua sofferta anatomia diventa la rappresentazione della condizione umana, ferita dalla corona di spine del male di vivere.

http://www.galeriefredlanzenberg.be/galeriev2/index.php?option=com_content&view=article&id=53:mitsuuchi&catid=13:artistes&Itemid=27

Sans titre, Kei Mitsuuchi – mine de pomb – 56 x 38 cm

Cristina M. Cavaliere